Voli notturni più rischiosi?


paolo.maledetto

Bannato
24 Luglio 2009
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di Antonio Bordoni

Iniziano a trapelare dettagli sul disastro di Beirut che ha visto 90 persone perdere la vita sul Boeing 737 della Ethiopian Airlines inabissatosi nel mar Mediterraneo pochi minuti dopo il decollo dalla capitale libanese. Il velivolo era stato autorizzato ad una SID dalla pista 21 che lo avrebbe dovuto portare sul radiofaro CAK (Chekka VOR) con una virata a destra. Così facendo il 737 veniva ad intersecare due traffici in avvicinamento da nord per la pista 16; l’ATC libanese chiedeva pertanto al velivolo di liberare l’area girando a sinistra assumendo una prua di 270°. Il Boeing interrompeva la virata a destra e assumeva una prua verso nord girando poi effettivamente a sinistra, ma anziché proseguire su questa rotta continuava ulteriormente la virata, in pratica assumendo una prua che lo riportava verso l’aeroporto. Ed è proprio durante questa virata non prevista a sud, ad una quota di 9000 piedi, che l’aereo finiva in mare. Il tutto in ore notturne in condizioni meteo non proprio ottimali. Questo disastro aereo notturno si va ad aggiungere ad una consistente lista di incidenti avvenuti di notte, per la maggior parte sul mare, in avvicinamento o subito dopo il decollo.

I precedenti
Il primo caso rientrante in questa tipologia può essere l’A320 della Gulf Air che, nell’agosto del 2000, dopo due mancati avvicinamenti notturni sullo scalo di Bahrain, al terzo tentativo finì in mare provocando la morte di tutti i 143 occupanti. L’avvicinamento era stato condotto senza l’ausilio dell’ILS e il rapportò parlò di disorientamento spaziale chiedendo alla compagnia un più efficace training riguardante le fasi critiche quali i CFIT e la reazione degli equipaggi ai GPWS.
Nel gennaio 2004 un Boeing 737 della Flash Air dopo essere decollato in ore notturne dall’aeroporto di Sharm El Sheikh finì in mare provocando la morte dei 148 occupanti. In questo caso oltre allo "spatial disorientation" fu tirato in causa anche il fatto che il comandante del velivolo veniva da una pregressa esperienza fatta prevalentemente su velivoli militari da combattimento di costruzione sovietica e pertanto era abituato a riferirsi ad indicazioni fornite dallo strumento di orizzonte artificiale di concezione russa.
Due anni più tardi di nuovo un Airbus 320 della Armavia finisce nel mar Nero durante l’avvicinamento notturno a Sochi: tutti morti a bordo (113) quando l’aereo precipita dopo un atterraggio abortito.
Il 14 ottobre 2008 un Boeing 737 della compagnia Aeroflot-Nord precipitava durante un volo notturno alla periferia della città di Perm in Russia, situata in prossimità del fiume Kama, causando la morte degli 88 occupanti a bordo. Il rapporto precisa che il pilota ha sofferto di disorientamento spaziale durante l’avvicinamento notturno in volo nelle nubi. Anche in questo caso venne appurato che il pilota non era abituato all’ADI (indicatore di assetto e direzione con barre di tendenza, ovvero orizzonte artificiale integrato) in uso sugli aeromobili costruiti in occidente.
Nel 2009 è stata la volta dell’A310 della Yemenia finito in mare durante l’avvicinamento notturno alle isole Comore. Per questo incidente ciò che finora si sa è che si è verificato uno stallo a bassa quota durante il "circling" per l’atterraggio.
Ultimo della serie l’incidente alla Ethiopian Airlines che mostra inquietanti similitudini con quanto avvenuto a Sharm El Sheikh nel gennaio 2004.
Nel mezzo di questi due ultimi incidenti possiamo mettere anche l’A330 dell’Air France, sia pur precisando che per questo evento le cause sono ancora tutte da determinare.

Qualcosa in comune?
Un filo comune lega questi disastri aerei: le ore notturne e quella condizione che in gergo tecnico viene classificata sotto la categoria "loss of control, loss of situational awareness". E forse varrà la pena precisare che nella nostra lista ci siamo limitati a elencare incidenti avvenuti nelle ore notturne, ma di certo non mancano incidenti rientranti sotto la medesima categoria occorsi nelle ore diurne. Valga per tutti l’incidente al Boeing 737 della Adam Air (102 vittime) il primo gennaio 2007 nel rapporto del quale viene fra l’altro precisato che "The pilots had not received training in aircraft upset recovery, including spatial disorientation."
L’analisi congiunta di queste "occurrences" sembrerebbe indicare che siamo in presenza di una serie di eventi che non possono non suggerire di puntare ad un più efficace addestramento degli equipaggi. Forse sarà il caso di iniziare a parlarne e intraprendere questa strada, in quanto non è accettabile che di questo aspetto si parli solo a posteriori.
Quando l’aereo è governabile, ma si trova ad operare in condizioni critiche, è indubbio che l’ultima barriera prima del disastro è fornita dalla preparazione dell’equipaggio.
Il 3 dicembre scorso, cinque mesi dopo la sciagura dell’A330 Rio-Parigi, la compagnia Air France faceva sapere di aver istituito un "safety panel" che tutti gli osservatori riconducevano alle polemiche all’interno della compagnia on "how pilots are trained and managed" (1).
Ci auguriamo che quelle compagnie che sanno di avere problemi di tal genere non aspettino che un loro aereo precipiti prima di fare altrettanto.

