AEROPORTO BRESSO, SAITTA E CHIAMPARINO: PER LO SCALO OPPORTUNITA’ DI SVILUPPO E AUMENTO DEI VOLI
Levaldigi, Provincia prende tempo
Maggioranza chiede rinvio. Costa: «Sono favorevole a pagare»
L’aerostazione di Cuneo Levaldigi non ha voli di linea dal mese di maggio Paola Scola
CUNEO
La Provincia prende tempo e rinvia la decisione sul finanziamento all’aeroporto di Levaldigi: 1,5 milioni di euro, per evitare il fallimento dello scalo. A proporre il rinvio di 15 giorni, ieri, la maggioranza in Consiglio.
«Il problema va affrontato con tutta la conoscenza possibile - ha detto Vito Valsania (Fi) -, ci sono ancora lacune da integrare». Richiesta sostenuta da Roberto Broardo (Udc), Sebastiano Massa (Uniti con Lombardi), Anna Mantini (An), Roberto Nizza (Impegno per la Granda). Ma l’opposizione si è scatenata. «Prendiamo atto del tormento della maggioranza - ha dichiarato Giorgio Ferraris (Ds) -. Dopo la riunione di mercoledì con tecnici e società, non ritengo ci siano lacune. La posizione della Provincia mette in difficoltà il territorio: il primo azionista non dà indicazioni tempestive. Un appello a maggioranza e presidente: non si butti tutto alle ortiche, per intemperanze politiche, voglia di rivalsa o divisioni interne». Elio Rostagno (Margherita), consigliere regionale come Ferraris: «C’è la percezione dell’incapacità della maggioranza di prendere decisioni nei momenti difficili. Il Piemonte ha diritto a due piste, Caselle e Levaldigi: il nostro scalo non si reggerà mai da solo, come nessuno di quelli minori, ma possiamo integrarlo con Torino e avere serenità. Oggi nel Cda ci sono professionisti, la Regione si è esposta, c’è un accordo con Sagat. Costa è stato sempre presente: ora deve avere una maggioranza che lo supporta o chiamare i suoi uomini al coraggio di decidere. Se non si pronunciano, non lo faranno neanche su altro». Guido Brignone (Lega): «Sono contrario a ulteriori dissanguamenti. Il rinvio crea un avvicinamento alle Olimpiadi, che impedirà decisioni oggettive. Dovevamo verificare molto tempo fa: moralmente non mi sento di andare oltre, perché sono soldi dei cittadini». Contrari a posticipare la decisione anche Francesco Rocca (Margherita), Mario Bertoldi (Ds), Alessandro Lavagna (Centro con Rostagno). Carlo Castellengo (Fi) ha ribadito le ragioni della maggioranza: «Tre volte ci si è già pronunciati. Dobbiamo ponderare perché quest’intervento sia davvero l’ultimo, per rispetto a pubblico denaro e istituzioni. Chi ha votato il piano 2004 è costato alla Provincia 6 milioni». Sotto il «pressing» dell’opposizione, la risposta del presidente Costa: «Accolgo l’appello di maggioranza e minoranza alla chiarezza. Comprendo le preoccupazioni: di dare sicurezza e avere le giuste cautele. Sono personalmente favorevole alla sottoscrizione, ma ci sono condizioni cui assolvere, in piena coscienza e libertà per i colleghi di maggioranza. Non è un problema politico, ma su un tema particolare. Perché ci dividiamo? Per il timore di ripetere gesti del passato, buttando via qualche milione di euro». Su ventinove, 10 i contrari, astenuto Giuseppe Lauria (An): «La mia è una posizione critica, un rinvio conta poco». Intanto alla «Geac» hanno scritto i presidenti della Regione Bresso, della Provincia di Torino Saitta e il sindaco Chiamparino, parlando di «azioni comuni»: Levaldigi e Caselle sono affiancati «nelle strategie» mirate ad aumentare le entrate turistiche e il numero di voli, «in particolare con compagnie low cost da Germania e aree ad alto potenziale turistico». Fra le priorità «il miglioramento dei collegamenti di trasporto pubblico da e per Caselle e Levaldigi, da tutto il Piemonte». Sono le 9,30 al grande orologio che scandisce data e ora, lampeggiando in rosso, accanto al tavolo della giunta e della presidenza. Il senatore della Lega nord Guido Brignone, consigliere provinciale di minoranza, entra nella sala A del Centro incontri: la seduta del Consiglio è convocata per quell’ora, ma non c’è nessuno dei colleghi. Trascorre qualche minuto. In aula ancora nessuno, solo un paio di persone fra il pubblico. Il parlamentare si accomoda nella sua poltrona, sbriga alcune questioni, ma non arrivano altri consiglieri. Così chiede chiarimenti al telefono interno: «Forse è stata rinviata l’ora della convocazione? Oppure c’è una riunione? Se è così, io non sono stato informato. E qui non c’è nessuno. Alle 9,30, dev’esserci almeno un usciere». Gli altri rappresentanti dell’opposizione fanno il loro ingresso nel salone alle 10. La maggioranza si lascia ancora attendere per una ventina di minuti, perché la riunione dei suoi gruppi politici - convocata prima dell’inizio del Consiglio - è durata più del previsto. La seduta comincia poco prima delle 10,30.
p. s.
