A fine aprile Alitalia aveva in cassa 769 milioni, esclusi i 145 milioni dati come garanzia alla Iata ed altri depositi, dei complessivi 900 milioni delle due tranche del prestito “ponte”. Il tutto, mentre ad aprile 2017, prima dell'amministrazione straordinaria, c’era una situazione di emergenza e risultavano in cassa 83 milioni. Lo hanno riferito i commissari straordinari nell’audizione al Senato, presso la Commissione speciale che sta esaminando il decreto con la proroga della vendita ad ottobre. Il primo trimestre 2018 è stato archiviato da Alitalia con perdite operative quasi dimezzate, l'Ebitda (depurato dei ricavi e dei costi non ricorrenti) è stato negativo per 117 milioni, dai -228 milioni del primo trimestre 2017. Nonostante i miglioramenti, dunque, i conti rimangono in “profondo” rosso.
Ricavi in crescita del 4%, salito il valore medio dei biglietti
Nelle slides illustrate dai commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, i ricavi nel primo trimestre 2018 sono cresciuti di circa il 4% (i ricavi
passeggeri +6,4%), totalizzando 597 milioni (572 milioni nel primo trimestre 2017). Un dato che risente dell’incremento del valore medio del biglietto acquistato dai passeggeri (+6,8% nel trimestre) , soprattutto per effetto dell’aumento del segmento “ricco” del lungo raggio.
Intercontinentale in aumento dell’8,8%
I commissari hanno spiegato che malgrado il 2017 sia stato un anno particolarmente difficile per la compagnia, con un calo complessivo dei passeggeri trasportati (-5,7%), il lungo raggio lo scorso anno è cresciuto del 2,7%. Il primo trimestre di quest'anno si sta recuperando terreno sul verante dei passeggeri trasportati (-0,7%), il lungo raggio è cresciuto dell'8,8%, il load factor è stabile al 77,4%. «Abbiamo chiuso rotte di feederaggio che alimentavano aeroporti degli Emirati a vantaggio di Etihad - ha spiegato Gubitosi - , e aperto nuovi collegamenti come le Maldive, Nuova Delhi, Joannseburg, e in inverno Mauritius. Razionalizzando la flotta esistente, prevediamo nel 2018 di volare il 9% in più, in termini di utilizzo medio giormnaliero degli aeromobili. Questo incremento di produttività ci consente di competere con soggetti come le low cost».
Gubitosi al nuovo governo: fate presto
Ma il dilatarsi dei tempi della vendita non deve diventare un alibi per rallentare la ricerca di un acquirente di Alitalia, e Gubitosi ha lanciato un appello sul fattore tempo: «Qualunque cosa vorrà fare il nuovo governo, e sono scelte politiche di competenza del governo e del ministro, che lo facciano presto perché nel tempo il carburante si consuma, proviamo a consumarne poco ma si consuma».
Ai commissari è stato chiesto come mai in un decennio in cui il trasporto aereo è quasi raddoppiato, Alitalia ha registrato un calo di passeggeri e presentato bilanci puntualmente in rosso, e la spiegazione ha puntato l’indice sulle scelte manageriali sbagliate fatte nel passato, sui sovraccosti che gravano sulla compagnia che ha una flotta eterogenea composta di 4 famiglie di aeromobili, per due terzi in leasing (per lungo raggio il 73%) , sui contratti di hedging sul carburante che sono stati chiusi. Tra le criticità, l’Italia è un Paese poco servito per i voli di lungo raggio, nel rapporto tra domanda di origine e destinazione intercontinentale, continuiamo ad alimentare hub esteri ed abbiamo pochi collegamenti diretti extraeuropei.
Da ottobre l’Academy per la formazione dei naviganti
Tra le novità, a ottobre riaprirà la scuola di volo, la Alitalia flight academy formerà i piloti, successivamente gli assistenti di volo, e potrà fornire i servizi anche a terzi.
Enac: servono oltre 1,9 miliardi
Mentre il negoziato con i possibili pretendenti rimane in stand by - in attesa della formazione del nuovo governo - e prendono quota proposte di intervento pubblico, attraverso la Cassa depositi e prestiti , il presidente dell’Enac, Vito Reggio cerca di quantificare le risorse minime necessarie per il decollo di una compagnia: «Se domani qualcuno comprasse Alitalia dovrebbe restituire i soldi prestati dallo Stato e questo è un problema serio - ha detto, intervenendo in audizione al Senato-. Se si dovesse costruire un meccanismo privato-pubblico, interamente pubblico è impossibile, di rilancio dell'Alitalia, l'ultima volta che questo accadde, nel 2008 con i “capitani coraggiosi” la quota richiesta dall'Enac per rilasciare la licenza fu di 1 miliardo».
