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I-DISAronno

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31 Ottobre 2022
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«Tutto vero, via a marzo. Per noi valete solo l’1%». L’ad Intrieri: «D’accordo con Enac, pago le penali e tolgo il disturbo»

D’accordo su tutta la linea, Gaetano Intrieri. Non rinnega le coordinate dell’ultima tabella di volo, l’amministratore delegato di Aeroitalia: «Condivido al 100% le dichiarazioni rilasciate al vostro giornale da Pierluigi Di Palma, il presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile: ha detto come stanno le cose. Tanto di cappello».

È irreversibile: via da marzo e subito un altro operatore a garantire i voli di continuità su Roma, Milano e Napoli?
«Esatto.

Dal prossimo mese: stop. Lasceremo la pista del Sanzio».


La vostra uscita di scena, in origine, era stata fissata a ottobre. Perché questa accelerata?

«Sono sorte ulteriori esigenze, considerando tutti gli attacchi inutili e dannosi che stiamo ricevendo. Sono andato all’Enac e ho detto basta. Sono disposto anche a pagare le penali».

Correggendo la rotta, cancellazioni, ritardi biblici, l’uso di un solo aeromobile (anziché i due previsti dal bando). Non sono solo critiche, ma fatti inoppugnabili.

«Ad Ancona sono accadute cose mai viste. Adesso noi lasciamo, è inutile parlare di quello che è successo. Mi auguro che possiate trovare una compagnia migliore di Aeroitalia, molto più seria, molto più tutto. Così da poter andare avanti con la continuità territoriale».

Qualcuno ha generato questa frattura? I dissapori con Marco Bruschini, direttore dell’Atim, l’Agenzia regionale per il turismo e l’internazionalizzazione, hanno contribuito a inasprire le posizioni?

«Non mi interessa più dire alcunché, la nostra posizione è chiara: siamo andati dalla nostra autorità, abbiamo detto come stanno le cose, siamo in sintonia con il presidente Enac».

Possibile che non voglia togliersi alcuna spina dal fianco?

«Perché cercare la polemica a tutti i costi?».

Più che individuare il punto di caduta, vorremmo una spiegazione.

«Non c’è. Ancona, parafrasando le tante cose lette in questi mesi, ha bisogno di una compagnia con spalle più robuste delle nostre, migliore della nostra e con grandi ambizioni. Direi la Delta o un’altra simile. È giusto così».

Sarcastico?

«No, ho detto che concordo: non siamo adatti alla Dorica. Non c’è un retropensiero».

Perché ritiene che non siate idonei?

«L’hanno detto le tante persone intervistate, non io. Ho solo preso atto. Mi permette?».

Prego.

«Si metta nei miei panni. Fatto 100 il fatturato di Aeroitalia lei sa quanto contribuisce Ancona? Con l’1%. Ora, secondo lei, per quell’1% posso andare per tribunali e leggere tutto quello che è stato scritto? Se fosse la Sardegna, che per noi significa un milione e 100mila passeggeri, avrebbe un senso. Ma per un territorio dove se si arriva a 22 viaggiatori sull’aereo esultiamo, no. Le cifre sono dalla nostra parte».

Le riveli.

«Dati pubblicati di recente indicano che siamo il vettore cresciuto di più nell’ultimo anno, il quarto per numero di passeggeri sul mercato italiano. Abbiamo superato quelli più antichi e grandi di noi. Parlare di Ancona e dell’Atim? Non ne posso più. Accetto qualsiasi cosa. Ce ne andiamo, punto. Dopodiché...».

Niente pausa di sospensione, continui.

«Pagheremo la penale, poi è da vedere se la dovremmo versare. La cosa bella è che l’Enac si sta attivando per cercare una soluzione, ma dovrebbe essere la Regione a farlo».

Il punto dolente del solo aereo che collega Roma e Milano. Ammetterà che non è stato un bell’affare.

«Non è vero niente, come le sanzioni: non ne abbiamo avuta nessuna, di nessun tipo. Come ciò che è stato scritto sui salvagente assenti a bordo: sarebbe un reato».

Mi perdoni l’insistenza, ma il 31 gennaio il volo per il capoluogo lombardo è decollato con oltre tre ore di ritardo: aspettava l’aeromobile, l’unico, che tornava dalla Capitale.

«È accaduto sei, sette volte: uno era guasto e per non cancellare del tutto la tratta abbiamo scelto questa soluzione. Qual è il problema? Si può fare, è previsto».

Il suo nemico Bruschini?

