- 6 Novembre 2005
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Quindi, per capire, anche BGY è uno spreco giusto ?Non è un concetto, è un dato di fatto
Quindi, per capire, anche BGY è uno spreco giusto ?Non è un concetto, è un dato di fatto
Se è un dato di fatto immagino ci sarà vasta letteratura a supporto del "dato di fatto".Non è un concetto, è un dato di fatto
La letteratura sui bilanci degli aeroporti, per esempio.Se è un dato di fatto immagino ci sarà vasta letteratura a supporto del "dato di fatto".
Tipo?
Mi viene un dubbio.La letteratura sui bilanci degli aeroporti, per esempio.
Mettiamo che il segno meno davanti rimane. E che aeroporti che movimentano quattro gatti dovrebbero chiudere se, nonostante l’impatto positivo, non riescono a fare quadrare i bilanci (fatte salve le eccezioni di inopinabili ragioni di CT). Ogni volta che leggo degli impatti positivi mi chiedo per quale motivo gli impattati non debbano contribuire con parte dell’introito, per esempio.Mi viene un dubbio.
Supponiamo (è una supposta...chiaro) che la società aeroportuale pubblica perda 1 €mln all' anno, ma lo stato ne incassa 3-4 volte tanto tra IVA IRPEF IRES IRAP dal solo circuito aeroportuale (biglietti, handling, baretti, e cazzatelle varie). E' sempre spreco di denaro pubblico?
Mettendo un attimo da parte impatti su economia e turismo e menatelle varie.
In linea di principio, se la gestione dell’aeroporto è in perdita è perché l’aeroporto genera volumi di traffico insufficienti. E se i volumi di traffico sono insufficienti, è abbastanza probabile che anche gli effetti indotti sul sistema economico siano altrettanto insufficienti a coprire sia i costi privati che quelli sociali.E perchè mai?
Se alla fine della fiera lo stato e l'economia ne hanno un ritorno impressionante: perchè mai chiudere l'aeroporto anche se il bilancio riporta una perdita e non un utile?
Allora chiudiamo pure gli ospedali, le scuole, la difesa che per costruzione sono un costo.
La cosa pubblica (ivi compresi aeroporti e collegamenti) segue logiche ben diverse da quelle private.
Ed il ritorno economico del mantenere aperto un aeroporto in perdita non si misura certo dal bilancio dello stesso.
Senza scomodare l'econometria e la letteratura.
Basta il buonsenso imho.
Questo ragionamento quando viene fatto per l’Alitalia in genere non funziona…Mi viene un dubbio.
Supponiamo (è una supposta...chiaro) che la società aeroportuale pubblica perda 1 €mln all' anno, ma lo stato ne incassa 3-4 volte tanto tra IVA IRPEF IRES IRAP dal solo circuito aeroportuale (biglietti, handling, baretti, e cazzatelle varie). E' sempre spreco di denaro pubblico?
Mettendo un attimo da parte impatti su economia e turismo e menatelle varie.
Cosa ha di essenziale un volo? Il risparmio del tempo e basta. Sanità, istruzione e difesa sono servizi essenziali. Se ti serve vivere dove hai l’aeroporto davanti la porta di casa, è sufficiente traslocare, a naso nemmeno troppo lontano, vista la quantità di aeroporti presenti.Allora chiudiamo pure gli ospedali, le scuole, la difesa che per costruzione sono un costo.
Buongiorno,La crescita infrastrutturale sarebbe stata accompagnata dall'aumento dei m/h fino a 37 m/h come previsto dalla bozza del PNA ENAC, creando le condizioni complessive per gestire una crescita rilevante.
Solo che spostare gli americani sarebbe stato tutt'altro che semplice e poi non vorrai fare a Vincenzino l'affronto di negargli "suo" aeroporto....
Buongiorno Stefano,Buongiorno,
con le restrizioni normative attuali riguardo la separazione di aeromobili in arrivo con aeromobili in decollo dubito assai che tale numero sia lontanamente raggiungibile....
Già a due terzi penso si possa essere ad un ragionevole e praticabile limite.
Non è un problema solo di parcheggi, ma di uscite veloci, decolli per pista
06 che bloccano gli inbound per 24 quando questa è in uso, e normative molto restrittive.
Cordialità
Francesco
Condivido. La mia sensazione è che ci si stracci le vesti per l’impatto turistico e non si consideri mai il bacino d’utenza outbound, che dovrebbe costituire la base sostanziale dalla quale partire nella costruzione di un business plan. Bacino d’utenza che spesso nemmeno apprezza troppo gli spostamenti (vedi Brescia, che continua a volare da Verona o Bergamo nonostante l’aeroporto in casa, o gli sfavillanti riempimenti di Ancona).In linea di principio, se la gestione dell’aeroporto è in perdita è perché l’aeroporto genera volumi di traffico insufficienti. E se i volumi di traffico sono insufficienti, è abbastanza probabile che anche gli effetti indotti sul sistema economico siano altrettanto insufficienti a coprire sia i costi privati che quelli sociali.
Tipo “xyz at holding point 24 ready, for departure”.A pag. 43 è spiegato come ottenere questo aumento di capacità.
