Ita Airways : a Lufthansa il 40% della compagnia italiana


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13900

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Magari li trovi aprendo l’uovo. Buona Pasqua a tutti/e.
:( No. Si vede che, una volta creata la chiavetta a forma di aeroplanino e una volta sgomberati i vuoti della tartinata con la stampa non c'è stato più il tempo di caricare un pdf sul sito.

Aspetta, CASK a 0,8?
Deve esserci un errore!
Il RASK a 7.90 non è per niente male, considerando che nel 2021 era a 6.8. Se confermato, sarebbe più alto di quello di IB (6.90) o Lingus, un centesimo circa sotto le Network Airlines di LH e BA, e qua ci sarebbe da levarsi il cappello, dopo anni che si diceva che andava incrementato, sopratutto se quel "Noi, nel 2023 abbiamo garantito oltre il 40% di traffico di feederaggio" dell'intervista di Italiavola vuol dire che il 40% dei passeggeri longhaul sono feeders (purtroppo non mastico molto bene l'aramaico made in Italiavola).

Il CASK (che immaginerei sia 8 cent, non 0.8) fa abbastanza paura, ma andando a vedere il bilancio 2022 era a 7 cent escluso il carburante, cosa che mi era sfuggita. Quello è di due cent più alto della media di IAG, e di 0.5 più alto di quella delle Network Airlines LH!
 
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belumosi

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Io so di chiedere tanto, ma fare come tutte le compagnie che, al momento dell'annuncio, postano anche i risultati sul loro sito è così problematico?

I dati diffusi sono presi dal progetto di bilancio, che una volta approvato dal CDA viene trasmesso all'assemblea dei soci per l'approvazione definitiva e gli altri adempimenti del caso.
Alla fine di questa procedura, sarà disponibile il bilancio consuntivo. Che per ITA probabilmente al momento non esiste.
Se il consuntivo deve essere pubblicato per legge, diffondere i dati del progetto di bilancio è discrezionale.
Va detto che nella PR di ITA si parla correttamente di progetto di bilancio, mentre sul sito ITA sono pubblicati, giustamente, i consuntivi.
 

13900

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I dati diffusi sono presi dal progetto di bilancio, che una volta approvato dal CDA viene trasmesso all'assemblea dei soci per l'approvazione definitiva e gli altri adempimenti del caso.
Alla fine di questa procedura, sarà disponibile il bilancio consuntivo. Che per ITA probabilmente al momento non esiste.
Se il consuntivo deve essere pubblicato per legge, diffondere i dati del progetto di bilancio è discrezionale.
Va detto che nella PR di ITA si parla correttamente di progetto di bilancio, mentre sul sito ITA sono pubblicati, giustamente, i consuntivi.
Manca solo l'approvazione della Sacra Rota e l'annuncio dalla loggia di San Pietro!
 
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Farfallina

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7.1 è un po' diverso da 7.9... se la stampa nostrana canna questi dettagli, allora immaginiamoci quali altri fischi per fiaschi han preso riguardo ITA.
Fra l'altro la slide è pure sbagliata, viene riportato il BP23 a 2,1 miliardi di € sommando le 3 voci e poi indicato 2,2 miliardi dello schema riassuntivo.
Comunque i dati di RASK e CASK postati nell'articolo precedente venivano da fonte sindacale che contestualmente chiedeva un aumento degli stipendi.
 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Ita Airways-Lufthansa, le richieste dell’Antitrust Ue costano 680 milioni di euro (all’anno)
di Leonard Berberi


Per dare l’ok alle nozze l’Antitrust Ue si aspetta che Ita Airways e Lufthansa rinuncino — in parte o del tutto — a 4 milioni di clienti e oltre 680 milioni di euro di ricavi all’anno. Una cifra che sale a un miliardo se si includono nel pacchetto di sacrifici, come auspicano i tecnici di Bruxelles, pure i voli delle alleate commerciali dei tedeschi: United Airlines e Air Canada.
Lo «Statement of objections»
È questo il «costo» della transazione che emerge dalla lettura delle oltre 500 pagine — allegati e tabelle compresi — di «obiezioni» che la Direzione generale della Concorrenza Ue ha inviato nei giorni scorsi al ministero dell’Economia e a Lufthansa e che fonti comunitarie hanno fatto visionare al Corriere. Mef (con Ita) e i tedeschi hanno tempo fino al 26 aprile per replicare con le loro contro-argomentazioni.


Le rotte sotto la lente
Sono 39 le rotte nelle quali l’unione tra italiani e tedeschi ridurrebbe in modo significativo la concorrenza, sostengono gli uffici guidati dalla commissaria europea Margrethe Vestager. Ogni tratta citata — tra Italia ed Europa centrale, Nord America e Giappone — è accompagnata dal numero di passeggeri trasportati e dai ricavi generati da Ita, dal gruppo Lufthansa (incluse Swiss, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Air Dolomiti, Eurowings) e da altri, in questo caso rivali.
L’impatto economico
I 12 voli diretti tra l’Italia e l’Europa centrale «attenzionati», per esempio, fanno ricavare a Ita e Lufthansa oltre 265 milioni di euro all’anno. I 14 voli diretti o con scalo — sempre tra Italia ed Europa — portano nelle loro casse circa 73 milioni. Altri 286 milioni si registrano dagli otto collegamenti intercontinentali diretti tra Roma Fiumicino e Usa/Canada. Ai quali si aggiungono 58 milioni di ricavi sulle cinque direttrici di lungo raggio con scalo.


