- 28 Settembre 2008
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Quest’avventura inizia alle 4 del mattino Londinesi, dal Terminal 2 di London Heathrow.
Il primo volo è operato da SAS, portandomi da Londra a Tromso via Oslo. E’ il 29 agosto, uno degli ultimissimi giorni di SAS in Star Alliance quindi decido di approfittarne per una breve visita allo United Club di LHR. Trovo questa lounge di gran buon livello rispetto a tutte le lounge di LHR (fatta eccezione per il T3) e in particolare molto ma molto superiore alla lounge Lufthansa del T2.
Il volo delle 6 del mattino non è dei miei preferiti, però per il prezzo pagato (120 euro o qualcosa del genere fino a Tromso) non mi posso lamentare. Eccoci in atterraggio a Oslo in una bellissima giornata di sole.
Arrivo a Tromso nel pomeriggio e ne approfitto per un giro serale sul porto.
Il giorno successivo io e il mio amico Alfie, lo stesso compagno di viaggio della Groenlandia (vedi TR qui: https://www.aviazionecivile.it/forum/threads/tr-kalaallit-nunaat-i-ghiacci-del-nord.144488/) decidiamo di andare a piedi in cima alla montagna che domina la città, molto bella.
Di strada, la cattedrale dell’Artico
E si torna in aeroporto dove inizierà la nostra avventura per tutto il nord della Norvegia a bordo di quel gioellino che è Wideroe, la più grande compagnia regionale del Nord Europa.
L’obiettivo è raggiungere Capo Nord. L’aeroporto più vicino è quello della piccolina cittadina di Honningsvag, collegata a volte con voli diretti a Tromso e altre volte via l’ancor più piccola Hammrfest. Oggi il volo sarà diretto e operato, come sempre, da un Dash 8-100 che è quasi l’unica tipologia di aereo nella flotta di Wideroe (45 Dash-8 di vari modelli su un totale di 48 aeromobili).
In questi luoghi sperduti nel nord della Norvegia Wideroe opera un servizio molto similare a quello di un autobus. Il volo è infatti da Tromso fino a Kirkenes, l’altra città di dimensioni maggiori dell’estremo nord, ma ferma in altre 4 cittadine lungo “la strada”. Noi effettueremo esattamente questo viaggio ma fermandoci in ogni posto, per assaporare un po’ di questi luoghi magici.
Dopo la notte passata all’Hotel Scandic di Honningvag (ottima catena scandinava) decidiamo di raggiungere Capo Nord coi mezzi pubblici. Capo Nord è un posto, come immaginerete, estremamente turistico, soprattutto pieno di Americani in crociera. E’ raggiungibile solo in due modi: con tour organizzati estremamente cari, o con un unico bus pubblico che parte da Honningsvag 1 sola volta al giorno. I tour costano circa sui 60 euro, il bus pubblico 5 – ed è quasi del tutto vuoto.
Qualche foto lungo la strada.
Ed eccoci a Capo Nord, il FINTO punto più a nord del continente Europeo.
N.B. in realtà il punto più a nord è un’altra penisola vicina a Capo Nord che si chiama Cape Nordkinn. Però questo punto è raggiungibile solo a piedi, dopo 7 o 8 ore di camminata non facile dal paese più vicino. Anche per questo questa notizia non viene per niente pubblicizzata, è più facile portare gli Americani a Nordkapp dove i bus li lasciano a nemmeno 50 metri dal monumento che rappresenterebbe il nord del vecchio continente.
Che dire di Capo Nord? Bello per carità ma estremamente romanzato. E’ un posto da bucket list ma non un posto dove tornerei. A parte infatti le mandrie yankees, è un posto dove per entrare nell’unico bagno o ristorante bisogna pagare un biglietto di ingresso. Vi dico solo questo – avevo voglia di un caffè, dal costo di 6 euro, ma per “accedere al bar” bisognava prima pagare un ticket di ingresso di 35 euro e solo dopo pagare i 6 euro di caffè. Ovviamente ho rinunciato.
Torniamo col bus pubblico a Honninsvag e ci dirigiamo immediatamente per pranzo al ristorante di pesce “Corner Spiseri” famoso per le bistecche di balena (molto saporita!)
