Non ho mai capito perchè ci sono pochissimi TR sul nazionale. Eppur io li leggerei con piacere; sarà che sono affascinato dagli aeroporti minori della nostra penisola, sarà che sono rotte quasi sempre operate dalle stesse low cost (e quindi un volo vale l'altro), ma qualcuno dovrà pur riempire questo buco. Iniziamo il nostro racconto dall'estrema punta dello stivale, nell'unico aeroporto senza low cost
Siamo a Reggio Calabria, nella calda e afosa estate in cui cade il 50esimo anniversario dal ritrovamento dei Bronzi di Riace. Aeroporto noto ai più (o meglio non noto proprio, dato che ci viaggiano solo i reggini) per essere alle porte dello Stretto (anche se i messinesi viaggiano da Catania, ma quella è un'altra storia...).
In un pomeriggio di fine agosto, al rientro dalle vacanze, l'esterno dell'aerostazione si presenta così:
Con la coda dell'occhio è possibile scorgere una balla di fieno che vola via...
L'interno non è tanto meglio rispetto all'esterno (anche se gli stickers azzurri di ITA danno una ventata di colore che non mi dispiace). Nonostante i pochi voli, ai banchi c'è un po' di coda.
Passati i controlli, ecco l'area sterile: 2 gates (fino a qualche anno fa erano 4, ma fasulli, con mezzo banchetto ciascuno), un piccolo bar e un bel po' di posti a sedere (in verità neanche tanti, dato che sul volo eravamo una 90ina e la zona partenze sembrava piena all'inverosimile). Però c'è almeno l'aria condizionata, cosa da non sottovalutare.
La situazione: rispetto ai due voli giornalieri per Linate e il singolo per Fiumicino, oggi è un giorno speciale perchè c'è anche il volo stagionale per Torino di un'altra compagnia blu. Giusto per non sbagliare colori, anche il tabellone è blu.
Nel frattempo atterra un elicottero. AirPanarea opera dei voli turistici (€€€) per le Eolie, facendo tappa spesso anche a REG.
E come se non bastasse, in lontananza si vede altro blu tra il mare e il cielo.
Finalmente arriva EI-IMF, rigorosamente ancora in livrea Alitalia, che ci porterà a Roma nella prima parte del viaggio.
Imbarco rigorosamente a piedi (d'altronde non ci sono bus e l'aereo è esattamente fuori dalle partenze).
Non ho mai capito perchè AZ ha un pitch differente a seconda del posto: qui siamo in fila 6 (dietro la tendina dei famosi posti col sedile centrale bloccato all'occorrenza) e si sta divinamente; in coda invece sembra di viaggiare su una low cost. Una via di mezzo per tutto l'aereo?
Strani incontri con veicoli giusti nel posto sbagliato. Ma lui non lo sa e se ne frega:
Il piazzale è decisamente desolato. Fino a qualche anno fa poteva capitare di trovare a volte anche 3 aerei in contemporanea.
Questa è una foto di repertorio dell'ormai lontano 2018: due aerei con Blue nel nome, e un altro che entro pochi anni sarebbe diventato blu. Eppur una volta in questo aeroporto c'erano solo aerei verdi (i mitici MD80 in livrea Landor).
Ritorniamo al presente: dopo aver ricordato tempi migliori, è ora di partire. Rullaggio direttamente sulla runway (come solo gli aeroporti di provincia sanno regalare) e in un lampo si decolla, vista mare.
Passaggio sull'altra sponda e un saluto a Messina.
Volo tranquillo, e in meno di un'ora siamo a Roma. Pronti ad attraccare al nuovo molo A. Il nostro A319 proseguirà per Nizza.
E' la prima volta che arrivo al nuovo molo; e sinceramente il primo impatto è super positivo.
Vetrate, vetrate ovunque. C'è luce naturale in abbondanza. Rispetto al molo E con sola luce artificiale, questo è veramente molto bello. Mi ricorda BCN; inoltre è tutto spazioso, arioso e sopratutto dovunque guardi vedi degli aerei.
