Altro resoconto di viaggio in tempo di COVID, stavolta con Iberia.
FCO-MAD
IB3231
A321-212
EC-HUI
ETD/ATD: 11.45 (11.49)
ETA/ATA: 14.20 (14.14)
In the air: 11.59-14.04
Si comincia con una coincidenza comoda comoda di quasi 10 ore a Barajas, poiché IB ha tagliato il volo del tardo pomeriggio per Madrid e resta solo questo di fine mattinata. In ogni caso in questo specifico giorno c’è solo IB a volare su SCL quindi o questa minestra o niente.
Il check in a FCO é abbastanza affollato visto che vi sono solo due banchi aperti e il load è di 88 persone (4 J, 84Y, su un 321).
L’addetta mi chiede se sono in possesso del codice QR e mi consegna un’autocertificazione da compilare che poi effettivamente verrà ritirata all’imbarco. Si scusa inoltre per il fatto che non vi è lounge aperta.
Tutti i voli a FCO sono stati fatti convertire sui moli E/G, il resto dell’aeroporto è chiuso.
I negozi sono tutti aperti ma vuoti.
Le partenze fino a stasera a FCO sono tutte qui, un solo intercontinentale per Doha, tutto il resto è corto-medio raggio.
Imbarchiamo puntuali e partiamo in orario senza coda alla pista, un classico dell’era COVID.
Non pensavo circolassero ancora.
Il deserto che é FCO.
Una volta in volo viene distribuito un box di cartoncino.
Che contiene un panino al serrano, verdure grigliate e manchego, olive, brownie e mandarino. Tutto sul mediocre.
A meta’ volo il comandante fa il classico annuncio e si sofferma a lungo nello spiegare le meraviglie del funzionamento dei filtri HEPA.
Se FCO è il deserto, MAD pare un cimitero stile Mojave.
MAD-SCL
IB6833
EC-NBE
350-941
ETD/ATD: 23.55 (00.31)
ETA/ATA: 08.10 (8.31)
In the air: 00.42-08.27
Sbarcati mi dirigo subito al 4S, che si rivelerà essere un gravissimo errore perchè nel terminal Schengen alcuni negozi e bar erano ancora aperti.
Arrivato al 4S la gradita sorpresa della chiusura della lunghe Velazquez. Le prossime 9 ore saranno lunghe.
A parte il duty-free dei liquori e sigarette, tutto il resto è chiuso.
Il che è abbastanza strano visto che comunque qualche volo sparso c’è.
Per dare l’idea di quanto vuoto e desolato fosse il 4S, gli annunci rimbombano tanto da sembrare il Papa la domenica in Piazza San Pietro.
Quando finalmente arriva l’imbarcogli addetti chiedono il documento di residenza in Cile, visto che i non residenti non sono ammessi.
La J di Iberia sul 359 è una versione leggermente più moderna di quella sul 346 (che a sua volta é identica a quella di AZ). Siamo in 13 su 32.
Partiamo senza motivo con oltre 30 minuti di ritardo. Stavolta il sermone sui filtri HEPA viene impartito dal Comandante mentre siamo ancora a terra. A questo punto immagino che sia una costante su tutti i voli IB.
Il volo dura 13 ore esatte.
Un breve video mostra le meraviglie dei voli in tempo di COVID.
A terra vengono distribuiti gli amenity kits, gli auricolari, una salvietta igenizzante e un sacchetto di plastica (comodo per gettare le mascherine usate a fine volo).
Poco dopo il decollo viene servita la “cena”.
Nel box: un’insalata di tonno in scatola con cipolle, due wraps, una mousse di cioccolato e dei cubetti di manchego con membrillo.
Capisco risparmiare e tutto, ma altro che Do&Co, qui siamo sui livelli di un pranzo da Pret-a-manger.
Non sono un amante dei wraps, ma essendo l’alternativa 13 ore di digiuno, mangio questo che sa vagamente di roastbeef.
Neanche un’ora dopo il decollo è tutto finito e visto che sono l’una abbondantemente passata, reclino tutto e dormo come un sasso fino a metà traversata del Brasile.
La temperatura nella cabina era meravigliosamente fresca per tutta la notte e quindi il piumone é risultato oltre che necessario anche molto comodo.
Uso il call button per ordinare un tè e biscotti e a differenza di KL, l’AV arriva in un nanosecondo.
L’AV insiste anche per lasciarmi un altro box con uno “snack”. In generale il servizio, per quel che si é visto, è stato generalmente buono e comunque migliore rispetto a KLM.
Il contenuto però non era il massimo per accompagnare un tè (olive con aglio, fuet e prosciutto spalmabile).
Ahimè l’AV mi informa che il power supply è rotto e per occupare queste tre ultime ore di volo non resta che l’IFE, tutto sommato è moderno e con parecchi titoli ma ahimè nulla che mi interessi. Migliore la selezione musicale.
A circa un’ora e mezza dall’arrivo viene distribuito il terzo box con la colazione.
Che consiste in un minuscolo yoghurt, macedonia, croissant salato e una focaccia con tortilla (quest’ultima, l’unica cosa decedente di tutto il volo).
Manca poco all’arrivo.
Attraversiamo la cordigliera mentre siamo già in avvicinamento.
Nonostante siamo a settembre, la neve è già tutta squagliata.
Abbiamo recuperato un pò di ritardo e arrivano al parcheggio circa 20 minuti dopo l’ETA. All’arrivo ci attendono la misurazione della temperature e un interrogatorio da parte delle autorità sanitarie con rilascio di un salvacondotto per raggiungere, con mezzo privato o taxi, la destinazione dove si trascorrerà l’isolamento per 14 giorni.
