Subito un tetto per i rifugiati di Malpensa


malpensante

Bannato
6 Novembre 2005
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bel paese là dove 'l sì suona
Rifugiati, la prefettura non ha più fondi

Si allontana la soluzione per i 44 profughi bloccati da settimane a Malpensa


MALPENSA - Spostamento dei profughi in centri di accoglienza tra Varese e Milano; sblocco di una serie di fondi da parte del ministero. È l’unica soluzione possibile per dare sollievo alle decine di persone da settimane accampate a Malpensa ed è la soluzione a cui si sta lavorando in queste ore. Se tutto andrà per il verso giusto, già oggi buona parte del gruppo fermo al terminal 1 dell’aeroporto potrà trovare una sistemazione più dignitosa delle poltroncine dello scalo. Sempre che il flusso di persone in fuga dalle aree calde del pianeta si interrompa: anche ieri infatti Malpensa ha registrato nuove richieste di asilo, l’arrivo di una famiglia (padre, madre e due bimbi) dal Kurdistan turco ha portato a 44 il numero delle persone in attesa di sistemazione. «Per noi si tratta di un fenomeno che si ripete ciclicamente, ma senza dubbio dall’inizio di febbraio abbiamo registrato un’impennata nelle richieste di asilo politico», sottolinea Marco Tenaglia, rappresentante a Malpensa del Cir (Centro italiano rifugiati), associazione che si prodiga nel sostegno a chi scappa da guerre e persecuzioni. Di solito, i richiedenti asilo vengono ospitati in strutture della Caritas o in alberghi a spese della prefettura di Varese; ma da un lato i posti disponibili si sono esauriti, dall’altro l’ente locale ha esaurito i fondi. Questo ha determinato l’esplosione del problema e il fatto che gli ultimi arrivati debbano passare le loro giornate dentro il terminal. Piccolo e poco invidiato recordman di questa situazione è Kofi, ventiquattrenne proveniente dal Togo: «Sono fermo qui da 19 giorni, non sono ancora riuscito a farmi una doccia, non ho potuto parlare con la mia famiglia. Non so cosa sarà di me». Gli fanno compagnia suoi connazionali, una madre di Bagdad con tre figlie, un fuggiasco cubano e una piccola colonia di colombiani. Ieri a Varese si è svolta una riunione dalla quale è uscito un percorso di lavoro: il gruppo di Malpensa verrà «sparpagliato» tra il centro di don Colmegna a Milano, alloggi della Caritas e due alberghi a Varese e a Marzio, sempre nel Varesotto. Ieri si è posto rimedio alla situazione di una famiglia colombiana, di cui fanno parte anche due bimbi di pochi anni, bloccata da due settimane in aeroporto: per loro è stata trovata una camera d’albergo. Ma la procedura nel suo complesso non agevola: le richieste di asilo politico vengono evase con lentezza, l’attesa (sulla carta di poche settimane) si protrae per mesi col risultato di intasare tutti gli spazi dedicati alla prima accoglienza.
«Occorre fare molta attenzione - sussurrano fonti della polizia -, perché dietro una richiesta di carattere umanitario potrebbe nascondersi un tentativo di ingresso clandestino in Italia da parte di chi non ne ha diritto. D’altronde, l’arrivo improvviso di profughi da zone ben precise qualche sospetto lo desta».

Claudio Del Frate
Corriere della Sera