[TR] Quell’aereo là devi metterlo qua: cronache di un trasloco.


13900

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2. Febbraio ’24: amianto.


Siamo a metà febbraio e il programma prevede che si inizino i lavori “fisici”. Le procedure per il taxi sono pronte, i colleghi di Flight Operations stanno reclutando quelli che chiameremo ‘taxi crew’, i vari long lead items (A2G radio, altre radio, sistemi vari ed eventuali, persino cose ‘basiche’ come computer) sono stati ordinati e, dopo lungo penare, siamo riusciti ad ottenere un accordo con AA e CDA per gli ambienti che andremo ad occupare. E’ il momento di andare a ORD, e in agenda ci sono un bel po’ di cose: una riunione con architetti, contractors e CDA per iniziare i lavori; controllo degli standard della lounge al T3 e verifica dei suoi sistemi e, infine, un test del taxi con i colleghi di Iberia. Più un briefing per i colleghi basati a ORD per tenerli informati, un paio di riunioni con American che ha iniziato a farci da ground handler below the wing, rivisitazione del piano, varie ed eventuali.

Se non fosse che, una settimana e mezza prima della visita, arriva la doccia fredda. Mike, il contractor, chiama Maureen l’airport manager, che a suo turno chiama me.

“Forse c’é dell’amianto nella sala mensa”.

Organizziamo una chiamata estemporanea. In aggiunta a Mike, Maureen e il sottoscritto abbiamo: il delegato per le Facilities di American, Steve, il nostro uomo di Properties e, siccome a pensar male si fa peccato ma molto spesso ci si azzecca, abbiamo anche Jim, il nostro avvocato di New York.

Il risultato della chiamata è preoccupante. AA dice che, secondo loro, non dovrebbe esserci niente, e anche se ci fosse qualcosa basta coprirlo col cemento. Steve fa una smorfia tipo uno che ha pestato un chiodo; Mike, faccione rubizzo e camicia di flanella, strabuzza gli occhi. Siccome il tempo – come il limone – stringe decido di usare un po’ dei fondi d’emergenza per fare un’indagine approfondita, usando un contractor approvato dalla Città di Chicago, e ci riaggiorniamo di li a qualche giorno.
Le indagini trovano tracce di fibre di amianto in un angolo dello stanzone. Il report, lungo 50 pagine, parla di una bonifica fatta in precedenza – e, ci dice l’autore a voce, fatta male – e suggerisce di rimuovere il tutto. Ne parliamo col Soviet Supremo di Operations in BA, e il verdetto é unanime: ripulire tutto, per bene, e subito. Niente cemento sopra, la decisione é che non ci deve essere nemmeno un granello di quella robaccia.

Fortunatamente il contractor arriva in fretta e, ora che parto per Chicago, i lavori di bonifica sono finiti e possiamo puntare ad iniziare davvero i lavori.

La partenza è prevista alle 11 di domenica mattina, BA295. Per tutta la settimana BA ha usato il 77W con i nuovi interni (First rivista, Club Suite con cabina da 76 posti) ma, ovviamente, il giorno della nostra partenza in servizio c’è G-STBI, uno dei 3 77W rimanenti con la F a 14 posti e la Business vecchia. TBI è un vecchio amico, l’ho usato nella mia avventura indiana quando ero seduto in ultima fila di fianco al deportee e alla sua scorta.








Una volta decollati potrò collegarmi al wi-fi di bordo, che è gratis quando si vola in F, ma nel frattempo posso solo dedicarmi allo sciambagn.


Diamo un’occhiata al menù, và.






Viste Heathrowiane. Menzione per questo “nuovo” (si fa per dire) 747 cargo.




E poi via, sopra le nuvole.


Mi collego al wi-fi e continuo a lavorare con i colleghi; non si possono fare riunioni, ma ci si scrive e si condividono documenti in maniera abbastanza scorrevole. Abbiamo da sistemare la proposta del sub-lease con AA e una fila di scartoffie con la Città di Chicago che sembra che si stia firmando il Trattato di Versailles e non l’inizio dei lavori.

Nel frattempo, trovo il tempo di mangiare. Solo canapè e pasta. Notevole la bicchierata dello sciambagn rosè.




