Premessa - è la cronaca di un anno fa!
* * *
Ci sono cose che arrivano e ci investono senza che ce ne accorgiamo, e senza poterle controllarle.
Metti, ad esempio, che una variante del virus della SARS infesti degli innocui pipistrelli, che ne sono portatori sani, e che al mercato della misconosciuta megalopoli cinese di Wuhan qualcuno si becchi suddetto virus, macellando i poveri pipistrelli come cibo. Ecco l'inizio di una storia tipo Resident Evil, solo che è vera.
Avevo due settimane di ferie da far fuori entro fine marzo; volevo prenotare prima, per metà febbraio, avendo l'invito di alcuni amici da Taiwan; tuttavia, per lavoro, sono bloccato nello stesso periodo a causa di un meeting nella noiosissima Dubai. Mi si accende la lampadina: visto che sono già a metà strada, potrei prendere le due settimane dopo il meeting! Il mio capo è d'accordo. Il coronavirus un po' meno, e così inizia la mia battaglia risalendo la pandemia.
* * *
Febbraio, una uggiosa mattina di metà mese.
Si parte alla volta di Dubai con il fido Malpensa Express. L'Italia non è ancora colpita in maniera tumultuosa dal virus; ancora per poco. Tutta l'attenzione è rivolta all'Asia, e parenti, amici e colleghi mi dicono che sono un incosciente ad andare nell'occhio del ciclone. Ah se si sbaglieranno...
Prima di partire mi premunisco comunque di amuchina e mascherine; due settimane dopo, diventeranno completamente introvabili.
Arrivo a Centrale e vedo, con orrore, che il MXPExpress è in arrivo al binario 1. Ora, in tutta franchezza: ma quale problema hanno quelli che gestiscono i binari, per far arrivare un treno che porta passeggeri tendenzialmente muniti di valigie, al binario più stretto di tutta la stazione?!
Almeno, il treno non è troppo pieno stamattina, e il viaggio è regolare e senza ritardi. Nonostante i prodromi del disastro che si sta per abbattere sul mondo dei viaggi e sulla nostra vita siano ampiamente visibili, Malpensa è ancora trafficata. Ma si respira nervosismo: Air Italy ha chiuso da una settimana e il cadavere è ancora caldo, nel senso che i cartelloni luminosi che pubblicizzano le destinazioni sono ancora accesi. Lo slogan avrebbe potuto essere riadattato poco dopo in un Imagine your life differently.
I voli dalla Cina sono interdetti e, dato che al governo abbiamo una manica di leccaculo sinofili e pure abbastanza ignoranti, in mezzo al blocco ci sono finiti anche Hong Kong e Taiwan - per la serie: facciamo sempre gli interessi degli altri senza nulla in cambio.
Quindi, dove al satellite della democrazia di solito si trovano i due Air China per Pechino e Shanghai a fianco alle compagnie di bandiera di paesi altrettando liberali come Turkish, Saudia e Aeroflot, oggi troviamo invece Moonflower, lo spin-off di Neos.
I banchi Emirates straripano di passeggeri: difficile dire se siano più quelli che tornano a casa, prima che le frontiere chiudano, quelli che devono comunque viaggiare per lavoro (tipo quelli che sono ahimè costretti dall'azienda a fare un meeting a Rio proprio durante il carnevale! Che ingiustizia), o i pochi incoscienti che decidono di sfidare la sorte e viaggiare comunque. Una scena che pochi mesi dopo, apparirà impossibile: ben tre compagnie diverse, di lungo raggio, attendono passeggeri e non cargo.
La gentile signorina al banco di accettazione mi augura un buon volo - suona un po' strano, quando tutti stanno cercando non volare. I controlli di sicurezza sono esattamente come sempre; il pericolo invisibile non è ancora visibile, e quindi quasi nessuno indossa mascherine, guanti o ha ancora sentito parlare di distanziamento sociale. Oggi pure la coda al controllo documenti è più sottile del solito e non occorre iniziarla a metà del terminal. Vado ai controlli automatici dove me la sbrigo in un minuto.
Comprata la mia bottiglietta d'cqua d'ordinanza, percorro il tunnel che porta al satellite; SEA ha installato alcune opere d'arte. Non mi piacciono, né per fattura né per collocazione: mi ricordano l'immagine della testa di porco infilzata nel terreno del Signore delle Mosche.
Vado diretto al gate; lavoro una mezz'oretta e poi mi accodo al gruppo che si sta formando non appena apre il gate.
