Windjet cessa tutte le attività


Dr Gio

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Un altro articolo farneticante pubblicato sulla stampa italiana:

http://www.corriere.it/cronache/12_...na_32304242-e6a9-11e1-aa6d-129c31caec0a.shtml

Nell'articolo, vi sono un mare di inesattezze che mi sembra saltino agli occhi, tra cui le perle sono che secondo il giornalista i protagonisti avrebbero dovuto ripagare i biglietti ben 4 volte (lo dice anche nel titolo), ma dico, scherziamo? ma quando mai? E poi si legge anche che una delle 4 volte il pagare nuovamente sia dovuto a overbooking (come se tutti non sapessero che anche se si inciampa nell'overbooking, scocciante che sia, si viene riprotetti gratuitamente, ed anzi in genere si ottiene compensazione economica, altro che nuovo biglietto da pagare) e poi il giornalista ancora cita che il biglietto iniziale sarebbe costato quasi 1000 Euro (!!!) per un Milano-Catania-Milano per due persone con Windjet... ma che hanno comprato un biglietto con connessione via Mosca per costare cosi tanto? Per non citare il fatto che anche in questo caso, la versione della stampa è tutta incollata sulle figure delle vittime, che sembra naturale vengano "esacerbate" per colpa di quei cattivoni di Alitalia. Mi sa che l'ufficio relazioni con la stampa di Alitalia dovrà fare un'altra comunicato da inviare al Corriere.

P.S. capisco i disagi di questi passeggeri, ma la versione del corriere è a dir poco romanzata...
 

Veolia

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10 Settembre 2006
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il destino del personale wind jet è legato alla sorte di wind jet stessa. Se l'azienda fallisce vanno in CIGS oppure se trovano soldi ripartono.
eviterei facili entusiasmi, o alimentare speranze ,se avessero potuto sarebbero ancora in giro.
ripartire e' matematicamente impossibile, per il fallimento vero e proprio ci vorra' qualche anno ma di fatto senza coa ed avions non esisti piu'.
la societa' avrebbe gia dovuto chiedere la cigs, male se non l'ha fatto, mese piu' o mese meno ci vorra' tempo
 

ghibli1978

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6 Dicembre 2008
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palermo
eviterei facili entusiasmi, o alimentare speranze ,se avessero potuto sarebbero ancora in giro.
ripartire e' matematicamente impossibile, per il fallimento vero e proprio ci vorra' qualche anno ma di fatto senza coa ed avions non esisti piu'.
la societa' avrebbe gia dovuto chiedere la cigs, male se non l'ha fatto, mese piu' o mese meno ci vorra' tempo
beh non mi pare di aver fomentato chissa che entusiasmi o speranze. Se trovano un arabo disposto a versare soldi a mai finire potrebbero ripartire dopo domani mattina, giusto il tempo di far rientrare gli aerei.
Ovviamente tutti sappiamo che è difficile, ma non impossibile. Per la CIGS wind jet nei mesi scorsi aveva aperto lo stato di crisi aziendale pertanto, se non dovessero cambiare le cose, i dipendenti dovrebbero avere questo strumento.
 

AV CT

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14 Ottobre 2011
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: Forse non mi sono spiegato: sono passeggeri ex IV che dovevano partire il 19...
non avevo capito...comunque a parte il child, la tariffa acquistata a ridosso di ferragosto (pax IV o meno) è quella, ladrocinio? Forse si...ma tant'è!
 

rommel

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31 Luglio 2008
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Chia
WJ CTA

E anche da CTA (oltre che da PMO) la notte passata hanno cancellato quasi tutti i voli "notturni" mi sembra salvo uno.....
Anche da CTA l'assedio dei pax WJ è terminato....
Ma non erano 300.000 e più ?
 

fontanarossa

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6 Novembre 2005
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messina - catania, Sicilia.
Il quotidiano La Sicilia, di Catania, ha intervistato Pulvirenti:

CATANIA - Il presidente non ha nessuna voglia di parlare, nessuna. Cose da dire ce ne sarebbero, una gran quantità, ma non ora, non adesso. Ogni cosa a suo tempo. Oggi Nino Pulvirenti è amareggiato, preoccupato, dispiaciuto. E anche fortemente incazzato. Amareggiato perché negli ultimi giorni, sussurra a mezza voce dialogando informalmente, lui e la Wind jet sono passati dal ruolo evidente di vittime di una strategia che ha voluto colpire e ha tentato di affondare la compagnia e il suo fondatore, a quello di responsabili del disastro in corso. Cioè di un’impresa trascinata sull’orlo del fallimento, 300 mila passeggeri lasciati a terra nel cuore dell’estate e delle vacanze con una serie di informazioni date e deformate ad arte.

Ma è pure preoccupato, Nino Pulvirenti, perché l’evoluzione di questa storia, di questa trattativa, di questa acquisizione su cui, proprio per la caparbietà della Wind jet e per le ragioni che la compagnia sa di avere, non è ancora calata la parola fine, rappresentano il segnale inequivocabile di una politica che tende ancora una volta a penalizzare fortemente la Sicilia, le sue imprese, chi ha coraggio, chi ci mette e, spesso, rimette capitali. Vecchio gioco, su cui Nino Pulvirenti non può non fare una riflessione amarissima.

L'AMAREZZA. “Noi quelli che abbiamo lasciato a terra 300 mila passeggeri? Chi scrive e chi racconta questa storia non conosce, o fa finta di non conoscere, quel che è successo in questi mesi. No, oggi no, ma ci sarà tempo per chiarire, e chiariremo. Intanto, però, mi piacerebbe ricordare che noi siamo quelli che abbiamo fatto viaggiare 20 milioni di passeggeri, dalla Sicilia e per la Sicilia, in tutta Italia e mezza Europa. Con tariffe e opportunità che nessuno aveva mai garantito. Questi siamo noi”.

Vorrebbe dire altro, il presidente, ma oltre ad essere amareggiato e preoccupato, è anche dispiaciuto. Per i passeggeri rimasti a terra, perché, dice, “capisco che loro possono non sapere che cosa è successo e che cosa sta succedendo. E’ comprensibile. E sono molto dispiaciuto per i disagi che stanno affrontando. Noi, per la verità, abbiamo fatto di tutto nei mesi passati per scongiurare qualsiasi problema per i nostri viaggiatori. E c’erano garanzie sufficienti perché il nostro programma venisse rispettato e perché non si andasse incontro a questa situazione che dispiace, moltissimo”.

Incazzato, anche. E lasciamo che sia così, perché il presidente ha sufficienti ragioni per esserlo. Battute imbarazzanti, i giornali non lo hanno risparmiato nelle ultime ore, anche quando è evidente che si sta colpendo il bersaglio sbagliato, in molti casi strumentalmente, perché a qualcuno conviene rovesciare sull’imprenditore siciliano, sull’impresa siciliana e, più genericamente, sulla Sicilia, il peso di atteggiamenti scellerati di altri soggetti, di tempo fatto perdere per strada da altri enti, di una deriva che è stata pilotata, governata, seminata progressivamente per arrivare alla tempesta. Su questo, davvero, Nino Pulvirenti non spiccica una sola parola, si tiene la rabbia lucida di queste ore e di questi giorni, rinviando ad altri momenti i chiarimenti anche sul piano strettamente personale.