A seguire caffè a profusione, lavoro e dopo un 7 ore e mezza di volo, ecco la città. NB, causa lavori interminabili sulla Kennedy, staremo quasi esclusivamente a Rosemont, altrimenti conosciuta come la Busto Arsizio di Chicago (solo meglio).


Atterrati a ORD si passa vicino all’area cargo, dove appare un 747F. Sempre un bel vedere.


I giorni successivi passano con un misto di successi e mezzi passi indietro. Ci accordiamo sulla zona check-in che verrà data in gestione semipermanente a BA, ossia questa:


Come si può vedere, il branding AA è abbastanza prominente. Siccome siamo di fianco a JAL, IB e Aer Lingus chiediamo, tramite IAG, se non si volesse fare un branding comune per la zona. JAL dice che non gli dispiacerebbe, ma la trattativa si arena con le due consorelle. Anche AA è un po’ ambivalente: a ORD dicono che non sarebbe un problema, ma da Dallas non giungono rumori positivi. Colpo di genio dell’esperto di ground experience, Nirav: e se facessimo che mettere dei segni sopra ai loghi AA, senza rovinarli? Accordo fatto, strette di mano, e diamo a Nirav un po’ di sacchi per fare il lavoro.

L’altro grosso successo è che si riesce, finalmente, a far partire i lavori. Non so esattamente riepilogarvi quante riunioni si sia fatte con la Città di Chicago; Mike e Linda, l’architetto, ci prendono per mano e ci portano in giro per vari uffici. Maureen, Steve, Chris ed io stringiamo mani, diciamo di sì quando ci serve, diciamo di no quando sembra brutto, firmiamo un troiaio di carte bollate e siamo a posto. Jim, l’avvocato, fa notare che torneremo alla carica per chiedere un rimborso per le spese di bonifica dato che, se non fosse stato per noi, ci sarebbe stato ancora dell’amianto, ma non stiamo a sindacare. Il tempo è tiranno.

Mike e i suoi si scaraventano al lavoro. Noi facciamo un po’ di briefings per lo staff e, poi, arriva zio Tony. Uncle T, come è soprannominato, è un capitano della flotta A350 che, di mestiere, si occupa di training, safety e via dicendo. È sulle di lui spalle che riposa il compito di spostare i nostri avioni da T5 a T3, quotidianamente. Ha in mente un piano diabolico, ma prima di tutto vuole vedere come funziona per Iberia. E, siccome mi deve un bel po’ di favori, mi accollo pure io.

Il transfer T5-T3 per IB è fatto da BA Engineering. Ci troviamo coi colleghi mentre l’A330 di IB viene ripulito, e veniamo fatti accomodare in cockpit.


Uncle T è un eurofilo accanito, e non perde l’occasione di rimarcare l’ergonomicità e “family feeling” degli Airbus.

Sugli iPad ecco le mappe del percorso. Oggi il tragitto sarà molto breve, 10 minuti massimo.


Un breve briefing, che si può riassumere in “toccate niente, non rompete i maroni, se si deve fuggire seguite noialtri”, e siamo pronti. L’Engineer al posto del capitano guida, quello a destra gestisce la checklist e la radio. Iberia Maintenance è il callsign. Per noi sarà Speedbird maintenance.


Pushback, e siamo pronti ad andare.


Il gate K19 è davanti a noi. AA ha già fuori i wing-walkers.


Il tragitto dura un secondo e siamo al gate. Guardo zio Tony e il suo verdetto è positivo. Possiamo farcela.



Il giorno della partenza facciamo una breve capatina in ufficio. I lavori son partiti, ma sembra impossibile finire per aprile:




Parliamo un po’ di piani alternativi, what-if… e poi si fa il tempo di tornare. Il BA298 di oggi è a tre classi, un 77E con 48J con Club Suite. Prendo un posto finestrino – non questo:


Ecco, questo:


A differenza di LH, Swiss opera da e per il T5 o così mi sembra.


T5 a destra, T3 a sinistra. Questa è la distanza.






Verso la pista in uno splendido tramonto.


