Re: [TR-no-TR] Di attacchi aerei e di relative tecniche di autodifesa
BUNKER SORATTE
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Dunque la domanda è: come ci si protegge dagli attacchi aerei in caso di guerra?
Molte le persone che negli ultimi due secoli si sono poste questa domanda a cui, per limitarci al caso italiano, Benito Mussolini rispose negli anni '30 ordinando di scavare quasi 5 km di gallerie all'interno del Monte Soratte, nell'odierno comune di S. Oreste e poco più a nord di quel Lago di Bracciano dove c'eravamo lasciati nella scorsa puntata.
La scoperta di questo luogo eccezionale, quindi, è l'oggetto del secondo e conclusivo capitolo di questo TR-no-TR durante il quale, sempre per conto e per nome di AC, scenderemo nelle viscere della montagna per scoprire una interessantissima pagina di storia ancor meno conosciuta del fantastico Museo dell'AMI.
Per descrivervi brevemente questo posto userò le didascalie tratte dal sito dell'omonima Associazione che lo gestisce oggi, formata da un gruppo di giovani appassionati del vicino paese di S. Oreste che con un lavoro assolutamente encomiabile rende oggi possibile la visita a questo pezzo di storia.
La costruzione - 1937/1943 ha detto:
Nel 1937, per volere di Benito Mussolini, venne avviata sul Monte Soratte, data la vicinanza con la Capitale, la realizzazione di numerose gallerie all’interno della montagna, che sarebbero dovute servire da rifugio antiaereo per le alte cariche dell’Esercito Italiano, pur sotto le mentite spoglie di fabbrica di armi della Breda: le cosiddette “officine protette del Duce”. I lavori furono svolti sotto la direzione del Genio Militare di Roma e, ancora oggi, questo dedalo ipogeo costituisce una delle più grandi ed imponenti opere di ingegneria militare presenti in Europa (circa 4 km di lunghezza: una vera e propria città sotterranea).
L'occupazione tedesca - 1943/1944 ha detto:
Durante la Seconda Guerra Mondiale, in particolare nel settembre del 1943, il “Comando Supremo del Sud” delle forze di occupazione tedesche in Italia, guidato dal Feldmaresciallo Albert Kesselring, si stabilì sul Soratte.
Per un periodo di circa dieci mesi, le gallerie si prestarono come valido rifugio segreto per le truppe naziste e resistettero al pesante bombardamento del 12 maggio 1944, effettuato da due stormi di B-17 alleati, partiti appositamente da Foggia per distruggere il quartier generale tedesco al Soratte. Sembrerebbe che, prima di abbandonare l’area, il Feldmaresciallo dette ordine di minare ed incendiare tutto il complesso ipogeo e di interrare delle casse contenenti parte dell’oro sottratto alla Banca d’Italia: le stesse non sono mai state ritrovate.
La realizzazione del Bunker Antiatomico - 1967/1972 ha detto:
Per anni, dopo la fuga delle truppe tedesche successiva al bombardamento, il complesso visse periodi di totale abbandono. Fu solamente nel 1967, durante gli anni della Guerra Fredda, che, sotto l’egida della N.A.T.O., venne modificato un tratto delle gallerie, che assunse l’aspetto di bunker anti-atomico; i lavori, solo parzialmente terminati, si protrassero fino al 1972, quando, per ragioni ancora incerte, vennero bruscamente interrotti.
Dagli anni '70 a oggi ha detto:
L’area, da alcuni anni, è stata riacquisita dal Comune di Sant’Oreste ed è oggetto di un progetto di recupero delle ex-caserme e di allestimento di un museo storico diffuso, denominato “Percorso della memoria”.
Oggi le gallerie sono visitabili grazie all'impegno della Libera Associazione Culturale Santorestese “Bunker Soratte”.
Queste e molte altre informazioni le potrete trovare sul sito web o sulla pagina FB dell'Associazione che gestisce il Bunker (
http://www.bunkersoratte.it,
https://www.facebook.com/groups/123393667673015/?fref=ts), assieme ad eccezionali foto d'epoca. Il mio personalissimo consiglio, però, rimane quello di visitarlo, sempre contattando i ragazzi che lo gestiscono. Questi, infatti, oltre ad essere grandi appassionati si sono dimostrati delle guide magnifiche, a cui a titolo personale e a nome di tutta Aviazione Civile rinnovo i miei complimenti.
Concludendo, era rimasto in sospeso il capitolo dei vantaggi derivanti dall'essere socio dell'Associazione Avizione Civile.
Come già detto in precedenza, l'ingresso al Museo dell'AMI è gratuito, mentre visitare il Bunker costa 7 euro (che vanno praticamente tutti a finanziare il mantenimento di questo pezzo di storia). Solo per i soci di AC, invece, il tutto è costato molto di più, mentre il fatto che contemporaneamente Sokol fosse in vacanza in mezzo al Pacifico è sicuramente una coincidenza.
(nda: le foto non sono molte sia perchè le condizioni di luminosità non permettevano di fare meglio, e sia perchè questo TR vuole incentivare la visita e non sostituirvisi)
Ecco come si presenta l'ingresso al lato più esterno delle Gallerie
Quindi dopo un breve briefing introduttivo a cura delle guide dell'Associazione, comincia la visita vera e propria delle gallerie.
Messaggi subliminali
I rami più esterni delle gallerie...
...e quelli interni
Da questa foto dello stato grezzo dello scavo si apprezza bene la complessità dell'opera, che ricordiamo essere stata avviata con i mezzi disponibili negli anni '30: dinamite, piccone, e segno della croce
Durante l'occupazione tedesca del Bunker, gli alleati effetturono più di un bombardamento per mezzo della tecnica del firestorm. Da qui si apprezzano un po' gli effetti
Rimane comunque impressionante come gli attacchi abbiano provocato solo danni minori, a conferma della eccezionale solidità costruttiva del Bunker.
Man mano che ci si avvia nella parte più profonda delle gallerie, quindi, cominiciano ad affiorare i luoghi interessati dal progetto di realizzazione di un bunker anti-atomico per proteggere le alte cariche del Governo in caso di attacco sovietico.
Questa, in particolare, una sezione della galleria. Se siete interessati a conoscere il dettaglio del suo funzionamento, vi tocca andarci di persona.
L'ingresso di una delle sale protette, nel senso di protette da un fallout nucleare
E relativa attrezzatura
Centro di comando e controllo.
Come detto, il bunker anti-atomico non entrò mai in funzione e dunque quella che si vede qui è una riproduzione di come si sarebbe presentato. La riproduzione è tuttavia molto fedele.
E ringraziando il cielo di non aver mai avuto effettivamente bisogno di un bunker anti-atomico, questo breve reportage finisce qui.
Spero sia stato di vostro gradimento, e spero soprattutto deciderete di visitare questi interessantissimi luoghi.
A presto!