Thread ITA Airways dal 15 ottobre


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

enrico

Amministratore AC
Staff Forum
30 Gennaio 2008
15,649
994
Rapallo, Liguria.
in realtà il portale é quello del ministero del lavoro e vale per le dimissioni di tutte le aziende, non è stato creato apposta. Alcuni hanno modificato le dimissioni da giusta causa a volontarie e so per certo che Sai sta raccogliendo gli accordi per una procedura conciliativa senza nulla a pretendere da entrambe le parti
Senza nulla a pretendere significano che lasciano il TFR in azienda?
 

Fewwy

Utente Registrato
19 Agosto 2014
1,596
783
Torino
Per curiosità: è giusta causa dare le dimissioni senza preavviso quando l'azienda ha avvisato l'intenzione di chiudere la baracca pochi giorni dopo?Il contratto di lavoro era - di fatto - già risolto (il 14 ottobre) dall'azienda nel momento in cui questa aveva annunciato la cessazione delle operazioni di volo per quella data.
Ah giusto, avevo dimenticato che AZ avesse una data di chiusura fissata.

Beh, in questo caso la parola passa ai giudici che ci diranno la loro.

[Mi viene in mente anche che il mancato pagamento - nonché il semplice ritardo - degli stipendi può costituire giusta causa.
Però, per ritardo che s'intende? Intenzionale o qualsiasi? Se l'azienda avvisa che pagherà in ritardo - per comprovate esigenze di cassa - si può considerare lo stesso "un comportamento del datore talmente grave da non consentire nemmeno la prosecuzione temporanea del rapporto durante il periodo di preavviso"?
Purtroppo non è un semplice bianco o nero, ma è un'infinita variazione di grigi.
Personalmente, non ci vedo una giusta causa: ti sei licenziato solo perché ITA (altra azienda - discontinuità!) ti assumeva, altrimenti saresti rimasto nel tuo bel posticino in Alitalia anche con pagamenti non puntuali.]
 

Freccialata

Utente Registrato
3 Ottobre 2021
17
19

EI-MAW

Utente Registrato
25 Dicembre 2007
7,135
1,380
Chi si è dimesso da AZ per andare in ITA ha dovuto ottemperare alle dimissioni tramite un portale internet creato all'uopo e su indicazioni di SAI la motivazione è stata per tutti "giusta causa".
Stando alla mail AZ non riconosce la giusta causa.
Un bel pò di lavoro per avvocati per i prossimi anni.
Non mi risulta.
 

atlantique

Utente Registrato
4 Ottobre 2008
2,756
77
Non mi risulta.
Fatti mandare da Seaking la mail in cui Az avvisa che non riconosce la giusta causa nero su bianco.
A me sembra solo un modo per raccogliere soldi visto e considerato che il passaggio da Az a ITA è stato tutto organizzato e concordato tra la procedura e la Newco, con quest'ultima che ha aperto il reclutamento un mese e mezzo prima della chiusura di Az.

Per il portale scusate colpa mia credevo fosse di Az.
 

EI-MAW

Utente Registrato
25 Dicembre 2007
7,135
1,380
Fatti mandare da Seaking la mail in cui Az avvisa che non riconosce la giusta causa nero su bianco.
A me sembra solo un modo per raccogliere soldi visto e considerato che il passaggio da Az a ITA è stato tutto organizzato e concordato tra la procedura e la Newco, con quest'ultima che ha aperto il reclutamento un mese e mezzo prima della chiusura di Az.

Per il portale scusate colpa mia credevo fosse di Az.
Perché NON bisogna dimettersi per giusta causa. Ho scritto anche un post su questa cosa ma poi l’ho cancellato perché è materia delicata e riservata e non mi pare il caso. Non mi servono mail, ci sono passato in prima persona. Le dimissioni devono essere volontarie e poi ognuno sceglierà se conciliare o meno, quindi pattuire la questione del mancato preavviso. Altrimenti viene semplicemente applicato quanto previsto dal contratto.
 

enrico

Amministratore AC
Staff Forum
30 Gennaio 2008
15,649
994
Rapallo, Liguria.
Perché NON bisogna dimettersi per giusta causa. Ho scritto anche un post su questa cosa ma poi l’ho cancellato perché è materia delicata e riservata e non mi pare il caso. Non mi servono mail, ci sono passato in prima persona. Le dimissioni devono essere volontarie e poi ognuno sceglierà se conciliare o meno, quindi pattuire la questione del mancato preavviso. Altrimenti viene semplicemente applicato quanto previsto dal contratto.
Chi è ancora nel perimetro di SAI quali comunicazioni ha ricevuto?
 

