VARESE Aperte le buste con le offerte d’acquisto
Volare, cinque pretendenti Maroni: «Io boccio Alitalia»
La sorpresa: il gruppo bergamasco Radici
VARESE - «C’è anche l’offerta di Alitalia?» Sì, c’è anche quella. «Esprimo un parere del tutto personale, ma non riesco a capire come la compagnia di bandiera possa garantire un futuro a Volare proprio mentre è oberata dai debiti e a Roma si parla di una riduzione di personale».
Sarà anche un parere personale, ma trattandosi di quello di Roberto Maroni, ministro del Welfare, nonché uno dei registri del salvataggio di Volare, quelle parole avranno pure un loro peso. Ieri alle 18.30 i commissari della compagnia aerea di Gallarate, sottoposta un anno fa alla terapia intensiva della legge Marzano hanno aperto le buste dalle quali al più tardi domani scaturirà il nome del nuovo proprietario di Volare.
Toccherà al pool di dirigenti che dal novembre 2004 a oggi hanno rimesso in moto la compagnia pescare nel quintetto di offerte pervenute la più convincente: budget economico, garanzie occupazionali e sviluppo nell’area lombarda, sono i requisiti che i commissari avevano chiesto. Assieme ad Alitalia si sono fatte avanti anche Air One, Meridiana (quest’ultima in accoppiata con Eurofly) e la compagnia siciliana Windjet, tutte interessate a mettere le mani sul vero tesoro di Volare, vale a dire gli slot, i permessi di decollo e atterraggio che la compagnia possiede da Linate verso il sud Italia e verso Parigi.
Sono infatti rotte che possono garantire un volume di traffico notevole. Al poker di aziende del settore si è aggiunto il gruppo bergamasco Radici (tessile e energia).
Maroni esprime soddisfazione per la resurrezione di un’azienda oberata da 344 milioni di debiti, 1200 dipendenti e con un’immagine offuscata da una pesante inchiesta giudiziaria.
«Tocchiamo ferro, ma il più sembra ormai fatto - sottolinea il ministro - ed è il segno che la nostra scelta è stata azzeccata. L’intervento del governo è stato solo legislativo, si trattava di correggere alcuni parametri nati per consentire il salvataggio di Parmalat, ma per il resto l’operazione Volare è avvenuta senza l’esborso di un euro da parte dello Stato. E anche questo ci ha consentito di schivare i paletti dell’Ue, contraria all’aiuto pubblico alle imprese».
Ma le perplessità del ministro sono indirizzate ora su Alitalia: «Il bando per l’acquisto di Volare prevede impegni precisi da parte dell’acquirente, tra cui garanzie per l’occupazione. È singolare che mentre Alitalia parla di riduzione del suo personale si faccia avanti per impossessarsi di Volare. Non vorrei che tra qualche mese ci trovassimo a fare i conti con promesse non mantenute. Ho già espresso questi timori ai miei colleghi Scajola e Tremonti». Soddisfatto a tutto tondo si dice invece Marco Sartori, uno dei commissari nominati dal governo: «A questo punto Volare può dirsi salva: lo abbiamo fatto nei tempi previsti, conservando intatte le rotte e senza licenziare un solo dipendente. Chi se n’è andato in questi mesi lo ha fatto di sua spontanea volontà».
Claudio Del Frate
Corriere della Sera
Volare, cinque pretendenti Maroni: «Io boccio Alitalia»
La sorpresa: il gruppo bergamasco Radici
VARESE - «C’è anche l’offerta di Alitalia?» Sì, c’è anche quella. «Esprimo un parere del tutto personale, ma non riesco a capire come la compagnia di bandiera possa garantire un futuro a Volare proprio mentre è oberata dai debiti e a Roma si parla di una riduzione di personale».
Sarà anche un parere personale, ma trattandosi di quello di Roberto Maroni, ministro del Welfare, nonché uno dei registri del salvataggio di Volare, quelle parole avranno pure un loro peso. Ieri alle 18.30 i commissari della compagnia aerea di Gallarate, sottoposta un anno fa alla terapia intensiva della legge Marzano hanno aperto le buste dalle quali al più tardi domani scaturirà il nome del nuovo proprietario di Volare.
Toccherà al pool di dirigenti che dal novembre 2004 a oggi hanno rimesso in moto la compagnia pescare nel quintetto di offerte pervenute la più convincente: budget economico, garanzie occupazionali e sviluppo nell’area lombarda, sono i requisiti che i commissari avevano chiesto. Assieme ad Alitalia si sono fatte avanti anche Air One, Meridiana (quest’ultima in accoppiata con Eurofly) e la compagnia siciliana Windjet, tutte interessate a mettere le mani sul vero tesoro di Volare, vale a dire gli slot, i permessi di decollo e atterraggio che la compagnia possiede da Linate verso il sud Italia e verso Parigi.
Sono infatti rotte che possono garantire un volume di traffico notevole. Al poker di aziende del settore si è aggiunto il gruppo bergamasco Radici (tessile e energia).
Maroni esprime soddisfazione per la resurrezione di un’azienda oberata da 344 milioni di debiti, 1200 dipendenti e con un’immagine offuscata da una pesante inchiesta giudiziaria.
«Tocchiamo ferro, ma il più sembra ormai fatto - sottolinea il ministro - ed è il segno che la nostra scelta è stata azzeccata. L’intervento del governo è stato solo legislativo, si trattava di correggere alcuni parametri nati per consentire il salvataggio di Parmalat, ma per il resto l’operazione Volare è avvenuta senza l’esborso di un euro da parte dello Stato. E anche questo ci ha consentito di schivare i paletti dell’Ue, contraria all’aiuto pubblico alle imprese».
Ma le perplessità del ministro sono indirizzate ora su Alitalia: «Il bando per l’acquisto di Volare prevede impegni precisi da parte dell’acquirente, tra cui garanzie per l’occupazione. È singolare che mentre Alitalia parla di riduzione del suo personale si faccia avanti per impossessarsi di Volare. Non vorrei che tra qualche mese ci trovassimo a fare i conti con promesse non mantenute. Ho già espresso questi timori ai miei colleghi Scajola e Tremonti». Soddisfatto a tutto tondo si dice invece Marco Sartori, uno dei commissari nominati dal governo: «A questo punto Volare può dirsi salva: lo abbiamo fatto nei tempi previsti, conservando intatte le rotte e senza licenziare un solo dipendente. Chi se n’è andato in questi mesi lo ha fatto di sua spontanea volontà».
Claudio Del Frate
Corriere della Sera