Articolo del Secolo XIX.
e giù palanche per scoprire l'acqua calda
Genova – Partiamo dall’obiettivo: entro cinque anni arrivare al raddoppio del traffico attuale. Puntare in sostanza a 2,2 milioni di passeggeri. E’ la “domanda al 2029 compatibile con la capacità potenziale dell’
Aeroporto di Genova in seguito agli ampliamenti infrastrutturali già in corso”, come scrive
Price Waterhouse Coopers in un documento che Il Secolo XIX ha potuto visionare. Si tratta dell’analisi dei mercati che il Colombo potrebbe conquistare se portasse a compimento alcuni passaggi definiti necessari dal colosso della consulenza. Il report è stato chiesto dalla stessa società che gestisce l’aeroporto di Genova e rappresenta la rotta suggerita da Pwc per portare finalmente sviluppo e passeggeri all’aerostazione del capoluogo Ligure.
Voli internazionali
Il grafico pubblicato dal documento suggerisce con chiarezza la strada che il management dell’aeroporto, guidato dal nuovo presidente Alfonso Lavarello e dal dg Francesco D’Amico che ha ottenuto l’incarico qualche giorno fa dopo una lunga selezione, dovrebbero compiere per arrivare al raddoppio dei volumi. Il potenziamento delle rotte nazionali può portare altri 55 mila passeggeri in più rispetto al traffico attuale e infatti nel report di parla di potenziamento degli “scali esistenti”. Ma c’è uno spazio internazionale ancora aggredibile che può portare il totale dei volumi passeggeri, nel 2029, a 2,2 milioni, grazie anche a
un rafforzamento contestuale di alcuni voli sull’estero che già sono presenti. Per farlo però, avverte Pwc, è necessario che per un aeroporto come quello di Genova, il focus sia su un settore in particolare, di cui infatti il porto del capoluogo è tra i leader nel Mediterraneo: le crociere. Spiega infatti il documento: “Il potenziale di crescita dell'aeroporto è strettamente legato allo sviluppo dei segmenti di mercato legati al turismo incoming e alla
sinergia con il traffico crocieristico, con un focus particolare sui mercati internazionali – scrive Pwc - Le analisi indicano altresì che l'espansione del bacino di utenza dell'aeroporto, a discapito degli aeroporti più prossimi (es. Torino, Milano), non costituisce una soluzione praticabile al momento”.
Largo ai privati
In Italia diverse società di gestione aeroportuale di successo – ad esempio Milano con 35 milioni di passeggeri ogni anno - sono già controllati dai privati e altre (come quelle che amministrano ad esempio gli aeroporti siciliani) stanno rafforzando la compagine privata. E’ un trend che anche a livello nazionale, sul modello di altri scali leader in Europa, adesso sta decisamente accelerando. Per arrivare al raddoppio che oggi appare una sfida,
le strade sono due. Una è commerciale e indica le nuove rotte potenziali da attivare che Genova dovrebbe saper conquistare. L’altro fronte è invece quello della gestione della società. Qui il colosso della consulenza è estremamente chiaro: “L’ampliamento della compagine sociale ad uno o più soggetti industriali leader operanti nei mercati di sviluppo rilevanti (Turismo, Crociere) accelererebbe l’acquisizione di know-how ed expertise nei settori strategici e sinergici per l'attività dell'Aeroporto, favorendo la riduzione dalla dipendenza dall’intervento pubblico che risulterebbe altrimenti l’unica modalità per finanziare nuovi investimenti e per garantire la sostenibilità economico-finanziaria” scrive Price Waterhouse Coopers. Oggi la governance è composta da diversi soci e la maggioranza è pubblica: l’azionista più forte è l’Autorità di Sistema Portuale di Genova e Savona (60%), le altre quote sono della Camera di Commercio di Genova (25%) e di Aeroporti di Roma (15%).
Le nuove rotte
Il calcolo del colosso è semplice: 350 mila passeggeri possono arrivare al Colombo grazie a
una “partnership strutturata con le compagnie di navigazione al fine di definire un’offerta integrata di servizi”. E Pwc indica Msc e Costa Crociere, i due big che scalano nei porti di Genova e Savona. Non solo: per Pwc non bastano le crociere, ma bisogna anche “valutare
l’attivazione di nuovi accordi commerciali per nuovi collegamenti attraverso appropriate politiche di incentivazione del traffico” da cui deve arrivare un contributo decisivo nell'incremento previsto per il 2029. Tradotto: le compagnie aeree vanno incentivate, anche economicamente, perché portino a Genova parte del loro traffico. Questa politica è prassi comune per gli aeroporti di tutto il mondo e serve per attirare e consolidare i passeggeri sul proprio scalo. L’obiettivo al 2029 è poter disporre di “38 aeroporti serviti”, in “17 Paesi” con l’aggiunta di “6 regioni italiane”, così da poter ribaltare l’attuale composizione dei voli, oggi improntata per la stragrande maggioranza su rotte nazionali. Con il piano suggerito da Pwc, nel 2029 arriverebbero dall’estero quasi 1,4 milioni di passeggeri. Londra Heatrow, Edimburgo e Glasgow. Barcellona, Amburgo, Berlino e Oslo. E Varsavia. Ecco alcuni degli aeroporti che i consulenti indicano come mercati che devono essere conquistati. Oggi il documento sarà presentato ufficialmente al consiglio di amministrazione dell’aeroporto che l’ha già ricevuto nei giorni scorsi.