Come promesso, un po' in ritardo, condivido qualche scatto di questa bella avventura in Antartide.
Sono i primi di Dicembre, l'inizio della stagione delle crociere verso il polo Sud.
Le opzioni non sono molte, tante delle spedizioni quaggiù durano dai 10 ai 18 giorni, noi però vorremmo goderci anche la Patagonia argentina e cilena e non avendo a disposizione così tanto tempo scartiamo la maggior parte delle crociere. Quando ci propongono l'opzione con l'andata in Nave e il rientro in aereo della durata di 6 giorni totali, non esitiamo un attimo e prenotiamo.
L'idea di tornare decollando dall'Antartide con un aereo, valeva l'intero viaggio da sola.
Siamo nelle Shetland Meridionali, l'arcipelago più a nord della Penisola Antartica, il primo contatto con il continente dopo il Drake Passage. Precisamente è la Base Frei sulla King George Island dove è presente "l'aeroporto" dal quale partiremo in direzione Punta Arenas (Cile).
Sono le 8 di sera, il sole splende nel cielo, il vento soffia forte e costante, la temperatura è di poco sotto lo zero. Vestiti praticamente da sci e imbacuccati fino al collo aspettiamo l'arrivo del nostro volo proveniente sempre da Punta Arenas.
Il paesaggio si presenta così:
Salutiamo la nostra nave in lontananza
Dopo essere sbarcati con gli Zodiac, ci dirigiamo a piedi verso la pista, distante circa 1km dalla costa.
La base dove siamo arrivati è divisa a metà tra Russia e Cile, ovviamente tutto il nostro transfer è gestito dai cileni.
Non ci è permesso girovagare per la base, né quella cilena né tantomeno quella russa, possiamo solamente camminare lungo la strada verso la pista sotto gli occhi vigili dell'equipaggio della nave.
Le procedure in Antartide sono molto stringenti, per via dell'ecosistema unico che è presente qui. Prima di ogni sbarco è obbligatorio indossare stivali ad hoc, forniti dalla compagnia che organizza il viaggio, accuratamente disinfettati. Questo ci hanno spiegato essere fondamentale per evitare che microorganismi non autoctoni possano essere "importati".
Dopo una ventina di minuti di passeggiata arriviamo alla pista.
E' quasi tutto pronto per accogliere il nostro volo, l'unico del giorno e il secondo della settimana.
Lui è il boss qui
Tutti belli infreddoliti, dopo 45 minuti di attesa.
C'era una sorta di sala d'attesa, con bagni non funzionanti, ma ovviamente tutti volevano godersi gli ultimi attimi in questo continente fantastico.
Finalmente sentiamo un rumore di motori, guardiamo in alto e vediamo lui, il nostro BA146, il Jambolino che ci porterà a "casa"
Passa sopra di noi, inizia un breve sottovento, per poi chiudere in finale
E' un volo charter organizzato dalla DAP Aerovias, l'aereo invece è in livrea Mineral Airways.
Vediamo l'aereo atterrare e scomparire. Circa 15 minuti dopo arrivano loro a prenderci
Saliamo sui nostri Cobus
La segnaletica locale
DGAC e la sua tornare
Percorriamo la pista e siamo subito sotto il nostro Jambolino
La compagnia di navigazione, alla modica cifra di 100USD cad, vendeva i "priority seats". Ho ritenuto la spesa inutile sperando sul fatto che in pochi l'avrebbero acquistato.
Per chi li aveva acquistati, era previsto posto finestrino, vicino libero e priority boarding. Noi siamo saliti sul primo pullman subito dietro ai 4 priority.
Avevamo quindi libera scelta dei posti una volta imbarcati. Come sapete, la visuale finestrino sul Jambolino è abbastanza limitata in tanti posti per via della posizione dell'ala e dei suoi motori.
Morale, le prime 2 file erano "riservate all'equipaggio" altre 2 erano dedicate ai Priority, la fila 5 già aveva il motore. Decidiamo quindi di andare più in fondo all'aereo possibile, lato sx (posti ABC) in modo da godersi il tramonto.
Penultima fila sia.
Purtroppo per via dell'atterraggio e della pista in terra e ghiaia, tutti i finestrini dietro i motori erano luridi, quindi le foto sono venute con questo filtro non voluto
Imbarchiamo tutti in un attimo (3 pulmini in totale per 58 pax)
Salutiamo e si parte
Si sono fatte ormai le 22.
Dopo il backtrack, tiriamo i freni e motori a manetta, con tipica accellerazione da piste corte, e si va...
In un battibaleno siamo di nuovo in mezzo all'oceano, direzione Nord, stravolti dal freddo e dalla lunga giornata.
Lo spettacolo fuori però ci tiene svegli.
Dopo 2:10 atterriamo a Punta Arenas e salutiamo il nostro aereo.
Dopo un non rapido controllo passaporti finalmente ritiriamo le nostre valig dall'unico claim, è l'una passata ormai.
E' stata un'avventura pazzesca che ci ha permesso di coronare il sogno di visitare questo continente meraviglioso e così inospitale. Tutto questo corollato dal poterci volare sopra con un volo che senz'altro si posiziona tra i top 3 per emozioni mai effettuati.
