Poste Air Cargo (ex Mistral Air) abbandona i servizi pax: focus sul trasporto merci


AZ209

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Il buco nero di Mistral Air, la compagnia di Poste Spa che doveva fare sinergie con Alitalia

Se in Italia dici “compagnia aerea in crisi”, il contribuente medio pensa subito ad Alitalia. In realtà, il concittadino non sa che da anni con le sue tasse sostiene anche un altro vettore dai bilanci perennemente in rosso: la Mistral Air, di proprietà di Poste Spa.

Questa compagnia, che molti non hanno mai neanche sentito nominare (o che pochi conoscono solo perchéfondata dall’attore Bud Spencer, il quale l’aveva poi regalata agli olandesi della Tnt che a loro volta la rivendettero a Poste), è già costata agli italiani una quarantina abbondante di milioni. E ancora se ne dovranno versare, visti gli ultimi risultati economici.

Basta una lettura veloce della “Relazione Poste italiane s.p.a.” della Corte dei Conti del 27 dicembre 2017 per comprendere la situazione: se nel 2014 le perdite si erano attestate a 2,4 milioni e nel 2015 c’era stato un lievissimo miglioramento con 432 mila euro di utile, nel 2016 è tornato il segno meno: «L’esercizio 2016 chiude con una perdita di 2,8 milioni», scrivono i giudici. Ma non basta: «si osserva una ulteriore flessione dei ricavi infragruppo (-16,8%), rivenienti dalle attività svolte in favore della capogruppo Poste italiane s.p.a. in conseguenza della razionalizzazione di talune tratte postali. Subisce un pesante calo del fatturato riveniente dall’attività charter, che totalizza 55,3 milioni, a fronte degli 80,4 milioni dell’esercizio precedente (-31,3%)».

E nel 2017 è andata ancora peggio, solo nei primi sei mesi il rosso ha toccato quota 5,4 milioni! Dati negativi che si aggiungono a quelli pessimi registrati negli anni precedenti: il2010 si era chiuso con un margine negativo di 1,5 milioni e un patrimonio netto positivo di 1,6 milioni, ma solo grazie ai 5 milioni di riserve utilizzati da Poste; nel 2011 la perditaera stata di 2,1 milioni con i costi saliti a 112,70 milioni (+ 31%). A tagliarle le gambe, le spese per la manutenzione di velivoli in affitto ormai fuori produzione (+ 21%) e i contratti di leasing degli aeromobili (+ 45%). L’anno orribile è il 2012, con ricavi scesi dai 110,41 milioni dell’anno prima a 108,9 e perdite schizzate a 8,2 milioni, alle quali si aggiungono 40 milioni di debiti. Tutti buchi che ogni anno Poste ripiana. E così si arriva all’ultimo bilancio.

Le cause di numeri tanto negativi sono spiegate dalle stesse Poste:
«L’andamento di Mistral Air s.r.l. risente di un sensibile calo produttivo, come attestato dalla flessione dei ricavi da mercato e riconducibile, secondo un trend in atto da più gestioni, alla diminuzione delle spedizioni postali, alla crisi di parte del settore turistico e alla cessazione, in taluni casi anticipata, degli accordi contrattuali detenuti con Alitalia nell’ultimo biennio».

Un risultato negativo dovuto sicuramente a congiunture internazionali, come il terrorismo che ha fatto crollare il turismo in Nord Africa, destinazione principe di Mistral, e al web che ha radicalmente cambiato il mondo del turismo, anche di quello religioso, che Mistral serviva con i collegamenti con Lourdes, Fatima, Santiago de Compostela, Terra Santa e Medjougorje, grazie a un accordo del 2007 con l’Opera Romana Pellegrinaggi.

Ma soprattutto hanno giocato un ruolo anche le incapacità manageriali: dalla scelta nel 2002 di Poste (allora sotto il dominio di Corrado Passera) di acquistare la compagnia perché si prevedeva il boom del trasporto di pacchi via aerea (un abbaglio, tanto che oggi il servizio è subappaltato alla slovacca Go2sky e alla Bulgarian Air Charter), allagestione poco oculata dei conti, con costi astronomici per il personale e leasing degli aerei anti-concorrenziali, finendo con scelte poco illuminate dei partner industriali.

