Agosto. Caldo torrido a malapena sopito dalle raffiche di meltemi. Mentre sorseggio il mio frappè, mi viene posta la domanda: “Ma perché siamo di nuovo venuti a Samos? Cioè, non mi fraintendere, ma con tutta questa gente diventa stancante. Io volevo andare a Reykjavík!”.
Beh, sai che c’è? Ci andiamo.
Detto, fatto. Ancora steso al sole dell’Egeo, prenoto con SAS, opzione migliore per una breve vacanza pasquale, sfruttando il ponte del 25 aprile e cogliendo l’occasione per volare di nuovo con Icelandair in codeshare.
Per me sarà la prima volta con SAS. I voli saranno operati con dei banali A320neo, mentre Icelandair (scongiurando cambi di aeromobile dell’ultimo minuto, come talvolta accade) promette un po’ d’aria retrò con uno dei suoi 767-300.
Avevo accarezzato l’idea di un MXP-KEF diretto con 757, ma i costi esorbitanti e le frequenze non adatte ai nostri scopi mi hanno, purtroppo, fatto desistere.
Nei mesi successivi inizio a costruire l’itinerario e prenoto una macchina a noleggio con Blue Car Rental, a un prezzo che non voglio nemmeno immaginare.
In generale, il tasso di cambio fra euro e corone islandesi resterà, se non un mistero vero e proprio, qualcosa di indefinito. Non tanto perché non ci sia modo di capirlo, beninteso: Google funziona a meraviglia anche in Islanda. Vedetela come una banale misura di autotutela secondo l’antico detto islandese “Úr augsýn, úr huga – fáfræði er sæla”. Insomma, preferisco proprio non saperlo.
Si va, dunque. Sono talmente poco abituato a viaggi non in contesti urbani o balneari che devo prima dotarmi di qualche indumento adatto al meteo imprevedibile. Consorte e prole sono già equipaggiate – già, perché si parte con il centro di costo al seguito e l’itinerario è tarato di conseguenza, con quello che spero sarà un buon equilibrio fra l’avventura e delle tappe dal sapore più borghese.
Anche per questo motivo, oltre che sulla base dei miei ricordi della mia prima visita nel 2003, ci limiteremo alla metà meridionale del Paese. Vale a dire che si arriverà fino a Höfn prima di rientrare verso ovest, in prossimità di Padova. Per chi non lo sapesse, è appunto vicina all’Islanda:
MXP-OSL-KEF
Arrivo al mercoledì prima di Pasqua totalmente impreparato e faccio i bagagli alla bell’è meglio. Il check-in online di SAS funziona senza problemi e salvo le carte d’imbarco. Noto che la mia ha un colore diverso rispetto a quelle di consorte ed erede: idea semplice ed efficace per permettere al titolare dell’account di identificare subito la propria carta d’imbarco.
Si parte dalla brughiera, e dato l’orario umano, andiamo di S13 e Malpensa Express. Che cos’abbia di “Express”, poi, non lo so: pagherei più volentieri 13 euro o anche di più se fosse un vero treno dedicato senza fermate intermedie, ma tant’è.
Superata la triste stazione del T1 e la lenta fila al check-in, depositiamo i bagagli e anche un trolley su suggerimento dell’addetta al banco, la quale per la verità sembra un po’ persa nell’iperuranio.
Con la coda dell’occhio scorgo un aereo Lufthansa in atterraggio: un A350 da MUC. Che ci fa qui?
Ai controlli si va di fast track per evitare code o, in alternativa, la family lane ancora equipaggiata con i vecchi scanner: se c’è la possibilità di usare quelli nuovi, ormai non si torna più indietro.
Tempo infame e A350-1000 Etihad al satellite B.
Il satellite A si presenta sempre fatiscente. Non si pretende di essere ai livelli di eccellenza di Fiumicino, ma almeno una rinfrescata come in altre parti del terminal, o come a Linate... Chissà se e quando cambierà.
MXP-OSL
SK4718
11:20-13:55 (ATD 11:57 – ATA 14:03)
Airbus A320-251N | msn 9312 | first flight: 11/10/2019
SE-ROJ “Skule Viking”
Seat 21E
Imbarchiamo in orario di fianco a un 777 Privilege Style e veniamo accolti dalla classica affabilità scandinava. Cabina gradevole, seppure molto scura, con pitch nella media. Il volo è privo di segni particolari, e il servizio è buy on board, a esclusione di tè, caffè e acqua.
Apprezzabile la consapevolezza nel mettere il sacchetto direttamente all’interno del menù.
A OSL il tempo è bigio.
