Premessa #1:
Questo racconto di viaggio prosegue la saga dei posti difficili, luoghi stigmatizzati ed incompresi che godono di una pessima reputazione nel mondo occidentale. Sia il viaggio che il racconto non sono per tutti. L’ho già detto più volte, non mi interessa il sensazionalismo, l’unico scopo è dare una prospettiva diversa alle cose, guardare da dentro senza pregiudizi, capire e per quanto mi è possibile condividere con chi invece ha deciso solo di osservare dall’altra parte del filo spinato. Si, è vero, si tratta di un altro di quei posti etichettato come DO NOT TRAVEL TO. Ma nello specifico cosa significa? Chi lo ha deciso? Il mondo può essere davvero diviso in buoni e cattivi? Io ho sempre creduto che siamo tutti fondamentalmente buoni ed è per questo che ancora una volta ho deciso di andare oltre gli stereotipi.
Comunque, per quelli che non amano l’idea che si possa esplorare un paese in queste condizioni, interrompete pure la lettura qui, ci sono centinaia di topic che parlano di orari comodi per il weekend. Per tutti gli altri, allacciate le cinture, si parte.
Premessa #2:
Quando ho iniziato a pianificare il viaggio in Libia, mi sono scontrato con un paio di problemi tecnici che non avevo mai avuto. Primo fra tutti il fatto che il paese è fondamentalmente chiuso al turismo. Per andarci bisogna avere una autorizzazione del ministero degli interni che solo tour operator specializzati e con contatti locali possono richiedere. Secondo, ci vuole la security, guardie che viaggiano sempre insieme al gruppo. I motivi non sono solo legati alla sicurezza, vedremo dopo. Terzo, bisogna scegliere quale parte del paese vedere, Tripolitania o Cirenaica, fare entrambe le aree del paese è molto complesso ed i costi diventerebbero davvero proibitivi. Quarto, viaggio molto spesso per lavoro, soprattutto in USA, finora non ho mai avuto grossi problemi con il mio visto B1/B2 ma con i nuovi chiari di Luna, questo ulteriore visto potrebbe darmi noie.
Detto ciò, dopo essere stato dichiarato cerebroleso dalla mia compagna, mi metto alla ricerca di possibili tour, agenzie, contatti e persone per settimane, finché dopo qualche tempo trovo la quadra. Un tour operator tedesco, basato in Irlanda e con gli agganci giusti a Tripoli. Per i voli, avrei voluto viaggiare con ITA ma i voli non ci sono quando mi servono, mi affido a Turkish, con scalo ad Istanbul, meeting point of the World. In totale saremo 12 di cui tre americani, un neozelandese, una slovacca, due tedesche, una caymaniana, una turca, una britannica, un danese. Sembra l’inizio di una barzelletta ma non lo è. L’incontro è a Tripoli. Con noi ci sarà la guida locale che ci aiuterà anche nelle procedure di immigrazione, due guardie, un autista e guardie locali che si aggiungeranno di volta in volta ad ogni visita durante il percorso
Libia, terra di deserto, storia e petrolio.
Lascio casa che fa freddo, siamo ad inizio Aprile ma qui la primavera non si vede ancora, il viaggio verso l’aeroporto di Zurigo è come al solito tranquillo e veloce, arrivo a ZRH, faccio i controlli di sicurezza e mi dirigo subito al molo E.
Nel tragitto becco un gruppo di giovincelli che stanno facendo il tour guidato dell’aeroporto. Magari una idea per il prossimo raduno di A/C?

Il terminal è silenziosissimo anche se a quest’ora ci sono un bel po’ di partenze.
Lui va a San Jose. Per me una delle livree più belle in circolazione

Lui ad Hong Kong

Lui a San Francisco

Mi avvio verso la Swiss Senator Lounge (foto della lounge nel thread dedicato), mangio un risotto agli asparagi, qualche nachos, una sfogliata a Cockpit

e poi mi dedico allo spotting dalla terrazza che oggi è aperta. Vista fenomenale sull’apron con tanto di binocolo Leica.




È ora di imbarcare.
Voli:
TK1914: ZRH - IST
TK0639: IST - MJI
Scalo molto lungo, con sosta notturna ad IST.
Ad IST oggi ci porta lui. TC-LYB

737 MAX 9, 6 anni di età. Configurazione: C16Y153
Business full, economy conto 5 posti liberi di cui due al mio fianco.
Lui va al Cairo

Iniziamo il rullaggio
Lui si prepara per Addis

Lui per Tampa

Stacchiamo puntuali, il volo prosegue tranquillo, buchiamo le nuvole ed il panorama è questo fino all’arrivo.