Le direttrici con scalo
Nel 2023, per fare un esempio, tra Firenze e New York la maggior parte dei passeggeri ha volato — e può sembrare sorprendente — con Swiss, facendo scalo a Zurigo. Messi insieme, Ita Airways, il colosso tedesco e l’alleato commerciale United Airlines hanno il 52% del mercato su quella rotta, pari a 28 milioni di euro di ricavi annuali. Troppi, per l’Antitrust Ue. E così gli uni o gli altri o tutti e due devono ridurre la loro presenza. O uscirne del tutto per far entrare un altro concorrente.
Le trattative
Si tratta di sacrifici importanti. Tanto che il presidente di Ita, Antonino Turicchi, ha promesso un confronto serrato. «Dire che su 15 rotte intercontinentali ne sono problematiche 8 per noi è una cosa preoccupante, quindi vedremo di farle ridurre», ha commentato riferendosi al segmento più redditizio per le compagnie. Il pacchetto di «rimedi» messo sul tavolo dei negoziati tra Bruxelles, Roma e Francoforte — spiegano al Corriere due fonti Ue — sarà oggetto di negoziati tra la seconda metà di aprile e la prima metà di maggio.


Le stime post mediazione
È probabile che si trovi una mediazione. Ma questo potrebbe portare Ita e Lufthansa a dover rinunciare a 300-350 milioni di euro di ricavi all’anno. Una cifra simile a quei 325 milioni che i tedeschi verserebbero in Ita per il 41% del vettore tricolore. E senza considerare l’impatto delle cessioni degli slot a Milano Linate dove le due società assieme detengono il 64% dei posti offerti nel 2024.
Le anomalie
Alcune delle tratte da sacrificare sono «anomale», secondo due esperti. Nei collegamenti tra Milano/Roma e Vienna non solo Ita non vola, ma la stessa Austrian Airlines non è dominante, perché prevalgono le low cost Ryanair e Wizz Air. Una delle tante anomalie, secondo chi segue il dossier, di una trattativa che va avanti da dieci mesi.
lberberi@corriere.it
 
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Paolo_61

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La cosa che trovo “buffa” (a inizio settimana sono di buon umore) è l’inclusione di rotte con scalo dove non si capisce come il burocrate voglia ridurre il peso del “futuro gruppo LH”. Per comodità prendiamo Firenze - NYC, solo perché abbiamo i dati citati da Len. Il 52% di quota di mercato (ammesso che resti tale, cosa non del tutto ovvia, visto che i fidelizzati Skyteam potrebbero tranquillamente mollare ITA) significa che ci sono ampie alternative. Ma, oltre a questo, cosa pensano che debba fare il gruppo LH? Non vendere più biglietti con quell’itinerario? Chiudere il Firenze - Zurigo solo perché ogni giorno alcuni viaggiatori lo usano per proseguire per NYC? Imporre un prezzo massimo/minimo?
Sinceramente non vedo soluzioni “di mercato”.
 

13900

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L’impatto economico
I 12 voli diretti tra l’Italia e l’Europa centrale «attenzionati», per esempio, fanno ricavare a Ita e Lufthansa oltre 265 milioni di euro all’anno. I 14 voli diretti o con scalo — sempre tra Italia ed Europa — portano nelle loro casse circa 73 milioni. Altri 286 milioni si registrano dagli otto collegamenti intercontinentali diretti tra Roma Fiumicino e Usa/Canada. Ai quali si aggiungono 58 milioni di ricavi sulle cinque direttrici di lungo raggio con scalo.

[...]
Diamo per buoni questi dati, ma io trovo a livelli da tabloid che Leonard vada a suggerire ["L'impatto economico"] che ITA si trovi a veder minacciati quasi 700 milioni di revenues soprattutto quando lo stesso articolo dice che l'impatto delle compensazioni potrebbe costare ad ITA e LH sui 300mln/anno, e andrebbe ad impattare entrambe le compagnie, quindi non solo ITA.

Roba da Agitprop.
 
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Paolo_61

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Diamo per buoni questi dati, ma io trovo a livelli da tabloid che Leonard vada a suggerire ["L'impatto economico"] che ITA si trovi a veder minacciati quasi 700 milioni di revenues soprattutto quando lo stesso articolo dice che l'impatto delle compensazioni potrebbe costare ad ITA e LH sui 300mln/anno, e andrebbe ad impattare entrambe le compagnie, quindi non solo ITA.

Roba da Agitprop.
Il buon Len scrive in un italiano decente - non cosi scontato oggi. Il revenue delle rotte interessate è di 700 mio, dato che si suppone nemmeno nella Commissione siano così dementi da ipotizzare di far chiudere la FCO - NYC, il risultato della inevitabile mediazione dovrebbe essere intorno ai 300/350 mio anno.
 
