- 18 Luglio 2014
- 436
- 29
Otto mesi.
Otto mesi e' il tempo che e' passato dall'ultima volta che son salito su un aereo.
Otto mesi son passati dall'ultima volta che la mia schiena si e' inchiodata al sedile durante il decollo, dall'ultima volta in cui ho visto Downtown Manhattan durante la virata per atterrare sulle 13 a JFK.
In questi otto mesi, la compagnia con cui ho volato ha dichiarato fallimento, il mondo e' cambiato radicalmente, abbiamo conosciuto il Covid e ho visto immagini aviation-related che non pensavo avrei mai visto, tra cui un A321 Wizz Air a JFK, e un A330 Alitalia al T2 a Malpensa.
In questi otto mesi, le citta' si sono svuotate, ho visto New York come non l'ho vista mai, con la 5th Avenue vuota e le vetrine di Macy's sulla 34th coperte da tavole di legno. In questi otto mesi abbiamo avuto il Covid, una nave ospedale ormeggiata sull'Hudson, le proteste per BLM, il coprifuoco a seguito delle proteste, rischiato una deportazione, e anche un paio di uragani che hanno scaricato la loro poca forza rimasta sulla grande mela.
In questi otto mesi, ho scoperto che indossare una mascherina provoca appannamento degli occhiali - e ho molta paura per l'inverno, tanto che ora sto abusando di lenti a contatto - e che le mascherine con disegnati ananas sono le mie preferite. Le mascherine sono le nuove cuffiette dei chirurghi che vedete in Grey's Anatomy.
In questi otto mesi, il travel ban imposto da Trump (a torto o a ragione, non entro in discussioni politiche se no non sarebbe un TR) ha tagliato le gambe a molte persone che avrebbero voluto tornare, una volta passata l'emergenza, a trovare le proprie famiglie e i propri cari. Mai come in questi otto mesi, ho realizzato veramente cosa voglia dire vivere dall'altra parte del mondo.
Tuttavia, una sera una email arrivata sul mio indirizzo dell'universita' mi fa notare che per certe categorie di visti, e in particolari condizioni, si rientra nelle eccezioni del Travel Ban. Beh, tanto vale approfittarne, no?
Quello che segue e' un TR di un biglietto comprato 48 ore prima della partenza, usando le miglia di Delta, per volare su AZ, in J, e poter tornare in Italia a sistemare un paio di cose che "Si, poi quando torno le faccio".
...
Brooklyn, 31 Agosto 2020.
New York ha riaperto da due mesi e mezzo, le strade di molti quartieri di Brooklyn sono piene di gente munita di mascherina, solo non si vedono.. i turisti.
Il mio Uber mi molla in un T1 a JFK deserto. Letteralmente deserto.
Al chec-in ti misurano la temperatura, ti fanno firmare in duplice copia un'altra autocertificazione. L'autocertificazione che ti danno in aeroporto e' ovviamente diversa dalle altre due che autonomamente ho deciso di scaricarmi sia dal sito di viaggiainformati che dal sito di AZ.
La coda ai controlli di sicurezza non esiste, ma ciononostante riesco a trovare davanti a me le uniche due persone che "Ah devo togliere le scarpe", "Ah non ho svuotato le tasche", "Ah mannaggia la cintura".
Una volta airside, praticamente tutti i negozi sono chiusi. Le lounge sono chiuse, e ti viene consegnato un voucher da $25 da poter usare in uno dei pochi locali aperti. Pensavo di poterlo usare da Starbucks, ma... no. E chiaramente, il voucher deve essere speso in una volta sola. Una bottiglia d'acqua e un pacchetto di Quadratini della Loacker pagati $25.
Il tarmac e' altrettanto deserto. Al T1 sono parcheggiati tre aerei: il nostro 330 per Roma, un 330 LH penso per Monaco e un 77W China Eastern che sta imbarcando.
