La lettera di Leogrande ai dipendenti Alitalia e l’allarme per gli stipendi

by Redazione AC

Giuseppe Leogrande invia una lettera ai dipendenti e alle parti sociali, illustrando le difficoltà del vettore e soprattutto i due principali scogli nell’attuazione dell’azione commissariale.

L’amministratore straordinario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, ha inviato la scorsa settimana una lettera ai dipendenti e alle parti sociali, manifestando preoccupazione per la situazione economica del vettore.

La lettera, divulgata dalla stampa, parla senza mezze misure di difficoltà impellenti nella gestione della compagnia aerea, di difficoltà nell’attuazione del progetto di avvio della nuova ITA e di rischio imminente per il pagamento degli stipendi.

La cassa di Alitalia, secondo Leogrande, è in rapido esaurimento, mentre gli aiuti finanziari stanziati dalla disciplina degli “aiuti di Stato” registrano ritardi nell’erogazione della tranche previste. Solo 272 milioni dei 350 previsti dal decreto sull’indennizzo sono stati erogati, mentre appare incerta la possibilità di ottenere i restanti 78 milioni.

Tutto ciò a fronte di un rapido deterioramento delle condizioni economiche del vettore, nell’ambito della generale contrazione delle capacità di mercato determinate dal perdurare dell’emergenza sanitaria connessa alla pandemia del Covid-19.

Giuseppe Leogrande sostiene che le voci di una lenta cessione degli asset della compagnia sia di fatto infondata, mentre la natura delle difficoltà di Alitalia è determinata allo stato attuale da due ordini di problemi: avvio a rilento dell’operazione di lancio del progetto ITA e difficoltà nelle procedure di erogazione degli indennizzi previsti dal decreto governativo.

La lettera dell’amministratore straordinario, che ripercorre la storia degli ultimi due anni di crisi del vettore, illustra le modalità del piano di gestione emergenziale elaborato dall’attuale dirigenza, non risparmiando critiche al governo e lanciando un allarme sulla reale possibilità che Bruxelles autorizzi il rilascio degli importi richiesti da Alitalia.

Altrettanto incerta la possibilità di una rapida soluzione in merito al trasferimento degli asset della vecchia compagnia e degli aeromobili alla NewCo, mentre appare certa una sostanziale riduzione della flotta.

Il decollo della nuova ITA, sotto la guida dell’amministratore delegato Fabio Lazzerini e del presidente Francesco Caio, quindi, slitta nel tempo, determinando la necessità di un costante adeguamento del futuro perimetro aziendale, idealmente fissato inizialmente su un numero di dipendenti massimo di 5.500 e 52 aeromobili.

Le prospettive attuali del vettore, secondo la stampa e le indiscrezioni trapelate dal vertice della compagnia, sono adesso quelle di un numero massimo di dipendenti stimato intorno alle 4.500 unità e una flotta non superiore a 44 aeromobili.

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Megale

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14 Febbraio 2021
3
1
Ah, ecco, grazie, trovo bizzarro che una comunicazione interna, in teoria ad appannaggio esclusivo dei dipendenti, sia concessa a giornalisti. Evidentemente le regole non valgono per tutti.
Chissè se l'avesse divulgata un dipendente motu proprio, sarebbe probabilmente cancellato dall'organico con una stringata comunicazione elettronica in un velocissimo battere di tastiera.
 
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Giofumagalli

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19 Febbraio 2017
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Riporto la trascrizione della comunicazione interna. (Fonte:http://www.giannidragoni.it/insider/alitalia-in-difficolta-estrema-lo-sfogo-di-leogrande/ )

“Care colleghe e cari colleghi,

desidero informarvi di persona della situazione della Compagnia, nel più ampio contesto di emergenza generato dalla pandemia, anche per fare chiarezza rispetto alle notizie – non sempre esatte o fondate – che circolano sulla nostra Compagnia.