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Farfallina

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Il buon Len scrive in un italiano decente - non cosi scontato oggi. Il revenue delle rotte interessate è di 700 mio, dato che si suppone nemmeno nella Commissione siano così dementi da ipotizzare di far chiudere la FCO - NYC, il risultato della inevitabile mediazione dovrebbe essere intorno ai 300/350 mio anno.
Fra l'altro scrive correttamente come impatto a livello di ricavi, che non vuol dire utili perché evidentemente si riducono anche i costi.
Ovviamente mi aspetto che uno delle obiezioni di LHG e AZ sia che la richiesta genera licenziamenti che la Vestager si deve intestare davanti all'opinione pubblica. Non bello in campagna elettorale la UE che chiede licenziamenti...
 
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leerit

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Fra l'altro scrive correttamente come impatto a livello di ricavi, che non vuol dire utili perché evidentemente si riducono anche i costi.
Ovviamente mi aspetto che uno delle obiezioni di LHG e AZ sia che la richiesta genera licenziamenti che la Vestager si deve intestare davanti all'opinione pubblica. Non bello in campagna elettorale la UE che chiede licenziamenti...
L'unica cosa che la Verstager si intesta sono gli assegni legati agli aumenti che i Commissari si "cuccano" ogni anno.....

 

leerit

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L'ex-direttore generale del ministero dell'Economia e delle finanze (Mef) Alessandro Rivera, che aveva fatto saltare l'accordo con l'armatore Msc per la privatizzazione del vettore aereo di bandiera ITA Airways, sarebbe in corsa per assumere la carica di presidente della società doValue, operatore europeo che gestisce portafogli di credito ed immobili, derivanti da crediti deteriorati, fortemente focalizzato sull'Italia e con in pancia asset per un valore di 120 miliardi di Euro.
DoValue, impegnata in un'operazione di consolidamento nel mondo dei crediti difficili da riscuotere che prevede l'acquisizione del 100% della società Gardant (controllata dal fondo Elliott), starebbe pensando a Rivera per via della sua pluriennale esperienza nella gestione delle principali crisi creditizie italiane: dal salvataggio statale di banca Monte dei Paschi di Siena a quello dell'istituto Etruria; e monta la polemica fra alcuni analisti del settore.
L'ex-dirigente del Tesoro oggi è consulente senior del settore finanziario europeo per la società di investimento Bain Capital. Tuttavia il nome di Rivera è legato ad un'operazione che ha contribuito a complicare: la privatizzazione di ITA Airways. A metà del 2022 l'aerolinea era praticamente in mano ad una cordata composta dalla compagnia di navigazione italo-svizzera Msc e dall'aerolinea tedesca Lufthansa. Non se ne fece niente: il Governo Draghi, su input dell'allora direttore generale Rivera, decise di trattare in esclusiva con un'altra cordata (fondo americano Certares con l'aviolinea statunitense Delta Air Lines). Decisione oggi fortemente rimpianta, considerati i vari sacrifici chiesti da Bruxelles per autorizzare la cessione di ITA a Lufthansa.

 

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L'ex-direttore generale del ministero dell'Economia e delle finanze (Mef) Alessandro Rivera, che aveva fatto saltare l'accordo con l'armatore Msc per la privatizzazione del vettore aereo di bandiera ITA Airways, sarebbe in corsa per assumere la carica di presidente della società doValue, operatore europeo che gestisce portafogli di credito ed immobili, derivanti da crediti deteriorati, fortemente focalizzato sull'Italia e con in pancia asset per un valore di 120 miliardi di Euro.
DoValue, impegnata in un'operazione di consolidamento nel mondo dei crediti difficili da riscuotere che prevede l'acquisizione del 100% della società Gardant (controllata dal fondo Elliott), starebbe pensando a Rivera per via della sua pluriennale esperienza nella gestione delle principali crisi creditizie italiane: dal salvataggio statale di banca Monte dei Paschi di Siena a quello dell'istituto Etruria; e monta la polemica fra alcuni analisti del settore.
L'ex-dirigente del Tesoro oggi è consulente senior del settore finanziario europeo per la società di investimento Bain Capital. Tuttavia il nome di Rivera è legato ad un'operazione che ha contribuito a complicare: la privatizzazione di ITA Airways. A metà del 2022 l'aerolinea era praticamente in mano ad una cordata composta dalla compagnia di navigazione italo-svizzera Msc e dall'aerolinea tedesca Lufthansa. Non se ne fece niente: il Governo Draghi, su input dell'allora direttore generale Rivera, decise di trattare in esclusiva con un'altra cordata (fondo americano Certares con l'aviolinea statunitense Delta Air Lines). Decisione oggi fortemente rimpianta, considerati i vari sacrifici chiesti da Bruxelles per autorizzare la cessione di ITA a Lufthansa.

Il gioco delle parti.
O l’Italian Job più classico.
In entrambi i casi un perenne dejá-vu…
 
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