Sono i primi di Dicembre, l'inizio della stagione delle crociere verso il polo Sud.
Le opzioni non sono molte, tante delle spedizioni quaggiù durano dai 10 ai 18 giorni, noi però vorremmo goderci anche la Patagonia argentina e cilena e non avendo a disposizione così tanto tempo scartiamo la maggior parte delle crociere. Quando ci propongono l'opzione con l'andata in Nave e il rientro in aereo della durata di 6 giorni totali, non esitiamo un attimo e prenotiamo.
L'idea di tornare decollando dall'Antartide con un aereo, valeva l'intero viaggio da sola.
Siamo nelle Shetland Meridionali, l'arcipelago più a nord della Penisola Antartica, il primo contatto con il continente dopo il Drake Passage. Precisamente è la Base Frei sulla King George Island dove è presente "l'aeroporto" dal quale partiremo in direzione Punta Arenas (Cile).
Sono le 8 di sera, il sole splende nel cielo, il vento soffia forte e costante, la temperatura è di poco sotto lo zero. Vestiti praticamente da sci e imbacuccati fino al collo aspettiamo l'arrivo del nostro volo proveniente sempre da Punta Arenas.
Il paesaggio si presenta così:
Salutiamo la nostra nave in lontananza
Dopo essere sbarcati con gli Zodiac, ci dirigiamo a piedi verso la pista, distante circa 1km dalla costa.
La base dove siamo arrivati è divisa a metà tra Russia e Cile, ovviamente tutto il nostro transfer è gestito dai cileni.
Non ci è permesso girovagare per la base, né quella cilena né tantomeno quella russa, possiamo solamente camminare lungo la strada verso la pista sotto gli occhi vigili dell'equipaggio della nave.
Le procedure in Antartide sono molto stringenti, per via dell'ecosistema unico che è presente qui. Prima di ogni sbarco è obbligatorio indossare stivali ad hoc, forniti dalla compagnia che organizza il viaggio, accuratamente disinfettati. Questo ci hanno spiegato essere fondamentale per evitare che microorganismi non autoctoni possano essere "importati".
Dopo una ventina di minuti di passeggiata arriviamo alla pista.
E' quasi tutto pronto per accogliere il nostro volo, l'unico del giorno e il secondo della settimana.
Lui è il boss qui
Tutti belli infreddoliti, dopo 45 minuti di attesa.
C'era una sorta di sala d'attesa, con bagni non funzionanti, ma ovviamente tutti volevano godersi gli ultimi attimi in questo continente fantastico.
Finalmente sentiamo un rumore di motori, guardiamo in alto e vediamo lui, il nostro BA146, il Jambolino che ci porterà a "casa"
Passa sopra di noi, inizia un breve sottovento, per poi chiudere in finale
E' un volo charter organizzato dalla DAP Aerovias, l'aereo invece è in livrea Mineral Airways.
Vediamo l'aereo atterrare e scomparire. Circa 15 minuti dopo arrivano loro a prenderci
Saliamo sui nostri Cobus
La segnaletica locale
DGAC e la sua tornare
Percorriamo la pista e siamo subito sotto il nostro Jambolino
La compagnia di navigazione, alla modica cifra di 100USD cad, vendeva i "priority seats". Ho ritenuto la spesa inutile sperando sul fatto che in pochi l'avrebbero acquistato.
Per chi li aveva acquistati, era previsto posto finestrino, vicino libero e priority boarding. Noi siamo saliti sul primo pullman subito dietro ai 4 priority.
Avevamo quindi libera scelta dei posti una volta imbarcati. Come sapete, la visuale finestrino sul Jambolino è abbastanza limitata in tanti posti per via della posizione dell'ala e dei suoi motori.
Morale, le prime 2 file erano "riservate all'equipaggio" altre 2 erano dedicate ai Priority, la fila 5 già aveva il motore. Decidiamo quindi di andare più in fondo all'aereo possibile, lato sx (posti ABC) in modo da godersi il tramonto.
Penultima fila sia.
Purtroppo per via dell'atterraggio e della pista in terra e ghiaia, tutti i finestrini dietro i motori erano luridi, quindi le foto sono venute con questo filtro non voluto
Imbarchiamo tutti in un attimo (3 pulmini in totale per 58 pax)
Salutiamo e si parte
Si sono fatte ormai le 22.
Dopo il backtrack, tiriamo i freni e motori a manetta, con tipica accellerazione da piste corte, e si va...
In un battibaleno siamo di nuovo in mezzo all'oceano, direzione Nord, stravolti dal freddo e dalla lunga giornata.
Lo spettacolo fuori però ci tiene svegli.
Dopo 2:10 atterriamo a Punta Arenas e salutiamo il nostro aereo.
Dopo un non rapido controllo passaporti finalmente ritiriamo le nostre valig dall'unico claim, è l'una passata ormai.
E' stata un'avventura pazzesca che ci ha permesso di coronare il sogno di visitare questo continente meraviglioso e così inospitale. Tutto questo corollato dal poterci volare sopra con un volo che senz'altro si posiziona tra i top 3 per emozioni mai effettuati.