Come sempre sfrutto i miei 400MB di connessione gratuita a bordo.

Nel frattempo, viene servito il pranzo, pollo o pasta. Avendo fatto il pieno di carboidrati a terra, opto per l’opzione proteica.

Pollo buono, yogurt con cetriolo bocciato (si direbbe tzatziki ma questo è proprio yogurt e cetriolo), mousse al cioccolato non l’ho toccata. Bevo un tè, guardo un film e siamo ormai ad una ventina di minuti da IST. In avvicinamento, si vede il vecchio IST

tocchiamo terra in perfetto orario. Vi devo dire chi comanda qui?

Quando siamo quasi pronti per sbarcare, il primo ufficiale spiega a tutti che purtroppo ci sarà un ritardo nella procedura di sbarco perché il personale di terra deve essere prima perquisito.

Mai successo prima in vita mia. Passano una ventina di minuti, finalmente si esce.
Sono quasi le 19:00, avrei potuto usufruire dell’albergo offerto da TK o delle suite nella lounge per il lungo scalo notturno, ma l’idea di starmene in aeroporto così a lungo non mi alletta, quindi stasera si dorme fuori.

Immigrazione abbastanza veloce, la coda è praticamente una costante qui. Domani si parte alle 7:00 per MJI. Quando esco dal terminal mi accorgo che fa più freddo che a Zurigo, mi infilo in un taxi, direzione Arnavutköy. 10 minuti sono in hotel. L’albergo è nuovo e pulito ma si trova letteralmente nel nulla. L’unica cosa degna di nota, l’equipaggio S7 stravaccato sui divanetti della hall.

Per cena, non trovo nient’altro che un domino pizza. Mi faccio coraggio, pizza mushrooms size M ed una coca zero.

Il giorno dopo alle 5:10 sono già in aeroporto, a quest’ora c’è ancora poca gente, 10 minuti e sono airside. Pensavo peggio. Poco male avrò tempo per fare colazione nella bellissima lounge TK.

Eccolo qui, MJI, pronto all’imbarco, sono le 7.

Si vola con TC-JYI, 12 anni di età, configurazione: C16Y135
Business vuota, solo 4 persone a bordo. All’ 1A siede qualche VIP libico che sarà prelevato con mezzi dedicati una volta a Tripoli. In barbon class ad occhio e croce simo una 70ina. Il volo è mezzo vuoto.
La C dedicata,

Anche oggi volo senza nessuno al mio fianco.


Qui dietro si prepara la colazione

Il volo procede tranquillo, le vedute sulla Grecia sono spettacolari.

Qui monte Athos.

Intanto viene servita la colazione. Da almeno un paio di anni la stessa per i voli corto/medio raggio TK in Y. Formaggio, cetrioli, olive nere, borek, uova strapazzate, pomodoro, pane, marmellata, yogurt alla frutta, succo d’arancia e te.

Da lontano iniziamo a vedere le coste libiche

Ci avviciniamo sempre più, il mare sembra bellissimo.

In finale

Atterriamo con qualche minuto di anticipo. Il terminal VIP. No, noi remoti e terminal barboni.

C130 libico

Fauna locale, in ordine, Afriqiyah, Medsky, LibyanWings, Libyanairlines




Lo sbarco inizia ma prima di tutti esce il passeggero seduto all’1A. Salgono due tipi a prenderlo e lo fanno accomodare in questa auto targata VIP. Il van dietro segue come fosse la scorta.

Quando si allontanano tutti gli altri sono autorizzati a scendere. Nel tragitto sul Cobus, conosco un tipo che si meraviglia di vedere turisti in Libia e si presenta, mi dà il suo numero e mi dice che se ho bisogno di qualcosa posso contattarlo. Gli do il mio numero, non si sa mai. Il cobus sul quale viaggiamo ha visto tempi migliori. Lingua e loghino WISAG mi dicono che questo catorcio prima girava in Germania, TXL? BER? DUS? Who knows?

Sono le 10 circa locali. Inizia l’odissea.