Se con Salvi abbiamo fatto un cenno a boomer e Gen X, eccone una per i ggiovvani. 130, Martin Garrix, Animals… si volaaaaaaaaa






Salto tutto: cena, caffè, aperitivo, colazione. Chiudo la porta, copertina, butto giù il letto e mi sveglio a 20 minutes to landing. Fuori Londra è ancora al buio, ma per una volta ho un telefono degno di questo nome.







Flickr​

Una volta arrivati è il momento di farsi un triplo espresso e di andare in ufficio, ché gli altri progetti scalpitano. Le occhiaie, a fine trasloco, faranno provincia autonoma. Ma c’è ancora strada da fare.

Continua.
 

FLRprt

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... poi, arriva zio Tony. Uncle T, come è soprannominato, è un capitano della flotta A350 che, di mestiere, si occupa di training, safety e via dicendo. È sulle di lui spalle che riposa il compito di spostare i nostri avioni da T5 a T3, quotidianamente. Ha in mente un piano diabolico, ...
"Teletrasporto, signor Scott"

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FLRprt

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@ 13900: domanda stupida, quanto costa il giochetto (includendo trattore per il push, tassisti, manovratori, ciclo di riaccensione dei motori, varie ed eventuali eccetra eccetra)?
 

Planner

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C'è una cosa che non mi è chiara. Il turnaround a Chicago va da 3 ore a 3:20: possibile che non sia un tempo sufficiente per usare i trattorini, o c'è dell'altro? Immagino ci sia una quantità di operazioni da fare a terra che siano incompatibili con lo spostamento, ma anche il taxi richiede tempo. C'è tutta questa differenza fra le due modalità?
 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
uh, non avete idea quanti UA arrivino a EWR al TB mentre NESSUNO ne riparte, tutti A o C!
Immigration tuttavia presente sia al TB che al TC; mere questioni operative (come dice 13900, non vi sto a spiegare perche' o percome) che tuttavia prevedono inevitabilmente lo spostamento trainato di ogni aereo.
 
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3. Marzo ’24 – il piano diabolico di zio Tony

Marzo è il mese cruciale. Non ci sono visite on-site di mezzo, ma dobbiamo completare alcune parti assai importanti del piano. L’ufficio è in costruzione, gli accordi per la lounge sistemati; dobbiamo però completare il piano per le comunicazioni e quello operativo.

OX49, poverella lei, è nuova del mestiere e, seppur brava, sarebbe ingiusto lasciarla a gestire tutto. D’altro canto, ho anche altre cose in ballo e quindi ho bisogno che sia sufficientemente indipendente. Ci accordiamo così: a lei lascio l’intera gestione del piano, la definizione del modello operativo, quello delle comunicazioni e branding, e una parte della sistemistica. Io mi prendo una parte del sistema IT che conosco e, soprattutto, il piano diabolico di zio Tony.

Vi risparmio la parte IT, se non per dire che si tratta di modificare i programmi che gestiscono aerei, voli ed equipaggi in modo tale che “pensino” in un modo che non hanno mai fatto, ossia che tra un’andata e un ritorno ci possa essere un qualcosa che non è un tag-on tipo SIN-SYD, ma un “flight for nowhere”, ORD-ORD.

Il piano diabolico è la parte più importante. Abbiamo il problema del taxi. Come fare a portare gli aerei da T5 a T3, ogni giorno, 2-3 volte al giorno. Trovare la quadra è stato il lavoro dello scorso inverno, e ora lo stiamo implementando; ma vi porto indietro nel tempo, ad ottobre/novembre 2023, per spiegarvi come siamo arrivati a dove siamo.

Per fare il taxi, dicevamo, ci sono tre opzioni di base: towing con un trattore, live taxi fatto dagli engineers, live taxi fatto dai piloti.

La prima opzione è anche la prima ad esser scartata. A ORD non lo fa nessuno, se non per andare in hangar, e non ci sono fornitori disponibili a trainare dei widebodies. In più la torre non dà precedenza, la velocità è bassa, si creano imbottigliamenti in taxiway, capace che ci lascino a languere da qualche parte per ore. American, si dice, dovrebbe iniziare a farlo, ma non ci sono promesse e, soprattutto, le cifre che girano sono estremamente alte.