Alla mia nomina a fine 2019, la Società si apprestava a chiudere un anno aeronauticamente “normale” con un assorbimento di cassa di oltre 300 milioni di euro di risorse finanziarie. Ragione per cui il decreto-legge 2 dicembre 2019, nel rifinanziare l’azienda per ulteriori 400 milioni di euro, assegnava alla Gestione Commissariale il compito di dare corso alle procedure di vendita dei “complessi aziendali” entro il 31 maggio 2020, assicurando la discontinuità economica e previa l’adozione di misure di efficientamento e riorganizzazione.

Ho quindi immediatamente provveduto ad aprire le necessarie interlocuzioni con la Commissione a Bruxelles al fine di definire una procedura di vendita trasparente e non discriminatoria, che assicurasse la discontinuità economica, nei termini previsti dalla legge. Come sapete, la procedura per la raccolta di manifestazioni di interesse ha avuto inizio formalmente in data 6 marzo 2020.

La comparsa del Covid e la conseguente sostanziale paralisi dei viaggi aerei hanno compromesso profondamente, da un lato, le possibilità di concludere con successo il programma di cessione originario, e, dall’altro, le chances di migliorare lo squilibrio economico della Compagnia.

Con il decreto “Cura Italia” del 17 marzo 2020, è stato previsto uno stanziamento di Euro 500 milioni al fine di consentire la prosecuzione dell’attività di impresa e di offrire una prima dotazione a una società di nuova costituzione interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e finalizzata a mettere in sicurezza i complessi aziendali nelle more del completamento della procedura di cessione.

In ragione del mutato contesto, il MISE ha autorizzato in data 26 marzo 2020 la temporanea sospensione della procedura di cessione.

Nell’ambito delle funzioni che mi sono state attribuite dal Cura Italia ho quindi elaborato un piano di attività emergenziale, la cui implementazione rappresentava una principale misura di riorganizzazione, anche a mezzo di un subitaneo contratto di affitto di azienda.

Tuttavia, il decreto Rilancio del 19 maggio 2020 ha modificato il Cura Italia prevedendo – da un lato – lo stanziamento di un fondo di Euro 350 milioni per la compensazione dei danni subiti dalle Società in AS per l’esercizio 2020 e – dall’altra parte – l’istituzione di un fondo di 3 miliardi per la nascita di una NewCo finalizzata all’acquisto di aziende operanti nel settore del trasporto aereo, anche in amministrazione straordinaria.

A fronte del mutato quadro normativo ho personalmente sollecitato a più riprese l’istituzione di un tavolo permanente di crisi per la gestione della complessa transizione, fino all’appello formale rivolto al Governo in occasione della mia audizione innanzi alle Commissioni riunite (Trasporti e Attività Produttive) della Camera dei Deputati in data 7 ottobre 2020.

Nel frattempo, durante i mesi estivi si è implementato l’iter di autorizzazione presso la Commissione relativo alla determinazione della misura compensativa compatibile con la disciplina sugli aiuti di stato, che si è chiuso, con riguardo al periodo 1° marzo – 15 giugno 2020, con il riconoscimento in data 23 settembre 2020 del primo importo, pari a Euro 199,45 milioni.

In data 5 ottobre 2020 si è presentata immediata istanza di attivazione del rilascio della seconda tranche dell’indennizzo in relazione al periodo 15 giugno – 31 agosto, successivamente integrata con la documentazione inerente ai mesi di settembre e ottobre. Questa seconda procedura, i cui criteri di determinazione delle misure compensative erano stati modificati, si è chiusa solo in data 29 dicembre 2020 con il riconoscimento dell’importo di Euro 73,022 milioni. Allo stato pende la nostra richiesta inerente il mese di novembre 2020, cui seguirà a giorni la documentazione relativa al mese di dicembre.

Solo nel corso del mese di novembre è stata formalmente costituita Italia Trasporto Aereo S.p.A. (“ITA”), quale veicolo a partecipazione pubblica finalizzato all’acquisto di imprese operanti nel settore del trasporto aereo, anche in amministrazione straordinaria.