Dopo pranzo decidiamo invece di fare una bella camminata, ovvero l’hike di Nordkapptrappa che porta, in circa 1h30 di costante ascesa per scalini, in cima al monte che domina la baia. Che posto magico!
Torniamo in serata in aeroporto per la seconda tratta del nostro viaggio che ci porterà stavolta all’aeroporto più a nord del continente Europeo, quello di Mehamn (si lo so che l’aeroporto delle Svalbard è più a nord, Mehamn però è quello più a nord del mainland Europe).Mehamn vanta anche una delle piste più corte d'Europa (nell'aviazione commerciale), solo 880 metri di lunghezza.
L’ingresso alla sala imbarchi.
Mehman è un piccolissimo villaggio di pescatori con una fiorente comunità Ucraina. L’aeroporto è alle porte del paese ed è facile raggiungere l’homestay dove ci fermiamo per la notte.
Spendiamo il giorno successivo esplorando i dintorni. A Mehamn infatti, a differenza di Honningvag, il turismo è quasi del tutto assente ed è un posto dove si può gustare la vera vita del nord della Norvegia.
Il prino obiettivo è una camminata fino al bordo del Mare di Barents dove, scopro, ci sono delle vecchie fortificazioni naziste in quanto Mehamn venne occupata dalla Germania per la sua posizione strategica sul mare “sovietico”. Ecco i resti delle fortiificazioni.
E la bellissima vista sul Mare di Barents che, per quanto possa sembrare un posto idilliaco, scopro essere uno dei mari più inquinati al mondo a causa non solo della pesca intensiva ma anche dei tanti test nucleari effettuati dall’Unione Sovietica sull’Isola di Novaya Zemlya.
Delle foto di Mehamn.
A pranzo si va al “museo di Babbo Natale”. E’ un pub (l’unico del paese) dove la musica country la fa da padrone e dove il proprietario ha allestito la più grande mostra di oggetti natalizi al mondo. Non visitiamo il museo ma mangiamo un ottimo spezzatino di renna.
In serata è di nuovo ora di tornare in aeroporto.
Piccola side-story. In questi aeroporti sperduti del nord della Norvegia non esistono mezzi pubblici e l’unico modo per raggiungere il centro abitato è chiamare un taxi (non ce ne sono in aeroporto) con un numero generalmente appeso nella piccolissima sala partenze. I taxi norvegesi sono davvero estremanente cari (nell’ordine di 15 euro ogni 5 minuti di strada) e, data la vicinanza dell’aeroporto a Mehamn (una ventina di minuti a piedi) e le strade che, pur senza marciapiedi sono quasi sempre completamente deserte, decidiamo di camminare verso l’aeroporto.
Il volo di oggi sarà verso l’anomina cittadina di Vadso. E’ un volo pressochè vuoto, siamo gli unici due passeggeri a fare il check-in e il volo proveniente da Honningsvag ha forse altre 2 o 3 persone a bordo in tutto. L’unica hostess è sempre la stessa di tutti i voli precedenti, ormai ci conosce per nome e appena saliti ci fa “la dimostrazione di sicurezza penso l’abbiate già vista, facciamo che partiamo subito?”.
Intanto la mia valigia ha avuto un “taxi personale” verso l’aeromobile, peraltro distante forse una ventina di passi dal terminal.
Vadso è davvero una cittadina anonima. Non c’è un granchè da fare. Gli unici posti degni di nota sono l’orribile cattedrale.
E il “mast” del punto da dove Umberto Nobile (con Roald Amundsen) partì per l’esplorazione del polo nord, lo ammiro solo in lontananza in quanto reputo la camminata per raggiungerlo non meritevole. 50 minuti a piedi nel vento gelido per vedere un palo? Sarò stupido io, ma no grazie haha
Foto di repertorio
Per fortuna dobbiamo rimanere poche ore e tornare in aeroporto per quello che è uno dei voli più corti al mondo, quello da Vadso e Kirkenes, ultima nostra tratta su Wideroe. Per l’aeroporto di Vadso c’è un bus per fortuna, anche se il mio amico Alfie decide di farsi 1h30 a piedi per risparmiare i 4 euro di biglietto J
Il volo da Vadso a Kirkenes dura la bellezza di 6 minuti e 30 secondi.
