[TR] Norway in a nutshell con AirBaltic (Κυπριακές Αερογραμμές) Widerøe + Vy / Norled - parte 1 / 2


FLRprt

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17 Novembre 2009
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Oslo, Bergen e Sognefjord con SAS AirBaltic (Κυπριακές Αερογραμμές ) Widerøe + Vy / Norled

Dopo i TR di 13900 e AlicorporateUK ci vuole del coraggio (incoscienza) a scrivere un TR. O della presunzione. Ci provo: abbiate pietà. Considero in topic anche le tratte ferroviarie e marittime, che erano scopo del viaggio.
Quanto alle foto, lo so che non si dovrebbe fotografare dai finestrini di un treno sotto pena di ritrovarsi una quantità industriale di riflessi … Ho fatto quasi mille scatti: quando usavo le dia ero più morigerato. Forse saranno troppi quelli che metto: anche per questo, miserere mei.


Antefatti
Fine marzo: sul sito dell’Associazione Valentino Giannotti appare la notizia che Widerøe da giugno apre un collegamento stagionale Bergen-Firenze. Widerøe è la sussidiaria della SAS che opera collegamenti interni in Norvegia a suon di Dash-8 nelle varie taglie più qualche collegamento internazionale da Bergen con Embraer 190-E2. Nata nel 1934, prende il nome da uno dei fondatori, pioniere dell’aviazione commerciale norvegese. Posso sbagliarmi, ma deve essere la prima volta che Widerøe viene in Italia come volo di linea, anche se stagionale. Mi ha regalato in tempi passati uno dei voli più belli che abbia fatto (Bodø - Tromsø: volo panoramico a bassa quota su Lofoten e Vesterålen in una giornata CAVOK). Beh, un bel volo diretto Firenze – Norvegia, dopo più di dieci anni (Sterling, B737-500, Peretola - Gardemoen) … un pensierino …
Inizio giugno: non mi ricordo per qual ragione vado sul sito del Vespucci, e tra le partenze mi appare un logo ben noto: un rettangolo blu con tre lettere bianche: S A S . Guardo e vedo: destinazione CPH. Quando ero giovane ero quasi un frequent flyer della SAS: un anno sì e l’anno dopo anche, se non era Norvegia era Svezia o entrambe, magari con variazioni sul tema tipo Finlandia. Ma non ho mai volato SAS da Firenze: non c’era, quindi Linate (solo una volta Bologna col DC9-20, quello corto) con DC9-40 prima e MD80 poi. Bei tempi, bellissimi ricordi. Poi mi sono sposato ... e pochi viaggi. E se …