Basta leggere cosa scrive il rapporto a proposito dell’alleanza con Travel Fly:
«Il Cda della Mistral ha deliberato, nell’aprile 2016, un’azione di responsabilità nei confronti dell’ex AD della predetta società (Riccardo Sciolti, ndr) in relazione alla condotta tenuta dallo stesso, nel periodo tra il 2011 e il 2013, nella gestione relativa a contratti di noleggio di aeromobili con la società “Travel Fly”. Anche per effetto della condotta dell’ex AD, la Mistral ha accumulato una perdita di circa 12,7 milioni, corrispondente al credito vantato nei confronti della Travel Fly. Il recupero di tale credito appare remoto data l’incapienza della società debitrice, dichiarata fallita».
Morale, anche quei soldi ce li metterà Poste.

Un fallimento si è poi dimostrata anche la tanto sbandierata “sinergia” tra Mistral e Alitalia, motivazione utilizzata ai tempi del secondo salvataggio della ex compagnia di bandiera, per giustificare i 70 milioni versati da Poste nel vettore prossimo a passare agli arabi. A quanti allora facevano notare che Poste Spa si dovesse occupare di pacchi e bollettini e non di aerei, il governo Renzi rispondeva che Poste era già un player della navigazione aerea, proprio grazie a Mistral Air (“Le sinergie industriali tra Alitalia e Poste, anche attraverso la compagnia aerea controllata Mistral Air, includono i settori del trasporto passeggeri e cargo – in coerenza con la strategia di sviluppo dell’e-commerce -, della fidelizzazione clienti nonché la condivisione delle infrastrutture logistiche, informatiche e di controllo. La cooperazione, anche azionaria, tra settori dei servizi postali, di logistica ed aerei trova numerosi precedenti europei ed internazionali, ad esempio in Francia e Germania“, scriveva allora il governo Renzi).
Visti i bilanci, a settembre scorso Mistral ha avviato una pesante ristrutturazione, che ha comportato il taglio del numero degli aeromobili scesi a otto velivoli, un Boeing 737 e sette Atr 72 (tutti in leasing, tranne due); il licenziamento di 13 tra comandanti e piloti; la cassaintegrazione a zero ore per altri sei; l’abbandono delle basi di Roma e Napoli; la firma di un contratto depotenziato per i lavoratori superstiti (erano un centinaio nel 2013). Tutte misure che il sindacato dei piloti Anp ha confermato a Business Insider Italia di voler impugnare a breve. Nel 2016 il vettore ha trasportato 374.094 passeggeri (44.517 quelli italiani), il 5,6% in meno del 2015.
Alla luce di tutto ciò, si fa fatica a comprendere perché Poste non abbia ancora ceduto la compagnia, nonostante si sia dimostrata un perpetuo buco nero. Così come appare incomprensibile la scelta di rilanciarla, come dichiarato sempre a settembre 2017 dal nuovo AD, l’ing. Rosario Fava, con un piano che mira a «portare al pareggio di bilancio la società dopo 10 anni di rosso».

Le tappe del piano passano per l’abbandono delle destinazioni europee a favore di collegamenti di massimo un’ora tra città medie italiane (la linea aerea ha vinto a febbraio 2017 il bando di promozione e comunicazione del brand Abruzzo da 400 mila euro l’anno per cinque anni, inaugurando collegamenti bisettimanali stagionali da Pescara con Palermo, Catania, Cagliari e Olbia); per i voli tra l‘Italia e l’Albania (un Pescara-Tirana costa oggi 63 euro); per quelli tra Palermo e Catania con le isole minori (sempre a inizio 2017, si è aggiudicata anche la gara per i collegamenti di continuità territoriale da Pantelleria e Lampedusa per Trapani e Palermo).
Infine, si sono già registrati i primi problemi, come testimonia la missiva inviata a dicembre 2017 dal circolo Pd di Lampedusa al ministro dei Trasporti Graziano Delrio, nella quale si chiedeva «una verifica delle condizioni di sicurezza degli aeromobili della compagnia Mistral Air». La lettera elenca numerosi casi di “inconvenienti tecnici” collezionati in pochi mesi dai velivoli Mistral. L’ultimo risalirebbe all’8 dicembre 2017, quando il volo Pantelleria–Palermo è stato costretto a fare ritorno sull’isola perché il carrello dell’aereo non era rientrato nella carlinga. Solo una settimana prima, invece, il Palermo–Pantelleria era rientrato a Palermo per un malfunzionamento dell’aeromobile. Non certo un buon viatico per un rilancio.