FCO-MAD
IB3231
A321-212
EC-HUI
ETD/ATD: 11.45 (11.49)
ETA/ATA: 14.20 (14.14)
In the air: 11.59-14.04
Si comincia con una coincidenza comoda comoda di quasi 10 ore a Barajas, poiché IB ha tagliato il volo del tardo pomeriggio per Madrid e resta solo questo di fine mattinata. In ogni caso in questo specifico giorno c’è solo IB a volare su SCL quindi o questa minestra o niente.
Il check in a FCO é abbastanza affollato visto che vi sono solo due banchi aperti e il load è di 88 persone (4 J, 84Y, su un 321).
L’addetta mi chiede se sono in possesso del codice QR e mi consegna un’autocertificazione da compilare che poi effettivamente verrà ritirata all’imbarco. Si scusa inoltre per il fatto che non vi è lounge aperta.
Tutti i voli a FCO sono stati fatti convertire sui moli E/G, il resto dell’aeroporto è chiuso.
I negozi sono tutti aperti ma vuoti.
Le partenze fino a stasera a FCO sono tutte qui, un solo intercontinentale per Doha, tutto il resto è corto-medio raggio.
Imbarchiamo puntuali e partiamo in orario senza coda alla pista, un classico dell’era COVID.
Non pensavo circolassero ancora.
Il deserto che é FCO.
Una volta in volo viene distribuito un box di cartoncino.
Che contiene un panino al serrano, verdure grigliate e manchego, olive, brownie e mandarino. Tutto sul mediocre.
A meta’ volo il comandante fa il classico annuncio e si sofferma a lungo nello spiegare le meraviglie del funzionamento dei filtri HEPA.
Se FCO è il deserto, MAD pare un cimitero stile Mojave.
MAD-SCL
IB6833
EC-NBE
350-941
ETD/ATD: 23.55 (00.31)
ETA/ATA: 08.10 (8.31)
In the air: 00.42-08.27
Sbarcati mi dirigo subito al 4S, che si rivelerà essere un gravissimo errore perchè nel terminal Schengen alcuni negozi e bar erano ancora aperti.
Arrivato al 4S la gradita sorpresa della chiusura della lunghe Velazquez. Le prossime 9 ore saranno lunghe.
A parte il duty-free dei liquori e sigarette, tutto il resto è chiuso.
Il che è abbastanza strano visto che comunque qualche volo sparso c’è.
Per dare l’idea di quanto vuoto e desolato fosse il 4S, gli annunci rimbombano tanto da sembrare il Papa la domenica in Piazza San Pietro.
Quando finalmente arriva l’imbarcogli addetti chiedono il documento di residenza in Cile, visto che i non residenti non sono ammessi.
La J di Iberia sul 359 è una versione leggermente più moderna di quella sul 346 (che a sua volta é identica a quella di AZ). Siamo in 13 su 32.
Partiamo senza motivo con oltre 30 minuti di ritardo. Stavolta il sermone sui filtri HEPA viene impartito dal Comandante mentre siamo ancora a terra. A questo punto immagino che sia una costante su tutti i voli IB.
Il volo dura 13 ore esatte.
Un breve video mostra le meraviglie dei voli in tempo di COVID.
A terra vengono distribuiti gli amenity kits, gli auricolari, una salvietta igenizzante e un sacchetto di plastica (comodo per gettare le mascherine usate a fine volo).
Poco dopo il decollo viene servita la “cena”.
Nel box: un’insalata di tonno in scatola con cipolle, due wraps, una mousse di cioccolato e dei cubetti di manchego con membrillo.
Capisco risparmiare e tutto, ma altro che Do&Co, qui siamo sui livelli di un pranzo da Pret-a-manger.
Non sono un amante dei wraps, ma essendo l’alternativa 13 ore di digiuno, mangio questo che sa vagamente di roastbeef.
Neanche un’ora dopo il decollo è tutto finito e visto che sono l’una abbondantemente passata, reclino tutto e dormo come un sasso fino a metà traversata del Brasile.
La temperatura nella cabina era meravigliosamente fresca per tutta la notte e quindi il piumone é risultato oltre che necessario anche molto comodo.
Uso il call button per ordinare un tè e biscotti e a differenza di KL, l’AV arriva in un nanosecondo.
L’AV insiste anche per lasciarmi un altro box con uno “snack”. In generale il servizio, per quel che si é visto, è stato generalmente buono e comunque migliore rispetto a KLM.
Il contenuto però non era il massimo per accompagnare un tè (olive con aglio, fuet e prosciutto spalmabile).
Ahimè l’AV mi informa che il power supply è rotto e per occupare queste tre ultime ore di volo non resta che l’IFE, tutto sommato è moderno e con parecchi titoli ma ahimè nulla che mi interessi. Migliore la selezione musicale.
A circa un’ora e mezza dall’arrivo viene distribuito il terzo box con la colazione.
Che consiste in un minuscolo yoghurt, macedonia, croissant salato e una focaccia con tortilla (quest’ultima, l’unica cosa decedente di tutto il volo).
Manca poco all’arrivo.
Attraversiamo la cordigliera mentre siamo già in avvicinamento.
Nonostante siamo a settembre, la neve è già tutta squagliata.
Abbiamo recuperato un pò di ritardo e arrivano al parcheggio circa 20 minuti dopo l’ETA. All’arrivo ci attendono la misurazione della temperature e un interrogatorio da parte delle autorità sanitarie con rilascio di un salvacondotto per raggiungere, con mezzo privato o taxi, la destinazione dove si trascorrerà l’isolamento per 14 giorni.