B_777

Utente Registrato
22 Agosto 2008
108
23
Milano
Senza nulla a pretendere significano che lasciano il TFR in azienda?
No, scusa mi sono espresso male. La sostanza è che Sai non trattiene l’indennità di preavviso, il dipendente rinuncia a determinate pretese economiche, ma tra queste non rientra il tfr
 

italian7

Utente Registrato
21 Giugno 2006
2,210
16
Su flyertalk si lamentano di sito USA non funzionante alla faccia del “digital native”.
Situazione vergognosa, basta sistemare un re-direct
 

kenyaprince

Amministratore AC
Staff Forum
20 Giugno 2008
29,851
475
VCE-TSF
Ita, detta anche la «nuova Alitalia», ha comprato il marchio della vecchia compagnia pagandolo 90 milioni di euro. Ma il vertice della società ha deciso di non utilizzare lo storico marchio tricolore sugli aerei e di non usare il nome precedente. La società non si chiamerà Alitalia ma Ita Airways Spa. Il presidente Alfredo Altavilla e l’a.d. Fabio Lazzerini hanno espresso l’ambizione di essere «la compagnia di bandiera di questo paese». Una «bandiera» in cui metà del nome è in inglese, il nome non è tutto in italiano.

Compagnia di bandiera, ma metà del nome in inglese
Questo è un fatto curioso. Ancor meno comprensibile, a prima vista, è che Altavilla e Lazzerini abbiano speso 90 milioni per comprare un marchio che non utilizzano e spendano altri soldi per rifare l’immagine della compagnia: nuovo logo, nuove divise, nuove insegne negli aeroporti, nuova livrea degli aerei. Perché? La domanda è stata fatta durante la presentazione della compagnia in videoconferenza, non dai giornalisti direttamente ma dal conduttore, un giornalista incaricato dalla società di presentare il lancio di Ita il 15 ottobre. Un evento di marketing, non è stata una vera conferenza stampa in cui si fanno le domande direttamente ed, eventualmente, si possono rifare se la risposta è incompleta.



Altavilla: «Abbiamo dato i soldi per pagare gli stipendi»
Alla domanda sul perché dell’acquisto del marchio senza usarlo, Altavilla ha dato questa prima risposta: «Il marchio non poteva appartenere a nessun altro che non fosse la nuova compagnia di bandiera di questo paese. Ma quando fai un’operazione di sistema come quella gestita dalle istituzioni nel passare dall’amministrazione straordinaria a Ita devi capire che devi dare i soldi per consentire di pagare gli stipendi alle persone che non vengono a lavorare in Ita». La traduzione che ci sembra più logica è la seguente: Ita ha comprato il marchio per evitare che possa prenderlo un’altra compagnia che tenti di presentarsi sul mercato con il nome storico, molto più noto di Ita.
Le trattative
La seconda parte della risposta va spiegata con le trattative che ci sono state. I tre commissari di Alitalia sono partiti da un prezzo di 290 milioni, fissato da una perizia del professor Giovanni Fiori nel luglio scorso. Al primo giro dell’asta nessuno ha presentato offerte vincolanti. Nel secondo giro solo Ita ha offerto 40 milioni. C’è stata quindi una trattativa, con la richiesta di migliorare il prezzo. Anche il Mise ha fatto pressioni perché Ita fornisse ad Alitalia più liquidità, altrimenti la vecchia società in amministrazione straordinaria a breve non avrebbe avuto più soldi per pagare gli stipendi e altri debiti scaduti. Così il prezzo è stato migliorato a 90 milioni, valore comunque considerato da molti basso rispetto al valore del marchio Alitalia. In aprile il commissario Giuseppe Leogrande aveva detto che «il marchio ha un valore contabile di 150 milioni».