Il T2 penso venga usato solo come parcheggio e che tutte le operazioni DL siano al T4. In lontanza, Downtown Manhattan.
Il decollo e' previsto alle 17:05, l'imbarco 45 minuti prima. Iniziamo l'imbarco alle 16:15, rigorsamente per file: prima la Business, poi Economy+, e infine l'economy partendo dalle file centrali. Alle 16:30, l'imbarco e' completato, e le porte sono chiuse.
Da quello che ho potuto contare, siamo in 8 in Business, 4 in Economy+, e non penso molti di piu' in Economy.
Il welcome drink e' una bottiglia d'acqua di plastica, e la borsetta per la Magnifica viene consegnata sigillata in un sacchetto di plastica, e ovviamente su tutti i voli Alitalia e' obbligatoria la mascherina che deve essere chirurgica. Nel dubbio, ne ho messe su due.
Il video di sicurezza e' sempre il solito video orribile con un grafica che andava bene nel 1997. Il Kindle sara' il mio compagno per le prossime sei ore.
Alle 16:40, il finger si stacca e iniziamo il pushback.
Siamo ancora fermi davanti al T1 a motori spenti, e il comanda ci informa che siamo i "prossimi in coda per il decollo". Rulliamo lungo la taxiway Alpha, attraversiamo la 4L, e ci portiamo in testata pista sulla 31L. Durante tutto il taxi, l'unico aereo in movimento e' stato un Delta atterrato sulla 31L, nient'altro.
Decolliamo alle 16:59. E' la prima volta che mi capita di decollare da JFK in anticipo. E l'aereo e' vuoto, siamo a meta' pista che gia' siamo in rotazione, e la sensazione di salire e' la stessa di un A320. Passiamo sopra la Jamaica Bay, Far Rockaway, viriamo a sinistra e puntiamo la prua verso l'Atlantico.
Faccio una foto all'aeroporto da dove siamo appena partiti, non riesco a vedere un aereo fuori dal proprio stand.
Saliamo tranquilli e siamo in quota. Mi perdo nel leggere il Kindle, e ogni tanto butto un occhio fuori dal finestro. Siamo su un letto di nuvole, il sole sta tramontando, e sto volando. Dopo otto mesi, questo e' uno dei piccoli ritorni alla normalita'.
Durante il tramonto, viene servita la cena. Tutto viene servito su un vassoio, come se si fosse in Economy (e infatti la qualita' è la medesima). Il cibo e' sigillato, e l'interazione tra personale e passeggeri e' ridotta ai minimi termini. Una voce automatica ricorda che il servizio non corrisponde agli standard di Alitalia ma e' dovuto alla situazione contingente.
Crollo miseramente su una poltrona che per i miei standard dei viaggi in aereo e' un letto king size, e mi risveglio che stiamo sorvolando un'Italia ancora buia.
La colazione su AZ me la son sempre ricordata pessima, e tale e' rimasta, a prescindere dalla classe di volo.
L'Italia si sta piano piano svegliando, e lo stesso vale per una cabina piena di gente che ha un corpo per il quale in questo momento e' quasi mezzanotte.
Atterriamo con un'ora di anticipo in un Fiumicino che sta ancora dormendo, e andiamo ad ancorarci al Molo E (giusto?). Lo sbarco avviene per classi e poi da quanto ho capito per singole file per quanto riguarda l'Economy. Vedere cosi tante code AZ mi fa sempre un effetto particolare, sara' che non ne sono abituato.
Per i voli in partenza fino alle 18 bastano quattro schermi, non ne servono di piu'.
Anche Fiumicino e' un aeroporto deserto. La maggior parte dei negozi sono ancora chiusi, oppure sono chiusi del tutto.
Devo camminare da quello che penso sia il molo E al molo C, dove l'unico negozio aperto e' un bar. L'imbarco avverra' con cobus, e mi domando come mai con un aeroporto deserto, dove i finger vuoti sono molteplici, ti facciano imbarcare con calma, una fila alla volta, per poi schiantarti in 40 su un cobus per andare dall'aerostazione ai remoti.
