Dunque, il ritorno.
Arriviamo a MAD e, come oramai di consueto, BA sbarca l'avione per file, procedura solitamente rispettata. Al terminal c'è un buon numero di aviopirla che fanno transito, quasi certamente per tornare indietro sul cicciobus, mentre io mi scaravento al trenino e poi al T4 vero e proprio. Un breve controllo dei documenti e sono in taxi.
L'obbiettivo è nel quartiere di Lavapiès, al caffè Boconó, dove vedo un amico, la di lui consorte e la di loro bambina, ma sopratutto per prendermi un kg del caffè più buono che conosca, un bourbon brasiliano fatto a Espírito Santo do Pinhal, poco fuori Campinas nelle colline di San Paolo. Come ogni volta mi riprometto di andarci.
Fatto ciò, cammino attraverso il centro fino a Nuevos Ministerios, salto sulla linea 8 della metro che con "soli" 7 euri mi porta a Barajas. Ci sono anche le Cercanias, le linee S madrilene, ma come ogni volta mi ricordo della loro esistenza solo una volta pagato l'obolo. Noto con piacere che tutti, ma proprio tutti, hanno la mascherina. Proprio come a Londra. Gli unici a non portarla saranno, infatti, gli inglesi.
Questa volta, sempre per la gioia di Edoardo, non c'è upgrade. Iberia prova anche a vendermene uno, passaggio da Economy a Business per 50 euri, ma a) ci sono solo posti in mezzo, quelli dove sei di fianco a qualcun altro b) non mangio a bordo e per quell'oretta che ho in aeroporto non so cosa farei in lounge e c) sono biellese, e cinquanta euri sono
cinquanta euri. Per cui 45H sarà.
Riemergo al T4S e decido di fare un giretto per vedere cosa c'è di bello.
American per ggéieffchei:
Uno dei tanti 330 di IB. Pare che tre saranno passati al governo per diventare aerocisterne.
Parlando di buon caffé, il 787 Avianca per Bogotà è pronto a partire. Dietro di lui, LATAM aspetta.
Sempre parlando di LATAM, eccoli col pezzo grosso. Prima volta che vedo la livrea sul 77W e il mio sereno giudizio è che fa pena.
Se Barajas ha un difetto, quello è che le indicazioni sullo stato dei gates non sono esattamente coordinate. Nel corso del mio giro mi casca l'occhio su uno dei monitor e scopro che IB3166 è "boarding" al gate S7. Io sono da tutt'altra parte per cui mi appropinquo a passo spedito per poi scoprire, davanti al gate, il classico zoo e la scritta, sugli schermi, "delayed 16:20". I FIDS centrali non dicono niente del genere.
Vabbè, vado a sedermi e, nel farlo, mi casca l'occhio su qualcosa. Spremo il sensore del mio povero citofono così duro che cascano pezzi di resistore e catturo questa foto:
Poi mi rendo conto che posso evitare di postare immagini con pixel grossi un dito come se fossi su Duke Nukem 3D... basta andare più indietro.
Cambio ruota.
OK, sembra che stiano finendo la faccenda, ma se tanto mi da tanto mi sa che ci sarà ancora un po' di ritardo. Vado a prendermi un caffè e mi siedo vicino alle finestre in beata contemplazione delle forme geometriche del terminal.
L'attesa è allietata dal passaggio della Regina, stavolta in modalità cargo e battente bandiera russa (e registrazione di Bermuda):
Il motto di Barajas è "vieni qui e ti diamo un A350". Ce li ha Iberia, Iberojet, Qatar... ora anche la sconosciutissima World2Fly ne ha uno. Dagli tempo e mi sa che pure Boliviana se ne piglierà uno.
Il lavoro sembra quasi ultimato.
Imbarchiamo alla fine con un'oretta di ritardo. Il meccanismo di controllo dei documenti ha toppato, per cui tutti - ma proprio tutti - devono mostrare vaccino, PLF, foto autografa di Totò Schillaci e almeno una bolletta del telefono con su l'indirizzo. Fatto ciò siamo a bordo.
Economy plus è impreziosita da deliziosi dettagli color granata, che effettivamente rendono tutto molto elegante, chic e di alta qualità. Mica come il bianco e il nero, puah. Roba da galeotti.