Ed eccoci a Kirkenes, la cittadina più grande del nord della Norvegia con 3404 abitanti.
Il giorno successivo, dopo aver noleggiato un auto, ci dirigiamo nel nord della Finlandia. Ecco qualche foto.
Ed al ritorno decidiamo di visitare l’ex posto di confine fra Norvegia e Russia, oggi completamente abbandonato.
Ma comunque sorvegliato. Nemmeno il tempo di avvicinarci al cancello e si dirige verso di noi una pattuglia dell’esercito Norvegese che deve averci “avvistato” dalla vedetta in cima alla montagna. Un breve saluto e ce ne andiamo.
A Kirkenes alloggiamo in una bellissima cabina sul fiordo principale della città e a circa 500 metri dal confine Russo.
“Posso vedere la Russia dalla mia finestra” (cit.)
Dove peraltro è parcheggiato questo van. Coraggioso.
Il giorno successivo decidiamo di visitare una bellissima spiaggia a Nord di Kirkenes chiamata Grense Jakobselv, la spiaggia è metà Norvegese e metà Russa ed è davvero molto bella.
Si guida letteralmente sul confine. In alcuni tratti la Russia è non più distante di 5 metri, basterebbe attraversare il ruscello che corre fra i due paesi. L’unico segno del confine sono questi pali colorati.
Torre di guardia russa in lontananza
Il giorno dopo si torna in aeroporto. Gli ormai famosi “paletti” che segnano i confini fra Russia, Norvegia e Finlandia sono tutti assieme davanti al terminal, a rappresentare, dice il monumento, l’amicizia fra i tre popoli.
e sempre con SAS si torna, questa volta, a Milano via Oslo e Copenhagen. Opto per la Premium di SAS, che costava solo una 40ina di euro in più e viene con valigia e piccolo pasto gratuito.
SAS è appena entrata in SkyTeam, e in lounge ci sono dei piccoli banchi per festeggiare il cambio di alleanza. Lo staff è presente per spiegare le ragioni, i FF non sembrano contenti.
[FINE]
Il primo volo è operato da SAS, portandomi da Londra a Tromso via Oslo. E’ il 29 agosto, uno degli ultimissimi giorni di SAS in Star Alliance quindi decido di approfittarne per una breve visita allo United Club di LHR. Trovo questa lounge di gran buon livello rispetto a tutte le lounge di LHR (fatta eccezione per il T3) e in particolare molto ma molto superiore alla lounge Lufthansa del T2.
Il volo delle 6 del mattino non è dei miei preferiti, però per il prezzo pagato (120 euro o qualcosa del genere fino a Tromso) non mi posso lamentare. Eccoci in atterraggio a Oslo in una bellissima giornata di sole.
Arrivo a Tromso nel pomeriggio e ne approfitto per un giro serale sul porto.
Il giorno successivo io e il mio amico Alfie, lo stesso compagno di viaggio della Groenlandia (vedi TR qui: https://www.aviazionecivile.it/forum/threads/tr-kalaallit-nunaat-i-ghiacci-del-nord.144488/) decidiamo di andare a piedi in cima alla montagna che domina la città, molto bella.
Di strada, la cattedrale dell’Artico
E si torna in aeroporto dove inizierà la nostra avventura per tutto il nord della Norvegia a bordo di quel gioellino che è Wideroe, la più grande compagnia regionale del Nord Europa.
L’obiettivo è raggiungere Capo Nord. L’aeroporto più vicino è quello della piccolina cittadina di Honningsvag, collegata a volte con voli diretti a Tromso e altre volte via l’ancor più piccola Hammrfest. Oggi il volo sarà diretto e operato, come sempre, da un Dash 8-100 che è quasi l’unica tipologia di aereo nella flotta di Wideroe (45 Dash-8 di vari modelli su un totale di 48 aeromobili).
In questi luoghi sperduti nel nord della Norvegia Wideroe opera un servizio molto similare a quello di un autobus. Il volo è infatti da Tromso fino a Kirkenes, l’altra città di dimensioni maggiori dell’estremo nord, ma ferma in altre 4 cittadine lungo “la strada”. Noi effettueremo esattamente questo viaggio ma fermandoci in ogni posto, per assaporare un po’ di questi luoghi magici.
