Alitalia, Ferrovie sceglie Atlantia come “quarto socio”


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belumosi

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Notizie molto pesanti per AZ arrivano dagli USA, dove il DOT ha approvato l'immunità antitrust per l'alleanza DL-AF-KL-VS. Contemporaneamente ha disposto che entro 6 mesi l'immunità debba cessare per l'alleanza attuale (che comprende AZ).
Dietro pressione della concorrenza (JetBlue in primis), il DOT ha rifiutato di lasciare una porta aperta preferenziale per AZ qualora decida di entrare nella nuova alleanza. In quel caso, bisognerà ripartire da capo con tutte le valutazioni del caso.
Per cui a prescindere dalle scelte che verranno fatte in Italia, AZ entro 6 mesi non sarà più all'interno dell'attuale alleanza immunizzata.
Alla luce di questa situazione, si capisce meglio anche l'offerta di DL per una collaborazione esterna al nuovo accordo appena approvato dal DOT.
Va da se che per AZ si prospetterebbero perdite molto rilevanti nella eventuale futura "solitudine", rendendo la situazione della compagnia, se possibile, ancor più precaria.


    • DOT approves Delta’s four-way joint venture without Alitalia
    • 21 NOVEMBER, 2019
    • SOURCE: FLIGHTGLOBAL.COM
    • BY: PILAR WOLFSTELLER
    • SAN FRANCISCO
    • The US Department of Transportation has formally approved the joint venture proposed by Delta Air Lines, Air France, KLM and Virgin Atlantic Airways, tentatively approved in August, while agreeing with opponents of the collaboration that Alitalia would definitely not be included under the deal.

    • Delta previously had a joint venture with Air France, KLM and Alitalia, and another with Virgin Atlantic. They argued that this new collaboration, including antitrust immunity (ATI), would enable the airlines to better coordinate their operations between the US and Europe.
      “The approved alliance will remove the existing gaps preventing full coordination between Delta’s two existing immunised parallel joint ventures with Virgin on the one hand, and Air France/KLM on the other,” the DOT’s document, dated 14 November, says. The approval also revokes DOT's previous grant of antitrust-immunity to the three airlines and to CSA Czech Airlines and Alitalia after six months.
      In July 2018, Delta, Air France, KLM and Virgin Atlantic had filed for approval of the amended joint venture that excluded financially troubled Alitalia, but the airlines requested to keep a back door open to allow the Italian flag carrier back into the group at an unspecified later date.
      Opponents of that plan included JetBlue Airways, which argued that the deal “would reduce and foreclose” competition on US-Europe routes.
      In comments after the tentative approval in August, JetBlue said that the request to add another carrier at a later date “is legally impermissible and procedurally invalid”.
      "The Joint Applicants scarcely mentioned Alitalia throughout the course of this proceeding, yet now, at the proverbial last minute, after publication of a show cause order, request that ATI be extended to Alitalia even though Alitalia was not a named party to the original 2018 request and no Alitalia legal representative signed the submission," JetBlue's response read.
      Alitalia is in the midst of a labor disagreement with its pilots and cabin crew, as it struggles to secure investment and capital to turn the failing airline around. A group of investors and the Italian government are in talks to develop a plan for the loss-making carrier, but several hurdles, such as disagreements over how much capital to inject, have still to be overcome.
      JetBlue said in its comments that if the group wishes to collaborate with Alitalia in the future, they must submit a new application, and allow DOT to conduct a new and thorough review at that time. The DOT agreed with JetBlue’s assessment.
      “Once the Amended JVA becomes effective, the preceding agreements that outlined Alitalia’s cooperation with the other parties will cease to exist, removing the underlying predicate for immunity,” the order states. “The Department is aware that Delta is seeking to reach commercial terms with Alitalia to continue cooperation under the Amended JVA; however, the Joint Applicants’ request to include Alitalia in its revised joint venture is premature,” it says.
      “If the Joint Applicants and Alitalia come to a commercial agreement before the six-month wind-down period expires, they may petition the Department to extend the immunity at that time and the Department will evaluate the request in the docket with all due process,” the DOT says in its final approval.