I Libici passano, gli stranieri no. Siamo pochi, io ed una ragazza (che poi scoprirò essere parte del mio stesso tour) gli unici turisti. Parlano solo arabo e con un accento molto forte, con quel poco che mastico gli dico che siamo turisti, gli mostro il visto. Cominciano ad arrivare altri personaggi, uno dei quali prende il mio passaporto e scompare per circa 30 minuti. Io resto così.

La turca intanto sembra avere un problema con il visto, il numero del suo passaporto ed il numero che ha sul visto non corrispondono. Anche per lei stesso trattamento, prendono il passaporto e vanno via. Nell’attesa ci presentiamo. Ci chiediamo dove sia la nostra guida che in teoria “our local guide will welcome our guests at the immigration”
Un tipo mi dice: “No broblem. No broblem. Normal. Relax”. Cerco di contattare la guida locale, niente.
Non sapendo cosa fare, attendiamo. Quando finalmente l’agente torna ci porta in una stanza e ci tiene per circa 20 minuti facendoci domande sul nostro lavoro, perché siamo insieme se non ci conosciamo, dove è la nostra guida, perché vogliamo vedere la Libia. Il tutto ovviamente in un misto di arabo, inglese e gesti. Ci dicono di aspettare ma sembra che alcuni documenti necessari per entrare in Libia non siano pronti.
Proprio nello stesso momento il ragazzo conosciuto sul Cobus mi scrive su whatsapp e mi dice che ha visto che ci hanno trattenuto e che un suo contatto sta venendo ad aiutarci. Si palesa un tipo, fa una serie di telefonate, contatta la nostra guida locale.

“HE MAKES THINGS HAPPEN AT THE AIRPORT” mi spiega in 7 parole come funziona la Libia.
Il tipo all’opera

Sono quasi le 12, qualcosa sembra finalmente muoversi, Abdoul, la nostra guida arriva, porta i documenti che servivano, autorizzazioni varie, un paio di mazzette e via, siamo liberi. Siamo dall’altra parte.
Un grande sospiro di sollievo. Ora abbiamo 10 giorni per vedere quello che si può vedere e portare a casa quante più esperienze possibili. Prima però di incontrare il resto del gruppo in albergo, altre due cose fondamentali, cambio 50 USD in dinari libici e acquisto di SIM locale.

I prossimi giorni saranno intensi. Per ora, welcome to Libia.
Questo racconto di viaggio prosegue la saga dei posti difficili, luoghi stigmatizzati ed incompresi che godono di una pessima reputazione nel mondo occidentale. Sia il viaggio che il racconto non sono per tutti. L’ho già detto più volte, non mi interessa il sensazionalismo, l’unico scopo è dare una prospettiva diversa alle cose, guardare da dentro senza pregiudizi, capire e per quanto mi è possibile condividere con chi invece ha deciso solo di osservare dall’altra parte del filo spinato. Si, è vero, si tratta di un altro di quei posti etichettato come DO NOT TRAVEL TO. Ma nello specifico cosa significa? Chi lo ha deciso? Il mondo può essere davvero diviso in buoni e cattivi? Io ho sempre creduto che siamo tutti fondamentalmente buoni ed è per questo che ancora una volta ho deciso di andare oltre gli stereotipi.
Comunque, per quelli che non amano l’idea che si possa esplorare un paese in queste condizioni, interrompete pure la lettura qui, ci sono centinaia di topic che parlano di orari comodi per il weekend. Per tutti gli altri, allacciate le cinture, si parte.
Premessa #2:
Quando ho iniziato a pianificare il viaggio in Libia, mi sono scontrato con un paio di problemi tecnici che non avevo mai avuto. Primo fra tutti il fatto che il paese è fondamentalmente chiuso al turismo. Per andarci bisogna avere una autorizzazione del ministero degli interni che solo tour operator specializzati e con contatti locali possono richiedere. Secondo, ci vuole la security, guardie che viaggiano sempre insieme al gruppo. I motivi non sono solo legati alla sicurezza, vedremo dopo. Terzo, bisogna scegliere quale parte del paese vedere, Tripolitania o Cirenaica, fare entrambe le aree del paese è molto complesso ed i costi diventerebbero davvero proibitivi. Quarto, viaggio molto spesso per lavoro, soprattutto in USA, finora non ho mai avuto grossi problemi con il mio visto B1/B2 ma con i nuovi chiari di Luna, questo ulteriore visto potrebbe darmi noie.
Detto ciò, dopo essere stato dichiarato cerebroleso dalla mia compagna, mi metto alla ricerca di possibili tour, agenzie, contatti e persone per settimane, finché dopo qualche tempo trovo la quadra. Un tour operator tedesco, basato in Irlanda e con gli agganci giusti a Tripoli. Per i voli, avrei voluto viaggiare con ITA ma i voli non ci sono quando mi servono, mi affido a Turkish, con scalo ad Istanbul, meeting point of the World. In totale saremo 12 di cui tre americani, un neozelandese, una slovacca, due tedesche, una caymaniana, una turca, una britannica, un danese. Sembra l’inizio di una barzelletta ma non lo è. L’incontro è a Tripoli. Con noi ci sarà la guida locale che ci aiuterà anche nelle procedure di immigrazione, due guardie, un autista e guardie locali che si aggiungeranno di volta in volta ad ogni visita durante il percorso
Libia, terra di deserto, storia e petrolio.
Lascio casa che fa freddo, siamo ad inizio Aprile ma qui la primavera non si vede ancora, il viaggio verso l’aeroporto di Zurigo è come al solito tranquillo e veloce, arrivo a ZRH, faccio i controlli di sicurezza e mi dirigo subito al molo E.
Nel tragitto becco un gruppo di giovincelli che stanno facendo il tour guidato dell’aeroporto. Magari una idea per il prossimo raduno di A/C?

