Che sapete di lui?


CATBIRD

Utente Registrato
12 Settembre 2006
1,082
0
LIRN, Campania.
Fermi tutti!!!
E' un semplice idrovolante da soccorso nipponico.
Se non erro è un US 1 di progettazione e costruzione giapponese.

[:306]

Guglielmo
 

monteste

Utente Registrato
30 Settembre 2006
49
0
Firenze, Toscana.
runway12.wordpress.com
Concordo con catbird è semplicemente, ma bellissimo, US-1A delle self defence forces giapponesi.
L'ekranoplano invece è una tipologia di aereo-aliscafo progettato durante la guerra fredda dai russi, il più famoso il "Mostro del Mar Caspio". Erano aerei che sfruttando l'effetto suolo dell'ala sull'acqua volavano a pochi metri dalla superficie e ad alta velocità.

http://jpcolliat.free.fr/ekra/ekraB.html

è in francese ma riporta molte informazioni e foto di queste magnifiche macchine.
 

Sharp

Utente Registrato
4 Ottobre 2006
2
0
.
L’US-1 altro non è che il PS-1 a sua volta derivato dal UF-XS. Oggi viene usato come velivolo per salvataggi in mare, sorveglianza costiera e via dicendo, non ha più quelle velleità belliche di un tempo (il PS-1 era un antisottomarino). E’ un anfibio abbastanza versatile, la presenza del carrello, anche se piccolo, gli consente l’uso di piste sulla terraferma e nonostante le piccole dimensioni (del carrello) facciano pensare a scarse prestazioni in atterraggio, la sua presenza non è di pura cortesia e l’US-1 si comporta dignitosamente anche col vento traverso. Il suo campo ideale di utilizzo però è l’acqua, anche in condizioni ostili (mare agitato) grazie alle proprietà STOL (vedi sotto), ha inoltre una buona autonomia che gli permette di star fuori in missione per ore, qualità importante per il tipo di missioni in cui è normalmente impiegato.
Una caratteristica particolare di questo sgraziato anfibio è il quinto motore, un turboalbero T800 (CTS800 nello specifico per l’US-1) del gruppo Rolls-Royce-Honeywell (LHTEC), situato nella fusoliera (come fosse un APU). Non ha lo scopo di fornire spinta, ma quello di fornire un getto d’aria per il controllo dello stratolimite sull’ala, quindi questa piccola turbina contribuisce in maniera sostanziale alle caratteristiche STOL dell’US-1A che gli permettono di operare, come detto sopra, in condizioni avverse quali quelle in mare agitato. Lo sfruttamento della scia delle eliche sull’ala e un dispositivo di controllo della stabilità fanno il resto.
Per chi ha velleità tecnico-ingegneristiche può essere interessante questo studio della NASA della metà degli anni ’60 effettuato sul “nonno” dell’US-1, l’UF-XS, perchè l’aereo si è ammodernato, ma non ne è cambiata la sostanza. A flight and simulator study of the handling quality of a deflected slipstream STOL seaplane having four propellers and boundary-layer control http://ntrs.nasa.gov/archive/nasa/casi.ntrs.nasa.gov/19650023751_1965023751.pdf
(Sì, lo so che di sabato mattina una roba del genere ci sta come la peperonata a colazione…)


Sugli ecranoplani o più generalmente sui veicoli che operano in effetto suolo è molto interessante questo sito: http://www.se-technology.com/wig/index.php (WIG sta per Wing In Ground-effect)
E’ in inglese ma le nozioni riportate sono semplici e ben spiegate, ci sono anche dei video. L’homepage è un po’ caotica, navigare usando il menu in alto a sinistra.

Un velivolo moderno decisamente insolito e che fra l’altro sta suscitando molto interesse e curiosità è il Be-103:
Sito Beriev-Usa: http://www.beriev-usa.com/main/index.html
Foto da Airliners.net: http://www.airliners.net/search/pho...nericsearch=Beriev Be-103&distinct_entry=true

L’era degli ecranoplani è finita, se mai è cominciata, ma alla Beriev non hanno abbandonato del tutto l’idea e l’hanno fatta rivivere in questo piccolo e agile anfibio. In buona sostanza è un aereo come gli altri, quando vola, ma ha la particolarità di sfruttare l’effetto suolo alle basse velocità. Ha un’ala particolare (per il comportamento aerodinamico e idrodinamico) sulla quale ci sarebbe da dire ben più di due parole, ma alcune peculiarità si notano subito: se guardate le foto si vede che quando è fermo buona parte dell’ala è in acqua, non è sollevata come in altri idrovolanti, e che mancano dispositivi di ipersostentazione come i flap. L’ipersostentazione alle basse velocità è data appunto dall’effetto suolo, detto brutalmente ma è giusto per fissare le idee.
Non è il classico aero-mulo robusto e instancabile, ha un’autonomia limitata rispetto ad altri “colleghi”, ma è agile e incuriosisce soprattutto chi deve operare in zone ricche di fiumi, laghi e corsi d’acqua che non sono sempre facilmente accessibili. Le certificazioni per operare le ha ottenute in vari paesi, FAA inclusa, ora bisogna vedere come andranno le commissioni, di certo solo per l’originalità meriterebbe un po’ di successo (il mio difetto è che gli aerei mi piacciono tutti):D