IL RISCHIO CONTAGIO. Ma c’è dell’altro, c’è un punto su cui l’imprenditore si sente toccato, avverte il tentativo di confondere le acque, di spargere facile demagogia da quattro soldi per saldare situazioni che non hanno alcuna concreta e reale connessione. E’ il cosiddetto rischio-contagio. Cioè, quel che sta accadendo alla Wind jet può influenzare negativamente sul resto delle aziende che gravitano nell’orbita delle holding di Nino Pulvirenti? La risposta, che da settimane l’entourage del gruppo dava dal quartiere generale, è chiara e non si presta ad equivoci di sorta: il rischio-contagio non esiste, perché se la situazione oggettiva della compagnia è, come nella stragrande maggioranza dei casi per le imprese del trasporto aereo in mezzo mondo, molto complicata, c’è una situazione patrimoniale del gruppo che oggi continua a fare invidia a gruppi anche più grandi, di livello nazionale, di gran lunga molto più compromessi ed esposti con le banche. Che significa?

Significa che il gruppo Pulvirenti, a cui in queste ore si è cercato di fare ancora una volta le pulci, e che comprende grande distribuzione, strutture ricettive alberghiere e anche il Catania calcio, fattura qualcosa come 450 milioni l’anno. Qual è, allora, la quota attuale di esposizione del gruppo con le banche? E’ di venti milioni di euro, venti. Il che significa che pur essendo le società del gruppo in qualche modo concatenate tra loro, se gli analisti economici hanno ritenuto di potere dire che esiste un rischio-contagio nell’eventualità che possa esserci una fideiussione bancaria del gruppo posta a garanzia della Wind jet, beh ci troveremmo di fronte ad una esposizione irrisoria, che non raggiunge nemmeno il 5% del fatturato globale. Qual è, allora, e dove starebbe il rischio che a pagare un eventuale conto della Wind jet, siano le altre imprese del gruppo? Nessuno, zero tagliato. Perché lo stato di salute del gruppo resta, nonostante la crisi globale che ha investito il mondo delle imprese, piuttosto florido, Con l’unica eccezione, evidentemente, della Wind jet. Un’impresa, va detto, su cui il gruppo ha investito qualcosa come 40 milioni per lanciarla, per farne leader nel trasporto low cost, per resistere, sin quando è stato possibile, alla crisi.

IMPEGNO PER L'AZIENDA. “Sapevamo da tempo – dice Pulvirenti – che il settore stava finendo in un vicolo cieco, non solo le piccole compagnie, non solo in Italia, ma la maggior parte delle aziende in mezzo mondo. Per questo avevano cominciato a monitorare la situazione già da un anno, per non farci trovare impreparati, per salvaguardare l’azienda, i posti di lavoro diretti, l’indotto, i servizi che da anni garantiamo a milioni di viaggiatori. Ci avevamo pensato molto per tempo. E poi? E poi… Adesso aspettiamo di vedere che cosa accadrà nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Poi è poi…”.

Quando Pulvirenti cominciò ad affrontare la situazione, prima di altri vettori peraltro, varrà la pena di ricordare che la Wind jet, dopo un’attenta valutazione e analisi di Mediobanca, fu giudicata pronta ad essere quotata in Borsa e molto appetibile anche per un’eventuale vendita. I tedeschi erano lì alla porta, pronti a trattare. Invece si avviò quella trattativa con Alitalia, interessata, molto interessata, anche perché quelle valutazioni positive erano datate novembre 2011, mica un secolo fa…

ONDATA DI DEMAGOGIA. Va bene, non è il momento di trarre conclusioni, anche perché mentre Pulvirenti continua a ragionare per cercare di arrivare concretamente ad una soluzione, che sia la migliore possibile, c’è quell’ondata di demagogia che contamina tutto. Perché si fa presto a dire che uno mentre un’azienda fallisce, sta lì a comprare un centravanti. Ma che c’entra? E’ solo il calcio, che è cassa di risonanza assordante e che penetra ovunque e comunque, e che si può usare per sparare a casaccio sicuri di colpire nel segno. Invece no. Perché quel che da anni Pulvirenti fa con il calcio non solo non è costato un euro al gruppo, ma ha portato consolidamento economico, risorse, bilanci in perfetta regola. Nessun centravanti acquistato a dispetto della crisi, ma operazioni lungimiranti fatte per dare solidità anche alle altre aziende, semmai. Pulvirenti non ne vuole parlare di questa sciocchezza, è una di quelle che lo offende di più, perché clamorosamente falsa e strumentale. Ad altre società che fanno anche calcio, oltre ad essere leader in molti altri settori, nessuno si è permesso di rimproverare licenziamenti, disimpegno in Italia, casse integrazioni e soldi spesi, una barca di soldi, per arricchire la squadra con qualche top player.

