SEA, soltanto Goldman Sachs presenta offerta


goafan

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SEA: GOGGI, VALUTIAMO COSA FARE PER NON CHIUDERE GARA

(ANSA) - MILANO - ''Valuteremo la situazione, ci riserviamo di decidere quali passi compiere per non considerare chiusa la gara''. E' questa la reazione a caldo dell'assessore al Traffico del Comune di Milano Giorgio Goggi presente all'apertura dell'unica busta giunta in tempo utile per la partecipazione alla gara per la vendita del 33% di Sea. ''Non e' vero che stavamo svendendo Sea - ha spiegato l'assessore - perche' dei quattro soggetti che avevano manifestato il proprio interesse tre non hanno presentato l'offerta e uno solo ha presentato una offerta condizionata e quindi non accettabile''.(ANSA) RED/GCM

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sarrebal

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9 Novembre 2005
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Beh, i due fenomeni che stanno a Palazzo Marino dovrebbero chiedersi il perche'.
Perche' nessuno vuole comprare una societa che pur avendo l'ultima riga del bilancio in nero ha il buco dell'handling e che gestisce due aeroporti che si cannibalizzano?
 

I-TIGI

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SEA: GOGGI, VALUTIAMO COSA FARE PER NON CHIUDERE GARA

(ANSA) - MILANO - ''Valuteremo la situazione, ci riserviamo di decidere quali passi compiere per non considerare chiusa la gara''. E' questa la reazione a caldo dell'assessore al Traffico del Comune di Milano Giorgio Goggi presente all'apertura dell'unica busta giunta in tempo utile per la partecipazione alla gara per la vendita del 33% di Sea. ''Non e' vero che stavamo svendendo Sea - ha spiegato l'assessore - perche' dei quattro soggetti che avevano manifestato il proprio interesse tre non hanno presentato l'offerta e uno solo ha presentato una offerta condizionata e quindi non accettabile''.(ANSA) RED/GCM

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Assessore ai trasporti del comune di Milano, non del traffico...![8)]
 

I-TIGI

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Beh, i due fenomeni che stanno a Palazzo Marino dovrebbero chiedersi il perche'.
Perche' nessuno vuole comprare una societa che pur avendo l'ultima riga del bilancio in nero ha il buco dell'handling e che gestisce due aeroporti che si cannibalizzano?
Goggi ha solo Letto e riferito, i 2 fenomeni in realta' sono Mr. Bencini (sleeping man) and Sig. Albertini (che pero' ha la testa altrove...)[8D]
 

malpensante

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bel paese là dove 'l sì suona
Pur essendo un privatizzatore a oltranza, penso che la vendita parziale di SEA in queste condiizioni sia buttare il proprio patrimonio dalla finestra.

Spero (inutilmente) che la vendita vada a monte e si inizi a ristrutturare la società, magari con qualche manager che possa dire "io me ne capisco di trasporto aereo". Ora c' è tanta... spazzatura.
 

I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
33% senza un minimo di governance... strano che non si sia presentato nessuno!

Ad Albertini va bene che il suo mandato scade tra pochi mesi, ma ci sono alcune promesse che ha fatto che andranno in fumo, leggi metropolitana ed edilizia popolare, che dovevano essere finanziate (sic!) con quei soldi.

DaV
 

B787-FLR

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6 Novembre 2005
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Sea: niente di fatto per asta, offerta Goldman Sachs non ammissibile

Radiocor - Milano, 21 dic - Niente di fatto per la
vendita del 33% della Sea (di cui il Comune di Milano
detiene l'84,56%). Secondo quanto emerge da fonti del Comune
di Milano, e' stata presentata una sola offerta da Goldman
Sachs che e' stata dichiarata non ammissibile. L'offerta,
pari a 630 milioni, secondo il Comune di Milano, era
inammissibile in quanto manca una fideiussione, alcuni
documenti ed era condizionata al cambio del contratto.


(RADIOCOR) 21-12-05 15:11:31 (0319) 5 NNNN
 

I-TIGI

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Sea: niente di fatto per asta, offerta Goldman Sachs non ammissibile

Radiocor - Milano, 21 dic - Niente di fatto per la
vendita del 33% della Sea (di cui il Comune di Milano
detiene l'84,56%). Secondo quanto emerge da fonti del Comune
di Milano, e' stata presentata una sola offerta da Goldman
Sachs che e' stata dichiarata non ammissibile. L'offerta,
pari a 630 milioni, secondo il Comune di Milano, era
inammissibile in quanto manca una fideiussione, alcuni
documenti ed era condizionata al cambio del contratto.


