[TR] Ritorno nella terra di nessuno
Una premessa. Questo TR di aeronautico ha ben poco.
Torno a Cipro dopo qualche anno, e decido di allungare la permanenza e farmi qualche giorno di vacanza nella Repubblica Turca di Cipro Nord, che a mio giudizio (e non me ne vogliano i greco-ciprioti) è di gran lunga la parte più bella e godibile dell’isola.
Sono stato a Cipro tante volte, nella parte turco-cipriota e nella parte greco-cipriota, e l’ho sempre trovata un’isola bellissima, ricca di storia e – purtroppo – di contraddizioni.
Non mi dilungo nella sua storia ma come sapete tra il 1964 e il 1974 è stata interessata da vicende che hanno contrapposto le due comunità, culminando con un conflitto che ha poi condotto alla partizione dell’isola in due, e con la successiva costituzione di uno stato autonomo a nord, riconosciuto solo dalla Turchia.
La prima parte del viaggio è di lavoro, a Nicosia, e qui posto alcune foto dell’aeroporto abbandonato della capitale, chiuso nel limbo della linea di demarcazione tra i due stati, la buffer zone, sotto il controllo dell’ONU dal 1974. Lo scorso 20 luglio è stato il 49° anniversario della battaglia dell’aeroporto e da allora la struttura è stata presidiata dall’ONU, chiusa al traffico e all’accesso ai civili, caduta in un vero e proprio limbo. In attesa un giorno, forse, di tornare alla normalità.
Quel giorno, tuttavia, sembra essere ancora lontano.
Ho già fatto un TR dall’aeroporto di Nicosia alcuni anni fa, quindi non voglio annoiare nessuno con immagini di un luogo che di nuovo ha solo qualche strato di polvere e guano in più.
Per chi fosse interessato a vedere l’aeroporto più nel dettaglio, il link al TR precedente è questo: https://www.aviazionecivile.it/foru...cipro-come-forse-non-lavete-mai-vista.100419/
Solo poche foto, quindi, per completare le precedenti
La struttura dell’aeroporto, lato airside.
Sala smistamento bagagli
L’insegna sul tetto, ormai sempre più cadente
Le vecchie cucine
Corridoio per gli imbarchi
L’ingresso esterno, davanti ai parcheggi abbandonati
Ingresso alla hall centrale
Uno dei tanti fori di proiettile che si possono vedere sulle pareti e sui vetri dell’aeroporto
La hall centrale
Il pover Trident 2 5B-DAB, rimasto bloccato il 20 luglio del 1974 sul piazzale dell’aeroporto
Anche lui ne prese di colpi. Prima quelli di un F-100 turco e dopo quelli dei commandos greci e dei paracadutisti turchi
Spogliato di ogni sua parte utile, dal 49 anni sfoggia la vecchia livrea della Cyprus Airways
Strana forma aveva il Trident, soprattutto per il carrello anteriore disassato
Questo è un vecchio hangar della RAF, del periodo pre-indipedenza. Secondo me è un capolavoro di storia architettonica
Oggi è chiuso e di fatto inaccessibile, probabilmente anche pericolante, ma per anni è stato usato dagli inglesi (e poi dall’ONU) come campo sportivo al coperto.
Resti di simboli reggimentali britannici
La luce mattutina con il sole da est non aiuta, ma cerco in ogni modo di spingermi al fondo del piazzale e scattare una foto d’insieme dell’intero aeroporto
La vecchia torre di controllo. Fino a qualche anno fa si leggeva ancora il nome dell’aeroporto e la sua quota ma il tempo sembra aver iniziato a cancellare tutto
Anche questa è una costruzione inglese, che risale al periodo della seconda Guerra Mondiale
Le condizioni all’interno
Poco fuori dalla base ONU, invece, c’è il cimitero-sacrario di Makedonissa. È stato realizzato alcuni anni fa sul luogo in cui si schiantò all’alba del 22 luglio 1974 un Nord N-2501 Noratlas, provocando la morte di numerosi commandos greci.
La storia di questo episodio è drammatica, e vale la pena di essere raccontata.