    • https://www.flightglobal.com/news/a...deltas-four-way-joint-venture-without-462470/


 

BGW

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30 Marzo 2008
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Notizie molto pesanti per AZ arrivano dagli USA, dove il DOT ha approvato l'immunità antitrust per l'alleanza DL-AF-KL-VS. Contemporaneamente ha disposto che entro 6 mesi l'immunità debba cessare per l'alleanza attuale (che comprende AZ).
Ma che dici, sai quanti qui hanno considerato la JVA una limitazione per AZ che ora potrà finalmente aprire diretti giornalieri per San Diego, Phoenix, Baltimore, Dallas, Raleigh/Durham e quant'altro!
 

belumosi

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In prospettiva mi sembra che questa nuova situazione potrebbe avvantaggiare LH, che si troverebbe AZ libera dalla JV gratis in tempi rapidi (però non conosco tempi e costi per svincolarsi anche da SkyTeam).
Viceversa DL ha le mani legate da quanto stabilito dal DOT e può offrire ad un'AZ esterna all'alleanza, solo una fettina della propria parte di torta. E magari convincere AFKL a fare lo stesso.
E' anche vero che pure LH dovrebbe imbarcarsi in una nuova procedura antitrust per fare entrare AZ nella propria JV.
Comunque visto che il closing nel migliore dei casi arriverebbe non prima di fine Marzo, che l'alleanza attuale dovrebbe cessare a metà Maggio e che il DOT ha i propri tempi, credo che almeno per un certo periodo di tempo AZ resterà non immunizzata. Con rilevanti danni.
 

sevs17

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Alitalia, il salvataggio salta ancora: ottavo rinvio per la cordata

di Leonard Berberi
21 novembre 2019 - 22:22

MILANO — Altre tre settimane per salvare Alitalia. Per strappare qualcosa in più da Delta Air Lines, non soltanto i 100 milioni di euro. O per stabilire un contatto tra i vertici di Lufthansa e il governo italiano. Sullo sfondo aleggia il fallimento. E persino una vecchia «fiamma»: Air France-Klm. Dopo aver ricevuto ieri la lettera di Ferrovie, i commissari straordinari (Daniele Discepolo, Enrico Laghi e Stefano Paleari) hanno dovuto prendere atto che il consorzio non c’è e il piano industriale nemmeno. E però sono orientati a suggerire al ministero dello Sviluppo economico di concedere l’ottava proroga la cui data ultima, ironicamente, cadrebbe alla fine di quei due mesi che a metà ottobre avevano chiesto Fs e Atlantia, senza essere accontentati. Un ultimo tentativo, anche per far arrivare gli altri 400 milioni di prestito (1,3 miliardi concessi negli ultimi due anni), ma in un contesto — ammettono tre fonti — più confuso e dove qualche frizione c’è pure tra i soci italiani.

I passi avanti con Delta
Delta ribadisce i 100 milioni di euro di investimento e con una dichiarazione via e-mail si dice pronta «a lavorare con altri soggetti per sviluppare un consorzio di investitori coerente e con una visione comune». Nella lettera che Ferrovie ha inviato ai commissari si parla di significativi passi avanti fatti con il vettore americano — sulle rotte, sui voli in codeshare, sul ruolo di Alitalia nella nuova joint venture — tali da raggiungere velocemente un accordo per la formazione della cordata. Anche un modo per sottolineare che il partner industriale c’è già. Dagli Usa ricordano di aver chiesto al Dipartimento dei Trasporti un’esenzione a favore di Alitalia quando partirà la nuova joint venture, altrimenti resterebbe fuori da ogni accordo. E fanno filtrare lo stupore per l’atteggiamento di Atlantia: temono che la società — che attraverso AdR gestisce gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino — finirà per sfilarsi non avendo ricevuto rassicurazioni sulle concessioni autostradali.


Il ruolo di Conte
Atlantia resta nella partita e nei faccia a faccia con Ferrovie si augura la definizione di un piano industriale di lungo respiro. Questo nonostante gli strali del leader del M5S Luigi Di Maio («Se pensavano che entrando in Alitalia non gli avremmo tolto le concessioni si sbagliavano: i morti del ponte Morandi non si barattano»). Il premier Giuseppe Conte sostiene che il governo «si impegnerà perché ci sia una soluzione di mercato», facendo così da mediatore. Ruolo che potrebbe servire — spiegano le fonti — a spingere Delta a cedere qualcosa o a convincere Lufthansa a investire, rassicurandoli che non correranno alcun «rischio Paese», compresa l’eventuale condanna sui 900 milioni di prestito. I tedeschi resistono sulla partnership commerciale e fanno sapere che non ci sono passi avanti. Ma da Francoforte una fonte conferma i contatti con il Mise. Qualcosa si muove a Parigi. Air France-Klm, a quanto si apprende, sta lavorando sul mercato italiano e sul tavolo dell’ad Ben Smith le opzioni sono l’incremento dei voli e, a sorpresa, un investimento in Alitalia. Cosa già fatta in passato e con scarsi risultati.