Il terminal è silenziosissimo anche se a quest’ora ci sono un bel po’ di partenze.
Lui va a San Jose. Per me una delle livree più belle in circolazione

Lui ad Hong Kong

Lui a San Francisco

Mi avvio verso la Swiss Senator Lounge (foto della lounge nel thread dedicato), mangio un risotto agli asparagi, qualche nachos, una sfogliata a Cockpit

e poi mi dedico allo spotting dalla terrazza che oggi è aperta. Vista fenomenale sull’apron con tanto di binocolo Leica.




È ora di imbarcare.
Voli:
TK1914: ZRH - IST
TK0639: IST - MJI
Scalo molto lungo, con sosta notturna ad IST.
Ad IST oggi ci porta lui. TC-LYB

737 MAX 9, 6 anni di età. Configurazione: C16Y153
Business full, economy conto 5 posti liberi di cui due al mio fianco.
Lui va al Cairo

Iniziamo il rullaggio
Lui si prepara per Addis

Lui per Tampa

Stacchiamo puntuali, il volo prosegue tranquillo, buchiamo le nuvole ed il panorama è questo fino all’arrivo.

Come sempre sfrutto i miei 400MB di connessione gratuita a bordo.

Nel frattempo, viene servito il pranzo, pollo o pasta. Avendo fatto il pieno di carboidrati a terra, opto per l’opzione proteica.

Pollo buono, yogurt con cetriolo bocciato (si direbbe tzatziki ma questo è proprio yogurt e cetriolo), mousse al cioccolato non l’ho toccata. Bevo un tè, guardo un film e siamo ormai ad una ventina di minuti da IST. In avvicinamento, si vede il vecchio IST

tocchiamo terra in perfetto orario. Vi devo dire chi comanda qui?

Quando siamo quasi pronti per sbarcare, il primo ufficiale spiega a tutti che purtroppo ci sarà un ritardo nella procedura di sbarco perché il personale di terra deve essere prima perquisito.

Mai successo prima in vita mia. Passano una ventina di minuti, finalmente si esce.
Sono quasi le 19:00, avrei potuto usufruire dell’albergo offerto da TK o delle suite nella lounge per il lungo scalo notturno, ma l’idea di starmene in aeroporto così a lungo non mi alletta, quindi stasera si dorme fuori.

Immigrazione abbastanza veloce, la coda è praticamente una costante qui. Domani si parte alle 7:00 per MJI. Quando esco dal terminal mi accorgo che fa più freddo che a Zurigo, mi infilo in un taxi, direzione Arnavutköy. 10 minuti sono in hotel. L’albergo è nuovo e pulito ma si trova letteralmente nel nulla. L’unica cosa degna di nota, l’equipaggio S7 stravaccato sui divanetti della hall.

Per cena, non trovo nient’altro che un domino pizza. Mi faccio coraggio, pizza mushrooms size M ed una coca zero.

Il giorno dopo alle 5:10 sono già in aeroporto, a quest’ora c’è ancora poca gente, 10 minuti e sono airside. Pensavo peggio. Poco male avrò tempo per fare colazione nella bellissima lounge TK.

