Milano, 4 gennaio 2020 – “Innovazione, coesistenza digitale-fisico, iper-personalizzazione, rafforzamento dei rapporti tra pubblico e privato, spinta allo slow tourism. Sono queste le priorità per far ripartire il mondo del turismo, messo a dura prova dalla pandemia e alle prese con tante incognite anche per i mesi che verranno”. Lo ha dichiarato Andrea Poggi, Innovation Leader di Deloitte North South Europe, sul blog di Deloitte Italia presentando i dati rielaborati dal network e resi noti dalle associazioni di categoria, che nei giorni scorsi avevano scritto una lettera attraverso Federturismo al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “per chiedere misure a sostegno di un comparto che rappresenta la prima industria italiana”.
“Il turismo nel corso dell’anno ha risposto comunque con una capacità imprenditoriale singolare – ha proseguito Poggi -, cercando di intercettare e interpretare i nuovi trend del 2020 nati come risposta alle difficoltà emerse dalla pandemia, iniziando ad offrire prime soluzioni innovative e tecnologiche capaci di rispettare le restrizioni governative agli spostamenti e di rispondere con efficacia alle nuove esigenze di sicurezza e flessibilità dei viaggiatori”. In Italia nel 2020 i visitatori sono diminuiti del 46% rispetto al 2019, per un totale di 53 milioni di viaggiatori in meno sul nostro territorio[1]. E le prospettive per il periodo natalizio e di fine anno sono poco incoraggianti, considerando anche la brusca frenata dei viaggiatori dall’estero e degli spostamenti tra Regioni.
Grazie all’innovazione, il mondo della cultura e del turismo non si sono fermati nemmeno durante il lockdown totale, ma hanno assistito alla nascita di numerose iniziative digitali. In uno slancio di virtualizzazione, molti musei si sono “trasferiti” online, affiancando la “canonica” visione delle opere con un’offerta di servizi aggiuntivi interattivi. Tuttavia, il trend del futuro non potrà essere totalmente virtuale: il denominatore comune delle nuove proposte di valore è la coesistenza di digitale e fisico, dove il digitale potenzia o abilita la parte esperienziale. Da una ricerca esclusiva Deloitte svolta in Italia è infatti emerso che solo il 13% degli intervistati dichiara di preferire la fruizione di servizi in modalità totalmente digitale per musei, cinema, spettacoli teatrali, mentre il 44% del campione è favorevole a un modello ibrido (Deloitte Innovation Summit, 2020).
“Le tecnologie dovranno rispondere alle esigenze dell’uomo, ponendolo al centro di nuove proposte di valore – ha aggiunto Poggi -. Passato questo momento di trasformazione, quando si potrà tornare al turismo come lo conoscevamo, l’aspetto tecnologico non dovrà prevaricare e sostituire quello umano, ma anzi ne sarà un necessario completamento, arricchimento e supporto, semplificando l’accesso e la fruizione di certi servizi o attrazioni turistiche. La tecnologia può infatti essere un mezzo con il quale il turismo si avvicina sempre di più al cittadino. In sintesi, l’innovazione è la stella polare per il rilancio del turismo, attraverso investimenti in un ecosistema tutto italiano, fatto di startup, PMI e nuove soluzioni alimentate da programmi di Open Innovation e Trasferimento Tecnologico, dove Ricerca, Business Communities e Pubblico collaborano attivamente per trovare soluzioni innovative accessibili a tutti gli operatori turistici e in linea con i bisogni di sicurezza e di personalizzazione dei turisti stessi. Il Next Generation Fund costituisce un’opportunità senza precedenti per invertire la rotta e stimolare il turismo, partendo dai pilastri di innovazione e sostenibilità: l’Italia – patria del turismo eccellente – ha tutte le carte in regola per farlo con successo e proporsi come leader di un rinnovato turismo negli scenari europei e globali”.