Fonte: https://www.corriere.it/economia/az...ta-12f894fa-0ca4-11ea-89cc-e514bdace0f8.shtml
 

belumosi

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Dagli Usa ricordano di aver chiesto al Dipartimento dei Trasporti un’esenzione a favore di Alitalia quando partirà la nuova joint venture, altrimenti resterebbe fuori da ogni accordo.
E questo è quello che ha risposto il DOT:

JetBlue argues that the Department should not accommodate the JointApplicants’ request to provide a procedural path for Alitalia to continue its ATI grant pendingthe carrier’s addition to the Amended JVA at a later date. In their comments, the JointApplicants requested that the Department amend Ordering Paragraph 3 to allow the current ATIenabled cooperation between the Joint Applicants and Alitalia to continue without interruptionwhile the Department reviews a motion for approval of a revised commercial agreement thatwould govern cooperation in the future. The Joint Applicants argue that even a temporaryinterruption of ATI-enabled cooperation with Alitalia would result in diminished public benefits.JetBlue argues that such a request is legally impermissible and procedurally invalid.We agree with JetBlue. The Department’s intent is to remove obsolete and/or unused grants ofimmunity. As the Joint Applicants note in their comments, since at least 2002, the Departmenthas issued orders granting ATI to various combinations of Delta, Northwest, Air France, KLM,and other partners. These grants have sometimes been modified by subsequent orders and someof the authority granted has gone unused. The Department seeks to clarify this situation so that,going forward, all authority required by the Joint Applicants to operate their transatlantic jointventure will be contained in this Order and any unused or obsolete grants of ATI will cease.Once the Amended JVA becomes effective, the preceding agreements that outlined Alitalia’scooperation with the other parties will cease to exist, removing the underlying predicate forimmunity. The Department is aware that Delta is seeking to reach commercial terms withAlitalia to continue cooperation under the Amended JVA; however, the Joint Applicants’ requestto include Alitalia in its revised joint venture is premature. The Department does not have abasis to guarantee a continuing grant of immunity upon the filing of a hypothetical futureagreement. If the Joint Applicants and Alitalia come to a commercial agreement before the sixmonth wind down period expires, they may petition the Department to extend the immunity atthat time and the Department will evaluate the request in the docket with all due process.
https://www.regulations.gov/content...-0068-0084&attachmentNumber=1&contentType=pdf
 

dario abbece

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milano
https://www.ilfattoquotidiano.it/20...zionalizzarla-di-nuovo-per-risanarla/5574137/

imbarazzante...

I 400 milioni nel decreto fiscale ci sono. Ma mi domando: vista la situazione, il governo li darà agli stessi commissari? E cioè a quelli che hanno utilizzato il denaro prestato dallo Stato per inderogabili esigenze di sopravvivenza della compagnia come nuove divise, promozioni ai dirigenti e un ufficio comunicazione ad hoc di cui non si trova precedente nella storia delle amministrazioni straordinarie?.” Per Ugo Arrigo, professore di finanza pubblica all’università Bicocca, la situazione di Alitalia ha assunto ormai una dimensione surreale. Con il dietrofront di Atlantia è sfumato il salvataggio guidato dalle Fs che avrebbero dovuto presentare una cordata assieme al gruppo dei Benetton, al Tesoro e a un partner industriale come Delta o Lufthansa.

A questo punto sono tre soluzioni: la prima è prendere ancora tempo perché Fs e Atlantia possano arrivare a un accordo. La seconda è portare i libri in tribunale. La terza nazionalizzare l’ex compagnia di bandiera. Indipendentemente da come il governo si muoverà, non si potrà trascurare il fatto che la Procura di Civitavecchia da tempo indaga sul crac Alitalia. E che di recente i magistrati hanno inviato la Guardia di finanza al ministero dello Sviluppo per acquisire documentazione sulle nomine dei commissari (Enrico Laghi, Stefano Paleari, Daniele Discepolo, Luigi Gubitosi, dimessosi nel novembre 2018) con l’obiettivo di verificare se esistono cause di incompatibilità o di conflitto d’interessi.
Per Arrigo allungare ulteriormente la vita di Alitalia senza alternative non avrebbe senso, ma anche far fallire la società, dopo averle recentemente prestato 900 milioni di soldi pubblici, sarebbe anche peggio. “Lo scenario è molto confuso, ma portare i libri in tribunale sarebbe senza dubbio la soluzione peggiore per le casse pubbliche – spiega Arrigo – Una simile procedura serve infatti normalmente a liquidare gli attivi per tentare di soddisfare i creditori della società in dissesto, ma in questo caso è lo Stato ad essere il maggior creditore della compagnia. E quindi tanto vale che ne diventi direttamente il proprietario. Inoltre il valore di Alitalia sono gli slot, i passeggeri, il traffico aereo, cose che andrebbero inevitabilmente persi facendo restare gli aerei a terra. Per questo ritengo che la migliore soluzione sia la creazione di una nuova società, interamente pubblica, in cui far confluire gli asset Alitalia continuando a far vivere la compagnia per risanarla e solo successivamente venderla”.