Tratta: Milano-Malpensa (MXP) >>> Dubai-International (DXB)
Volo: EK 102
Aereo: Boeing 777-31H ER
Marche: A6-EGM
Età: 8.1 anni
Posto: 31A
Sched/Actual: 1025-1920 // 1040-1915
Durata volo: 5h 35′
Il volo non è vuoto di sicuro, ma ci sono una buona quantità di sedili vuoti, tra cui quello al mio fianco.
Il sedile è sempre lo stesso - Emirates è stata la capostipite della malefica configurazione 3-4-3 sul 777, e anche questo velivolo non fa eccezione. Non avere nessuno a fianco permette di allargare un po' le gambe e recuperare quei preziosi centimetri per evitare una trombosi
Non sono ancora previste misure anti-covid a bordo degli aerei: niente gel igienizzante, niente mascherine, niente salviettine antisettiche. Io faccio da me con l'amuchina.
Dal satellite della democrazia, spunta anche questo variopinto Turkish Airlines; la livrea ricorda non poco alcuni dettagli del padiglione turco di Expo 2015.
Un Air Italy nella livrea ibrida Air Meriditaly. Qualcuno che porta una sfiga tremenda aveva scritto, poche settimane prima, che le prime indiscrezioni raccolte sul CdA AirItaly, che si è tenuto pochi giorni fa, sono positive e su piu' fronti. Infatti hanno poi chiuso. EI-FFM è finito al macello a Cotswold, nel Regno Unito.
Decolliamo nel grigiume della brughiera, mentre un 330 Wamos incaricato di raccattare i passeggeri Air Italy in giro per il globo è fermo al satellite C.
Certo che una pulitina...
A rincuorare gli spiriti, le Alpi in tutto il loro splendore, appena usciamo dallo strato nuvoloso che avvolge la pianura padana.
Un'ora dopo il decollo viene servito il pranzo. Gli standard sono ancora quelli pre-covid: il pasto è come al solito. L'insalata d'orzo era ottima, così come il main (mi pare fosse una spezie di gulash di manzo). La mousse al cioccolato e caramello salato era da carie immediata!
Lavoro un paio d'ore, cosa non proprio agevole col sedile di fronte reclinato. Lo so che è una bambinata, ma a me il soffitto stellato piace. Non voglio neppure immaginare le bestemmie dal reparto Ingegneria della Boeing quando qualcuno del reparto Marketing se n'è saltato fuori con l'idea di mettere migliaia di microled neli pannelli del soffitto.
Chiudo il laptop quando viene servito lo "snack". Passo in modalità Big Bang Theory fino all'atterraggio.
Crema mani e eau de toilet sono di The White Company London, ennesimo brand pseudo-trendy-richpster.
Il volo dura solo cinque ore e mezza, ma aggiungici il fuso et voilà, è già notte. Siamo quasi arrivati.
Il terminal è ancora pieno di code emiratine - Emirates non ha al momento sospeso i suoi voli e la situazione nell'Emiro è sotto controllo. In realtà sembra ancora sotto controllo quasi ovunque... ancora per poco.
Andiamo a parcheggiare a fianco ad una balena. E pensare che, un anno dopo, è una specie in via di estinzione.
La riconsegna bagagli è lentissima - ricevo un messaggio anche dall'autista dell'hotel per chiedere a che punto sono. Altrettanto lento il controllo all'immigrazione: gli addetti sono particolarmente scazzati questa sera, e trovano gusto nel far passare avanti una comitiva di un centinaio di afghani che si presentano a gruppi di sedici, riunendo quattro generazioni per gruppo, a ciascun punto di controllo. Giunto all'uscita, trovo l'autista che mi sta aspettando con una collega atterrata dopo di me - in teoria dovevo essere io ad aspettare lei
L'hotel è il solito che viene prenotato per i meeting a Dubai - il Kris Kin Park Regis - non è un albergo di catena, ma lo trovo comodo e con personale eccellente. Purtroppo non c'erano altri pezzi di marchio non protetti da copyright da poter mettere nel nome, altrimenti...
La camera, spaziosa e comoda; ottima la copertura Wi-Fi. Il bagno aveva la vasca sul lato opposto.
Di giorno in giorno, le preoccupazioni per la situazione del covid aumentano; una collega da Shanghai ha dovuto dare forfeit alcune settimane prima di partire, così come una da Hong Kong.
Ricevo messaggi quotidiani dal parentame, chiedendo se avessi sintomi, se stessi bene e, soprattutto, a desistere dal continuare il viaggio ancora più a est. Rispondo che l'unico sintomo che mi può venire, è l'asma dovuto allo smog di Dubai, e che rimango della mia idea: proseguire.
