Lo avevo visto in foto d’epoca molte volte, e mi aveva sempre affascinato questa sua forma tozza e quasi anti-aerodinamica, ma solo recentemente mi è capitato di poter vedere dal vero uno dei tre esemplari superstiti. Si tratta del Breguet 763 Provence, meglio conosciuto come deux-ponts, un enorme aereo da trasporto costruito intorno alla metà degli anni Cinquanta, che non ebbe alcun successo commerciale, finendo per essere costruito in soli 20 esemplari e ben presto accantonato.
La storia di questo aereo è interessante, e rimando a questo articolo sulla nostra rivista per approfondirne lo sviluppo, la vita operativa e soprattutto il prematuro ritiro dal servizio attivo.
http://www.aviazionecivile.it/storia/breguet-763-provence-precursore-della380/
L’esemplare di cui parleremo in questo TR è conservato presso il Musée des Ailes Anciennes a Tolosa, a pochi passi dall’Airbus e dal suo bellissimo museo. Il Musée des Ailes Anciennes è una struttura privata, un po’ disordinata nell’esposizione, ma veramente ricca di velivoli e soprattutto di rarità del panorama francese. Insomma, se ne consiglia vivamente la visita agli appassionati.
Il deux-ponts ospitato in questo museo è in realtà un Breguet 765 Sahara, c/n 504 immatricolato 64-PH, versione militare da trasporto realizzata in sei esemplari (gli ultimi sei costruiti), che differiva dalla versione civile per un più ampio portello ventrale posteriore di carico e per i serbatoi supplementari all’estremità delle ali.
Si tratta di uno dei tre esemplari di deux-ponts sopravvissuti integri sino ad oggi, ed è in corso di restauro da parte del museo e del gruppo di appassionati che lo gestisce.
Questo aereo è stato impiegato a lungo durante la guerra d’Algeria, prima dell’indipendenza dalla Francia, per il trasporto di truppe, mezzi e materiali alle locali guarnigioni. Venne ritirato dal servizio e accantonato nel 1972.
Il colpo d’occhio quando ci si avvicina è impressionante! L’aereo appare privo di una sezione di ogni semiala, dei motori e degli impennaggi di coda, ma la fusoliera è pressoché completa, dando un’idea delle enormi dimensioni di questo gigante.
L’enorme Breguet 765 Sahara
La parte anteriore, con il portello d’accesso esteso e una buona prospettiva delle antenne in prossimità della cabina.
Particolare del portello d’accesso anteriore, con la ricostruzione provvisoria della carrucola a fili.
Il muso del gigante, con il robusto carrello monoruota e l’ampio radome che ricorda molto l’A380
Ancora un particolare della parte anteriore. Sul lato destro si vedono i due Pratt & Whitney R-2800-B31 da 2040CV.
Questa foto permette di apprezzare lo spessore dell’ala, che dopo la seconda cella del motore sbalzava verso l’alto.
Vista d’insieme dell’enorme cellula
Altro particolare dell’ala, visto questa volta dalla parte posteriore.
I carrelli erano inseriti all’interno delle celle dei motori 2 e 3, dotati di pneumatici l’uno ed azionati di un meccanismo di ritrazione anteriore.
Portello dell’uscita di emergenza
Altro portello
Portello di accesso posteriore, inserito nel più ampio portellone di carico ventrale, con apertura a conchiglia.
Una delle quattro eliche tripala Hamilton Standard da 3,70 metri di diametro.
Particolare del carrello principale destro, con pneumatici di una foggia che non avevo mai visto, con una serie regolare di “buchetti” lungo tutto la circonferenza.
Sezione centrale della fusoliera, con gli oblò del livello inferiore.
Immagine della parte posteriore dell’aereo, con in evidenza una delle due ante dell’ampio portellone ventrale da carico.
Il portellone visto da sotto.
Vista d’insieme della sezione di coda, che permette di apprezzare l’ampiezza del portellone di carico e la particolare forma della coda.
La semiala sinistra appare in avanzato stato di restauro sino alla cella 1 del motore, mentre manca ancora l’estremità alare a sbalzo.
Sezione della semiala sinistra
Interno dell’aereo, visto dalla porta di accesso posteriore destra. Si vede con chiarezza la struttura metallica della carlinga, ed il rivestimento metallico dell’esterno, mentre i pavimenti sono composti da ampie assi di legno.
La scala posteriore di accesso al ponte superiore
E ancora la scala interna posteriore e, molto scuro purtroppo, il portello ventrale posteriore a conchiglia.
Ancora un’immagine del ponte inferiore, all’interno.
Salendo le scale interne posteriori, verso il ponte superiore.
Il ponte superiore, caratterizzato da spazi più angusti e da un pavimento in gran parte metallico, dotato di borchie d’ancoraggio delle merci.
Particolare del ponte superiore
La scala a chiocciola anteriore di accesso al ponte superiore.
Porta della toelette al ponte inferiore, inserita sotto la scala di a chiocciola.
Questa ampia apertura circolare si trova a ridosso del portellone d’accesso anteriore. Ignoro quale fosse la funzione.
La cosa che colpisce è la disposizione d’accesso a bordo, sul lato destro.
La cabina di pilotaggio, che ospitava i tre membri dell’equipaggio incaricati della condotta.
Portellone di carico secondario anteriore.
Ancora una fotografia del ponte superiore, con quelli che – immagino- siano i due sedili dei piloti.
In questa foto non mia, presa da Internet, un’immagine di come apparisse il Breguet 763 in versione civile, con la livrea dell’Air France.
In questo disegno d’epoca di una brochure di Air France è possibile apprezzare la disposizione dei 107 posti a sedere a bordo, della cabina con i suoi tre addetti alla condotta e i 4 assistenti di volo.