https://it.businessinsider.com/il-buco-nero-dei-conti-mistral-air-la-compagnia-di-poste-spa/
 

filippo.c

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BRI
Ecco perché anche Balkan ha ridotto al minimo le sue destinazioni.

Sì, lo so che Balkan non è un vettore ma un TO. Comunque si affidava a Mistral per tante destinazioni.
 

Strike

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Volati via tutti i voli di MistralAir: da Pescara niente collegamenti nonostante il bando

Ragioni ancora sconosciute ma la società sarebbe in gravi situazioni finanziarie
ABRUZZO. Nemmeno 10 giorni fa titolavamo: “Chi salverà la salvatrice dell’aeroporto d’Abruzzo?

Oggi forse abbiamo una risposta che è: nessuno.
MistralAir è la società di Poste italiane vincitrice insieme a Ryanair (unici partecipanti) del bando per la sponsorizzazione del “Brand Abruzzo”, un aiutino per “spingere” biglietti aerei e turisti.
Nemmeno questo è bastato *e, a meno di sei mesi dalla firma del contratto con Regione Abruzzo, è già tempo di volare via senza nemmeno decollare da Pescara.
Infatti la certezza ad oggi è che praticamente nessun volo Mistral Air è più prenotabile per la prossima stagione partendo da Pescara: niente decolli e niente atterraggi. Cancellate le destinazioni programmate per l’estate Cagliari, Catania, Palermo, Tirana anche se al momento del nostro controllo risultavano prenotabili pochi giorni in totale. Nello specifico risultano prenotabili voli in 3 giorni a marzo per Cagliari, 4 giorni per Catania, *2 giorni per Palermo, confermati i voli bisettimanali per Tirana fino a marzo 2018. Poi il nulla assoluto. Insomma qualcosa di molto importante è successo in seno alla controllata di Poste, la società che doveva fare da gregaria a Ryanair in Abruzzo per risollevare le sorti dell’aeroporto -a fronte di decine di milioni di euro spesi per pompare il turismo- invece pare abbandonare, forse arrendersi.
La società resta in silenzio e non avverte i suoi potenziali clienti lasciando persino in home page ancora la pubblicità dei voli di Pescara: prenota… se ci riesci...
Abbiamo contattato la compagnia che ad ora non ha ancora risposto.

MistralAir *è stata fondata da Bud Spencer e dal 2005 è in mano a Poste Italiane (azionista unico) con il sogno di gestire il boom del trasporto di pacchi via aerea. Intento fallito, perché come*conferma la stessa società oggi, si sono registrate «diminuzione delle spedizioni postali».
Si è, dunque, cercato di riconvertire sul settore turistico *ma la compagnia non *se la passa troppo bene e a certificarlo, appena 10 giorni fa, è stata pure la Corte dei Conti, sezione controllo sugli enti chiamata a verificare la gestione finanziaria di Poste Italiane Spa.