La soluzione ipotizzata da Arrigo è del resto già oggi all’esame del Parlamento in un emendamento presentato dai parlamentari Leu, Stefano Fassina e Luca Pastorino. “Al fine di consentire il trasferimento dei rami d’azienda operativi, senza cessazione o discontinuità delle operazioni di voto, Alitalia in amministrazione straordinaria è autorizzata a costituire un nuovo veicolo societario al quale trasferire, dopo aver conseguito le necessarie autorizzazioni e licenze aeronautiche e secondo le indicazioni del ministero vigilante sulla procedura, la proprietà dei compendi aziendali”, si legge nell’emendamento che inserisce quattro commi all’articolo 54 del decreto fiscale. E poi aggiunge che “nel caso di disponibilità di cassa insufficienti, i prestiti sono restituiti in natura, trasferendo allo Stato la proprietà del nuovo veicolo societario (…) sino alla concorrenza del valore dei prestiti e degli interessi maturati”. Per Leu si aprirebbe così la strada ad “una gestione pubblica per un periodo transitorio compreso fra i 18 e i 24 mesi” con l’obiettivo di creare le condizioni per il rilancio aziendale. “Ma è chiaro che i commissari non potrebbero essere gli stessi che hanno utilizzato male il denaro e il tempo concessi dallo Stato”, conclude Arrigo.
 

Paolo_61

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https://www.ilfattoquotidiano.it/20...zionalizzarla-di-nuovo-per-risanarla/5574137/

imbarazzante...

I 400 milioni nel decreto fiscale ci sono. Ma mi domando: vista la situazione, il governo li darà agli stessi commissari? E cioè a quelli che hanno utilizzato il denaro prestato dallo Stato per inderogabili esigenze di sopravvivenza della compagnia come nuove divise, promozioni ai dirigenti e un ufficio comunicazione ad hoc di cui non si trova precedente nella storia delle amministrazioni straordinarie?.” Per Ugo Arrigo, professore di finanza pubblica all’università Bicocca, la situazione di Alitalia ha assunto ormai una dimensione surreale. Con il dietrofront di Atlantia è sfumato il salvataggio guidato dalle Fs che avrebbero dovuto presentare una cordata assieme al gruppo dei Benetton, al Tesoro e a un partner industriale come Delta o Lufthansa.

A questo punto sono tre soluzioni: la prima è prendere ancora tempo perché Fs e Atlantia possano arrivare a un accordo. La seconda è portare i libri in tribunale. La terza nazionalizzare l’ex compagnia di bandiera. Indipendentemente da come il governo si muoverà, non si potrà trascurare il fatto che la Procura di Civitavecchia da tempo indaga sul crac Alitalia. E che di recente i magistrati hanno inviato la Guardia di finanza al ministero dello Sviluppo per acquisire documentazione sulle nomine dei commissari (Enrico Laghi, Stefano Paleari, Daniele Discepolo, Luigi Gubitosi, dimessosi nel novembre 2018) con l’obiettivo di verificare se esistono cause di incompatibilità o di conflitto d’interessi.
Per Arrigo allungare ulteriormente la vita di Alitalia senza alternative non avrebbe senso, ma anche far fallire la società, dopo averle recentemente prestato 900 milioni di soldi pubblici, sarebbe anche peggio. “Lo scenario è molto confuso, ma portare i libri in tribunale sarebbe senza dubbio la soluzione peggiore per le casse pubbliche – spiega Arrigo – Una simile procedura serve infatti normalmente a liquidare gli attivi per tentare di soddisfare i creditori della società in dissesto, ma in questo caso è lo Stato ad essere il maggior creditore della compagnia. E quindi tanto vale che ne diventi direttamente il proprietario. Inoltre il valore di Alitalia sono gli slot, i passeggeri, il traffico aereo, cose che andrebbero inevitabilmente persi facendo restare gli aerei a terra. Per questo ritengo che la migliore soluzione sia la creazione di una nuova società, interamente pubblica, in cui far confluire gli asset Alitalia continuando a far vivere la compagnia per risanarla e solo successivamente venderla”.