L’aeroporto in sé è abbastanza gradevole, ma non lascia il segno. Anzi, basta mezz’ora e già non vedo l’ora di andarmene: nell’area dedicata ai voli Schengen pare non esista più l’area bimbi, e già temo il peggio… per poi constatare che l’erede, tutto sommato, affronta la cosa con filosofia. Sia come sia, mangio un fish & chips decente.
OSL-KEF
SK4785
16:35-17:25 (ATD 16:55 – ATA 17:18)
Airbus A320-251N | msn 12028 | first flight: 13/03/2024
SE-RUO
Seat 23B
Finalmente inizia l’imbarco per Pad—ehm, per Keflavík. Di nuovo un A320neo, e con un bel contingente di passeggeri italiani. Ancora mi fa uno strano effetto vedere SAS in Skyteam.
De-icing prima di decollare, in leggero ritardo.
Il volo è sostanzialmente una fotocopia del primo, con la differenza che ho prenotato un pasto per l’erede perché non si sa mai: pollo e verdure ok, pasta di cartone, ma va bene così.
Inizia l’avvicinamento a KEF. Fuori il paesaggio si fa decisamente interessante: si vede molto bene il ghiacciaio Mýrdalsjökull.
L'area geotermica di Gunnuhver.
Velkomin til Íslands!
Un po’ di fauna locale.
Sono le 17equalcosa e si vede pure il sole, ovviamente ancora alto. La mente ritorna al 2003 e le sensazioni di felicità sono simili. Allo stesso tempo, intuisco subito gli effetti del boom del turismo. Avremo modo di parlarne più avanti.
Per ora, recuperiamo gli averi e usciamo verso l’Islanda, dove troviamo rapidamente il pullman per Reykjavik passando accanto ai cantieri di ampliamento del terminal. Procedura di imbarco e controllo biglietti molto rilassata, quasi alla greca, così come il transfer ai minibus che portano direttamente agli hotel.
Quello con la Grecia è un paragone che ci capiterà di fare spesso: qui in Islanda è tutto molto easy, a volte è più sgarrupata di quanto non ti aspetteresti, ma alla fine funziona sempre tutto, proprio come nel mio amato Egeo. Con i dovuti distinguo, certo. Ma l’impressione è quella e non fa che confermare la mia affinità per questa terra remota.
Per restare in tema, la già citata autodifesa dalla conoscenza del tasso di cambio ci porterà a parlare non di corone islandesi, bensì di dracme.
Ma iniziamo a esplorarla insieme, questa terra, in comodi capitoli tascabili, consapevole del rischio di sfociare nella didascalia in ordine cronologico.
Continua...
Beh, sai che c’è? Ci andiamo.
Detto, fatto. Ancora steso al sole dell’Egeo, prenoto con SAS, opzione migliore per una breve vacanza pasquale, sfruttando il ponte del 25 aprile e cogliendo l’occasione per volare di nuovo con Icelandair in codeshare.
Per me sarà la prima volta con SAS. I voli saranno operati con dei banali A320neo, mentre Icelandair (scongiurando cambi di aeromobile dell’ultimo minuto, come talvolta accade) promette un po’ d’aria retrò con uno dei suoi 767-300.
Avevo accarezzato l’idea di un MXP-KEF diretto con 757, ma i costi esorbitanti e le frequenze non adatte ai nostri scopi mi hanno, purtroppo, fatto desistere.
Nei mesi successivi inizio a costruire l’itinerario e prenoto una macchina a noleggio con Blue Car Rental, a un prezzo che non voglio nemmeno immaginare.
In generale, il tasso di cambio fra euro e corone islandesi resterà, se non un mistero vero e proprio, qualcosa di indefinito. Non tanto perché non ci sia modo di capirlo, beninteso: Google funziona a meraviglia anche in Islanda. Vedetela come una banale misura di autotutela secondo l’antico detto islandese “Úr augsýn, úr huga – fáfræði er sæla”. Insomma, preferisco proprio non saperlo.
Si va, dunque. Sono talmente poco abituato a viaggi non in contesti urbani o balneari che devo prima dotarmi di qualche indumento adatto al meteo imprevedibile. Consorte e prole sono già equipaggiate – già, perché si parte con il centro di costo al seguito e l’itinerario è tarato di conseguenza, con quello che spero sarà un buon equilibrio fra l’avventura e delle tappe dal sapore più borghese.
Anche per questo motivo, oltre che sulla base dei miei ricordi della mia prima visita nel 2003, ci limiteremo alla metà meridionale del Paese. Vale a dire che si arriverà fino a Höfn prima di rientrare verso ovest, in prossimità di Padova. Per chi non lo sapesse, è appunto vicina all’Islanda:
MXP-OSL-KEF
Arrivo al mercoledì prima di Pasqua totalmente impreparato e faccio i bagagli alla bell’è meglio. Il check-in online di SAS funziona senza problemi e salvo le carte d’imbarco. Noto che la mia ha un colore diverso rispetto a quelle di consorte ed erede: idea semplice ed efficace per permettere al titolare dell’account di identificare subito la propria carta d’imbarco.