(1) Wall Street Journal, "Air France to reveal safety Panel", 3 dicembre 2009
 

Sierra.Seven

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17 Aprile 2008
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Avinguda Paralel
Il caso Bahrain era un VOR approach con CFIT al primo go around.contributing factors:fatica,0 crm,capt fresco di upgrade e copi fresco di scuola,assenza di safety culture,cockpit gradient. Il disorientamento ha fatto il resto. Più in generale assenza di SOPs.
Di notte e' senza dubbio più pericoloso volare Single Engine a quote VFR..
 

giova-

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18 Febbraio 2008
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Il caso Bahrain era un VOR approach con CFIT al primo go around.contributing factors:fatica,0 crm,capt fresco di upgrade e copi fresco di scuola,assenza di safety culture,cockpit gradient. Il disorientamento ha fatto il resto. Più in generale assenza di SOPs.
Di notte e' senza dubbio più pericoloso volare Single Engine a quote VFR..
ehm...tradotto per i comuni mortali?
 

davis

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12 Settembre 2007
862
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sassari, Sardegna.
qualcuno mi può spiegare cosa è una SID? grazie mille...
Traduzione terra terra la prima ..quella di su ....Significa volare con un monomotore in VFR ( volo a vista ) possibile per i militari... VFR notturno...
Non credo esista per i comuni mortali in Italy..
SID....e la procedura di uscita da un aeroporto... Non come quella che mi hanno fatto fare a calci nel culo :eek:quando stavo per atterrare a Decimomannu , avendolo scambiato per Cagliari....:sconfortato::sconfortato:

Questa spiegazione non potrebbe essere piu' becera perche' l'ho capita anche io.:D:D
 
Ultima modifica:

freeair

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7 Novembre 2005
1,922
1
.
dunque:
volare in ifr ( regole di volo strumentali) è lo stesso di giorno o di notte non cambia nulla .Le procedure strumentali sono le stesse. I casi citati sopra non identificano pericolosità del volo notturno rispetto al diurno, ma altri problemi derivati da crew ( ad esclusione di Beirut sul quale astengo ogni commento o previsione lasciando agli esperti le conclusioni)
Un volo ifr essendo seguito da un ente ATC (air traffic control) e dagli strumenti di bordo del velivolo non comportano nessun problema ne di giorno ne di notte.
Concordo sul fatto che il VFR ( visual flight rules) ovvero volo a vista di notte sia molto piu pericoloso.
Per rispondere a mae82va la SID è la Standard Instrumental Departure ovvero la procedura di decollo standard che segue percorsi (chiamamoli cosi) ben definiti al di fuori di ostacoli e che aiutano il centro di controllo a portare l'aereo nel miglior modo possibile sulla rotta da seguire. Le procedure di decollo negli aeromobili moderni come le rotte sono inserite nel "computer" di bordo tanto che l'aeroplano in autopilota è in grado di seguire il "percorso" assegnato.
magari la spiegazione puo sembrare un po elementare ma penso possa aver risposto in maniera semplice e abbastanza esaustiva alla domanda.
 

depste

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7 Agosto 2008
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Bah...io sono sempre prevenuto nel leggere certe cose, pur avendo pensato immediatamente al disastro di sharm nel leggere di quest ultima tragedia. Mi sembra fuorviante sia il riferimento al volo notturno, sia quello relativo al disorientamento spaziale. Cosa vuol dire che "il comandante aveva esperienze di volo su caccia con orizzonte artificiale di concezione russa"? Ma per favore.. Troppo comodo gettar sempre la croce su chi non c e' più. E questi ultimi sono venuti giu da 9000 piedi, ci vuole tempo ed in cockpit non dormivano. Il fattore umano sicuramente avrà avuto il suo peso, ma non nei termini di cui abbiamo letto qui sopra
 

Fabiazzo

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17 Febbraio 2007
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Roma.
Bah...io sono sempre prevenuto nel leggere certe cose, pur avendo pensato immediatamente al disastro di sharm nel leggere di quest ultima tragedia. Mi sembra fuorviante sia il riferimento al volo notturno, sia quello relativo al disorientamento spaziale. Cosa vuol dire che "il comandante aveva esperienze di volo su caccia con orizzonte artificiale di concezione russa"? Ma per favore.. Troppo comodo gettar sempre la croce su chi non c e' più. E questi ultimi sono venuti giu da 9000 piedi, ci vuole tempo ed in cockpit non dormivano. Il fattore umano sicuramente avrà avuto il suo peso, ma non nei termini di cui abbiamo letto qui sopra
Io ricordo un articolo sulla BBC che, in questo caso, parlava di piloti completamente ubriachi. Ci dovrebbe essere un post qui su AC, non riesco a trovarlo.
 