(RADIOCOR) 21-12-05 15:11:31 (0319) 5 NNNN
Goggi legge mentre gli altri 2 si beccano il Tapiro...:D:D
 

B787-FLR

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Sea: Comune Milano riaprira' i termini dell'asta per cessione 33%

Radiocor - Milano, 21 dic - Il Comune di Milano riaprira'
l'asta per la cessione del 33% della Sea. Lo ha detto a Il
Sole 24 Ore Radiocor l'assessore al traffico e alla
mobilita' del Comune di Milano, Giorgio Goggi. Goggi ha
spiegato che il Comune ha "un forte interesse pubblico per
la cessione" in quanto i fondi derivanti dalla vendita
dovrebbero servire per la costruzione della linea 4 della
metropolitana milanese e questo, secondo i legali
interpellati dal Comune, "ci consente di riaprire i termini
dell'asta".

(RADIOCOR) 21-12-05 18:32:11 (0482) 5 NNNN

http://www.tgfin.mediaset.it/tgfin/ultimissima.shtml?nRC_21.12.2005_18.32_66733
 

malpensante

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bel paese là dove 'l sì suona
L’Unione accusa il sindaco: è il fallimento della politica della giunta. Forza Italia: ci avevano accusato di svendere, ecco il risultato
Niente fondi dalla Sea, a rischio le grandi opere
Nessuna offerta per comprare la società degli aeroporti. Così mancano i finanziamenti per linea 4 del metrò e la Beic


L’unica offerta è arrivata alle 11 e 58 a due minuti dal gong. Un respiro di sollievo. Dura pochi minuti: l’offerta di Goldman Sachs per acquistare il 33 per cento della Sea per 630 milioni di euro non è ammissibile. Manca la fideiussione, manca la firma sui patti di sindacato, non è un’offerta vincolante. Una doccia gelata. Un colpo al cuore e uno al portafoglio. Senza i soldi di Sea, niente regali sotto l’albero di Natale. Niente quarta linea della metropolitana, niente canale scolmatore, niente finanziamenti per la biblioteca europea. Si aprono le cataratte del cielo. Reazioni durissime dell’opposizione, a cui si unisce qualche voce isolata della maggioranza. La parola che risuona è «fallimento». Fino a quando, a metà pomeriggio, esce la comunicazione ufficiale di Palazzo Marino: «Il Comune prosegue la procedura di vendita con l'indicazione di nuovi termini per la presentazione delle offerte, così come prevede la legge, mantenendo immutato l'impianto della gara». Si va avanti. Con le stesse modalità previste nella delibera di vendita. Perché secondo il Comune le società interessate non hanno avuto il tempo materiale per formalizzare l’offerta. «A gara già iniziata - continua la nota di Palazzo Marino -, sono intervenuti fatti esterni (ad esempio il decreto legge sui requisiti di sistema, che modifica le tariffe praticate dagli scali aerei) che hanno alterato il quadro di riferimento, richiedendo ulteriori approfondimenti». Segue l’appello del sindaco Gabriele Albertini: «Abbiamo il dovere, nei confronti dei cittadini, di non lasciare nulla di intentato per acquisire le risorse necessarie a realizzare importanti infrastrutture come la linea 4 del metrò». Ad avvalorare la tesi del Comune arriva un comunicato della tedesca Hochtief airport che conferma il suo interesse per l’acquisto: «Non siamo stati in grado di presentare un’offerta vincolante. Confermiamo la valutazione positiva sulla possibilità di creare valore aggiunto per Sea e la città di Milano, attraverso una partnership operativa e quindi l’interesse a partecipare ad una ulteriore eventuale procedura di vendita che il Comune intendesse avviare».
Non serve per placare le critiche. «L'ennesimo grande fallimento delle privatizzazioni della giunta Albertini - è il commento del capogruppo dei Ds, Emanuele Fiano -. Aveva ragione l'opposizione a dire che la cifra posta a base d'asta era sbagliata e la cocciutaggine del sindaco e dei suoi consulenti ha fatto sì che oggi la cassa per investimenti del Comune di Milano sia vuota». E Basilio Rizzo: «Avevamo detto che la soluzione era pasticciata e i fatti ci hanno dato ragione. Ormai è chiaro che toccherà alla prossima giunta decidere del destino di Sea. Spero solo che ora nessuno tenti di cambiare la carte in tavola, come si è tentato di fare fino all'ultimo, e che la sovranità torni al consiglio comunale». Interviene anche il presidente della Provincia, Filippo Penati: «Il mercato ha confermato il suo scarso interesse. Insistere ora mi sembra accanimento terapeutico. Se c’era bisogno di far cassa il Comune poteva approfittare della nostra offerta di luglio quando gli abbiamo chiesto di non vendere la Sea. In cambio noi avremmo acquistato le sue quote di Serravalle per 270 milioni».
Regge la diga, Manfredi Palmeri, capogruppo di Fi: «Ma come? Adesso la sinistra dice che il prezzo era sbagliato? Ma se fino a ieri dicevano che stavamo svendendo la Sea. Forse avremmo dovuto avere un po’ più di coraggio e vendere una quota maggiore di Sea e osare un po’ di più». Ma anche all’interno della maggioranza c’è qualche dubbio sul comportamento dei partiti che hanno voluto togliere poteri di governance al nuovo azionista: «Sono molto rammaricato - conclude l’assessore al Bilancio, Mario Talamona -. Bisognava invogliare di più gli azionisti. Invece ci è stato impedito di realizzare un’operazione che avrebbe portato benessere a tutta la città».