Si parte dalla brughiera, e dato l’orario umano, andiamo di S13 e Malpensa Express. Che cos’abbia di “Express”, poi, non lo so: pagherei più volentieri 13 euro o anche di più se fosse un vero treno dedicato senza fermate intermedie, ma tant’è.
Superata la triste stazione del T1 e la lenta fila al check-in, depositiamo i bagagli e anche un trolley su suggerimento dell’addetta al banco, la quale per la verità sembra un po’ persa nell’iperuranio.
Con la coda dell’occhio scorgo un aereo Lufthansa in atterraggio: un A350 da MUC. Che ci fa qui?
Ai controlli si va di fast track per evitare code o, in alternativa, la family lane ancora equipaggiata con i vecchi scanner: se c’è la possibilità di usare quelli nuovi, ormai non si torna più indietro.
Tempo infame e A350-1000 Etihad al satellite B.
Il satellite A si presenta sempre fatiscente. Non si pretende di essere ai livelli di eccellenza di Fiumicino, ma almeno una rinfrescata come in altre parti del terminal, o come a Linate... Chissà se e quando cambierà.
MXP-OSL
SK4718
11:20-13:55 (ATD 11:57 – ATA 14:03)
Airbus A320-251N | msn 9312 | first flight: 11/10/2019
SE-ROJ “Skule Viking”
Seat 21E
Imbarchiamo in orario di fianco a un 777 Privilege Style e veniamo accolti dalla classica affabilità scandinava. Cabina gradevole, seppure molto scura, con pitch nella media. Il volo è privo di segni particolari, e il servizio è buy on board, a esclusione di tè, caffè e acqua.
Apprezzabile la consapevolezza nel mettere il sacchetto direttamente all’interno del menù.
A OSL il tempo è bigio.
L’aeroporto in sé è abbastanza gradevole, ma non lascia il segno. Anzi, basta mezz’ora e già non vedo l’ora di andarmene: nell’area dedicata ai voli Schengen pare non esista più l’area bimbi, e già temo il peggio… per poi constatare che l’erede, tutto sommato, affronta la cosa con filosofia. Sia come sia, mangio un fish & chips decente.
OSL-KEF
SK4785
16:35-17:25 (ATD 16:55 – ATA 17:18)
Airbus A320-251N | msn 12028 | first flight: 13/03/2024
SE-RUO
Seat 23B
Finalmente inizia l’imbarco per Pad—ehm, per Keflavík. Di nuovo un A320neo, e con un bel contingente di passeggeri italiani. Ancora mi fa uno strano effetto vedere SAS in Skyteam.
De-icing prima di decollare, in leggero ritardo.
Il volo è sostanzialmente una fotocopia del primo, con la differenza che ho prenotato un pasto per l’erede perché non si sa mai: pollo e verdure ok, pasta di cartone, ma va bene così.
Inizia l’avvicinamento a KEF. Fuori il paesaggio si fa decisamente interessante: si vede molto bene il ghiacciaio Mýrdalsjökull.
L'area geotermica di Gunnuhver.
Velkomin til Íslands!
Un po’ di fauna locale.
Sono le 17equalcosa e si vede pure il sole, ovviamente ancora alto. La mente ritorna al 2003 e le sensazioni di felicità sono simili. Allo stesso tempo, intuisco subito gli effetti del boom del turismo. Avremo modo di parlarne più avanti.
Per ora, recuperiamo gli averi e usciamo verso l’Islanda, dove troviamo rapidamente il pullman per Reykjavik passando accanto ai cantieri di ampliamento del terminal. Procedura di imbarco e controllo biglietti molto rilassata, quasi alla greca, così come il transfer ai minibus che portano direttamente agli hotel.
Quello con la Grecia è un paragone che ci capiterà di fare spesso: qui in Islanda è tutto molto easy, a volte è più sgarrupata di quanto non ti aspetteresti, ma alla fine funziona sempre tutto, proprio come nel mio amato Egeo. Con i dovuti distinguo, certo. Ma l’impressione è quella e non fa che confermare la mia affinità per questa terra remota.
Per restare in tema, la già citata autodifesa dalla conoscenza del tasso di cambio ci porterà a parlare non di corone islandesi, bensì di dracme.
Ma iniziamo a esplorarla insieme, questa terra, in comodi capitoli tascabili, consapevole del rischio di sfociare nella didascalia in ordine cronologico.
Continua...
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