Premessa e realizzazione (non è stato mica facile!)
Con la Norvegia ho un conto in sospeso da dicembre dell’anno scorso: dovevo partire questo gennaio tra Capodanno e Befana per Tromsø via Lofoten e Vesterålen (by Hurtigruten), ma era saltato tutto per le restrizioni COVID che avrebbero reso il viaggio uno stress continuo con tamponi praticamente giornalieri (ed in più con il problema nelle località più piccole di trovare chi fa i test rapidi). Senza poi considerare che ogni test in Norvegia sarebbe costato almeno un centinaio di euro: era gratis solo quello entrando nel paese, ma fino a quando non c’era il risultato non potevi lasciare l’area arrivi dell'aeroporto.
E su mi rifacessi ora?
Insomma butto giù un programma di miniviaggio per 1) tornare in Norvegia 2) tornare a volare: andata SAS FLR – CPH – OSL e ritorno Widerøe BGO – FLR; in più 3) bonus, soddisfare la mia smodata passione ferroviaria (le cento linee da percorrere prima di morire): Oslo - Bergen ed il “classico” Bergen – Myrdal – Flåm con rientro a Bergen via Sognefjord (catamarano): andare per mare facendo navigazione costiera, con il paesaggio che cambia continuamente, è cosa che apprezzo moltissimo. Un giro classico, concentrato in pochi giorni, pensato sul fatto di avere con me altri viaggiatori che non sono mai stati in Norvegia; di qui la ben poca fantasia (Oslo e Bergen le conosco benissimo). Nonostante le mie precedenti plurifrequentazioni della Norvegia, non sono mai stato a Flåm; da Oslo a Bergen avevo fatto una A/R in treno, da squattrinato 18enne con l’Interrail, e avevo preso i treni notturni (dormire in cuccetta nei trasferimenti tra città per risparmiare una notte in albergo/ostello, no?): quindi non vale. Ogni volta dicevo “sarà per la prossima volta”… Intanto ad Oslo voglio vedere i nuovi Munch e Nasjonalmuseet, e tornare al Folkmuseum. Niente navi vichinghe, museo in ristrutturazione.
Non trovo adepti, dai “mi interessa molto” iniziali alla fine mi trovo solo soletto (e sarà meglio così, viste le vicissitudini post planning: non ce la avremmo fatta): torno a fare il ragazzo e vado da solo come quaranta anni fa. Ma la carta di identità dice che ragazzo non lo sono più, e da tempo. Voglio vedere l’effetto che mi fa. La voglia di partire è tanta che avevo deciso di andare comunque.
Per voli + alberghi passo da agenzia - non riesco a prenotare sul sito SAS chiedendo il multi-leg - e verso il 20 giugno ho in mano il biglietto SAS:
17JUL SK2962 FLR CPH 1645 1855
17JUL SK476 CPH OSL 2150 2300
23JUL W71600 BGO FLR 0810 1110
e mi prenoto on line il treno da Oslo a Bergen. FLR-CPH è operata con i 320, suppongo con limitazioni di peso: stai a vedere che provo i 320 NEO.

Il 5 luglio succede il patatrac: sciopero ad oltranza dei piloti SAS e vai con le cancellazioni che toccano il 60 % e più dell’operativo. Comincia la recita del moccolario in versione estesa con le appendici regionali (porco qui porco là porco su porco giù e via andare) visto che i miei voli rientrano tra quelli passibili di cancellazione – infatti vengono regolarmente cancellati nei giorni che seguono su base oggi per domani. Brrrrividi (e giramento di balle che non c’è bisogno dell’aereo per il viaggio: mi bastano le ali, che i fan li ho). Martedì 13 si apre uno spiraglio, con la ripresa delle trattative sindacali tra compagnia e piloti, che si protraggono fino a sabato 16. Sabato mattina faccio il check-in on line e stampo le carte di imbarco, poi per scaramanzia non cerco notizie sull’andamento delle trattative per il resto del giorno. Inutile. Alle dieci di sera arriva la mail della cancellazione del Firenze – Copenhagen seguita a ruota dalla cancellazione del Copenhagen – Oslo, e il bestemmiometro va a fondo scala al pari dell’N1 delle balle. Così non devo preoccuparmi degli scioperi di controllori di volo e personale aeroportuale del 17 luglio, in cambio …
Ça va sans dire che non c’è un posto né da Firenze né da Pisa Fiumicino Bologna Linate Malpensa Orio per la Norvegia con LH LX OS (per rimanere in Star Alliance) e nemmanco AF KL BA. Brussels Airlines e Luxair avrebbero prosecuzioni da Bruxelles e Lussemburgo con SAS, quindi no way. Passando al settore Low Cost, picche con DY VY (FR e W6 mai! Soprattutto se con scalo); U2 non vola in Norvegia. Skyscanner tira fuori o cose improbabili tipo partenza lunedì ed arrivo martedì, magari via Istanbul, o mi manda su Norwegian che so già essere sold out per voli diretti o via CPH. Ultima cartuccia e centro: Matrix - ITA Software (thanks, Google) mi dice che ci sono due posti lunedì su airBaltic Pisa Riga Oslo, ad un prezzo abbordabilissimo per un sotto data: 699 euro!!! (LH 1200 e rotti, con stopover notturno a scelta tra Frankfurt oder München per 27 ore di viaggio, così tanto per gradire). Mi fiondo sul sito airBaltic e trovo una serie di sorprese aggiuntive: la tariffa è di business, da Pisa si va con Airbus 220-300 e da Riga con Airbus 320 (mi sa che è un ACMI). È la prima volta che prenoto in business pagando io, sempre stato barbon (gli upgrade aggratisse, peraltro pochi, non contano), e così si prova una nuova famiglia di macchine Airbus ed una compagnia non molto frequentata (beh, anche la Widerøe non è poi gettonatissima, visto il loro ambito di operatività). Nota: 70 euro di fuel surcharge, se non ci fosse stato la tariffa sarebbe stata ancor più interessante.
18JUL BT648 PSA RIX 1000 1350
18JUL BT153 RIX OSL 1805 1845
Chiusa la prenotazione e stampate le carte di imbarco arriva anche la conferma che è il metallo per la seconda tratta non è loro: mail con cui si scusano e dicono che we have leased several aircrafts complete with crew from our partner airlines: chi sarà il partner? Ora si tratta di vedere come raggiungere il departure airport al Vituperio delle genti Galileo Galilei: provvede Trenitalia con un Frecciabianca Roma – Genova che ferma a Campo di Marte: ci arrivo a piedi da casa! Trenitalia mi fornisce anche il biglietto per il Pìpol Mùve da Pisa Centrale a Pisa Aeroporto, tuttora listata tra le stazioni ferroviarie anche se le verghe sono state inopinatamente spiantate.
Basta con gli zooteologismi, passiamo al Te Deum: mi ero ormai quasi rassegnato a fare il bis di gennaio. Dico solo che se la SAS avesse cancellato prima avrei potuto gestire meglio la riprotezione (parlo in prima persona perché da parte SAS dopo la mail di cancellazione non si è sentito più nulla, anzi nella mail di cancellazione c’era non tanto velatamente scritto “arrangiati e buona fortuna”). Partire da Pisa, vabbè: avendo un aeroporto a Firenze, ancorché dei puffi, preferirei usare quello. E devo accorciare di un giorno il programma. Ma l’alternativa era non partire.