Maurizio Giannattasio
Corriere della Sera




«Probabilmente avremmo dovuto concedere qualcosa di più nei patti parasociali.

«Probabilmente avremmo dovuto concedere qualcosa di più nei patti parasociali. Se si potesse tornare indietro sarei meno drastico». Carlo Masseroli, presidente della Commissione bilancio di Fi, interviene sulla mancata vendita di Sea. Si parla di un Albertini infuriato con i partiti della Cdl che hanno voluto eliminare i patti parasociali dalla delibera di vendita.
«Nessuno ha la sfera di cristallo. Il mercato ha dato delle indicazioni precise. La prima: chi diceva che stavamo svendendo la Sea ha detto delle stupidaggini. La seconda: chi diceva che Albertini aveva già deciso a chi vendere ha fatto affermazioni tendenziose e prive di fondamento».
Ma il mercato ha detto qualcosa anche a Fi, teorizzatrice del liberismo.
«È vero. Un’indicazione precisa: non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca».
Sui patti parasociali si poteva osare qualcosa in più?
«Continuiamo a ritenere che vendere una quota di Sea per fare investimenti a Milano sia coerente con il progetto di una città migliore. Ma non senza condizioni. Oggi il mercato ci dice che le condizioni che avevamo messo non hanno consentito una grande partecipazione. Forse, avremmo potuto concedere qualcosa di più nei patti parasociali».
Invece è intervenuta la politica.
«Non la vedo così. Non abbiamo voluto trovare i fondi a ogni costo. È evidente che l’accoppiata prezzo-mancanza di governance non ha invogliato i privati».
Che significa?
«Che non abbiamo voluto vendere la Sea incondizionatamente».
È successo prima con Aem, ora con Sea. Fi mette lacci e lacciuoli alle privatizzazioni?
«Non è così. Non dobbiamo confondere liberalizzazione e privatizzazione. Per privatizzare veramente bisogna ancora fare grandi passi verso una regolamentazione del mercato. Qui stiamo parlando di beni di cui il cittadino ha bisogno. Non vince il mercato libero, vince un mercato regolamentato il cui obiettivo è il servizio al cittadino. Non siamo ancora maturi per una privatizzazione vera».
Allora perché vendete?
«Vendiamo con una particolare attenzione. Quella di non lasciare tutto in mano al privato ma di mettersi comunque al servizio dello sviluppo della cittadinanza e del territorio».
Adesso si va avanti?
«Se le condizioni lo consentono, sono assolutamente d’accordo. I nostri obiettivi non sono cambiati di una virgola. Resta un’operazione interessante per il mercato».
Non sarebbe più logico lasciare al prossimo sindaco la decisione?
«Se si può chiudere in tempi brevi, no».
Quanto tempo?
«Nel giro di un mese. D’altra parte il Consiglio ha già dato le sue indicazioni».