LA RELAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI
La relazione della Corte dei Conti certifica che l’esercizio 2016 ha chiuso con una perdita di 2,8 ml, dopo un pur lieve attivo (+0,4 ml) della gestione 2015. Pesante calo il fatturato riveniente dall’attività charter, che totalizza 55,3 ml, a fronte degli 80,4 ml dell’esercizio precedente (-31,3 per cento). Per far fronte a situazioni di insolvibilità di posizioni creditorie, vantate nei confronti di operatori terzi del settore, sono stati disposti accantonamenti prudenziali al fondo svalutazione crediti, che, al 31 dicembre 2016, si sono attestati a circa 13,7 ml.
E nel 2017 è andata ancora peggio, solo nei primi sei mesi il rosso ha toccato quota 5,4 milioni.
Di certo non una novità se si considera che il 2010 si era chiuso con un margine negativo di 1,5 milioni, nel 2011 la perdita era stata di 2,1 milioni, 2012 con perdite di quasi 9 milioni.
Sempre nella relazione dei giudici contabili si segnala che il Cda della Mistral ha deliberato, nell’aprile 2016, un’azione di responsabilità nei confronti dell’ex amministratore delegato, Riccardo Sciolti, per la condotta tenuta nel periodo tra il 2011 e il 2013, nella gestione relativa a contratti di noleggio di aeromobili con la società “Travel Fly”. «Anche per effetto di quel comportamento la Mistral ha accumulato una perdita di circa 12,7 milioni, corrispondente al credito vantato nei confronti della Travel Fly. Il recupero di tale credito appare remoto data l’incapienza della società debitrice, dichiarata fallita».
Insomma i conti li dovrà ripianare Poste Italiane spa.

http://www.primadanoi.it/news/abruz...-niente-collegamenti-nonostante-il-bando.html
 

AZ209

Socio AIAC
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Londra.
Mistral Air, il tramonto
Il vettore pensa al cargo


Non sparirà dai piazzali degli aeroporti, ma pare proprio che Mistral Air abbia deciso di rinunciare in buona parte al trasporto passeggeri. Concentrando il proprio business sulle operazioni cargo di vettore postale.

Sembra dunque giunta al capolinea l’avventura nel mondo charter che il vettore fondato da Bud Spencer nel 1981, attualmente di proprietà di Poste Italiane, aveva avviato nelle scorse stagioni, tentando anche di rilanciarsi con un business model di impronta regional, che contemplava oltre al charter anche la linea.

La compagnia aerea, stando a quanto risulta a TTG Italia, ha anche interrotto le operazioni sul fronte commerciale che sino ad alcuni mesi fa la vedevano impegnata con tour operator e agenzie di viaggi. E dal suo portale web attualmente non è possibile effettuare prenotazioni per voli che non comprendano le rotte di continuità territoriale dalla Sicilia verso le isole minori. Evidentemente deve essere rimasto questo il corridoio di attività per la compagnia, che per far fronte a difficoltà finanziarie persistenti ha dovuto optare per una scelta drastica.

A fine 2017 il direttore commerciale Mark Camilleri, che aveva impostato il programma di rilancio dell’aerolinea e che a TTG Italia aveva ampiamente raccontato i progetti di ripartenza del vettore, avrebbe lasciato la società, stando a quanto si legge su ItaliaVola; lo stesso portale riporta l’effettiva chiusura dei collegamenti da Bari e Napoli verso l’Albania, avvenuta nelle settimane scorse.

L’aerolinea già nell’autunno 2017 aveva dato il via a un ridimensionamento importante del personale, ma ora parrebbe che l’avventura nell’affollata e competitiva arena dell’aviazione commerciale sia giunta al capolinea. TTG



Poste Italiane e il nodo Mistral Air: la compagnia aerea che continua a perdere

È nota per essere stata fondata da Bud Spencer. Ora per la Mistral Air, vettore di Poste Italiane, si dovrà capire il futuro prossimo. L’aviolinea ,operatore nel settore charter e linea a corto e medio raggio nel trasporto merci e posta, infatti è da tempo al centro di riflessioni da parte di Poste Italiane. Il Cda precedente, secondo i rumors, aveva infatti conferito nuovamente un incarico a Deloitte per valutare possibili ipotesi di valorizzazione della partecipazione. Da notare che già nel 2012 Deloitte aveva lavoratoper breve tempo sul dossier. L’attuale board, invece, con l’arrivo di Matteo Del Fante come Ad, non avrebbe ancora deciso cosa fare della partecipazione.

