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in compenso questo apre rotte e svende i sedili per trovare i sederi da metterci sopra al punto che per moltissime rotte non ci paga neppure il carburante
Ed ha il Risultato Operativo in Nero ???
Come fa ??? Ci mette la differenza di tasca sua ???
Se non fai girare gli aerei altro che i 2000 esuberi già mandati a casa ...
Concorde,
Cimoli se si lo vuole mandar via, occore trovare argomentazioni consisitenti non frasi fatte tipo i "I transiti sono di Zingari e Pakistani" (quando AZ in Pachistan manco ci vola ...)
i numeri in nero quali? sei cosi fortunato da aver visto il bilancio del 2005 che il signore fatica a chiudere?... vero non si manda via con frasi fatte. lo si manda via per i risultati ottenuti rispetto a quello promesso!
leggi un pò qui... altro che zingari...
1° LA CAPITALIZZAZIONE
Il risultato è stato raggiunto attraverso la presentazione al mercato di due piani: il primo risalente all’estate, il secondo perché il primo non è più attuale per mancati risultati, nel mese di novembre/dicembre dopo aver recuperato sulla carta con una elaborazione di soli 5 giorni lavorativi, ben 500 milioni di euro, entità questa introvabile fino alla settimana precedente.
E’ evidente che la nuova situazione proposta, può essere classificata come non più di una semplice esercitazione letteraria. Peraltro i forti dubbi sull’obiettivo del piano 2006 sono più che condivisi all’interno della struttura amministrativa, tanto da indurre alcuni dirigenti a definire il piano “al limite delle false comunicazioni sociali”.
Si tornerà comunque sugli obiettivi 2006 nei punti successivi.
2° L’AVVIO DEL PIANO DI RISANAMENTO
Il principale risultato vantato dal management a testimonianza del suo buon operato è stato il taglio del personale, realizzato in maggioranza sul settore terra.
E’ bene a tal punto valutare gli effetti di queste “economie” e “razionalizzazioni” partendo dai risultati di business della Compagnia, tratti da uno dei tanti documenti ufficiali finalmente in circolazione.
L’andamento della gestione operativa può essere ricavato dal rispetto dei programmi (TKO – Tonnellate Kilometro Offerte) stilati per il 2005 e messi in vendita ai “clienti”.
Ebbene, rispetto agli obiettivi formulati all’inizio dell’anno nel budget, le TKO sono state sempre inferiori, con una tendenza drammaticamente negativa come testimoniato dal - 2,0% di gennaio al - 7,4% e – 8,1% rispettivamente di novembre e dicembre, nonché della media del – 7,5% relativa all’ultimo trimestre.
E’ evidente che tali valori testimoniano come si proceda sotto l’effetto di un progressivo dissesto organizzativo.
Come peraltro dichiarato dallo stesso management, tali cancellazioni sono riconducibili principalmente alla necessità manutentiva della flotta e, subordinatamente, a problematiche di gestione dei naviganti.
A nessuno è ignoto come tali fatti dipendano da:
• taglio scriteriato degli organici senza riguardo per le professionalità tecniche;
• assenteismo per controdipendenza del personale (il recupero di produttività dei naviganti è stato teorico e di
• gran lunga inferiore agli obiettivi) che trova negli assistenti di volo il picco negativo con una media di 750
• persone giornalmente ammalate (pari ad un organico sufficiente ad “armare” una flotta di 45 aeroplani di medio raggio).
Dal lato del trasportato e dei PROVENTI, si trova analoga tendenza al crollo, osservando per il 2005:
• un risultato totale inferiore al budget di 165 mil/euro (- 4,4%);
• il 50% del mancato provento rispetto al budget è stato realizzato nell’ultimo trimestre;
• i risultati mensili sono stati in forte tendenza negativa (+ 1,9% in gennaio, - 14,1% in dicembre);
• nel solo mese di dicembre la perdita sull’obiettivo è stata di ben 42,4 mil/euro;
• i dati di novembre e dicembre al netto della fuel surcharge, è stato superiore di soli 73 mil/euro (+ 2,3%) rispetto ad un 2004 anno tra i peggiori della storia di Alitalia per effetto di: boicottaggio, protrattosi per tutto il primo semestre, da parte degli agenti di viaggio per il taglio delle Commissioni sui biglietti;
forte conflittualità e tagli pesanti di attività durante il lungo periodo di avvicendamento Mengozzi/Zanichelli/Cimoli;
il provento a posto offerto, senza la fuel surcharge è inferiore al 2004 del 9,2%, e di segno totalmente contrario a quello comunicato agli investitori (recupero del valore unitario).