«Non l’ho mai più incontrato. Non è più un mio problema, ma di chi l’ha nominato per quel ruolo. Ergo, lo dovrebbe chiedere al governatore. Ora il problema è diventato suo, con evidenza».

Niente da fare?

«Aeroitalia da questo teatro vuole uscire. È andata dal suo regolatore: o le cose si aggiustano oppure via».

Che fa, cambia traiettoria?

«L’operatività così non funziona. Non si sistemerà nulla. Quello che faremo lo vedrete strada facendo. Vorrei evidenziare un’eccezione».

Ovvero?

«Non ho mai incontrato il vostro governatore. Da qui passano tutti i presidenti di regione, Acquaroli non l’ho mai visto. Strano, no?».

Questi dove non ci sono rotte di guadagno, non vanno mai d'accordo con nessuno. È sempre colpa degli altri...
 
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Sciamano

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25 Agosto 2021
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«Tutto vero, via a marzo. Per noi valete solo l’1%». L’ad Intrieri: «D’accordo con Enac, pago le penali e tolgo il disturbo»

D’accordo su tutta la linea, Gaetano Intrieri. Non rinnega le coordinate dell’ultima tabella di volo, l’amministratore delegato di Aeroitalia: «Condivido al 100% le dichiarazioni rilasciate al vostro giornale da Pierluigi Di Palma, il presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile: ha detto come stanno le cose. Tanto di cappello».

È irreversibile: via da marzo e subito un altro operatore a garantire i voli di continuità su Roma, Milano e Napoli?
«Esatto.

Dal prossimo mese: stop. Lasceremo la pista del Sanzio».


La vostra uscita di scena, in origine, era stata fissata a ottobre. Perché questa accelerata?

«Sono sorte ulteriori esigenze, considerando tutti gli attacchi inutili e dannosi che stiamo ricevendo. Sono andato all’Enac e ho detto basta. Sono disposto anche a pagare le penali».

Correggendo la rotta, cancellazioni, ritardi biblici, l’uso di un solo aeromobile (anziché i due previsti dal bando). Non sono solo critiche, ma fatti inoppugnabili.

«Ad Ancona sono accadute cose mai viste. Adesso noi lasciamo, è inutile parlare di quello che è successo. Mi auguro che possiate trovare una compagnia migliore di Aeroitalia, molto più seria, molto più tutto. Così da poter andare avanti con la continuità territoriale».

Qualcuno ha generato questa frattura? I dissapori con Marco Bruschini, direttore dell’Atim, l’Agenzia regionale per il turismo e l’internazionalizzazione, hanno contribuito a inasprire le posizioni?

«Non mi interessa più dire alcunché, la nostra posizione è chiara: siamo andati dalla nostra autorità, abbiamo detto come stanno le cose, siamo in sintonia con il presidente Enac».

Possibile che non voglia togliersi alcuna spina dal fianco?

«Perché cercare la polemica a tutti i costi?».

Più che individuare il punto di caduta, vorremmo una spiegazione.

«Non c’è. Ancona, parafrasando le tante cose lette in questi mesi, ha bisogno di una compagnia con spalle più robuste delle nostre, migliore della nostra e con grandi ambizioni. Direi la Delta o un’altra simile. È giusto così».

Sarcastico?

«No, ho detto che concordo: non siamo adatti alla Dorica. Non c’è un retropensiero».

Perché ritiene che non siate idonei?

«L’hanno detto le tante persone intervistate, non io. Ho solo preso atto. Mi permette?».

Prego.

«Si metta nei miei panni. Fatto 100 il fatturato di Aeroitalia lei sa quanto contribuisce Ancona? Con l’1%. Ora, secondo lei, per quell’1% posso andare per tribunali e leggere tutto quello che è stato scritto? Se fosse la Sardegna, che per noi significa un milione e 100mila passeggeri, avrebbe un senso. Ma per un territorio dove se si arriva a 22 viaggiatori sull’aereo esultiamo, no. Le cifre sono dalla nostra parte».

Le riveli.

«Dati pubblicati di recente indicano che siamo il vettore cresciuto di più nell’ultimo anno, il quarto per numero di passeggeri sul mercato italiano. Abbiamo superato quelli più antichi e grandi di noi. Parlare di Ancona e dell’Atim? Non ne posso più. Accetto qualsiasi cosa. Ce ne andiamo, punto. Dopodiché...».

Niente pausa di sospensione, continui.

«Pagheremo la penale, poi è da vedere se la dovremmo versare. La cosa bella è che l’Enac si sta attivando per cercare una soluzione, ma dovrebbe essere la Regione a farlo».