La soluzione ipotizzata da Arrigo è del resto già oggi all’esame del Parlamento in un emendamento presentato dai parlamentari Leu, Stefano Fassina e Luca Pastorino. “Al fine di consentire il trasferimento dei rami d’azienda operativi, senza cessazione o discontinuità delle operazioni di voto, Alitalia in amministrazione straordinaria è autorizzata a costituire un nuovo veicolo societario al quale trasferire, dopo aver conseguito le necessarie autorizzazioni e licenze aeronautiche e secondo le indicazioni del ministero vigilante sulla procedura, la proprietà dei compendi aziendali”, si legge nell’emendamento che inserisce quattro commi all’articolo 54 del decreto fiscale. E poi aggiunge che “nel caso di disponibilità di cassa insufficienti, i prestiti sono restituiti in natura, trasferendo allo Stato la proprietà del nuovo veicolo societario (…) sino alla concorrenza del valore dei prestiti e degli interessi maturati”. Per Leu si aprirebbe così la strada ad “una gestione pubblica per un periodo transitorio compreso fra i 18 e i 24 mesi” con l’obiettivo di creare le condizioni per il rilancio aziendale. “Ma è chiaro che i commissari non potrebbero essere gli stessi che hanno utilizzato male il denaro e il tempo concessi dallo Stato”, conclude Arrigo.
Basta, togliamo la spina e lasciamola morire in pace.
 

nonflier

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In prospettiva mi sembra che questa nuova situazione potrebbe avvantaggiare LH, che si troverebbe AZ libera dalla JV gratis in tempi rapidi (però non conosco tempi e costi per svincolarsi anche da SkyTeam).
Viceversa DL ha le mani legate da quanto stabilito dal DOT e può offrire ad un'AZ esterna all'alleanza, solo una fettina della propria parte di torta. E magari convincere AFKL a fare lo stesso.
E' anche vero che pure LH dovrebbe imbarcarsi in una nuova procedura antitrust per fare entrare AZ nella propria JV.
Comunque visto che il closing nel migliore dei casi arriverebbe non prima di fine Marzo, che l'alleanza attuale dovrebbe cessare a metà Maggio e che il DOT ha i propri tempi, credo che almeno per un certo periodo di tempo AZ resterà non immunizzata. Con rilevanti danni.
Dagli ultimi sviluppi (che però non ho seguito con particolare attenzione perchè la vicenda AZ mi ha proprio rotto) mi pare che ci sia una certa preferenza per LH (da parte dei politici) e questa decisione del DOT può aiutare in tal senso: resta soltanto ... da convincere LH.
 

belumosi

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Basta, togliamo la spina e lasciamola morire in pace.
Straquoto.
E aggiungo che ai professori che predicano il risanamento di un'AZ pubblica da parte dell'attuale classe politica, andrebbe revocata la laurea e tolto il vino. :)
Dagli ultimi sviluppi (che però non ho seguito con particolare attenzione perchè la vicenda AZ mi ha proprio rotto) mi pare che ci sia una certa preferenza per LH (da parte dei politici) e questa decisione del DOT può aiutare in tal senso: resta soltanto ... da convincere LH.
Credo che sia LH che DL siano consapevoli dell'impossibilità di risanare un'AZ a maggioranza pubblica e quindi ambiscano solo a sfruttarne i vantaggi per qualche tempo.
 

Paolo_61

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[omissis]
Credo che sia LH che DL siano consapevoli dell'impossibilità di risanare un'AZ a maggioranza pubblica e quindi ambiscano solo a sfruttarne i vantaggi per qualche tempo.
Per Delta concordo, mentre ho l'impressione che LH voglia botte ubriaca e moglie piena (lo stato paga la ristrutturazione e poi si cava dalle scatole)
 

belumosi

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Per Delta concordo, mentre ho l'impressione che LH voglia botte ubriaca e moglie piena (lo stato paga la ristrutturazione e poi si cava dalle scatole)
Se lo stato avesse le palle per ristrutturare AZ come richiesto da LH, probabilmente si troverebbe a scegliere tra più pretendenti e con ben altri prezzi. Ma credo sia fantascienza.
 