L'imbarco avviene in meno di un quarto d'ora, accendiamo i motori e stiamo gia' rullando verso la pista.
Anche in questo caso non abbiamo nessuno davanti per il decollo e in un attimo siamo gia' in volo, pronti ad andare a nord verso Malpensa.
Non so da quanto tempo non vedevo un mare e un cielo cosi azzurro, ma vedo che certe cose non sono cambiate per niente. La cappa di smog sopra Milano oramai e' una costante.
Atterriamo in una Malpensa.. deserta. Il T2 al momento e' chiuso, tutti i voli sono al T1, e tutto il piazzale e' pieno di aerei parcheggiati.
Il T1 ha comunque molti finger vuoti, e ammetto che vedere le code arancioni al T1.. fa strano.
Attracchiamo al satellite A, e di nuovo lo sbarco avviene fila per fila. La scarpinata dal Satellite A al nastro per i bagagli e' sempre lunga, ma questa volta entrambe le mie valigie sono arrivate senza problemi. Nessuna e' andata ad Amsterdam, nessuna ha seguito un altro itinerario, e stranamente non se le sono perse a Roma.
Aspetto che mi vengano a prendere. Ho due valigie, sono in Italia, e mi sto abituando a vedere il mio paese alle prese con il Coronavirus.
L'odore del caffe fatto al bar passa attraverso la mascherina, mi lamento nella mia testa perche' vedo gia' troppa gente che mette la mascherina alla pene di segugio, e mangio una brioches che nonostante i prezzi e la qualita' di aeroporto non e' male.
Sono in Italia, ho sonno, qua sono tutti abbronzati e io ho la pelle piu bianca di un fantasma.
Sono in Italia e ancora ho ordinato il primo caffe al bar parlando in inglese.
Sono in Italia, e al momento e' l'unica cosa che conta.
Fine
Otto mesi e' il tempo che e' passato dall'ultima volta che son salito su un aereo.
Otto mesi son passati dall'ultima volta che la mia schiena si e' inchiodata al sedile durante il decollo, dall'ultima volta in cui ho visto Downtown Manhattan durante la virata per atterrare sulle 13 a JFK.
In questi otto mesi, la compagnia con cui ho volato ha dichiarato fallimento, il mondo e' cambiato radicalmente, abbiamo conosciuto il Covid e ho visto immagini aviation-related che non pensavo avrei mai visto, tra cui un A321 Wizz Air a JFK, e un A330 Alitalia al T2 a Malpensa.
In questi otto mesi, le citta' si sono svuotate, ho visto New York come non l'ho vista mai, con la 5th Avenue vuota e le vetrine di Macy's sulla 34th coperte da tavole di legno. In questi otto mesi abbiamo avuto il Covid, una nave ospedale ormeggiata sull'Hudson, le proteste per BLM, il coprifuoco a seguito delle proteste, rischiato una deportazione, e anche un paio di uragani che hanno scaricato la loro poca forza rimasta sulla grande mela.
In questi otto mesi, ho scoperto che indossare una mascherina provoca appannamento degli occhiali - e ho molta paura per l'inverno, tanto che ora sto abusando di lenti a contatto - e che le mascherine con disegnati ananas sono le mie preferite. Le mascherine sono le nuove cuffiette dei chirurghi che vedete in Grey's Anatomy.
In questi otto mesi, il travel ban imposto da Trump (a torto o a ragione, non entro in discussioni politiche se no non sarebbe un TR) ha tagliato le gambe a molte persone che avrebbero voluto tornare, una volta passata l'emergenza, a trovare le proprie famiglie e i propri cari. Mai come in questi otto mesi, ho realizzato veramente cosa voglia dire vivere dall'altra parte del mondo.
