Come molti di voi sapranno, ad inizio novembre due lunghe storie hanno avuto fine: quella della costruzione del nuovo aeroporto di Berlino – il famoso BER – durata più di 14 anni, e quella dell’aeroporto di Tegel, durata 60 anni.
Il buon venexiano ha avuto l’opportunità di vivere questo periodo di transizione in prima persona, e ha già postato una preview del trip report. Questo mio report è invece la testimonianza di chi ha visto questi eventi in disparte, ed è un “report meno trip”, perché non c’è alcun viaggio, a parte il mio vagabondare all’interno di quello che è stato, per i berlinesi dell’ovest, un simbolo di libertà durante il periodo del muro.
In queste pagine parlerò degli ultimi due giorni di vita di TXL. Era l’aeroporto a cui ero più affezionato, e per molti questa era una cosa abbastanza strana. Tegel durante i suoi ultimi anni di vita non è che fosse definibile come aeroporto moderno e funzionale. Al contrario, aveva la reputazione di essere uno dei peggiori tra gli aeroporti europei. I motivi della mia affezione sono due: la sua storia e la sua architettura. La storia, perché è un aeroporto nato in un contesto difficile come quello di Berlino ovest. Molti terminal edificati negli anni 60 sono scomparsi o sono stati rimaneggiati fino a renderli quasi irriconoscibili. Dopo la caduta del muro, Tegel era considerato come un aeroporto con i giorni contati, per questo motivo Il terminal A è rimasto abbastanza simile alla configurazione originale, ed entrando nell’edificio è come se assaporassi i momenti dell’aviazione che non ho mai potuto vivere. L’architettura, perché Tegel ha queste forme lineari da navicella spaziale, una continuità tra l’architettura esterna con quella interna, inclusa una torre che non è un corpo estraneo, ma è parte integrante del terminal. Gli interni erano ben pensati e la sua struttura esagonale con riduzione delle distanze auto-aereo era tanto geniale, quanto poco adatta ai requisiti del 21esimo secolo, ed orientata ad una città auto-centrica.
Il report inizia sabato 7 novembre, ovvero l’ultimo giorno di operatività dell’aeroporto. Il giorno successivo infatti prevede un l’unico volo celebrativo operato da Air France, un A320 per CDG, che arriverà sabato notte, l’ultimo night stop.
Inizialmente non pensavo di andare a Tegel, il mio addio l’avevo già dato qualche settimana prima con una visita alla terrazza assieme a Berlin.
All’ultimo momento decido di andare a vedere cosa succede, sia per un misto di curiosità, d’altronde Tegel chiude una volta sola.
Raggiungo l’aeroporto con il car sharing, ed il parcheggio solitamente ben frequentato è quasi vuoto, e la sbarra che dovrebbe controllare gli accessi già rimossa.
Tra poco queste luci si spegneranno, ma le ultime ore saranno di festa, con la torre illuminata di rosso.
Una scala mobile che porta verso il terminal è ferma da un po’, non è più stata riparata, il motivo lo possiamo chiedere a capitan ovvio.
L’aeroporto è affollato, cosa alquanto inusuale in tempi di covid, ma ben poche persone sono qua per viaggiare.
Quasi tutti hanno in mano la macchina fotografica o il cellulare. Il clima è un misto di festa, curiosità e tristezza.
Gli autobus che collegavano la stazione centrale con l’aeroporto, il famoso TXL, oggi fanno la spola per l’ultima volta. Gli autisti ad ogni partenza suonano il clacson in onore dell’aeroporto. I furgoni che vedete invece sono quelli della televisione locale che farà alcuni servizi in diretta dalla terrazza.
Entriamo nel terminal. La lista dei voli è eloquente, a parte alcune partenze per i vari hub europei, abbiamo diversi voli panoramici sia su TXL, che verso il nuovo BER. L’ultimo volo di linea del giorno, il LH1955 per Monaco, sarà operato da un A350.
Ironica la presenza dell’informazione sul check-in anticipato per il voli Lufthansa, voli che non partiranno più da questo aeroporto.
Il miglior caffè di Seattle ha ormai ha traslocato qualche kilometro a sud della città. Mezza stella Skytrax in meno. Che poi Tegel è sempre stato un aeroporto regionale, causa assenza di Victoria’s Secret.
Anche la farmacia ha chiuso i battenti, mentre a BER pare ce ne ben saranno due.
Come dicevo, pochi viaggiatori, ma tanta gente è venuta per fare l’ultimo saluto e per scattare l’ultima foto sotto il cielo stellato di TXL.
Intanto l’apron fuori è già mezzo vuoto e molti finger hanno ormai smesso per sempre di aiutare gli ospiti viaggiatori ad evitare il freddo vento dal nord…
….così come questi banchi per il check-in non accetteranno più alcuna richiesta di upgrade gratuito in business.
Neanche qua è possibile avere un caffè. Servizio pessimo, dopo faccio la review da una stellina su Google.
Tegel ha sempre avuto un network a lungo raggio ridicolo, ma con il covid, di tutte queste destinazioni, è rimasta solo Doha.
La capitale della Germania non è degna di maggiori attenzioni, e probabilmente non lo sarà per molto tempo.
Air France intanto ringrazia per tutti questi anni. A causa del Covid, l’ultimo volo previsto per il giorno successivo non partirà dal solito terminal A, ma dal triste capannone che è il terminal C.
Gli arrivi sono ancora più eloquenti: a parte i voli del gruppo Lufthansa che ripartiranno poco più tardi, ed il night stop di Air France, il resto sono solo voli panoramici.
Un addio sotto tono, per un fine carriera decisamente sfortunato.
Intanto una giovane coppia di sposi arriva a creare un po’ di animazione con musica e giochi.
La testimone vestita di rosso è ancora più elegante della sposa stessa