E questo è invece il nostro “eroe” del museo, il 64-PH, in una versione pittorica che consente di apprezzarne la differente configurazione alare e la livrea dell’aeronautica militare francese.
La storia di questo aereo è interessante, e rimando a questo articolo sulla nostra rivista per approfondirne lo sviluppo, la vita operativa e soprattutto il prematuro ritiro dal servizio attivo.
http://www.aviazionecivile.it/storia/breguet-763-provence-precursore-della380/
L’esemplare di cui parleremo in questo TR è conservato presso il Musée des Ailes Anciennes a Tolosa, a pochi passi dall’Airbus e dal suo bellissimo museo. Il Musée des Ailes Anciennes è una struttura privata, un po’ disordinata nell’esposizione, ma veramente ricca di velivoli e soprattutto di rarità del panorama francese. Insomma, se ne consiglia vivamente la visita agli appassionati.
Il deux-ponts ospitato in questo museo è in realtà un Breguet 765 Sahara, c/n 504 immatricolato 64-PH, versione militare da trasporto realizzata in sei esemplari (gli ultimi sei costruiti), che differiva dalla versione civile per un più ampio portello ventrale posteriore di carico e per i serbatoi supplementari all’estremità delle ali.
Si tratta di uno dei tre esemplari di deux-ponts sopravvissuti integri sino ad oggi, ed è in corso di restauro da parte del museo e del gruppo di appassionati che lo gestisce.
Questo aereo è stato impiegato a lungo durante la guerra d’Algeria, prima dell’indipendenza dalla Francia, per il trasporto di truppe, mezzi e materiali alle locali guarnigioni. Venne ritirato dal servizio e accantonato nel 1972.
Il colpo d’occhio quando ci si avvicina è impressionante! L’aereo appare privo di una sezione di ogni semiala, dei motori e degli impennaggi di coda, ma la fusoliera è pressoché completa, dando un’idea delle enormi dimensioni di questo gigante.
L’enorme Breguet 765 Sahara
La parte anteriore, con il portello d’accesso esteso e una buona prospettiva delle antenne in prossimità della cabina.
Particolare del portello d’accesso anteriore, con la ricostruzione provvisoria della carrucola a fili.
Il muso del gigante, con il robusto carrello monoruota e l’ampio radome che ricorda molto l’A380
Ancora un particolare della parte anteriore. Sul lato destro si vedono i due Pratt & Whitney R-2800-B31 da 2040CV.
Questa foto permette di apprezzare lo spessore dell’ala, che dopo la seconda cella del motore sbalzava verso l’alto.
Vista d’insieme dell’enorme cellula
Altro particolare dell’ala, visto questa volta dalla parte posteriore.
I carrelli erano inseriti all’interno delle celle dei motori 2 e 3, dotati di pneumatici l’uno ed azionati di un meccanismo di ritrazione anteriore.
Portello dell’uscita di emergenza
Altro portello
Portello di accesso posteriore, inserito nel più ampio portellone di carico ventrale, con apertura a conchiglia.
Una delle quattro eliche tripala Hamilton Standard da 3,70 metri di diametro.
Particolare del carrello principale destro, con pneumatici di una foggia che non avevo mai visto, con una serie regolare di “buchetti” lungo tutto la circonferenza.
Sezione centrale della fusoliera, con gli oblò del livello inferiore.
Immagine della parte posteriore dell’aereo, con in evidenza una delle due ante dell’ampio portellone ventrale da carico.
Il portellone visto da sotto.
Vista d’insieme della sezione di coda, che permette di apprezzare l’ampiezza del portellone di carico e la particolare forma della coda.
La semiala sinistra appare in avanzato stato di restauro sino alla cella 1 del motore, mentre manca ancora l’estremità alare a sbalzo.
Sezione della semiala sinistra
Interno dell’aereo, visto dalla porta di accesso posteriore destra. Si vede con chiarezza la struttura metallica della carlinga, ed il rivestimento metallico dell’esterno, mentre i pavimenti sono composti da ampie assi di legno.
La scala posteriore di accesso al ponte superiore
E ancora la scala interna posteriore e, molto scuro purtroppo, il portello ventrale posteriore a conchiglia.
Ancora un’immagine del ponte inferiore, all’interno.
Salendo le scale interne posteriori, verso il ponte superiore.
Il ponte superiore, caratterizzato da spazi più angusti e da un pavimento in gran parte metallico, dotato di borchie d’ancoraggio delle merci.
Particolare del ponte superiore
La scala a chiocciola anteriore di accesso al ponte superiore.
Porta della toelette al ponte inferiore, inserita sotto la scala di a chiocciola.
Questa ampia apertura circolare si trova a ridosso del portellone d’accesso anteriore. Ignoro quale fosse la funzione.
La cosa che colpisce è la disposizione d’accesso a bordo, sul lato destro.
La cabina di pilotaggio, che ospitava i tre membri dell’equipaggio incaricati della condotta.
Portellone di carico secondario anteriore.
Ancora una fotografia del ponte superiore, con quelli che – immagino- siano i due sedili dei piloti.
In questa foto non mia, presa da Internet, un’immagine di come apparisse il Breguet 763 in versione civile, con la livrea dell’Air France.
In questo disegno d’epoca di una brochure di Air France è possibile apprezzare la disposizione dei 107 posti a sedere a bordo, della cabina con i suoi tre addetti alla condotta e i 4 assistenti di volo.
E questo è invece il nostro “eroe” del museo, il 64-PH, in una versione pittorica che consente di apprezzarne la differente configurazione alare e la livrea dell’aeronautica militare francese.