OT ferroviario Trenitalia e PISAMOVER

Lunedì 18 luglio
Ore 7:54 Frecciabianca (uno degli ultimi servizi, vista la soppressione del brand da parte di Trenitalia) 8588 ETR485 Roma Termini Genova piazza Principe via Firenze Campo di Marte Pisa Centrale La Spezia. Sul marciapiede e già sul treno un bel po’ di turisti angloparlanti, ma non da UK: US ed anche AU e NZ tutti diretti alle Five Lands (sic!). Mi trasformo in ufficio informazioni per spiegare che devono cambiare a La Spezia, che la Love Street (altrimenti nota come Via dell’amore da Riomaggiore a Manarola) è -purtroppo- ancora chiusa eccetra. Partiamo con qualche minuto di ritardo, che riusciamo a recuperare quasi del tutto; alle 9:00 parte il coso per l’aeroporto con arrivo indicato per le 9:08 (corse ogni 10’ nelle ore centrali della giornata)
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A Pisa Centrale le indicazioni dicono di andare al binario 13: riemersi sul marciapiede ci sono i tornelli automatici del PISAMOVER (è scritto in maiuscolo, mi adeguo).
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Il coso è una funicolare orizzontale automatica a binario unico con due convogli che fanno avanti e indietro incrociandosi alla stazione di San Giusto-Aurelia (parcheggio scambiatore). Una soluzione tipo metropolitana automatica non era meglio? Ci vogliono otto minuti di corsa per i due chilometri scarsi (corsa, insomma … buon passo, al massimo) da Pisa Centrale al Galilei sull’ex sedime ferroviario, al prezzo -non proprio modico- di cinque euro: mi sa che utilizzando l’autobus urbano si risparmia e forse non ci si rimette molto di tempo. Poca gente a bordo. Un amico di Pisa mi dice che il parcheggio scambiatore è pressoché inutilizzato: un turista non lo userà mai perché Pisa Centrale è abbastanza distante dalla zona di Piazza dei Miracoli, chi va all’aeroporto preferirà ovviamente parcheggiare lì, soprattutto se con bagagli al seguito. Al massimo potrebbe servire per chi parte in treno da Pisa Centrale: non è una folla, tutt’altro.
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In vettura c’è un monitor con le prossime partenze da PSA.
Ma il record dell’assurdità è all’arrivo al Galilei: tutto il percorso è a livello del terreno, salvo la stazione del Galilei che è a cinque metri di altezza: peccato che 1) l’ingresso dell’aerostazione disti una cinquantina di metri 2) l’aerostazione di Pisa è ad un solo livello -terreno-: quindi devi scendere (e in genere hai i bagagli in mano …). Non mi risulta che il Vernacoliere abbia commentato la genialata complessiva del coso: peccato. Rivoglio il treno!!!
Il Galilei è una bolgia infernale: spazi insufficienti, pieno di gente (meno male che non ho bagaglio da stiva ed evito i banchi di accettazione e di drop off), security pignola oltre il lecito e per giunta maleducata; posti a sedere ai gate pressoché inesistenti, bar -per l’ultimo espresso prima di cinque giorni di ciofeca- inavvicinabile per la quantità di persone (partono quattro tra Ryan e Wizz pieni a tappo, come noi che saremo 8J 135Y) e mi tocca litigare con i pax in fila per due Ryanair ai gate accanto al mio perché pensano che voglia imbucarmi nelle code quando vorrei solo passare. Avrei l’imbarco prioritario … seh! Insomma, urge nuova aerostazione!!! Tra people mover ed aerostazione, di due ‘un se ne fa mezzo! Imbarchiamo in orario, a piedi (gate 11): capita sempre più di rado.

