Da Corriere.it http://www.corriere.it/cronache/15_...is-9a6ac7e6-8279-11e5-aea2-6c39fc84b136.shtml
La flessibilità è d’obbligo. «Magari ti prepari per andare al mare in Brasile e invece ti toccano le acque dell’Australia». Poco male, in ogni caso. Perché il volo è gratis (o quasi). Ovunque si voglia andare. Al massimo tocca pagare le tasse aeroportuali (nelle tratte internazionali). Una cifra irrisoria per un viaggio verso l’altra parte del mondo. Soprattutto se fatto pure in Business class. L’unico problema è la certezza della destinazione: perché se l’aereo è pieno bisogna aspettare la partenza successiva, che può essere pure il giorno dopo. O, appunto, cambiare destinazione.
«Ci danno i voucher anche per gli amici»
Si fa, non si dice, qualche volta lo si rivela sui social. Là fuori, nel mondo, c’è un esercito di passeggeri — almeno 2,5 milioni — che non paga, legalmente, il biglietto, oppure ha sconti del 90-95%. Si tratta non soltanto dei dipendenti delle compagnie aeree e dei loro famigliari (così come prevede una convenzione internazionale della Iata), ma anche di parenti, amici o chiunque vogliano i beneficiari e infine degli ex lavoratori ora in pensione e di quelli impiegati negli altri vettori. Tutte persone che finiscono sotto la sigla «non-rev», che sta per «non revenue», cioè posti a sedere occupati da quelli che al vettore non portano alcun guadagno. «Noi di jetBlue Airways (nel 2014 quarta compagnia low cost al mondo per ricavi,ndr) abbiamo un numero illimitato di viaggi gratuiti», spiega al Corriere della Sera un pilota che però preferisce non fornire il suo nome per evitare possibili ripercussioni. Voli a costo zero non solo per il dipendente, però. «Ma anche per coniuge, compagno, figli fino a 22 anni, genitori, fratelli e sorelle». Una pacchia, insomma. Che si arricchisce — continua il comandante statunitense — «di una ventina di voucher all’anno per far volare gratis chi vogliamo noi». A partire dagli amici. Questo benefit, negli anni, ha fatto pure fiorire un vero e proprio mercato «nero»: ci sono stati estranei inseriti nelle liste dei «parenti» o dei «famigliari», persino voucher consegnati in cambio di denaro o messi in vendita sul web.
L’elenco dei beneficiari
Ma quanti sono i «privilegiati»? Calcolarli non è semplice, soprattutto in Europa e Asia. Qualche dato più attendibile arriva dagli Stati Uniti. Dove soltanto l’American Airlines conta circa 800 mila aventi diritto. A cui si aggiungono i circa 230 mila di Southwest Airlines (la compagnia low cost numero uno al mondo per ricavi) e i 170 mila che si dividono tra Delta e United. Per un totale (parziale) di 1,2 milioni soltanto in un Paese. Ogni compagnia, poi, ricorre a un diverso sistema di imbarco. In generale i passeggeri «revenue» hanno la priorità. Poi tutti gli altri. Tra i «non-rev» si fanno salire prima i dipendenti, i loro famigliari, i pensionati, i lavoratori di altre società di volo, infine chi viaggia con i voucher. La regola di base di solito è la stessa per tutti: tolti i paganti, chi prima arriva più ha possibilità di salire. I posti liberi — soprattutto in questi mesi — non sono tanti. «L’unico problema è proprio questo: viaggiamo solo se ci sono sedili disponibili», continua il pilota di jetBlue. «Se il velivolo ha tutti i posti prenotati o se è pieno di passeggeri paganti allora restiamo a terra». Ma è un’eventualità che capita raramente e nelle tratte «affollate». In media ogni aereo americano o europeo vola con l’80-85% dei sedili occupati (90-92% per le low cost). Il resto è a disposizione dell’esercito dei «non-rev».
Come funziona in Italia
E nel nostro Paese? Lo scorso 2 marzo Alitalia, la principale compagnia aerea italiana, ha aggiornato il suo «Regolamento concessioni di viaggio titolari non dipendenti del gruppo». Oltre al personale in pensione, gli altri beneficiari sono quelli in mobilità o dimissionari o con accordi stipulati. Ma anche i «vedovi del titolare» e i figli con meno di 30 anni e i «figli del convivente del titolare». Ma anche fratelli, sorelle e genitori. I tipi di concessioni per Alitalia sono quattro: «ID94 non prenotabile» (biglietto scontato del 94%), «ID90 non prenotabile» (sconto del 90%), «ID50 prenotabile» (a metà prezzo), «ID00 M2» (ticket gratuito per la spedizione merci). Altra piccola curiosità: il regolamento della compagnia aerea italiana, a differenza di diverse altre rivali, prevede delle «raccomandazioni» per l’abbigliamento di chi viaggia a prezzi super-scontati. Per la «classe superiore» si «richiede»: «abito, tailleur pantalone, completo due pezzi, gonna e camicetta, maglia o giacca» per lei e «completo uomo, abito spezzato, camicia» per lui. Meno «restrizioni» per la classe economica/turistica: «È adeguato anche un abbigliamento sportivo, decoroso e ordinato». Ma, precisa il documento, «non sono ammesse tute da ginnastica, pantaloni corti o canottiere».
Attendiamo che i nostri "fratelli e sorelle" forumisti del settore ci diano 'sti voucher. Cosi', giusto per dimostrare che siamo una "famiglia" in AC.
