La notte del 19 settembre i piloti di un Boeing 777 con circa duecento passeggeri a bordo si sono «persi» nei cieli sopra l’Iraq. «Che ora è? Dove siamo?», si sono chiesti dopo che i sistemi di navigazione sono saltati all’improvviso non fornendo più alcuna coordinata spazio-temporale. Una decina di giorni dopo comandante e primo ufficiale di un Embraer 190 si sono accorti di sorvolare Baghdad quando pensavano di essere altrove. E infatti la loro vera posizione era a un centinaio di chilometri a est della capitale irachena.
Nell’ultimo mese
In Medio Oriente da alcuni giorni accade qualcosa di strano e, allo stesso tempo, potenzialmente dannoso per chi ci vola. In almeno dodici casi — tra il 29 agosto e il 21 settembre — i piloti hanno segnalato alle proprie compagnie e alle piattaforme specializzate che i loro velivoli hanno ricevuto dei segnali Gps del tutto falsi che hanno disorientato i sistemi informatici a bordo facendo perdere in cabina la capacità di navigazione. Non è un problema soltanto per il normale proseguimento del viaggio. Questo tipo di inconveniente, potenzialmente, potrebbe far finire i velivoli dove non sono autorizzati a volare, rischiando persino l’abbattimento dei caccia militari.
L’aerovia incriminata
Le segnalazioni riguardano l’aerovia UM688, una delle «autostrade» in alta quota sopra l’Iraq, molto vicina al confine con l’Iran, non lontana dalla Turchia e attraversata ogni giorno da decine di aerei che collegano l’Asia, l’Oceania con l’Europa. In tutti i casi denunciati non si parla di «semplice» disturbo del segnale Gps — come avviene nell’area, a volte pure in Europa —, ma di ricezione di indicazioni Gps del tutto sballate che hanno conseguenze sui piani di volo.
Lo spostamento fittizio
Nella maggior parte dei casi il segnale Gps errato ha spostato il velivolo di almeno 60 miglia nautiche (circa 97 chilometri). I sistemi di bordo — che gestiscono quella fase di «crociera» attraverso il pilota automatico — iniziano a reagire perché devono correggere la rotta sulla base del piano caricato nel sistema che prevede il passaggio attraverso alcune precise aeroviee. In questo modo l’aereo finisce altrove, nella vita reale, e l’unica cosa da fare è disabilitare la strumentazione per poter procedere grazie alle indicazioni da terra. Il Corriere ha chiesto maggiori dettagli all’autorità irachena per l’aviazione civile senza ottenere una risposta al momento della pubblicazione dell’articolo. Alcune delle compagnie aeree coinvolte — mediorientali, europee e asiatiche — per ora preferiscono il «no comment» in attesa di maggiori dettagli.
Informazioni errate
Tecnicamente le informazioni errate finiscono per mettere fuori uso l’«Irs», il sistema inerziale di bordo che allinea i dispostivi di navigazione del velivolo alle coordinate della Terra. Di conseguenza salta l’orologio che indica ai piloti il Tempo coordinato universale (riferimento globale per chi vola) e non funzionano nemmeno i sensori Vor-Dme che permettono a comandanti e primi ufficiali di conoscere in ogni istante la propria posizione e la distanza. Privati di questi tipi di informazioni gli equipaggi sono stati costretti a richiedere ai centri di controllo d’area — a terra — le coordinate precise anche per la rotta.