airBaltic

PSA – RIX BT648, posto 3F (cambiato al gate, avevo il 3A on line)
ETD 1000 ETA 1350 – ATD 1005 ATA 1400 (in aria 1015 1250)
obs: l’ora di Riga è GMT+2
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YL-AAR è del 2019, in buone condizioni ma con il plexiglass interno del mio finestrino sporchissimo: qualcuno con i capelli ben impomatati evidentemente ci si è appoggiato. La prima cosa che colpisce della cabina sono i finestrini ovali allungati, dalle dimensioni generose.
Configurazione prima fila x-3 29 file 2-3 (remembering Mad Dog); le prime due/tre file business con posto corridoio dei 2 e centrale dei 3 bloccati. Pitch 32”, dice SeatGuru, ma non mi torna molto: sono 1.73, e non è che avanzi molto spazio per le ginocchia con i sedili che -ovviamente- sono slim. La cosa che mi perplime è che SeatGuru dice che le file di sedili sono 29, mentre sono 30.
Si torna a volare con un motore geared fan, P&W nella fattispecie, molti anni dopo l’esperienza dei Lycoming/Allied Signal dei Ba-146 e dei successori Avro RJ.
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C’è anche un IFE, ma con schermo dalle dimensioni da cellulare, utilizzato per mappa ed informazioni volo basic; per film e musica c’è il Wi-Fi di bordo. Insomma, un sostituto perfetto dell’A319.
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Sul piazzale due cargo: uno è un 737 di Bluebird Nordic, compagnia islandese con una flotta di 737 freighter (YF-BBQ è un 737-800F che si fa avanti e indietro Pisa – Milano Malpensa – Colonia); l’altro un quasi quarantenne B767-200F di Maersk Air Cargo, ma ancora con la livrea Star Air (OY-SRL, lui sembra che giri un po’ di più tra Ciampino/Pisa, Lipsia e Colonia).
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Maersk Air Cargo è una nuova compagnia nata ad aprile 2022: la AP Moller-Maersk è tornata in prima persona nel mondo del cargo, mentre prima agiva tramite la controllata Star Air.
Bonus: sotto il piano di coda sinistro, si intravede una doppia coda ed un lunghissimo timone orizzontale: Fairchild C-119 Flying Boxcar, o vagone volante come meglio conosciuto da queste parti. Me ne sono accorto dopo che ero tornato a Firenze, quando ho guardato la foto.
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Padroni di casa
Decolliamo per la 04R e virata a sinistra, ma sono seduto a destra: niente vista di Piazza dei Miracoli. Peccato, è sempre bella da vedere. Tagliamo l’Appennino e la pianura padana, poi valle del Piave per un percorso quasi diretto via Austria, Repubblica Ceca, Polonia e Lituania. FL410.
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Nella foto un luogo simbolo di cosa accade quando non si rispetta la natura: Longarone, il monte Toc con il piano di scivolamento della frana, il lago residuo. Vajont.
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Servizio: a terra bicchiere di acqua o succo; prima di metà volo portano il menù e la lista dei vini, segue asciugamano caldo e la pappa. Per economy, buy on board. Il tutto risulta più che commestibile -il dolce in particolare-, buonissima la birra. Dopo aver visto le foto di cosa passano altri conventi dal nome più altisonante nelle tratte europee direi che non c’è da lamentarsi: c’è un piatto caldo.
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IMG_0412 by Vincenzo Spataro, su Flickr
Come da regolamento dei TR (bagno anteriore enorme)
Aereo abbastanza rumoroso al punto di non riuscire ad ascoltare musica (non ho cuffie a cancellazione di rumore) anche se sono nella fila 3, ma dalla pressurizzazione eccellente: non mi sono accorto di nulla né in salita né in discesa senza bisogno neanche di inghiottire per compensare. Forse il rumore viene dall’aria condizionata.