La difficoltà estrema che stiamo affrontando in queste settimane è sostanzialmente riconducibile al minore indennizzo sinora autorizzato (272 milioni di Euro anziché i 350 previsti dal citato decreto) e ai tempi che si sono rivelati necessari per l’avvio degli adempimenti cui ITA è tenuta per legge, tuttora in corso.

Come potete immaginare questo duplice handicap incide in maniera importante con la nostra condizione di assorbimento di risorse finanziarie, peraltro comune a tutte le compagnie aeree ancora attive, e aggravata da una seconda ondata di pandemia i cui effetti sul mercato stanno risultando del tutto assimilabili a quelli prodottisi nel corso del primo periodo pandemico.

Sarà mia cura seguire con la massima attenzione le procedure già avviate per il superamento di questa situazione, con la determinazione pari allo straordinario lavoro fatto da tutte le persone della Compagnia, testimoniato inequivocabilmente dai risultati consuntivati nel 2020, che hanno visto Alitalia reagire meglio della concorrenza da ogni punto di vista.

Vi ringrazio per la straordinaria professionalità mostrata in questo anno, davvero caratterizzato da importanti complessità inattese”.


Giuseppe Leogrande
Al di là di ciò che fanno i giornalisti, non credo che il code of business conduct and ethics di Alitalia autorizzi la condivisione di materiale di compagnia senza previa autorizzazione della stessa.
 

speedbird100

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13 Febbraio 2020
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Se non sei dipendente alitalia non vedo il problema. Soprattutto se la comunicazione/notizia è di pubblico dominio.
Mandate una lettera dell'avvocato a Gianni dragoni.
Trovo la polemica sterile se non fatta dall'amministratore del forum.
 
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Farfallina

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23 Marzo 2009
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Le lettere ai dipendenti AZ sono sempre finite sulla stampa da decenni. Se poi assumono risvolti tragici ancora meglio.

Il punto è che il Governo vuole salvare i posti di lavoro, i possibili interessati vogliono solo marchio, slot a LIN, LHR, HND e licenza handling a FCO e tutto il resto non interessa a partire dai dipendenti che attualmente ogni compagnia ha in eccesso.

Il punto da capire è se il nuovo Governo sceglierà di mandare in default AZ scaricando i dipendenti con gli ammortizzatori generali e vendere Marchio e Slot di LHR al migliore offerente oppure se persisteranno nell'operazione di vendita in blocco includendo i dipendenti.
Ovviamente la UE non vuole sentirci nemmeno da lontano di una operazione per salvare i dipendenti e non li ha ancora mandati a spendere per il semplice motivo che tutte le compagnie di bandiera, credo nessuna esclusa, sono state pesantemente ricapitalizzate con miliardi pubblici per superare l'emergenza COVID19. Per questo motivo sono disposti a far passare una operazione con un orizzonte sensato (quindi partendo con un piano stringato al massimo).
 

Jil.10

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16 Febbraio 2013
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Le lettere ai dipendenti AZ sono sempre finite sulla stampa da decenni. Se poi assumono risvolti tragici ancora meglio.

Il punto è che il Governo vuole salvare i posti di lavoro, i possibili interessati vogliono solo marchio, slot a LIN, LHR, HND e licenza handling a FCO e tutto il resto non interessa a partire dai dipendenti che attualmente ogni compagnia ha in eccesso.

Il punto da capire è se il nuovo Governo sceglierà di mandare in default AZ scaricando i dipendenti con gli ammortizzatori generali e vendere Marchio e Slot di LHR al migliore offerente oppure se persisteranno nell'operazione di vendita in blocco includendo i dipendenti.
Ovviamente la UE non vuole sentirci nemmeno da lontano di una operazione per salvare i dipendenti e non li ha ancora mandati a spendere per il semplice motivo che tutte le compagnie di bandiera, credo nessuna esclusa, sono state pesantemente ricapitalizzate con miliardi pubblici per superare l'emergenza COVID19. Per questo motivo sono disposti a far passare una operazione con un orizzonte sensato (quindi partendo con un piano stringato al massimo).
Chi è che comprerebbe un'azienda che ha un surplus abnorme di dipendenti? Poi certo se gli dici, tu comprala poi o li licenzi o li metti sotto ammortizzatori sociali è un altro discorso.
 