L’opzione engineers è quella più ovvia, se non fosse che le tempistiche non sono dalla nostra parte. Grazie a Cruz e al suo degno compagno di merende Mahoney, ORD Station è sotto organico e assumere 4-5 nuovi engineers, dargli certificazioni, insegnar loro il mestiere e quant’altro richiede un anno e mezzo di tempo che non abbiamo.

Rimane l’opzione piloti. In soldoni, l’outbound crew – quelli che si spipperanno ORD-LHR – arrivano prima del cabin crew, vanno a T5, prendono l’avione e lo guidano a T3. Un po’ di attesa, e poi s’ariparte. Si parla un po’ col sindacato, accordo in principio, ma poi ecco l’inghippo. LHR-ORD è operata con due soli piloti, al momento, ed è giusto giusto ai limiti per 2-pilot operations. Aggiungere questo taxi comporterebbe un passaggio a 3 piloti. E ciò porta due problemi aggiuntivi: in base a calcoli al limite della quantistica, in un anno ci servono tipo 30 piloti extra. Che non sono in organico, perché qualche genio ha deciso che non servivano tutti quei Nigel e Nigella durante covid, e com’è noto assumere piloti richiede una settimana. In più, sempre per accordi sindacali, se si passa a tre piloti servono aerei con bunks, e non tutti ce li hanno. Mettere solo aerei coi bunks su ORD, per soddisfare solo questo bisogno è, nelle parole di uno degli esperti di Network Operations, a Class A ball-ache.

Perciò ecco il piano diabolico di zio Tony, spiegato in una riunione con l’algido Renè, il COO di BA: taxi crew. Il suo piano è di trovare ex-piloti American e di assumerli come taxi crew. Non potranno fare altro se non quello, ossia T5-T3. Anche pagandoli per bene, viene fuori che è l’opzione più rapida, veloce e – incredibile ma vero – meno costosa.

Prendiamo a nolo un capitano 777, poi un altro training standards captain, poi un altro ancora, e si iniziano le assunzioni. In breve, abbiamo i candidati giusti. Li portiamo a Londra per il training in simulatore, e mentre Tony si sbriga quella parte – più un'altra montagna di scartoffie con la CAA, safety, security, training standards e quant’altro – ci imbattiamo nel problema HR. Ora, non me ne voglia chi lavora in Human Remains, ma se questo progetto ha rischiato di fallire è per colpa loro.

HR in America è complicata, e i nostri hanno la capacità di spiegarsi di un alieno afono. Tony minaccia di licenziarsi, e un giorno lo prendo da parte e gli dico: “zio, tu occupati del training, a HR ci penso io”. Con l’aiuto dei legali, di Maureen (e andando a frignare dalla direttrice cosmica di HR, che lavora tra l’altro sul mio stesso piano) riusciamo finalmente ad avere i contratti fatti e firmati, staff number preparati, badges fatti e quant’altro. Ci mancano le uniformi, ma una roba alla volta. Abbiamo pure gli iPad. Ho solo dovuto minacciare di andare a parlare col COO tre volte.

Comunque, finisco il pippone per dire che marzo passa con una chilata di pioggia, un sacco di riunioni su Teams, e l’occasionale incontro con distinti signori e signore americani che si alzano in piedi a salutarti quando l’incocci a Waterside. Sono tutti ex piloti AA; metà sono ex militari, tra cui Vince con 300 atterraggi e decolli da portaerei, Gene con 250 e il personaggio più personaggio di tutti, Vera. Potete leggere la sua storia qui. Una signora alta quasi quanto me, ex pilota di Apache in Afghanistan, con una stretta di mano che spacca i metatarsi e una gentilezza epica. Ex Capitano su 777 e 787, per di più.

Arriva aprile, e abbiamo in agenda una visita all’inizio del mese per verificare lo stato dei lavori, guardare al turnround ed iniziare i test pratici. Ma ne parliamo un’altra volta.
 
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londonfog

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Grande, continua appena puoi. Alcuni momenti mi ricordano i miei tentativi di spiegare a bancari Americani che in Europa (all'epoca) c'erano regole diverse.
 