Ma anche qui sembra prevalere il piacere di colpire il Catania e un’altra realtà assolutamente fuori dall’ordinario, con bilanci in attivo, sette anni di serie A, giocatori ricercati da club di mezza Europa, un centro sportivo che vale oltre 50 mila euro e uno stadio che presto potrebbe nascere nel cuore di Librino. Troppo per un’azienda siciliana, per un imprenditore catanese, per una realtà di quaggiù. Troppo, ma anche se la vicenda Wind jet non è una partita di calcio, rivedere tutte le scene di questa storia al rallentatore servirà a comprendere bene, meglio e bene, chi ha giocato, perché, con chi, contro di chi e inseguendo quale risultato finale.
 

Dancrane

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Oddìo, intervistato, parlerei più di genuflessione. In gergo giornalistico, questi articoli si definiscono marchette, per essere raffinati.
 

fontanarossa

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Oddìo, intervistato, parlerei più di genuflessione. In gergo giornalistico, questi articoli si definiscono marchette, per essere raffinati.
Non potrebbe essere altrimenti essendo, a vario titolo, uno dei maggiori inserzionisti del quotidiano e delle tv del gruppo editoriale. Per la cronaca, come già discusso a suo tempo, i tedeschi in questione erano quelli di Air Berlin.
 

Bianconigliolo74

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credo, come detto già nel thread precedente, che il problema cigs si porrà per quei lavoratori già transitati nella newco, che ancora non ha storia contributiva.
 

ghibli1978

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credo, come detto già nel thread precedente, che il problema cigs si porrà per quei lavoratori già transitati nella newco, che ancora non ha storia contributiva.
ho posto questa domanda ad un dipendente IV sabato scorso a Catania. Mi ha detto che ancora nessuno è andato nella newco in quanto il passaggio si sarebbe concluso solo al momento in cui AZ avrebbe firmato.
 

EI-MAW

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Cmq invece di dire grazie, si ci lamenta sempre! Ebbasta nessuno vi deve niente,ringraziate AZ e meridiana.
BINGO!! Duri di comprendonio qua. E comunque molti pax ex-IV a bordo in questi giorni ci ringraziano a non finire e applaudono agli atterraggi.

Un altro articolo farneticante pubblicato sulla stampa italiana:

http://www.corriere.it/cronache/12_...na_32304242-e6a9-11e1-aa6d-129c31caec0a.shtml

Nell'articolo, vi sono un mare di inesattezze che mi sembra saltino agli occhi, tra cui le perle sono che secondo il giornalista i protagonisti avrebbero dovuto ripagare i biglietti ben 4 volte (lo dice anche nel titolo), ma dico, scherziamo? ma quando mai? E poi si legge anche che una delle 4 volte il pagare nuovamente sia dovuto a overbooking (come se tutti non sapessero che anche se si inciampa nell'overbooking, scocciante che sia, si viene riprotetti gratuitamente, ed anzi in genere si ottiene compensazione economica, altro che nuovo biglietto da pagare) e poi il giornalista ancora cita che il biglietto iniziale sarebbe costato quasi 1000 Euro (!!!) per un Milano-Catania-Milano per due persone con Windjet... ma che hanno comprato un biglietto con connessione via Mosca per costare cosi tanto? Per non citare il fatto che anche in questo caso, la versione della stampa è tutta incollata sulle figure delle vittime, che sembra naturale vengano "esacerbate" per colpa di quei cattivoni di Alitalia. Mi sa che l'ufficio relazioni con la stampa di Alitalia dovrà fare un'altra comunicato da inviare al Corriere.