Arriviamo a RIX sulla 18 in pressoché in orario, e sbarchiamo ad un molo senza finger: il mondo è fatto a scale, prima si scende e poi si risale … Sfrutto il plus del viaggiare in business: devo aspettare quattro ore, e me vado nella lounge visto che l’accesso è compreso nel prezzo del biglietto. E via con i King Crimson e con Due anni a prora (Richard Henry Dana jr.). L’aeroporto di Riga è piccolino, ma funzionale: due moli, ma pochi fingers, spazi dimensionati per il traffico che non è eccessivo. Terminal su due livelli più la lounge al secondo piano; zona commerciale airside essenziale, pochi negozi e servizi, ancora meno quelli aperti in orario pranzo.
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La lounge è di conseguenza: nulla di stratosferico, ma è tranquilla ed ha spazio più che a sufficienza con poltrone comode, Wi-Fi, ed un minibuffet dolce e salato, con anche qualcosa di piatti caldi (zuppe e polpette). Insomma, la sufficienza è larga ma con un punto di meno per i vetri retinati che lasciano visibilità sul piazzale ma non permettono di fotografare. Le polpette erano comunque buone.
Oltre ai padroni di casa c’è un 320 LH, un 321 Uzbekistan Air, un F100 Carpatair (è in trasferta), un 737-500 o -600 non identificato (bianco con coda gialla, no winglet, senza scritte, troppo lontano per leggere le marche), e gli immancabili Ryan Wizz e Norwegian. Niente Easyjet, non vola qui. Traffico comunque scarso: mal contati, in quattro ore una quindicina di movimenti. Baltic ha una flotta monotipo di 36 A220-300, ma a terra ho visto dei DH8-400 con la loro livrea: suppongo per i collegamenti con Vilnius, Tallinn e Helsinki.

BT153 RIX – OSL BT153, posto 2F
ETD 1805 ETA 1845 – ATD 1815 ATA 1915 (in aria 1720 1850)