13900

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Sembra una serie Netflix. Forse meglio. Grazie
Solo che siamo tutti brutti e non telegggenici! grazie :)

"Teletrasporto, signor Scott"

O era smaterializzazione e materializzazione di Harry Potter?
Peggio. pensionati.

@ 13900: domanda stupida, quanto costa il giochetto (includendo trattore per il push, tassisti, manovratori, ciclo di riaccensione dei motori, varie ed eventuali eccetra eccetra)?
Non ne posso parlare, ma comunque ne vale la pena. L'alternativa (non avere lounges, o uffici) proprio non si poteva contemplare. E il vantaggio di essere in casa con AA non e' da poco.

Interessantissimo e magistralmente raccontato.
Grazie.

ciao
Marco
Grazie!

C'è una cosa che non mi è chiara. Il turnaround a Chicago va da 3 ore a 3:20: possibile che non sia un tempo sufficiente per usare i trattorini, o c'è dell'altro? Immagino ci sia una quantità di operazioni da fare a terra che siano incompatibili con lo spostamento, ma anche il taxi richiede tempo. C'è tutta questa differenza fra le due modalità?
Anche se ci fossero trattori a disposizione, e non ce ne sono, il problema e' che non avresti mai precedenza in taxiway. Il traffico a ORD e' intenso, e un aereo in taxi va piu' veloce di uno in traino. Fossero UA o AA a farlo, allora avrebbero un peso maggiore e, probabilmente, un trattamento piu' di favore. Ma BA a ORD conta come il due di coppe a briscola, ed e' facile immaginarsi che il 777 attaccato a un trattore si troverebbe a dar la precedenza a tutto il live traffic, inclusi i saltafossi di Republic. Nell'ultima puntata parlero' del turnround.

E' stato un bel progetto.

Argomento interessante, stile di narrazione fantastico. Grande!

Grazie
Grazie a te!

uh, non avete idea quanti UA arrivino a EWR al TB mentre NESSUNO ne riparte, tutti A o C!
Immigration tuttavia presente sia al TB che al TC; mere questioni operative (come dice 13900, non vi sto a spiegare perche' o percome) che tuttavia prevedono inevitabilmente lo spostamento trainato di ogni aereo.
Almeno li son trainati!

Si ma presto, per cortesia, che sono già in astinenza.
Tocca lavorare :(

Ma tutta sta roba è gratis o ci chiederai un obolo a fine serie?
50 euri prego.

Grande, continua appena puoi. Alcuni momenti mi ricordano i miei tentativi di spiegare a bancari Americani che in Europa (all'epoca) c'erano regole diverse.
E in America ci sono regole diverse tra Illinois e New York per dirne una...
 

13900

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Ecco, per colpa tua ora mi è risalita una nostalgia pazzesca del settore, delle sue follie, dei suoi momenti di alti e bassi, del suo incredibile fascino...

Mi manca tutto, tantissimo. Me ne devo fare una ragione.
Anche a me mancava! Non sei il solo.
 

magick

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Si potrebbe davvero ricavarne un film per Netflix. 13900 se vuole può interpretare se stesso, altrimenti c'è l'inossidabile e onnipresente Nicolas Cage, per zio Tony Jon Hamm. Manca solo da scegliere l'nterprete per l'arrembante project manager, che ovviamente dovrebbe avere una liaison col protagonista come impone Hollywood, e Maureen.
 
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13900

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Si potrebbe davvero ricavarne un film per Netflix. 13900 se vuole può interpretare se stesso, altrimenti c'è l'inossidabile e onnipresente Nicolas Cage, per zio Tony Jon Hamm. Manca solo da scegliere l'nterprete per l'arrembante project manager, che ovviamente dovrebbe avere una liaison col protagonista come impone Hollywood, e Maureen.
Pieta'! :ROFLMAO: Per zio Tony, io penso che Hugh Grant sarebbe perfetto nel ruolo, specie nella sua fase Notting Hill quando aveva le capacita' di decision-making di un procione.

Quanto a OX49, non penso che la di lei moglie (che conosco e fa kickboxing) apprezzerebbe l'imposizione hollywoodiana. Maureen puo' essere intepretata soltanto da Maureen, e' meravigliosa, un'istituzione. E' qui in questa nota stampa.
 
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