Fabiazzo

Utente Registrato
17 Febbraio 2007
956
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Roma.
qui: http://www.reuters.com/article/idUSLA715109


Alcohol found in blood of Russia air crash pilot
Tue Feb 10, 2009 1:59pm EST(Adds quotes, details, background)

By Dmitry Solovyov

MOSCOW, Feb 10 (Reuters) - The chief pilot of a Russian airliner which crashed last year killing 88 people had alcohol in his blood but the primary cause of the crash was poor training, investigators said on Tuesday.

A Boeing 737-500 operated by Aeroflot subsidiary Aeroflot-Nord crashed as it tried to land in the Ural mountains city of Perm early in the morning, killing everyone on board in Russia's worst air crash for two years.

An official commission which investigated the crash said the main cause was inadequate training which caused the crew to lose orientation, but it also identified the crew's preparation for the flight as a contributing factor.

"A forensic study ... detected the presence of ethyl alcohol in the crew commander's body before his death," Alexei Morozov, head of the investigating commission, told a news conference.

"The crew commander's regime of work and rest in the period preceding this aviation accident was a factor behind his overall tiredness and ran counter to the established standards."

Morozov said the crew had lost its orientation flying at night through thick cloud, with the aircraft's autopilot and automated throttle control switched off. He said the crew had not been adequately trained to fly on that type of plane.

A graphic re-enactment of the accident, demonstrated to reporters, showed the Boeing veering to the left, then it flipped over and finally nose-dived into the ground.

Deciphered from the flight recorder, the commander's words uttered before the crash were: "You see it yourself, I can't..."



DRUNK OR NOT?

All Russian pilots of passenger airliners must undergo medical checks before flights. Their blood pressure must be measured and they must be tested for alcohol.

"I think that to judge if the crew were drunk or not is more the prerogative of prosecutors than ours," Morozov said. "The technical commission does not seek to detect when and where alcohol intake took place -- during the flight, before preflight medical checks or after."

"I repeat again: the direct cause of the accident was the loss of orientation in space." Morozov said officials from the United States, Britain and France had taken part in the inquiry.

Aeroflot, a debt-ridden airline in the 1990s when it had a fleet of mainly Soviet-built planes, has transformed itself into an image conscious, profit-making company with global ambitions.

The company's image was dealt a severe blow in March 1994 when 70 people were killed in a crash in Siberia. Investigators found that the pilot's teenage son had been allowed to enter the flight cabin and had accidentally switched off the autopilot.

Last month, a slurred preflight announcement made by a pilot of an Aeroflot Boeing 767 bound from Moscow for New York sparked panic that he was drunk and alarm among passengers prevented take-off. The pilots were replaced.

Aeroflot later apologised, saying the pilot was not intoxicated but could have possibly suffered a stroke. (Reporting by Dmitry Solovyov; editing by Richard Balmforth)
 

mae82va

Bannato
12 Gennaio 2009
473
0
Lago maggiore-MXP
Traduzione terra terra la prima ..quella di su ....Significa volare con un monomotore in VFR ( volo a vista ) possibile per i militari... VFR notturno...
Non credo esista per i comuni mortali in Italy..
SID....e la procedura di uscita da un aeroporto... Non come quella che mi hanno fatto fare a calci nel culo :eek:quando stavo per atterrare a Decimomannu , avendolo scambiato per Cagliari....:sconfortato::sconfortato:

Questa spiegazione non potrebbe essere piu' becera perche' l'ho capita anche io.:D:D
dunque:
volare in ifr ( regole di volo strumentali) è lo stesso di giorno o di notte non cambia nulla .Le procedure strumentali sono le stesse. I casi citati sopra non identificano pericolosità del volo notturno rispetto al diurno, ma altri problemi derivati da crew ( ad esclusione di Beirut sul quale astengo ogni commento o previsione lasciando agli esperti le conclusioni)
Un volo ifr essendo seguito da un ente ATC (air traffic control) e dagli strumenti di bordo del velivolo non comportano nessun problema ne di giorno ne di notte.
Concordo sul fatto che il VFR ( visual flight rules) ovvero volo a vista di notte sia molto piu pericoloso.
Per rispondere a mae82va la SID è la Standard Instrumental Departure ovvero la procedura di decollo standard che segue percorsi (chiamamoli cosi) ben definiti al di fuori di ostacoli e che aiutano il centro di controllo a portare l'aereo nel miglior modo possibile sulla rotta da seguire. Le procedure di decollo negli aeromobili moderni come le rotte sono inserite nel "computer" di bordo tanto che l'aeroplano in autopilota è in grado di seguire il "percorso" assegnato.
magari la spiegazione puo sembrare un po elementare ma penso possa aver risposto in maniera semplice e abbastanza esaustiva alla domanda.
grazie mille per la spiegazione ragazzi!:)