L’aiuto di Stato di 3,4 miliardi di euro erogato alla compagnia aerea olandese KLM durante il periodo della pandemia da Covid-19 è illegittimo a giudizio del Tribunale dell’Unione europea. Di fatto il gruppo societario Air France-KLM risulta aver cumulato più sostegni finanziari, in base a erogazioni a favore di diverse società del gruppo stesso, con conseguente danno per la concorrenza nel settore aereo. La decisione è stata assunta nell’ambito della causa T-146/22.
Nel 2020, la Commissione europea aveva approvato l’aiuto olandese rappresentato dalla prestazione di una garanzia su un prestito bancario. Il fine era garantire temporaneamente suffcienti liquidità in seno alla compagnia aerea.
La vicenda dell’aiuto
L’aiuto era stato poi annullato nel 2021 dal Tribunale Ue perché la decisione della Commissione risultava non sufficientemente dettagliata e motivata, in poparticolare sull’indviduazione del reale beneficiario della misura. Tuttavia il Tribunale aveva sospeso l’esecutività della propria decisione in attesa di una nuova determinazione sulla questione da parte della Commissione europea. Nuova determinazione in realtà poi assunta dall’Esecutivo Ue a luglio 2021, con la quale veniva a affermato che l’aiuto era compatibile con il mercato interno: KLM e le sue filiali risultavano essere le sole beneficiarie degli aiuti con esclusione delle altre società del gruppo Air France-KLM.
Il ricorso di compagnia concorrente
La compagnia aerea Ryanair ha adito però il Tribunale Ue su tali conclusioni che legittimavano la misura di aiuto a KLM. Da cui il nuovo annullamento deciso dai giudici fondato sul rilievo che la Commissione avrebbe commesso l’errore di non individuare i reali beneficiari del sostegno finanziario che in effetti risultavano essere anche altre società del gruppo. Risultavano, infatti, escluse dalla categoria dei beneficiari la holding Air France-KLM et Air France: due società facenti parte del gruppo Air France-KLM.
Il Tribunale ha messo in luce i legami organici ed economici delle società coinvolte dalla misura di aiuto concludendo che la holding Air France-KLM et Air France erano di fatto in condizione di usufruire della garanzia prestata e dei vantaggi che ne derivavano.
Nel 2020, la Commissione europea aveva approvato l’aiuto olandese rappresentato dalla prestazione di una garanzia su un prestito bancario. Il fine era garantire temporaneamente suffcienti liquidità in seno alla compagnia aerea.
La vicenda dell’aiuto
L’aiuto era stato poi annullato nel 2021 dal Tribunale Ue perché la decisione della Commissione risultava non sufficientemente dettagliata e motivata, in poparticolare sull’indviduazione del reale beneficiario della misura. Tuttavia il Tribunale aveva sospeso l’esecutività della propria decisione in attesa di una nuova determinazione sulla questione da parte della Commissione europea. Nuova determinazione in realtà poi assunta dall’Esecutivo Ue a luglio 2021, con la quale veniva a affermato che l’aiuto era compatibile con il mercato interno: KLM e le sue filiali risultavano essere le sole beneficiarie degli aiuti con esclusione delle altre società del gruppo Air France-KLM.
Il ricorso di compagnia concorrente
La compagnia aerea Ryanair ha adito però il Tribunale Ue su tali conclusioni che legittimavano la misura di aiuto a KLM. Da cui il nuovo annullamento deciso dai giudici fondato sul rilievo che la Commissione avrebbe commesso l’errore di non individuare i reali beneficiari del sostegno finanziario che in effetti risultavano essere anche altre società del gruppo. Risultavano, infatti, escluse dalla categoria dei beneficiari la holding Air France-KLM et Air France: due società facenti parte del gruppo Air France-KLM.
Il Tribunale ha messo in luce i legami organici ed economici delle società coinvolte dalla misura di aiuto concludendo che la holding Air France-KLM et Air France erano di fatto in condizione di usufruire della garanzia prestata e dei vantaggi che ne derivavano.