Farfallina

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23 Marzo 2009
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Chi è che comprerebbe un'azienda che ha un surplus abnorme di dipendenti? Poi certo se gli dici, tu comprala poi o li licenzi o li metti sotto ammortizzatori sociali è un altro discorso.
E infatti pur di non licenziare e non toccare la questione vogliono nazionalizzarla, se ci riescono.
Altrimenti la si chiude, si danno gli ammortizzatori di legge ai dipendenti (quindi niente 7 anni con retribuzione privilegiata) e amen. Però quando ti saltano addosso anche qua sul forum ci parli tu. Siamo d'accordo?
 

windcalm

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24 Aprile 2020
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probabilmente la soluzione migliore per tutti (compresi i dipendenti), sarebbe un bel RESET totale.
 

ilverococco

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3 Novembre 2016
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BLQ - DXB
Ovviamente la UE non vuole sentirci nemmeno da lontano di una operazione per salvare i dipendenti e non li ha ancora mandati a spendere per il semplice motivo che tutte le compagnie di bandiera, credo nessuna esclusa, sono state pesantemente ricapitalizzate con miliardi pubblici per superare l'emergenza COVID19.
non è sbagliato, ma se è vero che tutte le compagnie di bandiera sono state aiutate a seguito del covid, è anche vero che le compagnie di bandiera in passato sono state lasciate fallire (Swiss, Sabena...) invece di ottenere lo stesso accanimento terapeutico operato su Alitalia da decenni
 

airblue

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6 Novembre 2005
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Lombardia.
Ora con il mercato ridotto ai minimi termini credo sarebbe il momento migliore per lasciare AZ al suo destino, ossia il fallimento. L’impatto sui viaggiatori sarebbe minino e la ripartenza del traffico nei prossimi mesi farebbe si che il mercato si assesti sul suo nuovo equilibrio. Probabilmente alcuni vettori low cost come FR, U2 e W6 colmerebbero il gap di eventuali tratte scoperte nell’immediato per il corto raggio, sul medio e lungo raggio potrebbero nascere nuove iniziative imprenditoriali e magari pure le nuove micro start up Italiche potrebbero trovarsi delle loro nicchie.
 

13900

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26 Aprile 2012
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non è sbagliato, ma se è vero che tutte le compagnie di bandiera sono state aiutate a seguito del covid, è anche vero che le compagnie di bandiera in passato sono state lasciate fallire (Swiss, Sabena...) invece di ottenere lo stesso accanimento terapeutico operato su Alitalia da decenni
E aggiungerei che c'è una certa differenza tra l'aiuto fornito a compagnie come EasyJet, IAG, Lufthansa, AF-KL, persino Virgin: tutte queste (chi più chi meno) facevano utili pre-Covid. Alitalia ha soltanto inanellato numeri da fallimento nel decennio precedente il Covid e non c'è niente, nel piano visto su queste pagine (e commentato secondo me molto bene da Robert Boyle) che suggerisca che, sparito il Covid, non si ritorni alla medesima situazione.

Accanimento terapeutico.
 

Farfallina

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23 Marzo 2009
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1,606
E aggiungerei che c'è una certa differenza tra l'aiuto fornito a compagnie come EasyJet, IAG, Lufthansa, AF-KL, persino Virgin: tutte queste (chi più chi meno) facevano utili pre-Covid. Alitalia ha soltanto inanellato numeri da fallimento nel decennio precedente il Covid e non c'è niente, nel piano visto su queste pagine (e commentato secondo me molto bene da Robert Boyle) che suggerisca che, sparito il Covid, non si ritorni alla medesima situazione.

Accanimento terapeutico.
Che AZ sia usata per mantenere e creare consenso e ostaggio di logiche corporativistiche è palese, ma che gli altri siano tutti santi no. Ognuno si è sempre fatto i suoi porci comodi sfruttando spesso e volentieri la propria forza in UE per ottenere vantaggi. Questo non vuol dire che AZ vada mantenuta sempre uguale per non toccare i dipendenti e quindi gli interessi di potere della politica, ma non raccontiamoci quello che gli altri non sono. Semplicemente sono stati più bravi e furbi in sede UE.
 