Eccolo qui, MJI, pronto all’imbarco, sono le 7.

Si vola con TC-JYI, 12 anni di età, configurazione: C16Y135
Business vuota, solo 4 persone a bordo. All’ 1A siede qualche VIP libico che sarà prelevato con mezzi dedicati una volta a Tripoli. In barbon class ad occhio e croce simo una 70ina. Il volo è mezzo vuoto.
La C dedicata,

Anche oggi volo senza nessuno al mio fianco.


Qui dietro si prepara la colazione

Il volo procede tranquillo, le vedute sulla Grecia sono spettacolari.

Qui monte Athos.

Intanto viene servita la colazione. Da almeno un paio di anni la stessa per i voli corto/medio raggio TK in Y. Formaggio, cetrioli, olive nere, borek, uova strapazzate, pomodoro, pane, marmellata, yogurt alla frutta, succo d’arancia e te.

Da lontano iniziamo a vedere le coste libiche

Ci avviciniamo sempre più, il mare sembra bellissimo.

In finale

Atterriamo con qualche minuto di anticipo. Il terminal VIP. No, noi remoti e terminal barboni.

C130 libico

Fauna locale, in ordine, Afriqiyah, Medsky, LibyanWings, Libyanairlines




Lo sbarco inizia ma prima di tutti esce il passeggero seduto all’1A. Salgono due tipi a prenderlo e lo fanno accomodare in questa auto targata VIP. Il van dietro segue come fosse la scorta.

Quando si allontanano tutti gli altri sono autorizzati a scendere. Nel tragitto sul Cobus, conosco un tipo che si meraviglia di vedere turisti in Libia e si presenta, mi dà il suo numero e mi dice che se ho bisogno di qualcosa posso contattarlo. Gli do il mio numero, non si sa mai. Il cobus sul quale viaggiamo ha visto tempi migliori. Lingua e loghino WISAG mi dicono che questo catorcio prima girava in Germania, TXL? BER? DUS? Who knows?

Sono le 10 circa locali. Inizia l’odissea.

I Libici passano, gli stranieri no. Siamo pochi, io ed una ragazza (che poi scoprirò essere parte del mio stesso tour) gli unici turisti. Parlano solo arabo e con un accento molto forte, con quel poco che mastico gli dico che siamo turisti, gli mostro il visto. Cominciano ad arrivare altri personaggi, uno dei quali prende il mio passaporto e scompare per circa 30 minuti. Io resto così.

La turca intanto sembra avere un problema con il visto, il numero del suo passaporto ed il numero che ha sul visto non corrispondono. Anche per lei stesso trattamento, prendono il passaporto e vanno via. Nell’attesa ci presentiamo. Ci chiediamo dove sia la nostra guida che in teoria “our local guide will welcome our guests at the immigration”
Un tipo mi dice: “No broblem. No broblem. Normal. Relax”. Cerco di contattare la guida locale, niente.
Non sapendo cosa fare, attendiamo. Quando finalmente l’agente torna ci porta in una stanza e ci tiene per circa 20 minuti facendoci domande sul nostro lavoro, perché siamo insieme se non ci conosciamo, dove è la nostra guida, perché vogliamo vedere la Libia. Il tutto ovviamente in un misto di arabo, inglese e gesti. Ci dicono di aspettare ma sembra che alcuni documenti necessari per entrare in Libia non siano pronti.
Proprio nello stesso momento il ragazzo conosciuto sul Cobus mi scrive su whatsapp e mi dice che ha visto che ci hanno trattenuto e che un suo contatto sta venendo ad aiutarci. Si palesa un tipo, fa una serie di telefonate, contatta la nostra guida locale.

“HE MAKES THINGS HAPPEN AT THE AIRPORT” mi spiega in 7 parole come funziona la Libia.
Il tipo all’opera

Sono quasi le 12, qualcosa sembra finalmente muoversi, Abdoul, la nostra guida arriva, porta i documenti che servivano, autorizzazioni varie, un paio di mazzette e via, siamo liberi. Siamo dall’altra parte.
Un grande sospiro di sollievo. Ora abbiamo 10 giorni per vedere quello che si può vedere e portare a casa quante più esperienze possibili. Prima però di incontrare il resto del gruppo in albergo, altre due cose fondamentali, cambio 50 USD in dinari libici e acquisto di SIM locale.

I prossimi giorni saranno intensi. Per ora, welcome to Libia.