Dopo la notte passata all’Hotel Scandic di Honningvag (ottima catena scandinava) decidiamo di raggiungere Capo Nord coi mezzi pubblici. Capo Nord è un posto, come immaginerete, estremamente turistico, soprattutto pieno di Americani in crociera. E’ raggiungibile solo in due modi: con tour organizzati estremamente cari, o con un unico bus pubblico che parte da Honningsvag 1 sola volta al giorno. I tour costano circa sui 60 euro, il bus pubblico 5 – ed è quasi del tutto vuoto.
Qualche foto lungo la strada.
Ed eccoci a Capo Nord, il FINTO punto più a nord del continente Europeo.
N.B. in realtà il punto più a nord è un’altra penisola vicina a Capo Nord che si chiama Cape Nordkinn. Però questo punto è raggiungibile solo a piedi, dopo 7 o 8 ore di camminata non facile dal paese più vicino. Anche per questo questa notizia non viene per niente pubblicizzata, è più facile portare gli Americani a Nordkapp dove i bus li lasciano a nemmeno 50 metri dal monumento che rappresenterebbe il nord del vecchio continente.
Che dire di Capo Nord? Bello per carità ma estremamente romanzato. E’ un posto da bucket list ma non un posto dove tornerei. A parte infatti le mandrie yankees, è un posto dove per entrare nell’unico bagno o ristorante bisogna pagare un biglietto di ingresso. Vi dico solo questo – avevo voglia di un caffè, dal costo di 6 euro, ma per “accedere al bar” bisognava prima pagare un ticket di ingresso di 35 euro e solo dopo pagare i 6 euro di caffè. Ovviamente ho rinunciato.
Torniamo col bus pubblico a Honninsvag e ci dirigiamo immediatamente per pranzo al ristorante di pesce “Corner Spiseri” famoso per le bistecche di balena (molto saporita!)
Dopo pranzo decidiamo invece di fare una bella camminata, ovvero l’hike di Nordkapptrappa che porta, in circa 1h30 di costante ascesa per scalini, in cima al monte che domina la baia. Che posto magico!
Torniamo in serata in aeroporto per la seconda tratta del nostro viaggio che ci porterà stavolta all’aeroporto più a nord del continente Europeo, quello di Mehamn (si lo so che l’aeroporto delle Svalbard è più a nord, Mehamn però è quello più a nord del mainland Europe).Mehamn vanta anche una delle piste più corte d'Europa (nell'aviazione commerciale), solo 880 metri di lunghezza.
L’ingresso alla sala imbarchi.
Mehman è un piccolissimo villaggio di pescatori con una fiorente comunità Ucraina. L’aeroporto è alle porte del paese ed è facile raggiungere l’homestay dove ci fermiamo per la notte.
Spendiamo il giorno successivo esplorando i dintorni. A Mehamn infatti, a differenza di Honningvag, il turismo è quasi del tutto assente ed è un posto dove si può gustare la vera vita del nord della Norvegia.
Il prino obiettivo è una camminata fino al bordo del Mare di Barents dove, scopro, ci sono delle vecchie fortificazioni naziste in quanto Mehamn venne occupata dalla Germania per la sua posizione strategica sul mare “sovietico”. Ecco i resti delle fortiificazioni.
E la bellissima vista sul Mare di Barents che, per quanto possa sembrare un posto idilliaco, scopro essere uno dei mari più inquinati al mondo a causa non solo della pesca intensiva ma anche dei tanti test nucleari effettuati dall’Unione Sovietica sull’Isola di Novaya Zemlya.
Delle foto di Mehamn.
A pranzo si va al “museo di Babbo Natale”. E’ un pub (l’unico del paese) dove la musica country la fa da padrone e dove il proprietario ha allestito la più grande mostra di oggetti natalizi al mondo. Non visitiamo il museo ma mangiamo un ottimo spezzatino di renna.
In serata è di nuovo ora di tornare in aeroporto.