A parte lo smog, la cosa più rischiosa è stato questo dolce di cui nessuno è riuscito a mangiarne più di due cucchiaiate. Era zucchero con contorno di altri ingredienti. Se non mi è venuto il diabete quel giorno...
Il meeting prosegue fino a venerdì; ahimè, tra video conferenze fino alle 9pm e lavoro arretrato, non si esce quasi dall'hotel, tranne che per la cena-crociera di gruppo organizzata sul Lotus Mega Yacht, una tamarrata che il Billionaire sembra quasi di buon gusto. Il battello parte da Dubai Marina, a quasi 30 km dall'hotel: col traffico serale di Dubai, ci impiegamo quasi 50 minuti per arrivare...
Peluche.
Mi sta venendo il mal di testa al pensiero della serata che mi attende, tra neon blu e musica a palla.
Una delle cose più kitsch che abbia mai visto. Alla fine è anche divertente, se non fosse per la musica tamarra a 3000 decibel sparata in qualsiasi angolo della nave. Peccato che nessuno avesse prenotato un tavolo - cena a buffet, sul ponte scoperto, con un vento che sembrava un uragano.
Iniziamo la navigazione.
Dubai Super Trees e Ain Dubai: rispettivamente, lo scimmiottamento del Supertree Grove al Gardens by the Bay di Singapore, e del London Eye.
Continuo a non capire l'attrattiva di Dubai.
Altri disgraziati come noi, e per di più sono in metà di mille su una barchetta minuscola...
In alto i cuori: dopo un'ora e mezza siamo quasi al termine della crociera. La dice lunga sulle qualità turistiche di una città quando la maggior parte dei landmark sono hotel: ad esempio, l'Emerald Palace Kempinski, che potrebbe essere la residenza del dottor Male, e l'Atlantis, che è quello che succede quando lasci un infinito numero di mattoncini lego ad un bambino di otto anni. Invertiamo la rotta e torniamo indietro.
La mattina dopo mi alzo a fatica, ma è l'ultimo giorno di meeting; dalle 17 sono in V-A-C-A-N-Z-A. Meglio che me lo ricordi bene, perché sarà praticamente l'ultima per un po'...
* * *
Ci sono cose che arrivano e ci investono senza che ce ne accorgiamo, e senza poterle controllarle.
Metti, ad esempio, che una variante del virus della SARS infesti degli innocui pipistrelli, che ne sono portatori sani, e che al mercato della misconosciuta megalopoli cinese di Wuhan qualcuno si becchi suddetto virus, macellando i poveri pipistrelli come cibo. Ecco l'inizio di una storia tipo Resident Evil, solo che è vera.
Avevo due settimane di ferie da far fuori entro fine marzo; volevo prenotare prima, per metà febbraio, avendo l'invito di alcuni amici da Taiwan; tuttavia, per lavoro, sono bloccato nello stesso periodo a causa di un meeting nella noiosissima Dubai. Mi si accende la lampadina: visto che sono già a metà strada, potrei prendere le due settimane dopo il meeting! Il mio capo è d'accordo. Il coronavirus un po' meno, e così inizia la mia battaglia risalendo la pandemia.
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Febbraio, una uggiosa mattina di metà mese.
Si parte alla volta di Dubai con il fido Malpensa Express. L'Italia non è ancora colpita in maniera tumultuosa dal virus; ancora per poco. Tutta l'attenzione è rivolta all'Asia, e parenti, amici e colleghi mi dicono che sono un incosciente ad andare nell'occhio del ciclone. Ah se si sbaglieranno...
Prima di partire mi premunisco comunque di amuchina e mascherine; due settimane dopo, diventeranno completamente introvabili.
Arrivo a Centrale e vedo, con orrore, che il MXPExpress è in arrivo al binario 1. Ora, in tutta franchezza: ma quale problema hanno quelli che gestiscono i binari, per far arrivare un treno che porta passeggeri tendenzialmente muniti di valigie, al binario più stretto di tutta la stazione?!
Almeno, il treno non è troppo pieno stamattina, e il viaggio è regolare e senza ritardi. Nonostante i prodromi del disastro che si sta per abbattere sul mondo dei viaggi e sulla nostra vita siano ampiamente visibili, Malpensa è ancora trafficata. Ma si respira nervosismo: Air Italy ha chiuso da una settimana e il cadavere è ancora caldo, nel senso che i cartelloni luminosi che pubblicizzano le destinazioni sono ancora accesi. Lo slogan avrebbe potuto essere riadattato poco dopo in un Imagine your life differently.