13900

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Ma che dici, sai quanti qui hanno considerato la JVA una limitazione per AZ che ora potrà finalmente aprire diretti giornalieri per San Diego, Phoenix, Baltimore, Dallas, Raleigh/Durham e quant'altro!
Non dimenticarti Kalamazoo.
 

robygun

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Dai che a breve avremo, dopo Alitalia CAI e SAI, Alitalia MAI.. Ministero Aviolinee Italiane..
 

DusCgn

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L'ex ad di Alitalia Bisignani: "su investitori pesa rischio Paese"
ECONOMIA

(Alberto Lo Bianco/Fotogramma)

Pubblicato il: 22/11/2019 12:25

Per il rilancio della nuova Alitalia servono tra i 3 e i 4 miliardi e questo perché la compagnia deve potenziare soprattutto la flotta di lungo raggio per 'aggredire' il mercato più redditizio del lungo raggio e, quindi, anche per comprare slot nei principali aeroporti. Ma oltre alla portata delle risorse da mettere in campo, quello che, in questa fase, sembra pesare di più è il 'rischio Paese' che frena i potenziali partner industriali internazionali. A indicarlo con "grande preoccupazione" che Giovanni Bisignani, ex amministratore delegato di Alitalia ed ex numero uno della Iata, commenta all'Adnkronos la situazione di stallo dopo il nulla di fatto alla scadenza di ieri per la presentazione delle offerte vincolanti.


"Per il riavvio di Alitalia sarebbe avere una disponibilità di almeno 3 miliardi di euro e questo perché oggi l'odierna struttura aziendale nel medio raggio ha un costo troppo alto e la compagnia è molto incardinata sul medio raggio. Ma con i suoi costi di struttura così elevati non può combattere su questo segmento la concorrenza agguerrita delle low cost", spiega Bisignani.


Di qui la strada obbligata di crescere sul lungo raggio "che è l'unico mercato redditizio dove, invece, Alitalia è deficitaria". "Questo - dice Bisignani - potrebbe avvenire con l'ingresso di una grande compagnia tenendo, comunque, presente, che pur avendo la disponibilità finanziaria, un buon investitore dovrebbe affittare in tempi rapidi aerei, i cui tempi di consegna vanno da 3 a 5 anni, e bisognerà acquistare slot nei grandi aeroporti e questi costano milioni".

"L'unica possibilità di salvezza per Alitalia è trovare una grande compagnia, un partner come Delta o Lufthansa", sottolinea ancora Bisignani. "Ma anche se ci fosse l'interesse per Alitalia, il vero problema è che ci sono grosse difficoltà a investire perché in generale quella dell'Italia viene vista come una situazione estremamente deteriorata. La situazione - insiste - è estremamente difficile. Le pagine dei giornali parlano tutti i giorni dell'Italia e questo non sfugge a chi deve investire. Non passa certo inosservata".

Insomma, come se non bastassero tutti gli altri problemi, la vicenda Alitalia è esposta anche a un "rischio Paese". "E' un vero peccato. Non possiamo pensare che un Paese come l'Italia, con una fortissima vocazione turistica, possa rimanere senza una compagnia di bandiera. Sarebbe veramente inconcepibile e inimmaginabile", afferma Bisignani. Ma, al momento, "purtroppo non si vedono soluzioni all'orizzonte, lo scenario è molto fosco".

Non si può certo contare sull'intervento pubblico: "Alitalia ha già avuto forti prestiti e sarebbe difficile che Bruxelles ne autorizzi altri", osserva Bisignani che si mostra fortemente scettico sull'ingresso delle Fs: "ricordo un precedente, quello di Air Canada con la compagnia ferroviaria del Paese. Era il 1949 e durò pochi mesi...".
https://www.adnkronos.com/soldi/eco...-paese_Itd2oiNJ3xhfweBvZD2geN.html?refresh_ce
 

nonflier

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"E' un vero peccato. Non possiamo pensare che un Paese come l'Italia, con una fortissima vocazione turistica, possa rimanere senza una compagnia di bandiera. Sarebbe veramente inconcepibile e inimmaginabile", afferma Bisignani.
Ancora con 'sta storia che AZ è indispensabile per il turismo ? Certamente aiuta avere una compagnia di bandiera, ma i turisti già oggi arrivano in Italia soprattutto con altre compagnie. E poi perchè deve per forza essere AZ la compagnia di bandiera italiana, ammesso (ma non concordo) che sia effettivamente necessario averne una ?
 
Stato
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