Il punto dolente del solo aereo che collega Roma e Milano. Ammetterà che non è stato un bell’affare.

«Non è vero niente, come le sanzioni: non ne abbiamo avuta nessuna, di nessun tipo. Come ciò che è stato scritto sui salvagente assenti a bordo: sarebbe un reato».

Mi perdoni l’insistenza, ma il 31 gennaio il volo per il capoluogo lombardo è decollato con oltre tre ore di ritardo: aspettava l’aeromobile, l’unico, che tornava dalla Capitale.

«È accaduto sei, sette volte: uno era guasto e per non cancellare del tutto la tratta abbiamo scelto questa soluzione. Qual è il problema? Si può fare, è previsto».

Il suo nemico Bruschini?

«Non l’ho mai più incontrato. Non è più un mio problema, ma di chi l’ha nominato per quel ruolo. Ergo, lo dovrebbe chiedere al governatore. Ora il problema è diventato suo, con evidenza».

Niente da fare?

«Aeroitalia da questo teatro vuole uscire. È andata dal suo regolatore: o le cose si aggiustano oppure via».

Che fa, cambia traiettoria?

«L’operatività così non funziona. Non si sistemerà nulla. Quello che faremo lo vedrete strada facendo. Vorrei evidenziare un’eccezione».

Ovvero?

«Non ho mai incontrato il vostro governatore. Da qui passano tutti i presidenti di regione, Acquaroli non l’ho mai visto. Strano, no?».

 

BrunoFLR

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13 Giugno 2011
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Firenze
Si fosse fatto due conti, lui che li sa fare, avrebbe visto che il LF di quelle rotte, chiunque le abbia operate, continuità o meno, non ha mai garantito il pareggio nemmeno volandole con un paperozzo.
Per me l'unica logica che sta usando è a metà tra le freccette e il gratta e vinci. Ma io i conti non li so fare.
 

East End Ave

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13 Agosto 2013
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su e giu' sull'atlantico...
«Tutto vero, via a marzo. Per noi valete solo l’1%». L’ad Intrieri: «D’accordo con Enac, pago le penali e tolgo il disturbo»

D’accordo su tutta la linea, Gaetano Intrieri. Non rinnega le coordinate dell’ultima tabella di volo, l’amministratore delegato di Aeroitalia: «Condivido al 100% le dichiarazioni rilasciate al vostro giornale da Pierluigi Di Palma, il presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile: ha detto come stanno le cose. Tanto di cappello».

È irreversibile: via da marzo e subito un altro operatore a garantire i voli di continuità su Roma, Milano e Napoli?
«Esatto.

Dal prossimo mese: stop. Lasceremo la pista del Sanzio».


La vostra uscita di scena, in origine, era stata fissata a ottobre. Perché questa accelerata?

«Sono sorte ulteriori esigenze, considerando tutti gli attacchi inutili e dannosi che stiamo ricevendo. Sono andato all’Enac e ho detto basta. Sono disposto anche a pagare le penali».

Correggendo la rotta, cancellazioni, ritardi biblici, l’uso di un solo aeromobile (anziché i due previsti dal bando). Non sono solo critiche, ma fatti inoppugnabili.

«Ad Ancona sono accadute cose mai viste. Adesso noi lasciamo, è inutile parlare di quello che è successo. Mi auguro che possiate trovare una compagnia migliore di Aeroitalia, molto più seria, molto più tutto. Così da poter andare avanti con la continuità territoriale».

Qualcuno ha generato questa frattura? I dissapori con Marco Bruschini, direttore dell’Atim, l’Agenzia regionale per il turismo e l’internazionalizzazione, hanno contribuito a inasprire le posizioni?

«Non mi interessa più dire alcunché, la nostra posizione è chiara: siamo andati dalla nostra autorità, abbiamo detto come stanno le cose, siamo in sintonia con il presidente Enac».

Possibile che non voglia togliersi alcuna spina dal fianco?

«Perché cercare la polemica a tutti i costi?».

Più che individuare il punto di caduta, vorremmo una spiegazione.

«Non c’è. Ancona, parafrasando le tante cose lette in questi mesi, ha bisogno di una compagnia con spalle più robuste delle nostre, migliore della nostra e con grandi ambizioni. Direi la Delta o un’altra simile. È giusto così».

Sarcastico?

«No, ho detto che concordo: non siamo adatti alla Dorica. Non c’è un retropensiero».

Perché ritiene che non siate idonei?