Sul fronte innovation, basti pensare all’accelerazione dello “staycation”, con nuove piattaforme tecnologiche come ByHours che permettono di prenotare micro-stay di pochi giorni o ore per meeting di lavoro o per godersi la propria città da turista. L’innovazione permette anche di rispondere a utenti sempre più esigenti e attenti all’esperienza in tutte le fasi del “tourist journey”, attraverso un “turismo iper-personalizzato”. Secondo un report di Selligent l’83% dei millennials è disposto a condividere i propri dati per avere un’esperienza di viaggio migliore e più personalizzata, mentre l’85% dei viaggiatori (senza distinzioni di età) ritiene che gli itinerari personalizzati siano molto più allettanti delle soluzioni standardizzate.
L’aumento della richiesta per un turismo più personalizzato e meno massificato è anche una conseguenza di una consapevolezza sempre più grande, da parte dei viaggiatori, degli impatti che il turismo ha sul territorio e sulla natura. La transizione verso un settore più verde, e quindi più sostenibile, passa attraverso l’innovazione e la digitalizzazione. Alcuni operatori del settore, in particolare quelli più digitali e innovativi, si sono già attrezzati per adattarsi alle nuove esigenze del consumatore. Per esempio, Skyscanner, la piattaforma di prenotazione voli, ha implementato in 30 mercati le “Greener Choice Labels”, etichette che in fase di prenotazione segnalano ai viaggiatori quali sono i voli che emettono meno CO2 rispetto alla media della tratta selezionata. Inoltre, costruire una mobilità più sostenibile, anche dove esiste già un sistema rodato, è possibile, come dimostra il caso dell’isola greca di Astypalea. In un interessante esempio di partnership tra pubblico e privato nel turismo, è stato creato insieme un progetto con l’obiettivo di rendere itrasporti sull’isola completamente elettrici.
“Il turismo è uno dei pilasti fondanti dell’economia italiana e del suo celebre Made in Italy e, come segnalato anche dall’ultima bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nel “new normal” sarà necessario puntare sulle potenzialità del Paese in termini di bellezza paesaggistica e patrimonio culturale. Bisognerà riattivare i flussi turistici, non solo quelli internazionali, le cui presenze nel 2019 avevano raggiunto quasi i 218 milioni, ma anche dei turisti italiani – 215 milioni di presenze nel 2019 – proponendo un’offerta nazionale sempre più personalizzabile ed innovativa, ma soprattutto sostenibile e accessibile” spiega Poggi.
“Se dunque in una prima fase ci si è occupati di rispondere a una esigenza immediata e recuperare quanto perso a causa delle chiusure, mantenendo una connessione con i turisti e i visitatori, ora è tempo di ripensare il turismo italiano in chiave di innovazione e sostenibilità agendo con un piano strutturato che faccia leva sul Next Gen EU”, prosegue Poggi.
In particolare bisogna attivare tre variabili:
- Primo tra tutti, bisogna puntare sul rafforzamento dei rapporti tra pubblico e privato. Tramite il potenziamento degli uffici di rappresentanza all’esteropotrebbe essere ad esempio possibile promuovere con maggiore forza direttamente sul suolo estero il Made in Italy e raccontare l’Italia come meta turistica ricca di tesori da scoprire, usando anche soluzioni digitali e innovative.
- Il Governo potrebbe inoltre supportare l’imprenditorialità innovativa privata tramite il rafforzamento del patrimonio culturale e territoriale, fatto non solo di opere ma anche di esperienze, usando innovazione e tecnologie come leve essenziali per renderlo più accessibile (es. rinnovamento delle strutture artistiche e culturali, utilizzo di VR per rendere l’arte immersiva) e conosciuto (es. piani di marketing territoriali con strategie innovative, come l’influencer marketing o il gaming-marketing).
- Sarà infine fondamentale portare avanti un piano di sostenibilità e di valorizzazione di luoghi meno conosciuti, perfetti sostituti delle mete di massa, per sostenere lo Slow Tourism, le comunità e le culture locali, rendendole una leva di sviluppo per conservarle e valorizzarle. È proprio qui che entrano in gioco innovazione, sostenibilità e green per diffondere la conoscenza e per incentivare la rinascita dei borghi e dei centri storici di cui l’Italia è ricca, promuovendo ad esempio il turismo in bici che, nel solo 2019 ha generato 55 milioni di pernottamenti, il 6% della domanda turistica italiana.