I voli dalla Cina sono interdetti e, dato che al governo abbiamo una manica di leccaculo sinofili e pure abbastanza ignoranti, in mezzo al blocco ci sono finiti anche Hong Kong e Taiwan - per la serie: facciamo sempre gli interessi degli altri senza nulla in cambio.
Quindi, dove al satellite della democrazia di solito si trovano i due Air China per Pechino e Shanghai a fianco alle compagnie di bandiera di paesi altrettando liberali come Turkish, Saudia e Aeroflot, oggi troviamo invece Moonflower, lo spin-off di Neos.
I banchi Emirates straripano di passeggeri: difficile dire se siano più quelli che tornano a casa, prima che le frontiere chiudano, quelli che devono comunque viaggiare per lavoro (tipo quelli che sono ahimè costretti dall'azienda a fare un meeting a Rio proprio durante il carnevale! Che ingiustizia), o i pochi incoscienti che decidono di sfidare la sorte e viaggiare comunque. Una scena che pochi mesi dopo, apparirà impossibile: ben tre compagnie diverse, di lungo raggio, attendono passeggeri e non cargo.
La gentile signorina al banco di accettazione mi augura un buon volo - suona un po' strano, quando tutti stanno cercando non volare. I controlli di sicurezza sono esattamente come sempre; il pericolo invisibile non è ancora visibile, e quindi quasi nessuno indossa mascherine, guanti o ha ancora sentito parlare di distanziamento sociale. Oggi pure la coda al controllo documenti è più sottile del solito e non occorre iniziarla a metà del terminal. Vado ai controlli automatici dove me la sbrigo in un minuto.
Comprata la mia bottiglietta d'cqua d'ordinanza, percorro il tunnel che porta al satellite; SEA ha installato alcune opere d'arte. Non mi piacciono, né per fattura né per collocazione: mi ricordano l'immagine della testa di porco infilzata nel terreno del Signore delle Mosche.
Vado diretto al gate; lavoro una mezz'oretta e poi mi accodo al gruppo che si sta formando non appena apre il gate.
Tratta: Milano-Malpensa (MXP) >>> Dubai-International (DXB)
Volo: EK 102
Aereo: Boeing 777-31H ER
Marche: A6-EGM
Età: 8.1 anni
Posto: 31A
Sched/Actual: 1025-1920 // 1040-1915
Durata volo: 5h 35′
Il volo non è vuoto di sicuro, ma ci sono una buona quantità di sedili vuoti, tra cui quello al mio fianco.
Il sedile è sempre lo stesso - Emirates è stata la capostipite della malefica configurazione 3-4-3 sul 777, e anche questo velivolo non fa eccezione. Non avere nessuno a fianco permette di allargare un po' le gambe e recuperare quei preziosi centimetri per evitare una trombosi
Non sono ancora previste misure anti-covid a bordo degli aerei: niente gel igienizzante, niente mascherine, niente salviettine antisettiche. Io faccio da me con l'amuchina.
Dal satellite della democrazia, spunta anche questo variopinto Turkish Airlines; la livrea ricorda non poco alcuni dettagli del padiglione turco di Expo 2015.
Un Air Italy nella livrea ibrida Air Meriditaly. Qualcuno che porta una sfiga tremenda aveva scritto, poche settimane prima, che le prime indiscrezioni raccolte sul CdA AirItaly, che si è tenuto pochi giorni fa, sono positive e su piu' fronti. Infatti hanno poi chiuso. EI-FFM è finito al macello a Cotswold, nel Regno Unito.
Decolliamo nel grigiume della brughiera, mentre un 330 Wamos incaricato di raccattare i passeggeri Air Italy in giro per il globo è fermo al satellite C.
Certo che una pulitina...
A rincuorare gli spiriti, le Alpi in tutto il loro splendore, appena usciamo dallo strato nuvoloso che avvolge la pianura padana.
Un'ora dopo il decollo viene servito il pranzo. Gli standard sono ancora quelli pre-covid: il pasto è come al solito. L'insalata d'orzo era ottima, così come il main (mi pare fosse una spezie di gulash di manzo). La mousse al cioccolato e caramello salato era da carie immediata!
Lavoro un paio d'ore, cosa non proprio agevole col sedile di fronte reclinato. Lo so che è una bambinata, ma a me il soffitto stellato piace. Non voglio neppure immaginare le bestemmie dal reparto Ingegneria della Boeing quando qualcuno del reparto Marketing se n'è saltato fuori con l'idea di mettere migliaia di microled neli pannelli del soffitto.