Piccola side-story. In questi aeroporti sperduti del nord della Norvegia non esistono mezzi pubblici e l’unico modo per raggiungere il centro abitato è chiamare un taxi (non ce ne sono in aeroporto) con un numero generalmente appeso nella piccolissima sala partenze. I taxi norvegesi sono davvero estremanente cari (nell’ordine di 15 euro ogni 5 minuti di strada) e, data la vicinanza dell’aeroporto a Mehamn (una ventina di minuti a piedi) e le strade che, pur senza marciapiedi sono quasi sempre completamente deserte, decidiamo di camminare verso l’aeroporto.
Il volo di oggi sarà verso l’anomina cittadina di Vadso. E’ un volo pressochè vuoto, siamo gli unici due passeggeri a fare il check-in e il volo proveniente da Honningsvag ha forse altre 2 o 3 persone a bordo in tutto. L’unica hostess è sempre la stessa di tutti i voli precedenti, ormai ci conosce per nome e appena saliti ci fa “la dimostrazione di sicurezza penso l’abbiate già vista, facciamo che partiamo subito?”.
Intanto la mia valigia ha avuto un “taxi personale” verso l’aeromobile, peraltro distante forse una ventina di passi dal terminal.
Vadso è davvero una cittadina anonima. Non c’è un granchè da fare. Gli unici posti degni di nota sono l’orribile cattedrale.
E il “mast” del punto da dove Umberto Nobile (con Roald Amundsen) partì per l’esplorazione del polo nord, lo ammiro solo in lontananza in quanto reputo la camminata per raggiungerlo non meritevole. 50 minuti a piedi nel vento gelido per vedere un palo? Sarò stupido io, ma no grazie haha
Foto di repertorio
Per fortuna dobbiamo rimanere poche ore e tornare in aeroporto per quello che è uno dei voli più corti al mondo, quello da Vadso e Kirkenes, ultima nostra tratta su Wideroe. Per l’aeroporto di Vadso c’è un bus per fortuna, anche se il mio amico Alfie decide di farsi 1h30 a piedi per risparmiare i 4 euro di biglietto J
Il volo da Vadso a Kirkenes dura la bellezza di 6 minuti e 30 secondi.
Ed eccoci a Kirkenes, la cittadina più grande del nord della Norvegia con 3404 abitanti.
Il giorno successivo, dopo aver noleggiato un auto, ci dirigiamo nel nord della Finlandia. Ecco qualche foto.
Ed al ritorno decidiamo di visitare l’ex posto di confine fra Norvegia e Russia, oggi completamente abbandonato.
Ma comunque sorvegliato. Nemmeno il tempo di avvicinarci al cancello e si dirige verso di noi una pattuglia dell’esercito Norvegese che deve averci “avvistato” dalla vedetta in cima alla montagna. Un breve saluto e ce ne andiamo.
A Kirkenes alloggiamo in una bellissima cabina sul fiordo principale della città e a circa 500 metri dal confine Russo.
“Posso vedere la Russia dalla mia finestra” (cit.)
Dove peraltro è parcheggiato questo van. Coraggioso.
Il giorno successivo decidiamo di visitare una bellissima spiaggia a Nord di Kirkenes chiamata Grense Jakobselv, la spiaggia è metà Norvegese e metà Russa ed è davvero molto bella.
Si guida letteralmente sul confine. In alcuni tratti la Russia è non più distante di 5 metri, basterebbe attraversare il ruscello che corre fra i due paesi. L’unico segno del confine sono questi pali colorati.
Torre di guardia russa in lontananza
Il giorno dopo si torna in aeroporto. Gli ormai famosi “paletti” che segnano i confini fra Russia, Norvegia e Finlandia sono tutti assieme davanti al terminal, a rappresentare, dice il monumento, l’amicizia fra i tre popoli.
e sempre con SAS si torna, questa volta, a Milano via Oslo e Copenhagen. Opto per la Premium di SAS, che costava solo una 40ina di euro in più e viene con valigia e piccolo pasto gratuito.
SAS è appena entrata in SkyTeam, e in lounge ci sono dei piccoli banchi per festeggiare il cambio di alleanza. Lo staff è presente per spiegare le ragioni, i FF non sembrano contenti.
[FINE]
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