Dal lato della performance OPERATIVA, si osserva:
• un calo della puntualità, che sulla tratta più remunerativa (FCO-LIN) è superiore ai 10 punti di percentuale;
• una regolarità (rapporto voli operati sui programmati) da compagnia da terzo mondo con valori (95,4%) lontanissimi dall’industria europea (99,5% - 99,8%);
• un livello di servizio globale giudicato “scadente come mai” dai clienti.
Allo stato attuale queste indicazioni, chiare agli esperti testimoniano il dissesto organizzativo della compagnia, non trovano alcuna sensibilità nel nuovo management che è completamente estraneo al settore. Basti pensare che:
• l’attuale responsabile della gestione dei programmi è l’Ing. Schisano (contemporaneamente è capo, senza alcuna conoscenza di questo mercato, della Business Unit CARGO) che meno di 12 mesi fa era responsabile (insieme con Cimoli) del “capolavoro” compiuto sul trasporto ferroviario regionale;
• al vertice della manutenzione si trova l’Ing. Vido che prima di entrare in Alitalia, circa un anno fa, era gestore del patrimonio immobiliare delle Ferrovie;
• che è stato appena rimosso dalla funzione ora ricoperta da Schisano, l’Ing. Migliardi, anch’esso di provenienza FS. Se la rimozione con l’allontanamento dall’azienda è avvenuta (e così è) per incapacità, si ha la testimonianza della veridicità delle precedenti considerazioni sul disastro operativo.
Da ultimo, è noto come Alitalia mai sia stata isolata come oggi dall’industria. La stessa AF è ormai lontanissima al punto che il suo Presidente Spinetta da mesi non partecipa al CdA Alitalia, non nutrendo stima professionale nell’attuale management AZ. Da tutto ciò, non di certo si può parlare di risanamento, semmai di progressivo DISSESTO, frutto DELLA MANCANZA DI UN SERIO POSIZIONAMENTO INDUSTRIALE.
3° PIANO 2006
Per quanto riguarda il punto 3, semmai si possa dare qualche credibilità a chi ha fallito così clamorosamente la performance ed il posizionamento industriale 2005, i rischi sono insiti:
nella forte tendenza negativa degli ultimi 12 mesi (come si può passare da un dato così negativo di dicembre ad uno così positivo di gennaio e oltre, solo una straordinaria notte di S. Silvestro può spiegarlo), i rischi (o meglio le certezze) che renderà impossibile il raggiungimento degli obiettivi di forte incremento dei proventi (+ 12%);
nella necessità di riqualificare le performance delle funzioni tecniche (prima tra tutte la manutenzione) ricostruendo il patrimonio professionale distrutto con evidenti effetti negativi sui costi;
nelle”fantasie” dell’esercizio letterario cui si fa riferimento all’inizio della nota che sono riassumibili come appresso:
OBIETTIVO EBIT PIANO CIMOLI + 200
DIFFERENZE
MANCATO ACCORDO SINDACALE 65
MINORI REQUISITI SISTEMA 35
PROGETTI “FANTASIOSI” NON REALIZZABILI DALLE LINEE 100
RISPARMI SU ACQUISTI 150
OBIETTIVI DI VENDITA IRREALIZZABILI - 120
-----------------------------------------------------------------
TOTALE - 470
STIMA VERA PERDITE PRIMA DELLE MINACCE CIMOLI ALLE LINEE - 270
Ulteriori elementi che è utile aggiungere riguardano:
• i tempi, eccessivamente lunghi, che sono necessari per Alitalia per conoscere l’andamento del provento = 2 mesi! Quando la flessibilità che va adottata per le politiche tariffarie imporrebbe ben altra tempistica (15 giorni)
• Il livello di efficacia nel sistema di assistenza di Handling aeroportuale, dove, fatto 100 il parametro dell’obiettivo raggiunto, lo stesso si realizza esclusivamente verso quei vettori con i quali si ha un contratto di assistenza, mentre non supera quota 60 quando l’assistenza è riferita ai voli Alitalia.
• l prossimo programma estivo relativo alle manutenzioni flotta Alitalia evidenza che su un totale di 76 MD 80, 11 di questi resteranno fermi, quando fino ad oggi su un totale di 90 MD 80 (questa era la dotazione in flotta di questa tipologia di aa/mm) se ne fermavano 6-7.
Le stesse anomalie tecniche riscontrate sulla flotta rappresentano una quantità doppia rispetto agli obiettivi prefissati.
• Si segnalano 3 “piantate” di motori Boeng 767, Gennaio 2005 volo dirottato ad Halifax; novembre 2005 rientro a Malpensa; dicembre 2005 volo dirottato a Sofia; inoltre il 1 dicembre 2005, durante un transito sull’Aeroporto di Chicago, un Boing 767 Alitalia viene sottoposto ad ispezione da parte della FAA (Federal Aviation Administration).