Gli schermi raffiguranti la città sono una chicca davvero interessante. Inoltre il numero del gate scritto a caratteri cubitali permette di vederlo anche a decine di metri. Stendiamo un velo pietoso sulla numerazione senza senso (almeno se in futuro dovranno riorganizzarla, son tutti display e il numero di cartelli da cambiare sarà ridotto).
Unica nota dolente: nonostante l'aria condizionata sparata, avvicinandosi alle vetrare fa caldo. E' forse l'unico svantaggio nell'avere un edificio così luminoso. Inoltre i bagni sono davvero mignon: sono solo due posti all'inizio e in fondo, ma troppo piccoli e con fila pure nel bagno dei maschi. SACRILEGIO! Quelli del molo B a confronto sembravano un mondo. Carina l'idea del bar stile chioschetto.
Ritornando a parlare di aerei, ecco il mitico EI-DSZ, ultimo highlander sopravvissuto a tre Alitalie diverse e ad una ITA Airways. Non male.
Un bel po' di aerei verdi: in lontananza un paio di stored in attesa di giorni migliori.
Mi aspettavo di vedere il molo pieno di aerei azzurri e con tanto azzurro anche dentro. Sarebbe stato bello se il molo A potesse diventare come fu il molo B per la defunta Alitalia.
Scatto artistico. Tutti queste vetrate si prestano tantissimo alle foto.
Momento polemica: FCO è l'unico aeroporto in Italia che è riuscita a sfruttare il terribile periodo con i pax ridotti all'osso a causa della pandemia accelerare il processo di ristrutturazione. Il molo A è un gioiellino. Possibile che nessuno abbia fatto un bel TR tappezzandolo di foto per poter godere di così tanta vetrosità anche a chi come me ha dovuto aspettare mesi per vederlo?!
Nel frattempo imbarchiamo: EI-IMW (oggi purtroppo solo A319) che ci porterà a Torino, destinazione del nostro viaggio.
Terminiamo l'imbarco con ben 20 minuti d'anticipo, ma due passeggeri non si presentano e dovremmo attendere che i loro bagagli da stiva vengano sbarcati, regalandoci 45 minuti di ritardo. Volo abbastanza pienotto, nonostante siamo sul più piccolo della 320 family.
Sfrutto l'occasione per un'altra foto artistica con un A320 blu e altri due riflessi.
A parte i poggiatesta, l'interno ha ancora troppi elementi di Alitalia, con un mix che francamente mi confonde e disturba un po'.
Smetto di fissare quel defunto logo e mi dedico ad una lettura utile in caso di ammaraggio.
Secondo volo abbastanza tranquillo, e dopo mezz'ora abbiamo iniziato la discesa. In lontananza, si vede benissimo l'aeroporto di Genova.
Doppia virata per evitare questa nuvola dalla forma di fungo atomico.
Porta Susa e il grattacielo dell'Intesa San Paolo (il primo dei due grattacieli della città)
Dalla collina ci guarda Superga. Se passate da Torino consiglio vivamente di farci un salto.
Ed eccoci finalmente a terra.
Il leitmotiv di questo viaggio sono gli aerei blu. Inutile ribadirlo ulteriormente. Molto bella la nuova livrea di Blueair.
L'aerostazione di Torino. Una delle mie preferite in Italia.
Un po' di fauna locale: il 737-500 basato a Caselle pronto per partire verso Reggio, la nostra meta di partenza; un AirDolomiti (ormai unica compagnia ad usare marche italiane) diretto a Monaco e un altro BlueAir diretto in Romania, a Bacau.
Sbarco dal ponte e saluto al nostro 319 che ritornerà a breve nella capitale.
Girando lo sguardo, un A321 diretto anch'esso in Calabria, ma questa volta a Lamezia.
E infine, una foto che manca sempre nei TR: il ritiro bagagli. Non capisco perchè nessuno dedica mai spazio agli arrivi mentre è pieno di foto delle aree partenze. Cos'è questa discriminazione?!