Le testimonianze
«Volo su questo Embraer 190 da 13 anni», ha denunciato uno dei piloti coinvolti. «Ho provato tutto quello che so, ma non mi è stato d’aiuto — ha proseguito —. Entrambi gli Irs hanno perso la posizione, sono apparsi messaggi di “disaccordo” con il Flight management system». La cosa che colpisce gli addetti ai lavori sta nel fatto che, in teoria, l’Irs non dovrebbe essere in grado di ricevere informazioni satellitari sbagliate, soprattutto negli aeromobili di ultima generazione. Eppure è quello che sta succedendo, finora ai velivoli passeggeri e ai jet privati.
https://www.corriere.it/economia/co...te-2dfb15d0-5ca9-11ee-abb6-3e1ca69e756d.shtml
Nell’ultimo mese
In Medio Oriente da alcuni giorni accade qualcosa di strano e, allo stesso tempo, potenzialmente dannoso per chi ci vola. In almeno dodici casi — tra il 29 agosto e il 21 settembre — i piloti hanno segnalato alle proprie compagnie e alle piattaforme specializzate che i loro velivoli hanno ricevuto dei segnali Gps del tutto falsi che hanno disorientato i sistemi informatici a bordo facendo perdere in cabina la capacità di navigazione. Non è un problema soltanto per il normale proseguimento del viaggio. Questo tipo di inconveniente, potenzialmente, potrebbe far finire i velivoli dove non sono autorizzati a volare, rischiando persino l’abbattimento dei caccia militari.
L’aerovia incriminata
Le segnalazioni riguardano l’aerovia UM688, una delle «autostrade» in alta quota sopra l’Iraq, molto vicina al confine con l’Iran, non lontana dalla Turchia e attraversata ogni giorno da decine di aerei che collegano l’Asia, l’Oceania con l’Europa. In tutti i casi denunciati non si parla di «semplice» disturbo del segnale Gps — come avviene nell’area, a volte pure in Europa —, ma di ricezione di indicazioni Gps del tutto sballate che hanno conseguenze sui piani di volo.
Lo spostamento fittizio
Nella maggior parte dei casi il segnale Gps errato ha spostato il velivolo di almeno 60 miglia nautiche (circa 97 chilometri). I sistemi di bordo — che gestiscono quella fase di «crociera» attraverso il pilota automatico — iniziano a reagire perché devono correggere la rotta sulla base del piano caricato nel sistema che prevede il passaggio attraverso alcune precise aeroviee. In questo modo l’aereo finisce altrove, nella vita reale, e l’unica cosa da fare è disabilitare la strumentazione per poter procedere grazie alle indicazioni da terra. Il Corriere ha chiesto maggiori dettagli all’autorità irachena per l’aviazione civile senza ottenere una risposta al momento della pubblicazione dell’articolo. Alcune delle compagnie aeree coinvolte — mediorientali, europee e asiatiche — per ora preferiscono il «no comment» in attesa di maggiori dettagli.
Informazioni errate
Tecnicamente le informazioni errate finiscono per mettere fuori uso l’«Irs», il sistema inerziale di bordo che allinea i dispostivi di navigazione del velivolo alle coordinate della Terra. Di conseguenza salta l’orologio che indica ai piloti il Tempo coordinato universale (riferimento globale per chi vola) e non funzionano nemmeno i sensori Vor-Dme che permettono a comandanti e primi ufficiali di conoscere in ogni istante la propria posizione e la distanza. Privati di questi tipi di informazioni gli equipaggi sono stati costretti a richiedere ai centri di controllo d’area — a terra — le coordinate precise anche per la rotta.
Le testimonianze
«Volo su questo Embraer 190 da 13 anni», ha denunciato uno dei piloti coinvolti. «Ho provato tutto quello che so, ma non mi è stato d’aiuto — ha proseguito —. Entrambi gli Irs hanno perso la posizione, sono apparsi messaggi di “disaccordo” con il Flight management system». La cosa che colpisce gli addetti ai lavori sta nel fatto che, in teoria, l’Irs non dovrebbe essere in grado di ricevere informazioni satellitari sbagliate, soprattutto negli aeromobili di ultima generazione. Eppure è quello che sta succedendo, finora ai velivoli passeggeri e ai jet privati.
https://www.corriere.it/economia/co...te-2dfb15d0-5ca9-11ee-abb6-3e1ca69e756d.shtml