Tuttavia, una sera una email arrivata sul mio indirizzo dell'universita' mi fa notare che per certe categorie di visti, e in particolari condizioni, si rientra nelle eccezioni del Travel Ban. Beh, tanto vale approfittarne, no?
Quello che segue e' un TR di un biglietto comprato 48 ore prima della partenza, usando le miglia di Delta, per volare su AZ, in J, e poter tornare in Italia a sistemare un paio di cose che "Si, poi quando torno le faccio".
...
Brooklyn, 31 Agosto 2020.
New York ha riaperto da due mesi e mezzo, le strade di molti quartieri di Brooklyn sono piene di gente munita di mascherina, solo non si vedono.. i turisti.
Il mio Uber mi molla in un T1 a JFK deserto. Letteralmente deserto.
Al chec-in ti misurano la temperatura, ti fanno firmare in duplice copia un'altra autocertificazione. L'autocertificazione che ti danno in aeroporto e' ovviamente diversa dalle altre due che autonomamente ho deciso di scaricarmi sia dal sito di viaggiainformati che dal sito di AZ.
La coda ai controlli di sicurezza non esiste, ma ciononostante riesco a trovare davanti a me le uniche due persone che "Ah devo togliere le scarpe", "Ah non ho svuotato le tasche", "Ah mannaggia la cintura".
Una volta airside, praticamente tutti i negozi sono chiusi. Le lounge sono chiuse, e ti viene consegnato un voucher da $25 da poter usare in uno dei pochi locali aperti. Pensavo di poterlo usare da Starbucks, ma... no. E chiaramente, il voucher deve essere speso in una volta sola. Una bottiglia d'acqua e un pacchetto di Quadratini della Loacker pagati $25.
Il tarmac e' altrettanto deserto. Al T1 sono parcheggiati tre aerei: il nostro 330 per Roma, un 330 LH penso per Monaco e un 77W China Eastern che sta imbarcando.
Il T2 penso venga usato solo come parcheggio e che tutte le operazioni DL siano al T4. In lontanza, Downtown Manhattan.
Il decollo e' previsto alle 17:05, l'imbarco 45 minuti prima. Iniziamo l'imbarco alle 16:15, rigorsamente per file: prima la Business, poi Economy+, e infine l'economy partendo dalle file centrali. Alle 16:30, l'imbarco e' completato, e le porte sono chiuse.
Da quello che ho potuto contare, siamo in 8 in Business, 4 in Economy+, e non penso molti di piu' in Economy.
Il welcome drink e' una bottiglia d'acqua di plastica, e la borsetta per la Magnifica viene consegnata sigillata in un sacchetto di plastica, e ovviamente su tutti i voli Alitalia e' obbligatoria la mascherina che deve essere chirurgica. Nel dubbio, ne ho messe su due.
Il video di sicurezza e' sempre il solito video orribile con un grafica che andava bene nel 1997. Il Kindle sara' il mio compagno per le prossime sei ore.
Alle 16:40, il finger si stacca e iniziamo il pushback.
Siamo ancora fermi davanti al T1 a motori spenti, e il comanda ci informa che siamo i "prossimi in coda per il decollo". Rulliamo lungo la taxiway Alpha, attraversiamo la 4L, e ci portiamo in testata pista sulla 31L. Durante tutto il taxi, l'unico aereo in movimento e' stato un Delta atterrato sulla 31L, nient'altro.
Decolliamo alle 16:59. E' la prima volta che mi capita di decollare da JFK in anticipo. E l'aereo e' vuoto, siamo a meta' pista che gia' siamo in rotazione, e la sensazione di salire e' la stessa di un A320. Passiamo sopra la Jamaica Bay, Far Rockaway, viriamo a sinistra e puntiamo la prua verso l'Atlantico.
Faccio una foto all'aeroporto da dove siamo appena partiti, non riesco a vedere un aereo fuori dal proprio stand.