• Dal controllo emergono anomalie non risolvibili con prontezza, questo comporta l’inserimento di Alitalia nella lista “Special Emphasis Companies” si tratta di un elenco di vettori che vengono sottoposti a controlli più frequenti.
• A seguito di ispezioni svolte da ENAC sono tate inviate, da parte del Presidente V. Riggio, 2 lettere: una al Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Dott. G. Letta ed una al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Ing. Lunardi, contenente un dato di preoccupazione circa l’espletamento delle procedure di manutenzione.
• Il totale delle cancellazioni dei voli è aumentato dell’8% nel periodo antecedente l’inizio della protesta dei lavoratori.
Ultima segnalazione riguarda l’acquisizione di Volare.
Non è stato mai notificato il progetto industriale relativo. La spesa per l’acquisizione è di 38 mil di euro non previsti a Piano. E’ evidente quindi che se è possibile allo stato modificare il Piano presentato alla UE e al mercato per l’operazione Volare dovrebbero essere consentite anche ulteriori modifiche.
La “politica” messa in essere dall’azienda in questo periodo esprime una chiara volontà di attaccare e mettere in difficoltà proprio il Sindacato che, siglando gli accordi, ha determinato i veri risparmi di Alitalia, da tutti riconosciuti per oltre 300,00 mln €. Annui di riduzione del costo lavoro.
A riprova di quanto sopra esposto, il Governo sa perfettamente – essendo spesso intervenuto anche con precettazioni varie - quante ore di sciopero, dal giorno dopo gli accordi, le Organizzazioni Sindacali sono state costrette a dichiarare proprio per gli atti unilaterali operati dall’Azienda.
E’ del tutto evidente che la provocazione costante nei confronti del Sindacato dimostra la necessità di distrarre l’attenzione generale dal vero problema ovvero l’andamento dell’Alitalia.
Contestualmente si stringono rapporti “impropri” con le Associazioni Professionali con le quali, Anpac in testa, si cogestiscono intere aree produttive. Filtrano notizie dall’interno dell’azienda che alluderebbero a transazioni/accordi economici da verificare, compreso il possibile coinvolgimento in ruoli di gestione (Volare vedi Sole 24 ore del 28.1.2005 e Alitalia/Alitalia Express).
Ricostruzione del percorso:
Il primo “Verbale di Accordo” c/o la Presidenza del Consiglio dei Ministri del 6 Maggio 2004 (all. 2) presieduta dal Vice Presidente Fini, con la partecipazione del Sottosegretario Letta e dei Ministri Buttiglione, Lunardi, Marzano, Tremonti e del Vice Ministro Tassone e le OO.SS condividendo demandava alle parti il compito di (vedi punto 2): “Definire un nuovo progetto industriale finalizzato alla crescita del gruppo Alitalia secondo un modello analogo a quello proprio delle compagnie europee di riferimento, ivi compreso un coerente riassetto organizzativo e societario “. Anche al successivo punto 6 si evidenzia la necessità: “…verifica congiunta….ricerchino modalità per un ruolo attivo, responsabile e propositivo…….nella definizione del nuovo progetto industriale e nella sua attuazione…”
Con il Verbale d’accordo del 6 maggio 2004 le OO.SS e l’Alitalia danno il via ad una serie d’incontri che produranno gli accordi del 14/15/18/23 settembre 2004 e 25 febbraio 2005(successivamente allegati e citati nell’accordo quadro di Palazzo Chigi del 5 ottobre 2004), come contributo del lavoro.
Nello specifico nel verbale di riunione del 29 settembre firmato dall’azienda viene testualmente citato: “…..di una conseguente struttura Societaria nell’ottica di assicurarne l’unitarietà….. Siano conferiti ad Alitalia con propria partecipazione al 100% alla nuova società……successivamente…. Onde concorrere a coprire con il 51% del capitale apportato da Alitalia…Il presidio ed il controllo manageriale rimarrà di pertinenza Alitalia……Verrà istituito un Comitato di Consultazione Bilaterale allo scopo di esaminare per tutte le realtà societarie considerate, l’andamento del Piano Industriale…..”
Questo verbale verrà allegato al successivo accordo di Palazzo Chigi.
E del tutto evidente che questi accordi hanno permesso la “chiusura del cerchio” con l’intesa di Palazzo Chigi del 5 ottobre 2004; peccato che proprio le parti “nobili” di tutte le intese siano state regolarmente disattese dall’ing. Cimoli, financo la non cosituzione del Comitato che avrebbe proprio dovuto dare il suo contributo alla realizzazione/applicazione dell’intesa.
Nel prosieguo del documento dimostreremo come oltre le macro violazioni siano stati “calpestati” anche i contratti di lavoro liberamente sottoscritti tra le parti (e questo riporta a tutte le proteste nel corso dell’anno 2005).