Nuovo marchio e livrea solo sui nuovi aerei
La domanda è stata di nuovo posta ad Altavilla. Il presidente di Ita ha dato questa ulteriore risposta: «L’acquisto del marchio consente a Ita di fare una transizione ordinata alla nuova livrea degli aerei, che vuol dire anche nuovi interni, nuove divise, sostituire le insegne negli aeroporti. Senza il marchio fare questa sostituzione in fretta sarebbe stato molto più costoso». Nelle scorse settimane Altavilla aveva detto che sostituire insegne, divise e livrea degli aerei sarebbe costato almeno 80 milioni. Comprando il marchio evita di doverlo fare subito, ma dovrà comunque affrontare almeno una parte di questa spesa. Per gli aerei il nuovo nome e la nuova livrea, azzurra con il logo in oro bianco, con una piccola striscia tricolore verticale sulla coda, saranno messi sui nuovi Airbus che entreranno nella flotta da marzo 2022. A quel punto la flotta sarà di due colori, perché ci saranno anche i vecchi aerei bianchi con la grande «A» stilizzata tricolore sulla coda, che solo in parte usciranno dalla flotta. Questo sarebbe un risparmio parziale rispetto agli 80 milioni previsti, Altavilla non ha detto l’importo.


Ita voleva prendere il marchio in affitto, stoppata dal Mise
Al Sole 24 Ore risulta che Altavilla volesse prendere il marchio in affitto fino al 31 dicembre ed eventualmente solo dopo comprarlo dall’Alitalia, ancora più decotta rispetto a oggi, a un prezzo molto più basso. Il Mise si è opposto, ritenendo che l’affitto violasse la decisione della Commissione Ue, che ha previsto una gara separata per la vendita del marchio. Il governo, che ha dato a Ita i soldi per partire (720 milioni di capitale già versato), ha fatto pressioni perché il manager alzasse almeno un po’ l’offerta. Da quanto è emerso, Altavilla aveva già deciso un nuovo nome e una nuova livrea prima che il 14 ottobre si concludessero le trattative con i commissari di Alitalia e il Mise (il ministero ha la vigilanza sulle società in amministrazione straordinaria) sul marchio.

Una domanda per Altavilla
Resta un mistero il perché di questa scelta, che _ al di là dei giudizia estetici _ ha un costo aggiuntivo per la società. Lo chiederemo ad Altavilla, appena avremo l’occasione di fargli una domanda direttamente e non per interposta persona.

 

Stefano B

Utente Registrato
22 Marzo 2009
198
1
Roma
Questo significa che da marzo ci saranno 3 livree diverse in volo più EI-DSZ con i colori Airone...


Ita, detta anche la «nuova Alitalia», ha comprato il marchio della vecchia compagnia pagandolo 90 milioni di euro. Ma il vertice della società ha deciso di non utilizzare lo storico marchio tricolore sugli aerei e di non usare il nome precedente. La società non si chiamerà Alitalia ma Ita Airways Spa. Il presidente Alfredo Altavilla e l’a.d. Fabio Lazzerini hanno espresso l’ambizione di essere «la compagnia di bandiera di questo paese». Una «bandiera» in cui metà del nome è in inglese, il nome non è tutto in italiano.

Compagnia di bandiera, ma metà del nome in inglese
Questo è un fatto curioso. Ancor meno comprensibile, a prima vista, è che Altavilla e Lazzerini abbiano speso 90 milioni per comprare un marchio che non utilizzano e spendano altri soldi per rifare l’immagine della compagnia: nuovo logo, nuove divise, nuove insegne negli aeroporti, nuova livrea degli aerei. Perché? La domanda è stata fatta durante la presentazione della compagnia in videoconferenza, non dai giornalisti direttamente ma dal conduttore, un giornalista incaricato dalla società di presentare il lancio di Ita il 15 ottobre. Un evento di marketing, non è stata una vera conferenza stampa in cui si fanno le domande direttamente ed, eventualmente, si possono rifare se la risposta è incompleta.