M.Gian.
Corriere della Sera
 

goafan

Utente Registrato
Tre acquirenti non si presentano all´asta per la privatizzazione, il quarto fa un´offerta irricevibile. Goggi: bisogna cedere per fare i metrò

Nessuno vuole comprare la Sea

Albertini: tempi stretti. L´opposizione: riconoscete il fallimento


Penati: il sindaco paga gli errori del passato I sindacati: meglio l´azionariato diffuso
L´assessore: ma quale flop, i competitori hanno solo chiesto più tempo per le indagini

STEFANO ROSSI
È andata deserta la gara sulla Sea, con il 33 per cento delle azioni in vendita, base d´asta 600 milioni. L´opposizione festeggia, la giunta comunale cerca il modo per ripartire. E lo trova nel giro di poche ore. La legge consente un secondo tentativo, quando esiste un interesse pubblico, rappresentato in questo caso dalla lista di opere da avviare con i proventi della cessione. Giorgio Goggi, assessore ai Trasporti, ne menziona una per tutte, la linea 4 della metropolitana. Oggi va al Cipe il Dpef, Documento di programmazione economica e finanziaria, che per la linea 4 stanzia 240 milioni. «Con la vendita Sea - dice Goggi - avremmo i 350 milioni della quota del Comune che, con i soldi dello Stato e i 200 in project financing dei privati, coprirebbero per intero i 790 milioni del primo lotto da Lorenteggio al Policlinico».
Su tali basi, il sindaco Albertini ha disposto che l´asta pubblica venga rimandata e «auspicabilmente conclusa entro il 31 gennaio 2006». Rimandata, non rifatta, altrimenti si dovrebbe ripassare dal consiglio. E dunque i soggetti ammessi sono sempre i quattro che avevano manifestato interesse per la Sea: l´inglese Baa, proprietario e gestore di sette aeroporti, fra cui quelli londinesi; il fondo d´investimento australiano Babcock & Brown; il gestore aeroportuale tedesco Hochtief AirPort, presente ad Atene, Dusseldorf, Amburgo, Sydney e Tirana, che conferma la «valutazione positiva» dell´operazione e della partnership con il Comune; e la banca americana Goldman Sachs, unica ieri a presentare un´offerta, irricevibile perché poneva condizioni non previste dal bando e perché mancava una fideiussione bancaria.
Secondo Goggi, l´asta non è stata un flop. I competitori «hanno chiesto più tempo per esaminare l´affare, segno inoltre che a 600 milioni non stavamo svendendo». Lo stesso rammarico per la mancanza di «termini più congrui» è espressa da Albertini, mentre per Manfredi Palmeri (Fi) «sbagliava la sinistra a dire che il prezzo era basso». Per di più, a gara in corso, le tariffe aeroportuali sono state modificate da un decreto legge e questo ha costretto gli aspiranti acquirenti a rivedere il dossier. Ma la frecciata vera, Goggi la riserva alla maggioranza, che «ha ridotto la governance», il potere decisionale del compratore dentro la società.
Intanto, però, il centrosinistra canta vittoria. Per Basilio Rizzo (Miracolo a Milano) «si fa pressione sulla giunta per ottenere un ribasso. Si sono già spesi almeno 400.000 euro in perizie e incarichi a legali, va tutto rimandato a dopo le elezioni comunali». Aggiunge Andrea Fanzago (Margherita): «Si sono incartati da soli e questo, per chi si accredita come esperto privatizzatore, non è sicuramente un buon risultato». Di «fallimento» parlano Gianni Occhi e Daniele Farina (Rifondazione) e la Cgil Filt, contestando «la scelta di privilegiare i grandi investitori finanziari» e tagliar fuori enti pubblici e cittadini. Il presidente della Provincia, Filippo Penati, trova che «in un momento di evoluzione del settore aeroportuale, il mercato aspetta di capire cosa succederà. Albertini però deve fare cassa e qui si comprende l´errore che commise a luglio non vendendo alla Provincia le azioni Serravalle, che ci offrivamo di comprare. Con quei 250-270 milioni non si troverebbe all´angolo con la Sea».

(La Repubblica)


Fiano, ds: opere pubbliche bloccate

"Il prezzo più alto ora lo pagheranno i cittadini"

«fa sorridere la giustificazione che una delle più grandi banche d´affari del mondo sotto Natale ha difficoltà a trovare una fideiussione»
Emanuele Fiano, capogruppo ds in consiglio, cosa accade allora?
«Il prezzo è troppo alto per la poca governance che assicura la partecipazione. Se non offri il potere, per realizzare rivolgiti ai risparmiatori. Così dicevamo noi, la Margherita, Basilio Rizzo».
Invece?
«Ci rispondevano con delle battute. Cosa che non funziona con il mercato. Che, infatti, ha detto di no. Il prezzo più alto lo paga la città, ora mancano i soldi per le opere pubbliche».
Di chi è la responsabilità?
«La filosofia di Albertini, cedere il patrimonio comunale per fare molte opere, è fallita. Ma a lui premeva vendere tutto subito, e ogni volta c´è un intoppo. La Lega fa storie su Aem, la maggioranza intera frena sull´ipotesi di cedere il controllo della Sea e sulla prelazione per l´acquirente attuale su future cessioni di azioni. La quota in vendita scende dal 34 al 33 per cento, il potere non c´è più. È la critica anche di Goggi. E il mercato punisce i frutti spuri delle privatizzazioni».
E adesso?
«Ci penserà la nuova giunta. Quando i milanesi vedranno i cantieri fermi, esprimeranno.