«L’hanno detto le tante persone intervistate, non io. Ho solo preso atto. Mi permette?».

Prego.

«Si metta nei miei panni. Fatto 100 il fatturato di Aeroitalia lei sa quanto contribuisce Ancona? Con l’1%. Ora, secondo lei, per quell’1% posso andare per tribunali e leggere tutto quello che è stato scritto? Se fosse la Sardegna, che per noi significa un milione e 100mila passeggeri, avrebbe un senso. Ma per un territorio dove se si arriva a 22 viaggiatori sull’aereo esultiamo, no. Le cifre sono dalla nostra parte».

Le riveli.

«Dati pubblicati di recente indicano che siamo il vettore cresciuto di più nell’ultimo anno, il quarto per numero di passeggeri sul mercato italiano. Abbiamo superato quelli più antichi e grandi di noi. Parlare di Ancona e dell’Atim? Non ne posso più. Accetto qualsiasi cosa. Ce ne andiamo, punto. Dopodiché...».

Niente pausa di sospensione, continui.

«Pagheremo la penale, poi è da vedere se la dovremmo versare. La cosa bella è che l’Enac si sta attivando per cercare una soluzione, ma dovrebbe essere la Regione a farlo».

Il punto dolente del solo aereo che collega Roma e Milano. Ammetterà che non è stato un bell’affare.

«Non è vero niente, come le sanzioni: non ne abbiamo avuta nessuna, di nessun tipo. Come ciò che è stato scritto sui salvagente assenti a bordo: sarebbe un reato».

Mi perdoni l’insistenza, ma il 31 gennaio il volo per il capoluogo lombardo è decollato con oltre tre ore di ritardo: aspettava l’aeromobile, l’unico, che tornava dalla Capitale.

«È accaduto sei, sette volte: uno era guasto e per non cancellare del tutto la tratta abbiamo scelto questa soluzione. Qual è il problema? Si può fare, è previsto».

Il suo nemico Bruschini?

«Non l’ho mai più incontrato. Non è più un mio problema, ma di chi l’ha nominato per quel ruolo. Ergo, lo dovrebbe chiedere al governatore. Ora il problema è diventato suo, con evidenza».

Niente da fare?

«Aeroitalia da questo teatro vuole uscire. È andata dal suo regolatore: o le cose si aggiustano oppure via».

Che fa, cambia traiettoria?

«L’operatività così non funziona. Non si sistemerà nulla. Quello che faremo lo vedrete strada facendo. Vorrei evidenziare un’eccezione».

Ovvero?

«Non ho mai incontrato il vostro governatore. Da qui passano tutti i presidenti di regione, Acquaroli non l’ho mai visto. Strano, no?».

Il Bandecchi dell’aviazione…tutto sarcasmo, sparate, polemica e tanta, tantissima nebbia…
 
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Paolì

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5 Dicembre 2014
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Quando gli viene ricordato che l'operato di Aeroitalia (o Air Connect, se cambia qualcosa) non è stato proprio all'altezza per mancanza di regolarità o aeromobili la risposta è "È inutile parlare del passato".
Si ma ancora una volta il passeggero prenota con Aeroitalia e i suoi piani di viaggio vengono stravolti. E non sarà solo il passato ma anche presente e futuro. Potrà avercela a morte con ryanair (da cui fotocopia le tariffe) ma se prenoti un volo con FR anche con 5 mesi di anticipo sei sicuro che lo prenderai.
 
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AirFleet

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16 Giugno 2009
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Aeroporto Ancona: Aeroitalia cerca la pace
Messaggio di Intrieri al presidente di Regione Marche: "Cerchiamo soluzione nell'interesse comune"

Il management della compagnia Aeroitalia ha chiesto al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, un incontro per trovare una soluzione pacificatrice alla querelle giudiziaria sorta fra il vettore aereo e l'Agenzia regionale per il turismo e l'internazionalizzazione delle Marche (Atim), guidata da Marco Bruschini. Al centro del contendere un contratto di promozione legato all'operatività dell'aerolinea all'aeroporto "Raffaello Sanzio" di Ancona-Falconara.

"Gentile governatore, come credo le sia noto, Aeroitalia, dopo infinite riunioni e tante proposte verso le quali la Regione non ha ritenuto mai rispondere, sta per lasciare la continuità territoriale delle Marche. Non ho mai avuto il piacere di potermi confrontare con lei, forse una sana e sincera riunione tra noi due potrebbe essere foriera di una soluzione nell'interesse comune. Ovvero quella della compagnia che mi onoro di dirigere e quello della Regione Marche da lei governata. Se pensa che insieme si possa trovare una soluzione sappia che io sono pronto, senza intermediari e senza controfigure, ma nel rispetto delle entità che rappresentiamo", scrive sui social network l'amministratore delegato della compagnia Gaetano Intrieri.