Sicuramente non sarà un trip report esotico o con decine di aerei differenti, ma spero che nonostante la banalità di un volo con scalo nazionale sud-nord, possa risultare gradevole.
Siamo a Reggio Calabria, nella calda e afosa estate in cui cade il 50esimo anniversario dal ritrovamento dei Bronzi di Riace. Aeroporto noto ai più (o meglio non noto proprio, dato che ci viaggiano solo i reggini) per essere alle porte dello Stretto (anche se i messinesi viaggiano da Catania, ma quella è un'altra storia...).
In un pomeriggio di fine agosto, al rientro dalle vacanze, l'esterno dell'aerostazione si presenta così:
Con la coda dell'occhio è possibile scorgere una balla di fieno che vola via...
L'interno non è tanto meglio rispetto all'esterno (anche se gli stickers azzurri di ITA danno una ventata di colore che non mi dispiace). Nonostante i pochi voli, ai banchi c'è un po' di coda.
Passati i controlli, ecco l'area sterile: 2 gates (fino a qualche anno fa erano 4, ma fasulli, con mezzo banchetto ciascuno), un piccolo bar e un bel po' di posti a sedere (in verità neanche tanti, dato che sul volo eravamo una 90ina e la zona partenze sembrava piena all'inverosimile). Però c'è almeno l'aria condizionata, cosa da non sottovalutare.
La situazione: rispetto ai due voli giornalieri per Linate e il singolo per Fiumicino, oggi è un giorno speciale perchè c'è anche il volo stagionale per Torino di un'altra compagnia blu. Giusto per non sbagliare colori, anche il tabellone è blu.
Nel frattempo atterra un elicottero. AirPanarea opera dei voli turistici (€€€) per le Eolie, facendo tappa spesso anche a REG.
E come se non bastasse, in lontananza si vede altro blu tra il mare e il cielo.
Finalmente arriva EI-IMF, rigorosamente ancora in livrea Alitalia, che ci porterà a Roma nella prima parte del viaggio.
Imbarco rigorosamente a piedi (d'altronde non ci sono bus e l'aereo è esattamente fuori dalle partenze).
Non ho mai capito perchè AZ ha un pitch differente a seconda del posto: qui siamo in fila 6 (dietro la tendina dei famosi posti col sedile centrale bloccato all'occorrenza) e si sta divinamente; in coda invece sembra di viaggiare su una low cost. Una via di mezzo per tutto l'aereo?
Strani incontri con veicoli giusti nel posto sbagliato. Ma lui non lo sa e se ne frega:
Il piazzale è decisamente desolato. Fino a qualche anno fa poteva capitare di trovare a volte anche 3 aerei in contemporanea.
Questa è una foto di repertorio dell'ormai lontano 2018: due aerei con Blue nel nome, e un altro che entro pochi anni sarebbe diventato blu. Eppur una volta in questo aeroporto c'erano solo aerei verdi (i mitici MD80 in livrea Landor).
Ritorniamo al presente: dopo aver ricordato tempi migliori, è ora di partire. Rullaggio direttamente sulla runway (come solo gli aeroporti di provincia sanno regalare) e in un lampo si decolla, vista mare.
Passaggio sull'altra sponda e un saluto a Messina.
Volo tranquillo, e in meno di un'ora siamo a Roma. Pronti ad attraccare al nuovo molo A. Il nostro A319 proseguirà per Nizza.
E' la prima volta che arrivo al nuovo molo; e sinceramente il primo impatto è super positivo.
Vetrate, vetrate ovunque. C'è luce naturale in abbondanza. Rispetto al molo E con sola luce artificiale, questo è veramente molto bello. Mi ricorda BCN; inoltre è tutto spazioso, arioso e sopratutto dovunque guardi vedi degli aerei.