Mistral Air ha avuto una lunga storia di passaggi di proprietà: l’attore Bud Spencer l’aveva ceduta agli olandesi della Tnt che a loro volta l’avevano rivenduta a Poste Italiane. La compagnia aerea, sulla quale Poste ha realizzato una ricapitalizzazione da 4 milioni nel 2017, non è mai stata in utile negli ultimi esercizi: contrassegnati da perdite continue. Il 2017, dopo la perdita di 2,9 milioni nel 2016, si è chiuso con un risultato negativo per 7,6 milioni.

http://carlofesta.blog.ilsole24ore....ir-la-compagnia-aerea-che-continua-a-perdere/
 

mcsl

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Con la conclusione della gestione della CT su LMP e PNL il 30/06, sostanzialmente Mistral non avrà più operativi passeggeri, o sbaglio?
 

nik900

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Con la conclusione della gestione della CT su LMP e PNL il 30/06, sostanzialmente Mistral non avrà più operativi passeggeri, o sbaglio?
Esatto, sabato 30 i voli M41825 e M41801, rispettivamente PMO-PNL e PMO-LMP saranno gli ultimi collegamenti passeggeri della Mistral.

Il vettore, come già detto si focalizzerà solo sul cargo, con una una flotta di 6 aeroplani, avviando una collaborazione con Amazon (https://aircargoitaly.com/economia/...o-accordo-siglato-da-amazon-e-poste-italiane/).

Un grande in bocca al lupo ai dipendenti ancora rimasti.
 

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Si, è stata offerta la possibilità di essere riassorbiti nella capogruppo. Altri invece sono stati assunti in DAT.

È triste come l’avventura regional sia nata e in brevissimo tempo sia stata eliminata.




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Saluti

P.S. - Una persona che ho conosciuto tanti anni fa è passato alla Swiftair ed ora opera voli in Mali
 

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Corte dei conti/5 Sda e Mistral sempre in perdita
Anche nel 2017, la capogruppo è intervenuta per ripianare i bilanci inerenti alle società di corriere espresso ed aerea. Esiti positivi, invece, con Poste vita

Sempre bene il comparto assicurativo
Nel corso dell’esercizio -prosegue la relazione sottoscritta dalla Corte dei conti riguardante il 2017 di Poste italiane e valorizzata nelle news precedenti- “è proseguito il percorso di razionalizzazione societaria, con l’eliminazione di attività non più in linea con gli attuali indirizzi strategici”, talvolta riconducendo alla capogruppo aziende controllate o rami di attività. Ecco dunque la scissione parziale di Postecom in favore di Postel e l’incorporazione, nella controllante, di Poste tutela.
Anche per il periodo in esame si segnalano le “perdite consistenti” riguardanti Sda express courier (il bilancio si è chiuso con -32 milioni, in parte per le agitazioni sindacali registrate nel secondo semestre) e Mistral air (-7,6; l’idea è abbandonare il trasporto passeggeri per concentrarsi su corriere e merci), obbligando Poste italiane, ancora una volta, ad intervenire finanziariamente.
La neo acquisita Indabox (utilizzata -tramite la sua rete- per stoccare i colli in attesa che i destinatari li ritirino) ha chiuso l’esercizio con una perdita di 0,29 milioni.
Un contesto più propizio, rispetto all’esercizio precedente, per Postel: non grazie alle attività di stampa, ma per la gestione elettronica dei documenti.
Diverso è il prospetto inerente al gruppo Poste vita, che ha conseguito un buon incremento degli utili.
Positività pure per Egi, la quale opera su due fronti: lo storico, rivolto alla gestione del patrimonio immobiliare non strumentale, e la compravendita di energia elettrica, che ha conseguito ricavi da mercato per 90,8 milioni.
Le attività strategiche del gruppo -quindi indipendentemente dalla specifica società- ora sono classificate in quattro settori: 1) corrispondenza, pacchi e distribuzione, 2) pagamenti mobile e digital, 3) servizi finanziari, 4) servizi assicurativi; riflettono gli indirizzi del piano industriale “Deliver 2022” (fine).