Gli avvocati di Aeroitalia chiedono il pagamento di 750.000 Euro mai corrisposti da Atim. Quest'ultima nelle scorse ore si è rivolta al Tribunale per opporsi al decreto ingiuntivo di pagamento. Il vettore aereo è pronto a lasciare l'aeroporto di Ancona alla scadenza del contratto. Di fronte al rischio di perdere i collegamenti in continuità territoriale (voli per Roma, Milano e Napoli) Confartigianato, Federalberghi e Confederazione nazionale dell'artigianato (Cna) Marche auspicano una tregua. Di qui la richiesta di incontro Intrieri-Acquaroli.

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AirFleet

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Aeroporto Ancona: Aeroitalia cerca la pace
Messaggio di Intrieri al presidente di Regione Marche: "Cerchiamo soluzione nell'interesse comune"
Botta e risposta.

Acquaroli, Aeroitalia? Enac resta centrale per risolvere

Presidente, "tavolo ma con tutti. Compagnia garantisca servizio"

Credo che i tavoli e le discussioni tra soggetti che hanno ruoli pubblici e che svolgono le pubblici, devono essere quelli individuati.

Il bando è stato fatto da Enac e credo che il ruolo di Enac debba restare centrale nella risoluzione di eventuali problematiche.

Fare tavoli in giro per l'Italia non aiuta a semplificare una situazione già di suo molto complessa". Così il presidente della Regione Francesco Acquaroli rispondendo ai cronisti a proposito dell'amministratore delegato di Aeroitalia Gaetano Intrieri che, dopo aver ventilato l'ipotesi di pagare le penali a Enac per abbandonare già da marzo i voli di continuità dal Sanzio per Milano, Napoli e Roma, ha lanciato una sorta di appello via Facebook al governatore per un dialogo diretto con lui al fine di trovare una soluzione.

"Io non è che ho molto da dire. - ha osservato il presidente - Abbiamo lavorato due anni per ottenere la continuità territoriale, la comunità europea, il governo, la regione insieme Enac hanno messo in campo una strategia: c'è stato un bando. Io - ha proseguito Acquaroli - preferirei parlare dei motivi per cui il servizio scaturito da questo bando vede ogni giorno problematiche di tutte le nature che stanno togliendo credibilità alla continuità territoriale con un danno enorme".

"Noi parliamo di percentuale di riempimento, - ha detto ancora Acquaroli - ma io sfiderei chiunque ad un servizio quando purtroppo, tutti i giorni sulla stampa e sui Tg, si sente parlare di disservizi". "L'altro giorno un mio conoscente mi ha detto che per tre volte un un volo è stato cancellato e che verrà ad Ancona con il treno come faceva prima della continuità.

Io credo che prima di parlare di percentuali e di altro, bisogna garantire il servizio; poi per tramite di Enac sono disponibili a parlare con tutti, ma prima bisogna garantire il servizio così come la regione Marche e il Ministero lo stanno pagando".

"Le problematiche sulla continuità territoriale non dovevano venire a galla, e speriamo siano risolte il più presto possibile; - ha auspicato - si tratta di un servizio pubblico vuoto per pieno: se vediamo un bus di Trasporto pubblico locale che passa, non contiamo quanti passeggeri ci sono, sappiamo che a quell'ora deve passare. La continuità territoriale viene fatta con l'aereo ma è esattamente come un bus di linea, deve volare al di là dei numeri dei passeggeri. Certo è che se per puntualità e continuità riuscisse a volare quotidianamente senza problemi - ha osservato - credo che tanti marchigiani e non, potrebbero usufruirne in maniera positiva".

"Il mio appello è affinché Enac e tutti i soggetti interessati ci aiutino a dirimere quanto prima la questione. la Regione ha fatto tutto quello che poteva fare in tempi non sospetti: - ha detto ancora il presidente - oggi è interessata a partecipare a più tavoli dove però tutte le parti sono in campo soprattutto quelle deputate a dare una risposta perché la Regione non gestisce quel bando e non vedo come possa parlare con un soggetto, deve parlare con tutti e capire le motivazione per cui tutto quello che dovrebbe avvenire quotidianamente invece ogni tanto non avviene".

Ansa