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Maicchec'èscritto? Exodos?
Al gate 3 aspetta 5B-DDQ, A320-214 del 2009, un biancone dalla storia interessante: prima compagnia Bahrain Air (con un breve periodo di leasing nel 2011 a Kam Air, compagnia aerea privata Afgana!!!); dal luglio 2013 al luglio 2021 Nas Air poi Flynas (Arabia Saudita), fuori servizio fino a fine maggio 2022 quando è stato preso in leasing da Κυπριακές Αερογραμμές AKA Cyprus Airways. Ecco chi è il partner di airBaltic: e così si prova una ulteriore compagnia. Sul volo per Oslo si alternano, a seconda dei giorni, il 220 Baltic, il 320 Cyprus e l’F100 Carpatair (quello in trasferta): insomma tre generazioni di aerei, presente, passato prossimo e passato quasi remoto e tre compagnie. Cabina in buone condizioni, l’equipaggio è cipriota integrato con un cabin Baltic. Volo quasi pieno, sono vuoti solo due posti di business. Volo quasi pieno, sono vuoti solo due posti di business. Questa volta siamo al finger e l’imbarco prioritario funziona; sblocchiamo con un po’ di ritardo per la 36, diritto sul Baltico, poi virata a sinistra e via andare diretti per Svezia e Norvegia.
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anche qui arriva la pappa: pensavo uno snack, invece è qualcosa di ben più sostanzioso. Giudizi positivi confermati (il pollo cotto a perfezione e bello morbido; di nuovo menzione particolare per il dolce).
Lo standard di servizio è quello di airBaltic: per vedere qualcosa di cipriota bisogna guardare le safety card -e le uniformi delle assistenti di volo-.
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Gardemoen, SAS al prato in sciopero
Atterriamo sulla 19L, e rulliamo al finger in testa del molo. Ma il finger non vuol saperne di collaborare e resta fermo nella posizione di riposo: ci vuole l’aragosta per spingerci tre metri indietro e poi tirarci tre metri avanti. Alla fine sbarchiamo con mezz’ora buona di ritardo, seguono più di cinque minuti di camminata di buon passo per arrivare alla stazione del Flytoget che è dentro il terminal. Gardemoen è grande, gradevole ed efficiente, ma mi manca il piccolo, vecchio Fornebu con l’avvicinamento sul fiordo di Oslo e con DC e Md SAS più i 737 Braathens parcheggiati col muso quasi addosso al satellite dei voli nazionali.

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C’è un treno pronto (materiale della defunta Adtranz già ABB, derivato dai convogli bloccati X2 svedesi, specifico per uso aeroportuale quindi con abbondanza di spazio per i bagagli: la classe 71 che sta toccando i 25 anni di servizio. Ne è in programma la sostituzione con nuovi convogli, che dovrebbero arrivare entro due anni). Anche qui i passeggeri non mancano. Partenza alle 19:30 (frequenza 20’ nella parte centrale della giornata), venticinque minuti di corsa con vmax 200 km/h e siamo ad Oslo: non scendo alla stazione centrale ma alla successiva Nationaltheatret; il mio albergo è a cento metri dall’uscita della stazione sulla Henrik Ibsen Gate, all’incrocio con Parkveien, ed a cinquecento metri dal nuovo Nasjonalmuseet ed Aker Brygge. Il Flytoget va preso ad esempio di come ideare e gestire un collegamento ferroviario aeroportuale: anche qui avevo potuto comprare on line il biglietto, che vale per tre mesi al prezzo di 210 corone, 21 euro circa per una sessantina di chilometri. Risultato: alle otto e poco più sono in camera allo Scandic Solli.

Bilancio della giornata: ottimo! Non avevo particolari aspettative su airBaltic; è stata una piacevolissima sorpresa, da tenere in considerazione anche per voli in coincidenza se si trovano le connessioni giuste: il network conta una settantina di destinazioni ma servite con poche frequenze settimanali - le rotte con voli giornalieri o plurigiornalieri non sono molte, abbondano le rotte stagionali (anche Pisa lo è, 2W fino a metà agosto; MXP 3W e FCO 4W per luglio 2022, ma dovrebbero essere annuali). Non sarà certo una major, ma neanche una low cost e i prezzi sono abbordabili. Servizio di buon livello, personale di cabina sorridente ed efficace. Il giudizio può senz’altro estendersi per Cyprus Airways. Buffo venire in nord Europa e volare su una compagnia cipriota. Bonus finale: un voucher di 100 euro, valido un anno.