La flessibilità è d’obbligo. «Magari ti prepari per andare al mare in Brasile e invece ti toccano le acque dell’Australia». Poco male, in ogni caso. Perché il volo è gratis (o quasi). Ovunque si voglia andare. Al massimo tocca pagare le tasse aeroportuali (nelle tratte internazionali). Una cifra irrisoria per un viaggio verso l’altra parte del mondo. Soprattutto se fatto pure in Business class. L’unico problema è la certezza della destinazione: perché se l’aereo è pieno bisogna aspettare la partenza successiva, che può essere pure il giorno dopo. O, appunto, cambiare destinazione.
«Ci danno i voucher anche per gli amici»
Si fa, non si dice, qualche volta lo si rivela sui social. Là fuori, nel mondo, c’è un esercito di passeggeri — almeno 2,5 milioni — che non paga, legalmente, il biglietto, oppure ha sconti del 90-95%. Si tratta non soltanto dei dipendenti delle compagnie aeree e dei loro famigliari (così come prevede una convenzione internazionale della Iata), ma anche di parenti, amici o chiunque vogliano i beneficiari e infine degli ex lavoratori ora in pensione e di quelli impiegati negli altri vettori. Tutte persone che finiscono sotto la sigla «non-rev», che sta per «non revenue», cioè posti a sedere occupati da quelli che al vettore non portano alcun guadagno. «Noi di jetBlue Airways (nel 2014 quarta compagnia low cost al mondo per ricavi,ndr) abbiamo un numero illimitato di viaggi gratuiti», spiega al Corriere della Sera un pilota che però preferisce non fornire il suo nome per evitare possibili ripercussioni. Voli a costo zero non solo per il dipendente, però. «Ma anche per coniuge, compagno, figli fino a 22 anni, genitori, fratelli e sorelle». Una pacchia, insomma. Che si arricchisce — continua il comandante statunitense — «di una ventina di voucher all’anno per far volare gratis chi vogliamo noi». A partire dagli amici. Questo benefit, negli anni, ha fatto pure fiorire un vero e proprio mercato «nero»: ci sono stati estranei inseriti nelle liste dei «parenti» o dei «famigliari», persino voucher consegnati in cambio di denaro o messi in vendita sul web.
L’elenco dei beneficiari
Ma quanti sono i «privilegiati»? Calcolarli non è semplice, soprattutto in Europa e Asia. Qualche dato più attendibile arriva dagli Stati Uniti. Dove soltanto l’American Airlines conta circa 800 mila aventi diritto. A cui si aggiungono i circa 230 mila di Southwest Airlines (la compagnia low cost numero uno al mondo per ricavi) e i 170 mila che si dividono tra Delta e United. Per un totale (parziale) di 1,2 milioni soltanto in un Paese. Ogni compagnia, poi, ricorre a un diverso sistema di imbarco. In generale i passeggeri «revenue» hanno la priorità. Poi tutti gli altri. Tra i «non-rev» si fanno salire prima i dipendenti, i loro famigliari, i pensionati, i lavoratori di altre società di volo, infine chi viaggia con i voucher. La regola di base di solito è la stessa per tutti: tolti i paganti, chi prima arriva più ha possibilità di salire. I posti liberi — soprattutto in questi mesi — non sono tanti. «L’unico problema è proprio questo: viaggiamo solo se ci sono sedili disponibili», continua il pilota di jetBlue. «Se il velivolo ha tutti i posti prenotati o se è pieno di passeggeri paganti allora restiamo a terra». Ma è un’eventualità che capita raramente e nelle tratte «affollate». In media ogni aereo americano o europeo vola con l’80-85% dei sedili occupati (90-92% per le low cost). Il resto è a disposizione dell’esercito dei «non-rev».
Come funziona in Italia
E nel nostro Paese? Lo scorso 2 marzo Alitalia, la principale compagnia aerea italiana, ha aggiornato il suo «Regolamento concessioni di viaggio titolari non dipendenti del gruppo». Oltre al personale in pensione, gli altri beneficiari sono quelli in mobilità o dimissionari o con accordi stipulati. Ma anche i «vedovi del titolare» e i figli con meno di 30 anni e i «figli del convivente del titolare». Ma anche fratelli, sorelle e genitori. I tipi di concessioni per Alitalia sono quattro: «ID94 non prenotabile» (biglietto scontato del 94%), «ID90 non prenotabile» (sconto del 90%), «ID50 prenotabile» (a metà prezzo), «ID00 M2» (ticket gratuito per la spedizione merci). Altra piccola curiosità: il regolamento della compagnia aerea italiana, a differenza di diverse altre rivali, prevede delle «raccomandazioni» per l’abbigliamento di chi viaggia a prezzi super-scontati. Per la «classe superiore» si «richiede»: «abito, tailleur pantalone, completo due pezzi, gonna e camicetta, maglia o giacca» per lei e «completo uomo, abito spezzato, camicia» per lui. Meno «restrizioni» per la classe economica/turistica: «È adeguato anche un abbigliamento sportivo, decoroso e ordinato». Ma, precisa il documento, «non sono ammesse tute da ginnastica, pantaloni corti o canottiere».
Attendiamo che i nostri "fratelli e sorelle" forumisti del settore ci diano 'sti voucher. Cosi', giusto per dimostrare che siamo una "famiglia" in AC.