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Farfallina

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23 Marzo 2009
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Ora con il mercato ridotto ai minimi termini credo sarebbe il momento migliore per lasciare AZ al suo destino, ossia il fallimento. L’impatto sui viaggiatori sarebbe minino e la ripartenza del traffico nei prossimi mesi farebbe si che il mercato si assesti sul suo nuovo equilibrio. Probabilmente alcuni vettori low cost come FR, U2 e W6 colmerebbero il gap di eventuali tratte scoperte nell’immediato per il corto raggio, sul medio e lungo raggio potrebbero nascere nuove iniziative imprenditoriali e magari pure le nuove micro start up Italiche potrebbero trovarsi delle loro nicchie.
Se lo scopo non fosse portarsi dietro quanti più dipendenti possibili probabilmente avrebbe senso una operazione di ripartenza tipo Swiss. Si fa partire ITA scegliendo asset, dimensionamento, nuovi contratti super competitivi con fornitori, dipendenti, ecc. Addirittura si potrà selezionare direttamente il personale migliore disponibile sul mercato ripartendo tutti da zero togliendo di mezzo definitivamente raccomandati, er pomata e schifezze varie.
Poi ITA può andare ad acquistare all'asta quello di valore di AZ. L'unica cosa è che così facendo va chiuso LIN che fra l'altro o si chiude ora o non li farà mai più.
Bello, bellissimo, probabilmente pure funzionale ad un buon ritorno futuro, il punto è se questo governo tecnico ha la forza di scaricare gli interessi dei politici che ci stanno dietro. Anche questo come LIN o lo si fa ora o mai più.
 

13900

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26 Aprile 2012
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8,153
Che AZ sia usata per mantenere e creare consenso e ostaggio di logiche corporativistiche è palese, ma che gli altri siano tutti santi no. Ognuno si è sempre fatto i suoi porci comodi sfruttando spesso e volentieri la propria forza in UE per ottenere vantaggi. Questo non vuol dire che AZ vada mantenuta sempre uguale per non toccare i dipendenti e quindi gli interessi di potere della politica, ma non raccontiamoci quello che gli altri non sono. Semplicemente sono stati più bravi e furbi in sede UE.
In questo campo il piu' pulito c'ha la rogna... Ma a dire "e gli altri?" continuiamo a ignorare un fatto secondo me fondamentale.

Se non ci fosse stato il Covid EasyJet, Ryanair, AFKL, Lufthansa, IAG, persino Virgin... avrebbero fatto utili a fine 2020. E 2021. Una volta eliminato il Covid, torneranno a fare utili.

Alitalia, no.
 

Farfallina

Utente Registrato
23 Marzo 2009
16,627
1,606
In questo campo il piu' pulito c'ha la rogna... Ma a dire "e gli altri?" continuiamo a ignorare un fatto secondo me fondamentale.

Se non ci fosse stato il CasyJet, Ryanair, AFKL, Lufthansa, IAG, persino Virgin... avrebbero fatto utili a fine 2020. E 2021. Una volta eliminato il Covid, torneranno a fare utili.

Alitalia, no.
Il punto è proprio far si che AZ possa in futuro funzionare e questo ci permetterebbe di andare anche noi italiani a farci fare i nostri interessi in sede UE. La questione poi è che quelli che eleggiamo dovrebbero essere di qualità... speriamo nei tecnici valà...
 

nicolap

Amministratore AC
Staff Forum
10 Novembre 2005
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Roma
Il punto è proprio far si che AZ possa in futuro funzionare e questo ci permetterebbe di andare anche noi italiani a farci fare i nostri interessi in sede UE. La questione poi è che quelli che eleggiamo dovrebbero essere di qualità... speriamo nei tecnici valà...
La tua idea di risanamento del Paese parte da Alitalia?