Domanda che, veramente, non vuol essere provocatoria: è una sensazione personale o frutto di uno studio?In linea di principio, se la gestione dell’aeroporto è in perdita è perché l’aeroporto genera volumi di traffico insufficienti. E se i volumi di traffico sono insufficienti, è abbastanza probabile che anche gli effetti indotti sul sistema economico siano altrettanto insufficienti a coprire sia i costi privati che quelli sociali.
È un discorso che vale per progetti di questo tipo e non si applica a ospedali e scuole e nemmeno alla giustizia e alla sicurezza interna: di cose pubbliche ce n’è un’ampia varietà.
Differenza tra operatore ed infrastruttura.Questo ragionamento quando viene fatto per l’Alitalia in genere non funziona…
Puoi sempre trasferirti vicino all' ospedale o alla base militare.Cosa ha di essenziale un volo? Il risparmio del tempo e basta. Sanità, istruzione e difesa sono servizi essenziali. Se ti serve vivere dove hai l’aeroporto davanti la porta di casa, è sufficiente traslocare, a naso nemmeno troppo lontano, vista la quantità di aeroporti presenti.
Detto questo, passiamo al secondo aspetto: l’infrastruttura c’è? Delle due, l’una: o ha un senso che esista (e allora genererebbe utili anche la sola gestione, sempre con l’eccezione di realtà insulari particolari), oppure non puó stare in piedi, per i motivi ben illustrati da Planner. Banalmente semplice. Sino a quando la mobilità è garantita (strade e treni non mancano), l’aeroporto non è indispensabile. Puó essere utile, se i ricavi coprono i costi.
Il faro guida, imho, deve essere il ritorno per la collettività. Stop.Condivido. La mia sensazione è che ci si stracci le vesti per l’impatto turistico e non si consideri mai il bacino d’utenza outbound, che dovrebbe costituire la base sostanziale dalla quale partire nella costruzione di un business plan. Bacino d’utenza che spesso nemmeno apprezza troppo gli spostamenti (vedi Brescia, che continua a volare da Verona o Bergamo nonostante l’aeroporto in casa, o gli sfavillanti riempimenti di Ancona).
I problemi principali di NAP sono il numero massimo di movimenti annui ed il rumore - infatti c’è il curfew con chiusura dalle 22:30 alle 04:00, salvo eventuali ritardi voli o per eventuali voli di emergenza o per i voli del Napoli Calcio e della Salernitana come anche delle squadre che giocano in trasferta a Napoli o Salerno.Aggiungo che siccome difficilmente le persone decidono di viaggiare o meno a seconda della presenza di un aeroporto più vicino di 60 km rispetto ad un altro, si ha soprattutto uno spostamento della ricchezza complessiva indotta da una zona ad un altra. Ma dubito che ci sia un accrescimento, se non marginale.
Nel caso in questione la difficoltà di sviluppare ulteriormente NAP, probabilmente nel medio periodo permetterà una certa crescita di QSR.
Anche se la soluzione ottimale a mio avviso sarebbe stato lo spostamento altrove dei militari USA presenti a NAP, cosa che avrebbe liberato lo spazio per una grande espansione del terminal.
La crescita infrastrutturale sarebbe stata accompagnata dall'aumento dei m/h fino a 37 m/h come previsto dalla bozza del PNA ENAC, creando le condizioni complessive per gestire una crescita rilevante.
Solo che spostare gli americani sarebbe stato tutt'altro che semplice e poi non vorrai fare a Vincenzino l'affronto di negargli "suo" aeroporto....
Né l'una, né l'altro: è logica o, termine che hai usato stesso tu, buonsenso.Domanda che, veramente, non vuol essere provocatoria: è una sensazione personale o frutto di uno studio?
Se. Ma, saró ciecato io, tutta questa opulenza indotta non la vedo. L’aeroporto chiude in passivo, i comuni piangono miseria, i cittadini che si sentono isolati nonostante l’aeroporto e gli incentivi non volano… tempo fa lessi un commento di un’associazione pro aeroporto di Crotone che lamentava il Dash di SkyAlps vuoto e se la prendeva coi concittadini che continuavano a usare il treno o andare a Lamezia facendo andare in malora il progetto. Dove sta il ritorno di 5 volte il passivo del gestore?Se spendo 5 mln all'anno per mantenere l'aeroporto aperto e me ne entrano 30 tra tasse, occupazione e pil generato non c'è nemmeneo da pensarci.
Ed il ratio è molto più alto.
La premessa è corretta: maggiore è il volume di traffico (oppure l'indice di connettività aeroportuale) maggiore è il beneficio per la collettività.Né l'una, né l'altro: è logica o, termine che hai usato stesso tu, buonsenso.
Il mio intento, tuttavia, non era dimostrare una tesi, ma allineare argomenti logici che permettessero di formulare un'ipotesi quantomeno credibile. E l'ipotesi è che esiste probabilmente una correlazione fra volumi di traffico, ricavi della gestione aeroportuale e misura di impatto sul sistema locale, dato che tutto questo è funzionalmente legato ad un'unica variabile indipendente, cioè il numero di passeggeri trasportati.