Secondo i conti dell’Ente nazionale per l’aviazione civile, per aprire una compagnia aerea ci vuole 1 miliardo, più il rimborso dei 900 milioni del prestito si arriva «a 1,9 miliardi» e aggiungendo gli interessi si sfiorano i 2 miliardi. Il tutto senza contare, ovviamente, gli investimenti necessari per la flotta.
Il Sole 24 Ore
Ricavi in crescita del 4%, salito il valore medio dei biglietti
Nelle slides illustrate dai commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, i ricavi nel primo trimestre 2018 sono cresciuti di circa il 4% (i ricavi
passeggeri +6,4%), totalizzando 597 milioni (572 milioni nel primo trimestre 2017). Un dato che risente dell’incremento del valore medio del biglietto acquistato dai passeggeri (+6,8% nel trimestre) , soprattutto per effetto dell’aumento del segmento “ricco” del lungo raggio.
Intercontinentale in aumento dell’8,8%
I commissari hanno spiegato che malgrado il 2017 sia stato un anno particolarmente difficile per la compagnia, con un calo complessivo dei passeggeri trasportati (-5,7%), il lungo raggio lo scorso anno è cresciuto del 2,7%. Il primo trimestre di quest'anno si sta recuperando terreno sul verante dei passeggeri trasportati (-0,7%), il lungo raggio è cresciuto dell'8,8%, il load factor è stabile al 77,4%. «Abbiamo chiuso rotte di feederaggio che alimentavano aeroporti degli Emirati a vantaggio di Etihad - ha spiegato Gubitosi - , e aperto nuovi collegamenti come le Maldive, Nuova Delhi, Joannseburg, e in inverno Mauritius. Razionalizzando la flotta esistente, prevediamo nel 2018 di volare il 9% in più, in termini di utilizzo medio giormnaliero degli aeromobili. Questo incremento di produttività ci consente di competere con soggetti come le low cost».
Gubitosi al nuovo governo: fate presto
Ma il dilatarsi dei tempi della vendita non deve diventare un alibi per rallentare la ricerca di un acquirente di Alitalia, e Gubitosi ha lanciato un appello sul fattore tempo: «Qualunque cosa vorrà fare il nuovo governo, e sono scelte politiche di competenza del governo e del ministro, che lo facciano presto perché nel tempo il carburante si consuma, proviamo a consumarne poco ma si consuma».
Ai commissari è stato chiesto come mai in un decennio in cui il trasporto aereo è quasi raddoppiato, Alitalia ha registrato un calo di passeggeri e presentato bilanci puntualmente in rosso, e la spiegazione ha puntato l’indice sulle scelte manageriali sbagliate fatte nel passato, sui sovraccosti che gravano sulla compagnia che ha una flotta eterogenea composta di 4 famiglie di aeromobili, per due terzi in leasing (per lungo raggio il 73%) , sui contratti di hedging sul carburante che sono stati chiusi. Tra le criticità, l’Italia è un Paese poco servito per i voli di lungo raggio, nel rapporto tra domanda di origine e destinazione intercontinentale, continuiamo ad alimentare hub esteri ed abbiamo pochi collegamenti diretti extraeuropei.
Da ottobre l’Academy per la formazione dei naviganti
Tra le novità, a ottobre riaprirà la scuola di volo, la Alitalia flight academy formerà i piloti, successivamente gli assistenti di volo, e potrà fornire i servizi anche a terzi.
Enac: servono oltre 1,9 miliardi
Mentre il negoziato con i possibili pretendenti rimane in stand by - in attesa della formazione del nuovo governo - e prendono quota proposte di intervento pubblico, attraverso la Cassa depositi e prestiti , il presidente dell’Enac, Vito Reggio cerca di quantificare le risorse minime necessarie per il decollo di una compagnia: «Se domani qualcuno comprasse Alitalia dovrebbe restituire i soldi prestati dallo Stato e questo è un problema serio - ha detto, intervenendo in audizione al Senato-. Se si dovesse costruire un meccanismo privato-pubblico, interamente pubblico è impossibile, di rilancio dell'Alitalia, l'ultima volta che questo accadde, nel 2008 con i “capitani coraggiosi” la quota richiesta dall'Enac per rilasciare la licenza fu di 1 miliardo».
Secondo i conti dell’Ente nazionale per l’aviazione civile, per aprire una compagnia aerea ci vuole 1 miliardo, più il rimborso dei 900 milioni del prestito si arriva «a 1,9 miliardi» e aggiungendo gli interessi si sfiorano i 2 miliardi. Il tutto senza contare, ovviamente, gli investimenti necessari per la flotta.
Il Sole 24 Ore