Una signora anziana è seduta al middle seat di fianco a 45H, ovviamente denominato 45E, e la di lei figlia originariamente piazzata al 46L mi chiede se non possiamo far cambio. Sono piemontese, quindi falso ma anche e sopratutto cortese, per cui dico "preucupte nen madama mia" e mi piazzo al posto finestrino. Gli dei mi sorridono la mia fila rimarrà vuota. Fossi alto come I-DAVE potrei farmi la residence dei povery [cit.] ma non arrivo a tali vertiginose misure per cui mi accontento di rimanere come sono.
Il sedile è piemontese pure lui, e saluta.
Questi interni sono comuni su tutti gli aerei nuovi di IAG in Barbon e Barbon Plus. Sono i medesimi sui 350 di BA, sui 777 riconfigurati (seppur più stretti dato il 10-abreast) e sui nuovi 787-10. Pure il galley 'dietro' è lo stesso per BA, ma BA sui 35K ha fatto la minchiata vera e propria di non aver messo un vero mid-galley su un -1000, col risultato che il servizio è un calvario.
Divago. l'IFE non ha niente - dico, niente - che mi piaccia e finisco coll'ascoltare i miei podcast. (nota mentale in caso di viaggio lungo su 'sto coso, meglio portarsi dietro Guerra e Pace).
In caso vi siate mai domandati come funziona la maniglia del portellone cargo di un 350.
Stacchiamo, tagliando la strada a un altro A350 da cui volano copiosi
kitammuort.
Pure Emirates se ne va. E già che ci siamo, un servile omaggio ai torristi.
il taxiing è cortissimo, usiamo la pista tra i due terminal. Il tempo di un arrivederci e siamo in aria.
Si fa l'imbrunire. Il servizio a bordo è a pagamento con l'esclusione di un bicchier d'acqua e un pacchetto di gallette che darò, ancora una volta, ai piccioni.
Le luci si spengono, tutto si fa tranquillo. Pure i due bambini amerindi dietro di me smettono di litigare. Uno russa. Navighiamo sopra a un mare di nuvole, la luna piena nostra compagna, finchè non erutta una voce sull'interfono a 150db: "Cabin crew 10 minutes to landing".
Ci infiliamo tra le nuvole, continuiamo a discendere tra le nuvole, passiamo un altro po' tra le nuvole e sbuchiamo qui. Il mio iPhone 7 dice "io ci provo, eh", ma l'effetto è tipo quadro di Van Gogh se solo VG fosse stato incapace. Comunque, per capirci: vedete quella specie di "V" illuminata, tra quei due triangoli neri, praticamente in centro alla foto? Sopra alla via di scorrimento veloce che va da sinistra a destra in basso, e a destra di quella specie di faro. Bene, quello è il Chiswick Business Park. All'incrocio tra quella V e la via sottostante c'è un palazzone, la cui sagoma s'intuisce più che vedersi. Bene, quella è Chiswick tower, con sotto la metro di Gunnersbury. Proprio li davanti c'era la fermata dell'N9 da cui sono partito stamattina. Tò, vi metto pure
il link.
Il resto è storia. Sorvoliamo Hounslow e Isleworth, dove tra l'altro domani passerò in bici per allenarmi, con uno dei bambini dietro che ripete
"Que bonito Londres" e io che penso "Vai a Isleworth quando il vento tira dal depuratore poi mi dici" e atterriamo in scioltezza. Breve taxiing tutti in piedi e siamo di nuovo a T5C. Il gate, manco a dirlo, è C57. Lo stesso della partenza.
Con questo cerchio della vita che mi fa sentire molto Ivana Spagna si conclude il mio sabato da aviopirla. Riprendo il tunnel, passo i controlli, arrivo agli arrivi e vado letteralmente a sbattere contro una ex collega che non vedevo da tre anni. Che prima quasi mi manda a Lista, Norvegia (codice IATA FAN), poi a Kuala Lumpur (codice IATA KUL), poi si scusa, poi mi riconosce e mi manda a FAN-KUL davvero e poi mi abbraccia e ci mettiamo a chiaccherare per un'oretta. E lì finisce la mia storia. Grazie, a presto e stay aviopeeerla [cit. quello coi calzini e le bevande abbinate].