Chiudo il laptop quando viene servito lo "snack". Passo in modalità Big Bang Theory fino all'atterraggio.
Crema mani e eau de toilet sono di The White Company London, ennesimo brand pseudo-trendy-richpster.
Il volo dura solo cinque ore e mezza, ma aggiungici il fuso et voilà, è già notte. Siamo quasi arrivati.
Il terminal è ancora pieno di code emiratine - Emirates non ha al momento sospeso i suoi voli e la situazione nell'Emiro è sotto controllo. In realtà sembra ancora sotto controllo quasi ovunque... ancora per poco.
Andiamo a parcheggiare a fianco ad una balena. E pensare che, un anno dopo, è una specie in via di estinzione.
La riconsegna bagagli è lentissima - ricevo un messaggio anche dall'autista dell'hotel per chiedere a che punto sono. Altrettanto lento il controllo all'immigrazione: gli addetti sono particolarmente scazzati questa sera, e trovano gusto nel far passare avanti una comitiva di un centinaio di afghani che si presentano a gruppi di sedici, riunendo quattro generazioni per gruppo, a ciascun punto di controllo. Giunto all'uscita, trovo l'autista che mi sta aspettando con una collega atterrata dopo di me - in teoria dovevo essere io ad aspettare lei
L'hotel è il solito che viene prenotato per i meeting a Dubai - il Kris Kin Park Regis - non è un albergo di catena, ma lo trovo comodo e con personale eccellente. Purtroppo non c'erano altri pezzi di marchio non protetti da copyright da poter mettere nel nome, altrimenti...
La camera, spaziosa e comoda; ottima la copertura Wi-Fi. Il bagno aveva la vasca sul lato opposto.
Di giorno in giorno, le preoccupazioni per la situazione del covid aumentano; una collega da Shanghai ha dovuto dare forfeit alcune settimane prima di partire, così come una da Hong Kong.
Ricevo messaggi quotidiani dal parentame, chiedendo se avessi sintomi, se stessi bene e, soprattutto, a desistere dal continuare il viaggio ancora più a est. Rispondo che l'unico sintomo che mi può venire, è l'asma dovuto allo smog di Dubai, e che rimango della mia idea: proseguire.
A parte lo smog, la cosa più rischiosa è stato questo dolce di cui nessuno è riuscito a mangiarne più di due cucchiaiate. Era zucchero con contorno di altri ingredienti. Se non mi è venuto il diabete quel giorno...
Il meeting prosegue fino a venerdì; ahimè, tra video conferenze fino alle 9pm e lavoro arretrato, non si esce quasi dall'hotel, tranne che per la cena-crociera di gruppo organizzata sul Lotus Mega Yacht, una tamarrata che il Billionaire sembra quasi di buon gusto. Il battello parte da Dubai Marina, a quasi 30 km dall'hotel: col traffico serale di Dubai, ci impiegamo quasi 50 minuti per arrivare...
Peluche.
Mi sta venendo il mal di testa al pensiero della serata che mi attende, tra neon blu e musica a palla.
Una delle cose più kitsch che abbia mai visto. Alla fine è anche divertente, se non fosse per la musica tamarra a 3000 decibel sparata in qualsiasi angolo della nave. Peccato che nessuno avesse prenotato un tavolo - cena a buffet, sul ponte scoperto, con un vento che sembrava un uragano.
Iniziamo la navigazione.
Dubai Super Trees e Ain Dubai: rispettivamente, lo scimmiottamento del Supertree Grove al Gardens by the Bay di Singapore, e del London Eye.
Continuo a non capire l'attrattiva di Dubai.
Altri disgraziati come noi, e per di più sono in metà di mille su una barchetta minuscola...
In alto i cuori: dopo un'ora e mezza siamo quasi al termine della crociera. La dice lunga sulle qualità turistiche di una città quando la maggior parte dei landmark sono hotel: ad esempio, l'Emerald Palace Kempinski, che potrebbe essere la residenza del dottor Male, e l'Atlantis, che è quello che succede quando lasci un infinito numero di mattoncini lego ad un bambino di otto anni. Invertiamo la rotta e torniamo indietro.
La mattina dopo mi alzo a fatica, ma è l'ultimo giorno di meeting; dalle 17 sono in V-A-C-A-N-Z-A. Meglio che me lo ricordi bene, perché sarà praticamente l'ultima per un po'...