Più che da brivido, da lacrime. Giovedì sera ero lì, sul Tempelhofer Damm. C'era un bel po' di gente, la tristezza generale era più che percepibile. La polizia era presente con un paio di agenti, e anche loro stavano lì a guardare con visibile commozione mentre veniva dato il colpo di grazia al caro vecchio Tempelhof.
Avevo gli occhi lucidi quando la Tante Ju e il Rosinenbomber ci sono passati sopra, poco prima della mezzanotte, salutandoci con un po' di rollio. Il buio, il freddo, i fasci luminosi delle luci d'atterraggio, il rumore dei motori a pistoni. È una di quelle cose che ti rimangono impresse indelebilmente nella memoria. Si è svolto tutto in pochi secondi, ma sono stati incredibilmente intensi, ed è stato bello vedere il modo in cui alcune persone hanno salutato Tempelhof: alcuni avevano portato dei fuochi d'artificio, altri stavano semplicemente a guardare, ma mi ha colpito quel gruppetto di persone con le sue innumerevoli lanterne che, piano piano, si sono levate in cielo, formando una catena luminosa sopra l'aeroporto. Alla costellazione si sono aggiunte altre lanterne, arrivate in volo da ovest, non so bene da dove siano partite.
Tutto ciò mentre all'interno dell'aerostazione si svolgeva la festa gentilmente offerta a 800 ospiti VIP dal sindaco Klaus Wowereit, a cui, immagino, più di uno (io in primis) avrà rivolto pensieri poco lusinghieri. Il demagogico slogan pro-chiusura era
"Ich zahl' doch nicht für einen VIP-Flughafen!" ("Non pago certo per un aeroporto per VIP!"). Bravi furbi, invece i soldi per pagare il party VIP e il milione di euro al mese per mantenere la struttura chiusa, quelli sì che si trovano.... Meglio che mi fermi qui, altrimenti rischio di andare troppo OT.
Auf Wiedersehen Tempelhof, wir vermissen dich schon jetzt
Federico