Altavilla: «Abbiamo dato i soldi per pagare gli stipendi»
Alla domanda sul perché dell’acquisto del marchio senza usarlo, Altavilla ha dato questa prima risposta: «Il marchio non poteva appartenere a nessun altro che non fosse la nuova compagnia di bandiera di questo paese. Ma quando fai un’operazione di sistema come quella gestita dalle istituzioni nel passare dall’amministrazione straordinaria a Ita devi capire che devi dare i soldi per consentire di pagare gli stipendi alle persone che non vengono a lavorare in Ita». La traduzione che ci sembra più logica è la seguente: Ita ha comprato il marchio per evitare che possa prenderlo un’altra compagnia che tenti di presentarsi sul mercato con il nome storico, molto più noto di Ita.
Le trattative
La seconda parte della risposta va spiegata con le trattative che ci sono state. I tre commissari di Alitalia sono partiti da un prezzo di 290 milioni, fissato da una perizia del professor Giovanni Fiori nel luglio scorso. Al primo giro dell’asta nessuno ha presentato offerte vincolanti. Nel secondo giro solo Ita ha offerto 40 milioni. C’è stata quindi una trattativa, con la richiesta di migliorare il prezzo. Anche il Mise ha fatto pressioni perché Ita fornisse ad Alitalia più liquidità, altrimenti la vecchia società in amministrazione straordinaria a breve non avrebbe avuto più soldi per pagare gli stipendi e altri debiti scaduti. Così il prezzo è stato migliorato a 90 milioni, valore comunque considerato da molti basso rispetto al valore del marchio Alitalia. In aprile il commissario Giuseppe Leogrande aveva detto che «il marchio ha un valore contabile di 150 milioni».

Nuovo marchio e livrea solo sui nuovi aerei
La domanda è stata di nuovo posta ad Altavilla. Il presidente di Ita ha dato questa ulteriore risposta: «L’acquisto del marchio consente a Ita di fare una transizione ordinata alla nuova livrea degli aerei, che vuol dire anche nuovi interni, nuove divise, sostituire le insegne negli aeroporti. Senza il marchio fare questa sostituzione in fretta sarebbe stato molto più costoso». Nelle scorse settimane Altavilla aveva detto che sostituire insegne, divise e livrea degli aerei sarebbe costato almeno 80 milioni. Comprando il marchio evita di doverlo fare subito, ma dovrà comunque affrontare almeno una parte di questa spesa. Per gli aerei il nuovo nome e la nuova livrea, azzurra con il logo in oro bianco, con una piccola striscia tricolore verticale sulla coda, saranno messi sui nuovi Airbus che entreranno nella flotta da marzo 2022. A quel punto la flotta sarà di due colori, perché ci saranno anche i vecchi aerei bianchi con la grande «A» stilizzata tricolore sulla coda, che solo in parte usciranno dalla flotta. Questo sarebbe un risparmio parziale rispetto agli 80 milioni previsti, Altavilla non ha detto l’importo.


Ita voleva prendere il marchio in affitto, stoppata dal Mise
Al Sole 24 Ore risulta che Altavilla volesse prendere il marchio in affitto fino al 31 dicembre ed eventualmente solo dopo comprarlo dall’Alitalia, ancora più decotta rispetto a oggi, a un prezzo molto più basso. Il Mise si è opposto, ritenendo che l’affitto violasse la decisione della Commissione Ue, che ha previsto una gara separata per la vendita del marchio. Il governo, che ha dato a Ita i soldi per partire (720 milioni di capitale già versato), ha fatto pressioni perché il manager alzasse almeno un po’ l’offerta. Da quanto è emerso, Altavilla aveva già deciso un nuovo nome e una nuova livrea prima che il 14 ottobre si concludessero le trattative con i commissari di Alitalia e il Mise (il ministero ha la vigilanza sulle società in amministrazione straordinaria) sul marchio.

Una domanda per Altavilla
Resta un mistero il perché di questa scelta, che _ al di là dei giudizia estetici _ ha un costo aggiuntivo per la società. Lo chiederemo ad Altavilla, appena avremo l’occasione di fargli una domanda direttamente e non per interposta persona.

 
  • Like
Reactions: flyreg

I-DAVE

Moderatore
6 Novembre 2005
10,750
812
a Taiwan, nel cuore e nella mente
Il governo, che ha dato a Ita i soldi per partire (720 milioni di capitale già versato), ha fatto pressioni perché il manager alzasse almeno un po’ l’offerta.
Mi ricordate chi sostenesse che tanto valeva dotare ITA di qualche fantastiliardo di euro pubblico, perché con la nuova ripartenza si poteva fare piazza pulita di tutti i problemi intrinsechi ad Alitalia inclusa l'ingerenza politica, che tanto ci sono tutti i mezzi e le capacità di farne una nuova Turkish Airlines?

DaV
 

magick

Utente Registrato
5 Maggio 2016
1,073
484
Il governo che fa pressione ad Altavilla per spendere più soldi erogati dal governo stesso ha un certo non so che...
 
  • Like
Reactions: nicholas
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.