Dopo che i turchi erano sbarcati il 20 luglio a nord, sulla spiaggia di Pentimilli, raggiungendo poi Girne e spingendosi sino alla periferia di Nicosia, il governo della giunta militare greca ordinò una vera e propria missione suicida, con l’intento di appoggiare i golpisti greco-ciprioti e mettere in sicurezza l’aeroporto della capitale.
Nome della missione: Niki. Vittoria.
Alle 22:30 del 21 luglio venne ordinato agli uomini del 1° Battaglione Commando greco di stanza alla base di Suda (Creta) di imbarcarsi su 20 Noratlas e 10 Dakota per essere trasportati sull’aeroporto di Nicosia, per contrastare l’avanzata turca.
Non è mai stata chiarita l’esatta dinamica della missione, che fu tuttavia costellata da errori e colpi di sfortuna.
Ad intervalli di cinque minuti la gran parte degli aerei decollò, osservando il più assoluto silenzio radio, senza scorta e a luci spente, dirigendosi verso la parte meridionale dell’isola di Cipro, per risalirla poi da sud e raggiungere l’aeroporto nella parte ancora sotto il controllo della Guardia Nazionale Cipriota.
I primi cinque aerei decollarono secondo il piano prestabilito ma i successivi iniziarono ad accumulare ritardi, determinando l’impossibilità di rispettare la tabella di missione. Al decollo del 15° Noratlas (Niki 15) la missione venne abortita per i rimanenti mezzi, e solo quelli in volo continuarono verso Cipro.
Volarono ad una quota di circa 300 piedi fino a Cipro, sfuggendo al controllo radar delle forze turche, senza contatto visivo tra loro e senza la presenza di radioassistenze.
Niki 13 manifestò poco dopo il decollo alcuni problemi tecnici, e fu costretto a rientrare a Rodi.
Sebbene agli equipaggi fosse stato detto che le forze greco-cipriote erano al corrente del loro arrivo, questa informazione – per ragioni ignote – non fu al contrario mai trasmessa a Cipro. In tal modo, all’arrivo dei primi aerei in prossimità dell’aeroporto, verso le 2 del mattino del 22 luglio, le stesse forze greco-cipriote, temendo un’incursione turca, iniziarono ad aprire il fuoco all’impazzata.
Niki 1, 2 e 3 riuscirono ad atterrare, sebbene fossero stati colpiti, mentre il Noratlas Niki 4 (matricole 52-140) venne abbattuto a circa due chilometri dalla testata della pista, schiantandosi sul terreno e provocando la morte di 4 membri dell’equipaggio e 29 Commando greci.
Di fronte all’emergenza, Niki 5 e i successivi decisero di accendere le luci e cercare di mostrare i contrassegni nazionali, riuscendo tuttavia a far cessare il fuoco solo quando gli aerei raggiunsero la pista. Niki 14 arrivò in ritardo sull’obiettivo, e gli fu ordinato di rientrare.
La fase di sbarco dei militari e degli equipaggiamenti fu rapida e venne ordinato poco dopo il decollo di tutti i mezzi sopravvissuti. Niki 3, 7 e 12, tuttavia, avevano subito danni ingenti in fase di atterraggio e vennero abbandonati sulla pista di Nicosia, per essere poi distrutti dalle forze greco-cipriote per impedirne la cattura da parte dei turchi.
Nel luogo dove si schiantò Niki 4 venne costruito un sacrario che raccolse i resti dell’equipaggio, i Commando e altri militari che avevano combattuto in quei giorni all’aeroporto di Nicosia.
Circa due anni fa, invece, l’Aeronautica Militare greca ha donato al sacrario un Noratlas (che non partecipò alla missione), e che è oggi esposto sulla cima della collina.
Questo l’ingresso al sacrario
File di lapidi e, dietro, la sagoma del Noratlas
Il Noratlas 52-133
La coda dell’aereo viene lasciata aperta …
… e all’interno sono conservate sulle panche le immagini dei caduti di Niki 4
Il Noratlas 52-133
[CONTINUA]
Una premessa. Questo TR di aeronautico ha ben poco.