P.S. capisco i disagi di questi passeggeri, ma la versione del corriere è a dir poco romanzata...
Letto anch'io sul Corriere ieri. Da denuncia per diffamazione da parte di AZ, altro che comunicato stampa.

E anche da CTA (oltre che da PMO) la notte passata hanno cancellato quasi tutti i voli "notturni" mi sembra salvo uno.....
Anche da CTA l'assedio dei pax WJ è terminato....
Ma non erano 300.000 e più ?
Oddio, terminato non saprei. In una foto di un paio d'ore fa sembrava il terminal di Manila. Non riesco a caricarla.
 

bombatutto

Bannato
2 Ottobre 2011
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BINGO!! Duri di comprendonio qua.
No. In realta' non riusciamo a capire. Qui dentro continuate a ripetere che Alitalia non e' una onlus e quindi ci riesce difficile capire chi glielo faccia fare a rimetterci 80.000 euro al giorno per riproteggere i passeggeri di una compagnia fallita o quasi della quale dichiara di non avere nessuna responsabilita'.

E comunque molti pax ex-IV a bordo in questi giorni ci ringraziano a non finire e applaudono agli atterraggi.
In realta' questa storia dell'applauso all'atterraggio non l'ho mai capita. Se il guidatore mette le ruote 200 metri prima della fine pista, e' un applauso sprecato. Magari pure l'ultimo... :D
 

nicolap

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Roma
No. In realta' non riusciamo a capire. Qui dentro continuate a ripetere che Alitalia non e' una onlus e quindi ci riesce difficile capire chi glielo faccia fare a rimetterci 80.000 euro al giorno per riproteggere i passeggeri di una compagnia fallita o quasi della quale dichiara di non avere nessuna responsabilita'.
Da questa tua affermazione possiamo quindi dedurre, per analogia, che anche Meridiana ha qualcosa di losco di nascondere, offrendo riprotezione.
 

bombatutto

Bannato
2 Ottobre 2011
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ahhhh, quindi solo quelli che ci perdono sono sospetti. Credo sia ora tutto chiarissimo.
Nessuno ha parlato di "sospetti". Sto solo dicendo che, se come spesso ami ripetere Alitalia non e' una ONLUS, allora pensare che la stessa un qualche vantaggio dalla riprotezione dei passeggeri di WJ ce l'abbia, e' lecito. Ringraziare la stessa per la riprotezione e' una cortesia, non un atto dovuto come spesso amano ripetere in molti qui dentro.
Certo a meno che CAI non sia veramente una ONLUS, nel qual caso avresti detto una razzata. Ma a questa ultima possibilita' non voglio nemmeno pensarci. Mi cadrebbe un mito.
 

rommel

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EI-MAW immagino il casino; aggiungo che già l'altra sera i miei amici di Airone mi dicevano che a bordo erano in pochi nell'aereo "notturno" ; probabilmente i collegamenti diurni via Roma già risistemano tutti; qualcuno poi usa Mistral di cui si è parlato poco...
 

nicolap

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Roma
Nessuno ha parlato di "sospetti". Sto solo dicendo che, se come spesso ami ripetere Alitalia non e' una ONLUS, allora pensare che la stessa un qualche vantaggio dalla riprotezione dei passeggeri di WJ ce l'abbia, e' lecito. Ringraziare la stessa per la riprotezione e' una cortesia, non un atto dovuto come spesso amano ripetere in molti qui dentro.
Certo a meno che CAI non sia veramente una ONLUS, nel qual caso avresti detto una razzata. Ma a questa ultima possibilita' non voglio nemmeno pensarci. Mi cadrebbe un mito.
Quindi non ci stai dicendo che "AZ riprotegge, anche in perdita, perchè ha qualcosa da nascondere sulla mancata acquisizione", giusto?