(La Repubblica)

CIAO
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goafan

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L´INTERVISTA

L´economista: "Nessuna società seria avrebbe potuto partecipare a queste condizioni"

Vitale: un´operazione senza senso L´unica via era la vendita totale

L´alternativa portare la società a Piazza Affari

ETTORE LIVINI
Il fuggi-fuggi dei pretendenti alle nozze con la Sea non stupisce più di tanto l´economista Marco Vitale: «Il motivo è semplice. Nessun operatore serio avrebbe potuto partecipare a un´operazione congegnata in questo modo. Se il Comune avesse voluto davvero cedere Malpensa e Linate e guadagnarci dei soldi avrebbe dovuto fare una vendita vera e non una finta come quella saltata ieri».
Eppure proprio nelle scorse settimane i grandi imprenditori del settore si sono dati battaglia in Borsa sulla Gemina per conquistare una poltrona nella stanza dei bottoni di Aeroporti di Roma. Qual è la differenza con la Sea?
«La vendita di una quota di minoranza non è sensata. E i risultati si sono visti. Linate e Malpensa non sono servizi pubblici e il Comune non deve mettersi a gestire arrivi e partenze degli aerei. Oltretutto non era il momento giusto per la cessione sia per i problemi più generali del sistema aeroportuale nazionale che per quelli interni alla società».
Cosa si poteva fare allora?
«O quotare Sea a Piazza Affari, ma questo era un altro discorso. Oppure venderla tutta, senza alibi. Il 33% del capitale non poteva interessare a nessuno. A meno che qualcuno non volesse entrare in società un po´ all´italiana, comprando una quota all´inizio per poi scalarla più avanti, magari d´accordo con l´azionista di riferimento. Ma nessuno dei gestori internazionali di aeroporti, secondo me, è disposto a prendere una minoranza lasciando il timone a un socio di controllo come il Comune».
Da Aem fino a Serravalle e Sea, le privatizzazioni della giunta Albertini hanno avuto un percorso piuttosto accidentato. Che voto dà al sindaco su questo fronte?
«Un voto molto negativo. Sintetizzo così: ha ceduto quello che doveva tenere e tenuto quello che doveva cedere».
Cioè?
«La maggioranza di Aem, ad esempio, doveva rimanere al Comune. È semplice da gestire, garantisce flussi finanziari molto importanti. Di più: le reti energetiche sono un servizio di pubblica utilità. Invece è stata messa in Borsa con un tentativo barocco di cederla senza perdere il controllo. Per la Sea vale il discorso opposto: andava venduta prima e al 100%. Così si sarebbe incassato molto di più e la Giunta avrebbe avuto soldi per nuovi investimenti senza rinunciare a beni che è meglio tenere sotto l´ombrello pubblico».
E sul caso Serravalle?
«Il Comune ha sbagliato a non cedere la sua quota a Penati. La Provincia aveva chiesto per iscritto ad Albertini un incontro candidandosi all´acquisto. Io ho letto quella lettera. Certo non c´era ancora fissato per iscritto un prezzo preciso ma la risposta non è mai arrivata. E allora la Provincia ha fatto bene a comprare le azioni di Gavio. La Serravalle è il braccio operativo attraverso cui passeranno opere fondamentali per i lombardi. E le serviva una guida solida e non un parlamentino costretto ogni volta per decidere ad andare a trattare con il Gavio di turno».

(La Repubblica)

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FlyIce

Bannato
6 Novembre 2005
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E' andata nell'unico modo in cui poteva andare, il mercato non gurda in faccia a nessuno, la proposta fatta da ALbertini era indecente. Se proprio volevano contanti contro azioni senza diritto di voto potevano vendere opzioni put o altri derivati ...

... G.S. ha fatto un tentativo nel fare l'offerta (forse anche per conto di qualcuno) senza sottoscrivere le clausole peggiori.

Ora si dovrà fare seriamente, per fortuna non è andato tutto agli "amici degli amici" ...