Torno a Cipro dopo qualche anno, e decido di allungare la permanenza e farmi qualche giorno di vacanza nella Repubblica Turca di Cipro Nord, che a mio giudizio (e non me ne vogliano i greco-ciprioti) è di gran lunga la parte più bella e godibile dell’isola.
Sono stato a Cipro tante volte, nella parte turco-cipriota e nella parte greco-cipriota, e l’ho sempre trovata un’isola bellissima, ricca di storia e – purtroppo – di contraddizioni.
Non mi dilungo nella sua storia ma come sapete tra il 1964 e il 1974 è stata interessata da vicende che hanno contrapposto le due comunità, culminando con un conflitto che ha poi condotto alla partizione dell’isola in due, e con la successiva costituzione di uno stato autonomo a nord, riconosciuto solo dalla Turchia.
La prima parte del viaggio è di lavoro, a Nicosia, e qui posto alcune foto dell’aeroporto abbandonato della capitale, chiuso nel limbo della linea di demarcazione tra i due stati, la buffer zone, sotto il controllo dell’ONU dal 1974. Lo scorso 20 luglio è stato il 49° anniversario della battaglia dell’aeroporto e da allora la struttura è stata presidiata dall’ONU, chiusa al traffico e all’accesso ai civili, caduta in un vero e proprio limbo. In attesa un giorno, forse, di tornare alla normalità.
Quel giorno, tuttavia, sembra essere ancora lontano.
Ho già fatto un TR dall’aeroporto di Nicosia alcuni anni fa, quindi non voglio annoiare nessuno con immagini di un luogo che di nuovo ha solo qualche strato di polvere e guano in più.
Per chi fosse interessato a vedere l’aeroporto più nel dettaglio, il link al TR precedente è questo: https://www.aviazionecivile.it/foru...cipro-come-forse-non-lavete-mai-vista.100419/
Solo poche foto, quindi, per completare le precedenti
La struttura dell’aeroporto, lato airside.
Sala smistamento bagagli
L’insegna sul tetto, ormai sempre più cadente
Le vecchie cucine
Corridoio per gli imbarchi
L’ingresso esterno, davanti ai parcheggi abbandonati
Ingresso alla hall centrale
Uno dei tanti fori di proiettile che si possono vedere sulle pareti e sui vetri dell’aeroporto
La hall centrale
Il pover Trident 2 5B-DAB, rimasto bloccato il 20 luglio del 1974 sul piazzale dell’aeroporto
Anche lui ne prese di colpi. Prima quelli di un F-100 turco e dopo quelli dei commandos greci e dei paracadutisti turchi
Spogliato di ogni sua parte utile, dal 49 anni sfoggia la vecchia livrea della Cyprus Airways
Strana forma aveva il Trident, soprattutto per il carrello anteriore disassato
Questo è un vecchio hangar della RAF, del periodo pre-indipedenza. Secondo me è un capolavoro di storia architettonica
Oggi è chiuso e di fatto inaccessibile, probabilmente anche pericolante, ma per anni è stato usato dagli inglesi (e poi dall’ONU) come campo sportivo al coperto.
Resti di simboli reggimentali britannici
La luce mattutina con il sole da est non aiuta, ma cerco in ogni modo di spingermi al fondo del piazzale e scattare una foto d’insieme dell’intero aeroporto
La vecchia torre di controllo. Fino a qualche anno fa si leggeva ancora il nome dell’aeroporto e la sua quota ma il tempo sembra aver iniziato a cancellare tutto
Anche questa è una costruzione inglese, che risale al periodo della seconda Guerra Mondiale
Le condizioni all’interno
Poco fuori dalla base ONU, invece, c’è il cimitero-sacrario di Makedonissa. È stato realizzato alcuni anni fa sul luogo in cui si schiantò all’alba del 22 luglio 1974 un Nord N-2501 Noratlas, provocando la morte di numerosi commandos greci.
La storia di questo episodio è drammatica, e vale la pena di essere raccontata.