(La Stampa - 31/12/2005)
CIAO
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Levaldigi, Provincia prende tempo
Maggioranza chiede rinvio. Costa: «Sono favorevole a pagare»
L’aerostazione di Cuneo Levaldigi non ha voli di linea dal mese di maggio Paola Scola
CUNEO
La Provincia prende tempo e rinvia la decisione sul finanziamento all’aeroporto di Levaldigi: 1,5 milioni di euro, per evitare il fallimento dello scalo. A proporre il rinvio di 15 giorni, ieri, la maggioranza in Consiglio.
«Il problema va affrontato con tutta la conoscenza possibile - ha detto Vito Valsania (Fi) -, ci sono ancora lacune da integrare». Richiesta sostenuta da Roberto Broardo (Udc), Sebastiano Massa (Uniti con Lombardi), Anna Mantini (An), Roberto Nizza (Impegno per la Granda). Ma l’opposizione si è scatenata. «Prendiamo atto del tormento della maggioranza - ha dichiarato Giorgio Ferraris (Ds) -. Dopo la riunione di mercoledì con tecnici e società, non ritengo ci siano lacune. La posizione della Provincia mette in difficoltà il territorio: il primo azionista non dà indicazioni tempestive. Un appello a maggioranza e presidente: non si butti tutto alle ortiche, per intemperanze politiche, voglia di rivalsa o divisioni interne». Elio Rostagno (Margherita), consigliere regionale come Ferraris: «C’è la percezione dell’incapacità della maggioranza di prendere decisioni nei momenti difficili. Il Piemonte ha diritto a due piste, Caselle e Levaldigi: il nostro scalo non si reggerà mai da solo, come nessuno di quelli minori, ma possiamo integrarlo con Torino e avere serenità. Oggi nel Cda ci sono professionisti, la Regione si è esposta, c’è un accordo con Sagat. Costa è stato sempre presente: ora deve avere una maggioranza che lo supporta o chiamare i suoi uomini al coraggio di decidere. Se non si pronunciano, non lo faranno neanche su altro». Guido Brignone (Lega): «Sono contrario a ulteriori dissanguamenti. Il rinvio crea un avvicinamento alle Olimpiadi, che impedirà decisioni oggettive. Dovevamo verificare molto tempo fa: moralmente non mi sento di andare oltre, perché sono soldi dei cittadini». Contrari a posticipare la decisione anche Francesco Rocca (Margherita), Mario Bertoldi (Ds), Alessandro Lavagna (Centro con Rostagno). Carlo Castellengo (Fi) ha ribadito le ragioni della maggioranza: «Tre volte ci si è già pronunciati. Dobbiamo ponderare perché quest’intervento sia davvero l’ultimo, per rispetto a pubblico denaro e istituzioni. Chi ha votato il piano 2004 è costato alla Provincia 6 milioni». Sotto il «pressing» dell’opposizione, la risposta del presidente Costa: «Accolgo l’appello di maggioranza e minoranza alla chiarezza. Comprendo le preoccupazioni: di dare sicurezza e avere le giuste cautele. Sono personalmente favorevole alla sottoscrizione, ma ci sono condizioni cui assolvere, in piena coscienza e libertà per i colleghi di maggioranza. Non è un problema politico, ma su un tema particolare. Perché ci dividiamo? Per il timore di ripetere gesti del passato, buttando via qualche milione di euro». Su ventinove, 10 i contrari, astenuto Giuseppe Lauria (An): «La mia è una posizione critica, un rinvio conta poco». Intanto alla «Geac» hanno scritto i presidenti della Regione Bresso, della Provincia di Torino Saitta e il sindaco Chiamparino, parlando di «azioni comuni»: Levaldigi e Caselle sono affiancati «nelle strategie» mirate ad aumentare le entrate turistiche e il numero di voli, «in particolare con compagnie low cost da Germania e aree ad alto potenziale turistico». Fra le priorità «il miglioramento dei collegamenti di trasporto pubblico da e per Caselle e Levaldigi, da tutto il Piemonte». Sono le 9,30 al grande orologio che scandisce data e ora, lampeggiando in rosso, accanto al tavolo della giunta e della presidenza. Il senatore della Lega nord Guido Brignone, consigliere provinciale di minoranza, entra nella sala A del Centro incontri: la seduta del Consiglio è convocata per quell’ora, ma non c’è nessuno dei colleghi. Trascorre qualche minuto. In aula ancora nessuno, solo un paio di persone fra il pubblico. Il parlamentare si accomoda nella sua poltrona, sbriga alcune questioni, ma non arrivano altri consiglieri. Così chiede chiarimenti al telefono interno: «Forse è stata rinviata l’ora della convocazione? Oppure c’è una riunione? Se è così, io non sono stato informato. E qui non c’è nessuno. Alle 9,30, dev’esserci almeno un usciere». Gli altri rappresentanti dell’opposizione fanno il loro ingresso nel salone alle 10. La maggioranza si lascia ancora attendere per una ventina di minuti, perché la riunione dei suoi gruppi politici - convocata prima dell’inizio del Consiglio - è durata più del previsto. La seduta comincia poco prima delle 10,30.
p. s.
(La Stampa - 31/12/2005)
CIAO
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