L´ossessione della giunta
FALLIRE A OGNI COSTO
Il consiglio di amministrazione della Sea è interamente espresso dal Comune di Milano, che ha escluso dalla plancia dei comandi della società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa i rappresentanti della Provincia e degli altri soci di minoranza. Si presume, dunque, che i consiglieri espressi dalla giunta comunale, a partire dal presidente Giuseppe Bencini (manager "comunale" di lungo corso, scelto personalmente da Albertini), godano della fiducia del sindaco. E invece no. Palazzo Marino ha chiesto al cda della Sea di rifare il business plan, l´atto di governo che sta ad un´azienda come la legge Finanziaria al consiglio dei ministri; di distribuire un maxidividendo straordinario, a proprio uso e consumo (e probabilmente ad uso e consumo dell´acquirente di quella fetta del capitale, il 33%, che Albertini sta in tutti i modi cercando di vendere); e ora, si apprende, il sindaco vorrebbe sostituire il presidente Bencini. Il tutto, nel pieno di una procedura di semi-privatizzazione che si è già rivelata un clamoroso fallimento, e che ciononostante Albertini vuol condurre in porto forzatamente, a costo di cambiare le regole in corsa. E soprattutto, a quattro mesi dalle elezioni. Quando decenza imporrebbe di fermare le bocce.
(r. rh.)
(La Repubblica - Milano)
CIAO
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FALLIRE A OGNI COSTO
Il consiglio di amministrazione della Sea è interamente espresso dal Comune di Milano, che ha escluso dalla plancia dei comandi della società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa i rappresentanti della Provincia e degli altri soci di minoranza. Si presume, dunque, che i consiglieri espressi dalla giunta comunale, a partire dal presidente Giuseppe Bencini (manager "comunale" di lungo corso, scelto personalmente da Albertini), godano della fiducia del sindaco. E invece no. Palazzo Marino ha chiesto al cda della Sea di rifare il business plan, l´atto di governo che sta ad un´azienda come la legge Finanziaria al consiglio dei ministri; di distribuire un maxidividendo straordinario, a proprio uso e consumo (e probabilmente ad uso e consumo dell´acquirente di quella fetta del capitale, il 33%, che Albertini sta in tutti i modi cercando di vendere); e ora, si apprende, il sindaco vorrebbe sostituire il presidente Bencini. Il tutto, nel pieno di una procedura di semi-privatizzazione che si è già rivelata un clamoroso fallimento, e che ciononostante Albertini vuol condurre in porto forzatamente, a costo di cambiare le regole in corsa. E soprattutto, a quattro mesi dalle elezioni. Quando decenza imporrebbe di fermare le bocce.
(r. rh.)
(La Repubblica - Milano)
CIAO
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