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la prima foto di Oslo, il municipio
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guarda un po’ che c’è … (nella prima foto, quel “palazzo” bianco sulla sinistra è un traghetto)
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il nuovo Nasjonalmuseet (foto scattata alle 22:03)


OT Oslo

Martedì 19 luglio
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Salmone, uovo strapazzato, aringhe, geitost (formaggio di latte di capra con zucchero caramellato, da cui il colore marrone ed il sapore intenso) e fette Wasa di segale: cosa c’è di meglio al mattino per colazione?
Oslo città sempre gradevole, molto verde anche nelle zone centrali, traffico tranquillo -abbondano le Tesla-, gran rispetto per i pedoni. Oslo e Bergen sono state tra le prime città europee a imporre un pedaggio per l’accesso delle auto nelle zone centrali, con un sistema di lettura ottica delle targhe. Nonostante l’ampia estensione della città, la si visita benissimo a piedi e mezzi pubblici; il servizio di bus, tram, metro, traghetti e ferrovia suburbana è ottimo, spesso con corse anche nelle ore notturne. Le novità sono per me due nuovi musei ed il teatro dell’Opera; il museo delle navi vichinghe riaprirà nel 2023. Comodissima la card o -meglio ancora- l’app Visit Oslo: pass per musei e trasporti pubblici- Inutile dire che la si acquista on line.
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da destra: Munchmuseet, Operahuset, e un catamarano particolare: ne riparliamo a Flåm.
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la torre scenica. Granito bianco di Norvegia e marmo Carrara bianco.
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il Munchmuseet visto dall’ Operahuset
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fauna locale (visto che è qualcosa che vola, è da considerare IT?)
Il nuovo Munch è un parallelepipedo di una dozzina di piani, con … la parte superiore storta.
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AAARGH! (scattata al volo)
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per la grafica, spesso il museo possiede oltre alle opere anche le lastre (questa è una xilografia)
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Munch do-it-yourself, con la tecnica del frottage (un bassorilievo, su cui si appoggia un foglio e si sfrega il foglio con un pastello o un carboncino)
In cima al museo il ristorante ed un bar all’aperto, accessibili anche direttamente da fuori; ma ci sono vetri che non favoriscono le foto.
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l’ Operahuset vista dal Munchmuseet. Sullo sfondo, la collina di Holmekollen.
Spiegazioni chiare, spazi ampi, ottimo allestimento. L’impressione è che ora ci siano meno pezzi esposti, soprattutto di grafica, rispetto alla vecchia sede di Tøyen.
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un'altra Ape!
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Oslo Beach, davanti al Munch.
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ho volutamente "bruciato" la pietra per far vedere l'interno del foyer

Tempo bello, al sole fa caldo. C’è un bel po’ di gente in giro, compresi parecchi turisti: qualche italiano, molti nordamericani, ma sento anche parlare russo. Questa è la Karl Johans Gate, la strada che dalla stazione porta fino al palazzo reale.
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Vado a prendere il tram 12 per il Frognerparken, puntando al Vigelandsanlegget, la zona del parco che ospita le sculture di Gustav Vigeland.
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Sempre gradevole e bellissimo, con una particolarità: la grande fontana è a secco, come altre in città, per risparmiare acqua. Quindi sono visibili i bronzi sulla fascia bassa della gran vasca e le figure che reggono il bacile da cui cad(rebb)e l’acqua, che di solito sono … sott’acqua.
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il pavimento intorno alla fontana è un grande labirinto
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Monolitten
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Livshjulet (il cerchio della vita)
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Broen

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avete mai visto una rotonda fatta da una fontana -avoja- e binari del tram che attraversano la rotonda -pure- nella fontana -eeeeh-? Parafrasando i Deep Purple, tram on the water.

L’unica cosa storta della giornata è che il Gamle Raadhus, ottimo ristorante, è chiuso per ferie. The Salmon (un nome, un programma)
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apre la sera solo nel fine settimana. Maremma diavola!
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In compenso, trovo la Artic della Mack, birrificio di Tromsø: le mie preferite (la birra e la città)!!!

Da principio mi sento strano, a girare da solo come facevo quarant’anni fa -non sei più quello di allora, ma che ci fai, cosa vuoi dimostrare e a chi?-, ma passa presto. E il divertimento, l’appagamento tornano ad essere quelli di allora, anzi con in più la possibilità di apprezzare cose che allora trascuravo, e sono in pace con me stesso.