Dopo che i turchi erano sbarcati il 20 luglio a nord, sulla spiaggia di Pentimilli, raggiungendo poi Girne e spingendosi sino alla periferia di Nicosia, il governo della giunta militare greca ordinò una vera e propria missione suicida, con l’intento di appoggiare i golpisti greco-ciprioti e mettere in sicurezza l’aeroporto della capitale.
Nome della missione: Niki. Vittoria.
Alle 22:30 del 21 luglio venne ordinato agli uomini del 1° Battaglione Commando greco di stanza alla base di Suda (Creta) di imbarcarsi su 20 Noratlas e 10 Dakota per essere trasportati sull’aeroporto di Nicosia, per contrastare l’avanzata turca.
Non è mai stata chiarita l’esatta dinamica della missione, che fu tuttavia costellata da errori e colpi di sfortuna.
Ad intervalli di cinque minuti la gran parte degli aerei decollò, osservando il più assoluto silenzio radio, senza scorta e a luci spente, dirigendosi verso la parte meridionale dell’isola di Cipro, per risalirla poi da sud e raggiungere l’aeroporto nella parte ancora sotto il controllo della Guardia Nazionale Cipriota.
I primi cinque aerei decollarono secondo il piano prestabilito ma i successivi iniziarono ad accumulare ritardi, determinando l’impossibilità di rispettare la tabella di missione. Al decollo del 15° Noratlas (Niki 15) la missione venne abortita per i rimanenti mezzi, e solo quelli in volo continuarono verso Cipro.
Volarono ad una quota di circa 300 piedi fino a Cipro, sfuggendo al controllo radar delle forze turche, senza contatto visivo tra loro e senza la presenza di radioassistenze.
Niki 13 manifestò poco dopo il decollo alcuni problemi tecnici, e fu costretto a rientrare a Rodi.
Sebbene agli equipaggi fosse stato detto che le forze greco-cipriote erano al corrente del loro arrivo, questa informazione – per ragioni ignote – non fu al contrario mai trasmessa a Cipro. In tal modo, all’arrivo dei primi aerei in prossimità dell’aeroporto, verso le 2 del mattino del 22 luglio, le stesse forze greco-cipriote, temendo un’incursione turca, iniziarono ad aprire il fuoco all’impazzata.
Niki 1, 2 e 3 riuscirono ad atterrare, sebbene fossero stati colpiti, mentre il Noratlas Niki 4 (matricole 52-140) venne abbattuto a circa due chilometri dalla testata della pista, schiantandosi sul terreno e provocando la morte di 4 membri dell’equipaggio e 29 Commando greci.
Di fronte all’emergenza, Niki 5 e i successivi decisero di accendere le luci e cercare di mostrare i contrassegni nazionali, riuscendo tuttavia a far cessare il fuoco solo quando gli aerei raggiunsero la pista. Niki 14 arrivò in ritardo sull’obiettivo, e gli fu ordinato di rientrare.
La fase di sbarco dei militari e degli equipaggiamenti fu rapida e venne ordinato poco dopo il decollo di tutti i mezzi sopravvissuti. Niki 3, 7 e 12, tuttavia, avevano subito danni ingenti in fase di atterraggio e vennero abbandonati sulla pista di Nicosia, per essere poi distrutti dalle forze greco-cipriote per impedirne la cattura da parte dei turchi.
Nel luogo dove si schiantò Niki 4 venne costruito un sacrario che raccolse i resti dell’equipaggio, i Commando e altri militari che avevano combattuto in quei giorni all’aeroporto di Nicosia.
Circa due anni fa, invece, l’Aeronautica Militare greca ha donato al sacrario un Noratlas (che non partecipò alla missione), e che è oggi esposto sulla cima della collina.
Questo l’ingresso al sacrario
File di lapidi e, dietro, la sagoma del Noratlas
Il Noratlas 52-133
La coda dell’aereo viene lasciata aperta …
… e all’interno sono conservate sulle panche le immagini dei caduti di Niki 4
Il Noratlas 52-133
[CONTINUA]