Saliamo tranquilli e siamo in quota. Mi perdo nel leggere il Kindle, e ogni tanto butto un occhio fuori dal finestro. Siamo su un letto di nuvole, il sole sta tramontando, e sto volando. Dopo otto mesi, questo e' uno dei piccoli ritorni alla normalita'.
Durante il tramonto, viene servita la cena. Tutto viene servito su un vassoio, come se si fosse in Economy (e infatti la qualita' è la medesima). Il cibo e' sigillato, e l'interazione tra personale e passeggeri e' ridotta ai minimi termini. Una voce automatica ricorda che il servizio non corrisponde agli standard di Alitalia ma e' dovuto alla situazione contingente.
Crollo miseramente su una poltrona che per i miei standard dei viaggi in aereo e' un letto king size, e mi risveglio che stiamo sorvolando un'Italia ancora buia.
La colazione su AZ me la son sempre ricordata pessima, e tale e' rimasta, a prescindere dalla classe di volo.
L'Italia si sta piano piano svegliando, e lo stesso vale per una cabina piena di gente che ha un corpo per il quale in questo momento e' quasi mezzanotte.
Atterriamo con un'ora di anticipo in un Fiumicino che sta ancora dormendo, e andiamo ad ancorarci al Molo E (giusto?). Lo sbarco avviene per classi e poi da quanto ho capito per singole file per quanto riguarda l'Economy. Vedere cosi tante code AZ mi fa sempre un effetto particolare, sara' che non ne sono abituato.
Per i voli in partenza fino alle 18 bastano quattro schermi, non ne servono di piu'.
Anche Fiumicino e' un aeroporto deserto. La maggior parte dei negozi sono ancora chiusi, oppure sono chiusi del tutto.
Devo camminare da quello che penso sia il molo E al molo C, dove l'unico negozio aperto e' un bar. L'imbarco avverra' con cobus, e mi domando come mai con un aeroporto deserto, dove i finger vuoti sono molteplici, ti facciano imbarcare con calma, una fila alla volta, per poi schiantarti in 40 su un cobus per andare dall'aerostazione ai remoti.
L'imbarco avviene in meno di un quarto d'ora, accendiamo i motori e stiamo gia' rullando verso la pista.
Anche in questo caso non abbiamo nessuno davanti per il decollo e in un attimo siamo gia' in volo, pronti ad andare a nord verso Malpensa.
Non so da quanto tempo non vedevo un mare e un cielo cosi azzurro, ma vedo che certe cose non sono cambiate per niente. La cappa di smog sopra Milano oramai e' una costante.
Atterriamo in una Malpensa.. deserta. Il T2 al momento e' chiuso, tutti i voli sono al T1, e tutto il piazzale e' pieno di aerei parcheggiati.
Il T1 ha comunque molti finger vuoti, e ammetto che vedere le code arancioni al T1.. fa strano.
Attracchiamo al satellite A, e di nuovo lo sbarco avviene fila per fila. La scarpinata dal Satellite A al nastro per i bagagli e' sempre lunga, ma questa volta entrambe le mie valigie sono arrivate senza problemi. Nessuna e' andata ad Amsterdam, nessuna ha seguito un altro itinerario, e stranamente non se le sono perse a Roma.
Aspetto che mi vengano a prendere. Ho due valigie, sono in Italia, e mi sto abituando a vedere il mio paese alle prese con il Coronavirus.
L'odore del caffe fatto al bar passa attraverso la mascherina, mi lamento nella mia testa perche' vedo gia' troppa gente che mette la mascherina alla pene di segugio, e mangio una brioches che nonostante i prezzi e la qualita' di aeroporto non e' male.
Sono in Italia, ho sonno, qua sono tutti abbronzati e io ho la pelle piu bianca di un fantasma.
Sono in Italia e ancora ho ordinato il primo caffe al bar parlando in inglese.
Sono in Italia, e al momento e' l'unica cosa che conta.
Fine