Mercoledì 20 luglio
Ho la giornata a disposizione fino alle tre e mezzo, poi devo andare a prendere il treno. In programma c’è il Nasjonalmuseet for kunst, arkitektur og design, nuovo di pacca (è stato inaugurato il 10 giugno scorso) che sorge nell’area della fu stazione ferroviaria Vestbanen. Il museo accorpa i precedenti Galleria Nazionale (arte antica e moderna), il museo di arte contemporanea (quasi esclusivamente norvegese), il museo dell’arte industriale (design e costume). Una panoramica a 360° sull’arte in Norvegia e le sue applicazioni.
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I pezzi forti sono Johann Christian Claussen Dahl, paesaggista nato a Bergen nel 1788, importante perché aprì la strada all’arte norvegese, contribuendo a fondare una coscienza nazionale -all’epoca la Norvegia era danese, poi dal 1815 svedese; è diventata uno stato indipendente nel 1905-

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e naturalmente Munch: l’allestimento della sala principale è da manuale. 18 opere, una meglio dell’altra
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questo è il primo Skrik (1893) olio, tempera, pastello su cartone: quello del museo Munch è stato dipinto nel 1910
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Madonna
Tra gli altri quadri, due Artemisia Gentileschi (però), ed un Picasso del periodo blu che mi fa impazzire (ma anche il Modigliani accanto è mica male)
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l’arazzo di Baldishol, XI-XII secolo. Quando è stato trovato, veniva usato come tappeto …
L’unica sala dedicata all’arte contemporanea non norvegese è italiana: il movimento Arte povera! Esiste una app, da scaricare gratuitamente sul cellulare, che offre mappa ed audioguida. Scusate se è poco. Pensavo di finire prima, invece ci metto più di quattro ore senza saltare nulla e non resta tempo per l’Astrup Fearnley o per il Municipio. Il Norsk Folkemuseum me lo sono giocato con il giorno cui ho dovuto rinunciare per la partenza ritardata. Ne riparliamo la prossima volta, quando sarà riaperto il museo delle navi vichinghe!

… segue …
 

londonfog

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Londra
Grazie delle informazioni su Oslo, spero di riuscire ad andarci in Maggio/Giugno 2023. Interessante Air Baltic.
Bel TR.
 

enrico

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Rapallo, Liguria.
Bellissimo inizio di TR, veramente molto interessante. Attendo con trepidazione (anche) l’OT ferroviario e navale! Bravo e grazie!
 

OneShot

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Paris
Per essere bello, è bello eh, Ma: troppi culi all’aria e poi, ma che è sta moda dei palazzi tutti storti? Ha contagiato pure più a sud, visto che ormai li fanno in tutte le città!
Ovviamente si scherza eh. Bella anche la narrativa.
ora mi vo a leggere la seconda parte he di treni un ci hapisco na sega!
 

Pinaz93

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Bellissimo TR complimenti!

Confermo pure io l'opinione su airBaltic, la uso spesso avendo la ragazza in trasferta a Riga ed è veramente una bella realtà! (Sono leggermente di parte visto che la ragazza è una loro dipendente ahah)

Allego la foto del mio ultimo pranzo in business con loro, davvero niente male ad essere sincero:



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Seaking

Moderatore
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Bellissimo inizio, con OT cittadino ed artistico molto gradito.
Sicuramente una meta da considerare.

Fantastici i musei, tra l'altro uno dei miei quadri preferiti in assoluto è di un pittore norvegese attivo a cavallo tra '800 e '900, Carl Frithjof Smith, il cui splendido "Dopo la prima comunione" è esposto al museo Revoltella di Trieste (qui sotto una parte del dipinto che mette il luce lo straordinario realismo espressivo - praticamente fotografico - delle bambine ritratte).



P.S. da fiorentino vedo che su PSA ci vai giù pesante - e posso capire la secolare antipatia tutta toscana per le provincie che non siano la propria - però è solo grazie a PSA se una regione grossa come la Toscana ha un aeroporto con collegamenti decenti ed in grado di ospitare praticamente tutti gli aerei in circolazione.