[TR] La perla del Pacifico - Pearl Harbor Memorial


anxanum

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25 Febbraio 2019
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Dopo aver fatto passare un pò di tempo, e invogliato dai vostri TR bellissimi, mi decido a scrivere il mio.
E' il primo che scrivo quì, vi seguo da lettore da diversi anni, per cui mi scuso in anticipo se riusulta essere un pò 'grossolano'.

Premessa, il TR si concentra sull'ultima parte di un lungo viaggio iniziato sulla costa ovest degli States, dopo tanti chilometri, pardon miglia, consumati tra Highways, Interstate e attraverso i più bei parchi del paese, concludiamo il nostro road trip nella città del peccato.
Decidiamo, con la mia compagna, di prenderci qualche giorno di relax volando nell'isola di O'ahu nelle Hawaii, dove gli Ammericani e i super CEO fuggono in cerca di sole e golf.

Siamo nell'ultimo giorno di ottobre, lungo la Strip fervono i preparativi per l'imminente Gp di Formula 1.
Partendo da Las Vegas le alternative non sono tante, come dalle città sulla costa, la scelta quindi ricade sulla compagnia di bandiera Hawaiian Airlines che offre comodi voli giornalieri su widebody, ed in circa 6h si tocca terra nella capitale Honolulu.
Quando sei in aeroporto sai bene di essere arrivato nella città del gioco d'azzardo, le slot sono sparse un pò ovunque nei terminal.







Volo HA7 - Airbus A330-243


Questi 330 dovevano essere sostituiti gradualmente dai 787, dovevano ahimè perchè il covid ha congelato tutto per un pò, credo che i primi esemplari siano entrati in servizio da poco..
Trovo la livrea molto bella ed 'esotica' con l'iconica ragazza con il fiore di ibisco sulla coda.


Sul volo non mi soffermo molto, non è questo il principale motivo di questo TR, scorre via senza colpi di scena.

Gli interni mostrano tutti i segni e l'obsolescenza del tempo, il comparto tecnico e di decadi fa e il mio sedile sarà mal messo sia al volo di andata che di ritorno.

Anche quì il golf non può mancare
Tempo 2 minuti e solo deserto

Anche se il volo ha una durata di circa 6h, il servizio sarà da volo 'interno', d'altronde sempre nel grande Stato rimaniamo, quindi niente pasto completo ma solo snack e soft drink.

Iniziamo la discesa accompagnati dall'ukelele hawaiano e dalle luci che ricordano i tramonti dell'isola.
Purtroppo non sono riuscito a fotografare la divisa degli A/V davvero molto particolare e 'colorata'

Ultima virata

Continua..
 
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anxanum

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25 Febbraio 2019
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Ed eccoci al vero motivo di questo TR,
vi risparmio sole, spiagge, onde, surf, giungle e vulcani inattivi ed il terzo giorno ci apprestiamo a visitare il sito di Pearl Harbor,
ci sembrava ingiusto essere arrivati sin qui e non rendere omaggio ad uno degli angoli del pianeta dove si è consumata una delle battaglie più cruente della storia.

Il sito, ora memoriale, è entrato nella rete dei National Park dello Stato. Rimane pur sempre zona militare, infatti è presidiato, oltre che dai ranger del parco, da militari americani che fanno la spola con dei battelli sullo specchio d'acqua che, cela quello che resta, della USS Arizona.



La visita, oltre la parte istituzionale, si può integrare con altri siti presenti nella base.
Tra quelli disponibili la mia attenzione viene subito rapita dalla base aerea, diventata Aviation Museum. Dopo un breve sguardo di intesa con la mia compagna, capisce subito che niente me l'avrebbe tolta dalla testa e vengo subito accontentato.


Il sito si raggiunge con dei bus navetta che fanno il giro dell'area tra i vari punti di interesse.
Veniamo praticamente scaricati sulla pista, dove quel 7 dicembre 1941 vennero tutti presi di sorpresa da quei 183 aerei arrivati all'improvviso.
Siamo liberi di girovagare, tra area esterna e hangar, ma il ranger ci fa capire di non prenderci troppe libertà.

Veniamo accolti da questo DC-3


Il museo si divide tra area interna, nei vecchi hangar, e area esterna di fianco le piste.

L'invasore


USAFF B-25B "Doolittle Raid"










North American F-86 Sabre (1947)



L'ultimo acquisto del museo, Mikoyan-Gurevich MiG-15 (1948)


Lockheed T-33 T-Bird


Convair F-102 Delta Dagger (1953)






The F5-A




F-4C Phantom






F-14 Tomcat
Questo un pezzo del mio cuore, io cresciuto con gli action movie degli anni 90' in cui era sempre presente, volato in tutti i video games dell'epoca, nonchè il mezzo di Maverick.



Il derivato in chiave più moderna
F-15 A Eagle

[/url]

Un altro classicone
F-16A Viper



Ed in tema di patriottismo non poteva mancare lui








Ricerca e sviluppo, in questo hangar originale dell'epoca si lavora ai nuovi arrivi da restaurare e portare ai fasti di un tempo.







Non si butta niente


Il ranger ci fa notare che quì, in questo hangar, sono state lasciate delle vetrate originali come testimonianza storica,
si vedono infatti ancora i fori di proiettile sui vetri, a ricordare il feroce e improvviso attacco.

]

E qui' siamo arrivati alla conclusione, per chi è arrivato fin quì lo ringrazio per l'interesse e spero di aver fatto cosa gradita.

Al di là delle considerazioni aviatorie, Pearl Harbor è una ferita mai rimarginata, proprio come i fori sui vetri.
Lo si legge negli occhi e nelle parole dei ranger e dei militari, quando raccontano con orgoglio e anche un pò di rabbia quanto accaduto quì ormai 80 anni fa.
 

tiefpeck

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Splendido, grazie. Oggi che un certo tipo di discorso è tornato attuale, dà ancora più i brividi vedere aerei che hanno davvero combattuto.

Consiglio a chi passi da quelle parti il museo dell'aviazione navale statunitense a Pensacola.
 
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anxanum

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25 Febbraio 2019
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Molto bello, e belle foto. Che emozioni ti ha lasciato il memorial della USS Arizona?
E' un esperienza emotivamente importante, che porta a riflettere sull'assurdità delle guerre.

Quando si entra nel memoriale, che sorge come una palafitta su quello che resta dello scafo inabbissato in pochi metri d'acqua, lo si percorre sormontando il relitto, la guida ci fa notare come a distanza di tutti questi anni lo scafo perda ancora residui di oli, lo si percepisce anche dall'odore, come se fosse ancora un organismo vivente.

E' l'unica testimonianza di quella flotta, rimasta ancora li, al suo interno giacciono talmente tanti corpi che per rispetto hanno deciso di non toccarla.
Nonostante le tante persone, si procede in rigoroso silenzio, arrivati in fondo alla struttura ci si trova davanti ad un muro di pietra con i migliaia di nomi impressi.

Quel giorno morirono 1170 marinai e marines su 1500 che erano a bordo, proprio per la rapidità dell'attacco, che non lasciò scampo a tutti quelli che erano sotto coperta imprigionandoli per sempre.
 
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