Gli schermi raffiguranti la città sono una chicca davvero interessante. Inoltre il numero del gate scritto a caratteri cubitali permette di vederlo anche a decine di metri. Stendiamo un velo pietoso sulla numerazione senza senso (almeno se in futuro dovranno riorganizzarla, son tutti display e il numero di cartelli da cambiare sarà ridotto).
Unica nota dolente: nonostante l'aria condizionata sparata, avvicinandosi alle vetrare fa caldo. E' forse l'unico svantaggio nell'avere un edificio così luminoso. Inoltre i bagni sono davvero mignon: sono solo due posti all'inizio e in fondo, ma troppo piccoli e con fila pure nel bagno dei maschi. SACRILEGIO! Quelli del molo B a confronto sembravano un mondo. Carina l'idea del bar stile chioschetto.
Ritornando a parlare di aerei, ecco il mitico EI-DSZ, ultimo highlander sopravvissuto a tre Alitalie diverse e ad una ITA Airways. Non male.
Un bel po' di aerei verdi: in lontananza un paio di stored in attesa di giorni migliori.
Mi aspettavo di vedere il molo pieno di aerei azzurri e con tanto azzurro anche dentro. Sarebbe stato bello se il molo A potesse diventare come fu il molo B per la defunta Alitalia.
Scatto artistico. Tutti queste vetrate si prestano tantissimo alle foto.
Momento polemica: FCO è l'unico aeroporto in Italia che è riuscita a sfruttare il terribile periodo con i pax ridotti all'osso a causa della pandemia accelerare il processo di ristrutturazione. Il molo A è un gioiellino. Possibile che nessuno abbia fatto un bel TR tappezzandolo di foto per poter godere di così tanta vetrosità anche a chi come me ha dovuto aspettare mesi per vederlo?!
Nel frattempo imbarchiamo: EI-IMW (oggi purtroppo solo A319) che ci porterà a Torino, destinazione del nostro viaggio.
Terminiamo l'imbarco con ben 20 minuti d'anticipo, ma due passeggeri non si presentano e dovremmo attendere che i loro bagagli da stiva vengano sbarcati, regalandoci 45 minuti di ritardo. Volo abbastanza pienotto, nonostante siamo sul più piccolo della 320 family.
Sfrutto l'occasione per un'altra foto artistica con un A320 blu e altri due riflessi.
A parte i poggiatesta, l'interno ha ancora troppi elementi di Alitalia, con un mix che francamente mi confonde e disturba un po'.
Smetto di fissare quel defunto logo e mi dedico ad una lettura utile in caso di ammaraggio.
Secondo volo abbastanza tranquillo, e dopo mezz'ora abbiamo iniziato la discesa. In lontananza, si vede benissimo l'aeroporto di Genova.
Doppia virata per evitare questa nuvola dalla forma di fungo atomico.
Porta Susa e il grattacielo dell'Intesa San Paolo (il primo dei due grattacieli della città)
Dalla collina ci guarda Superga. Se passate da Torino consiglio vivamente di farci un salto.
Ed eccoci finalmente a terra.
Il leitmotiv di questo viaggio sono gli aerei blu. Inutile ribadirlo ulteriormente. Molto bella la nuova livrea di Blueair.
L'aerostazione di Torino. Una delle mie preferite in Italia.
Un po' di fauna locale: il 737-500 basato a Caselle pronto per partire verso Reggio, la nostra meta di partenza; un AirDolomiti (ormai unica compagnia ad usare marche italiane) diretto a Monaco e un altro BlueAir diretto in Romania, a Bacau.
Sbarco dal ponte e saluto al nostro 319 che ritornerà a breve nella capitale.
Girando lo sguardo, un A321 diretto anch'esso in Calabria, ma questa volta a Lamezia.
E infine, una foto che manca sempre nei TR: il ritiro bagagli. Non capisco perchè nessuno dedica mai spazio agli arrivi mentre è pieno di foto delle aree partenze. Cos'è questa discriminazione?!
Sicuramente non sarà un trip report esotico o con decine di aerei differenti, ma spero che nonostante la banalità di un volo con scalo nazionale sud-nord, possa risultare gradevole.