- 28 Settembre 2008
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Kalaallit Nunaat è il nome in lingua in lingua locale della Groenlandia, una terra di frontiera ancora poco conosciuta ma che, con l'aperrtura del nuovo aeroporto di Nuuk, entrerà probabilmente in una nuova fase.
Oggi vi racconto il mio viaggio di questa primavera, da/per il vecchio aeroporto di SFJ (Kangerlussuaq).
Il viaggio parte da Copenhagen (CPH), unico aeroporto collegato con volo internazionale per la Groenlandia al tempo in cui ho viaggiato. Il volo da/per la capitale Danese è operato da una vera e propria chicca, l'A330-800neo di Air Greenland, il flag carrier della Groenlandia. Che bell'aereo l'A330-800neo, un fallimento a livello commerciale in quanto solo 7 esemplari sono in servizio commerciale (1 è quello che ho usato io, gli altri sono con Uganda Airlines e Kuwait Airways), ma estremamente confortevole anche in economy class.
Ho trovato particolarmente confortevole il sedile, con un recline notevole rispetto ad altri modelli di aereo. All in all, un ottimo volo.
e anche il cibo non era affatto male. Buoni i crostini alle erbe della Groenlandia.
Lo schermo ha anche il video per l'approccio, eccoci in atterraggio al vecchio aeroporto internazionale di Kangerlussuaq che, come sappiamo, ha quasi del tutto chiuso ora in favore del nuovo aeroporto di Nuuk, a causa di problemi alla pista causati dal permafrost.
Kangerlussuaq si trova davvero in mezzo al nulla, difatti è raggiungibile pressochè solo in aereo. E' destinazione turistica a causa della vicinanza al blocco di ghiaccio perenne, e permette molte escursioni. E' anche sede di una base della Air Force Americana. Rimango subito sorpreso dalla temperatura e mi sento un po' come "Totò e Peppino a Milano". Munito di cappotto, guanti, sciarpa e cuffia trovo 15 gradi, ad inizio Aprile!
Abbiamo previsto uno scalo "lungo" a SFJ, non intenzionale in realtà. Il nostro prossimo volo è per la ben più turistica destinazione di Ilulissat ma il primo volo disponibile è il giorno successivo. Ci dirigiamo quindi in hotel, o per meglio dire, al "campo base".
Ci vengono a prendere con lo shuttle. A seconda della stagione sono disponibili due shuttle diversi, eccoli fotografati uno a fianco all'altro.
Il "campo base" invece è questo:
L'unico ristorante del paese (per modo di dire) aperto per cena è il Rokklubben, una baracca a circa 20 minuti di distanza sulle sponde del Lago Ferguson. E' raggiungibile o con la propria motoslitta oppure tramite il solito servizio shuttle dell'hotel. Il ristorante è di proprietà di un danese che, in cerca di tranquillità, si è trasferito a Kangerlussuaq e offre unicamente prodotti tipici con una bella vista sul lago. E' ovviamente molto caro per i nostri standard (40/45 euro per un piatto principale), ma ne vale la pena. Scelgo il piccione dell'artico e un gelato locale.
La vista:
Il pasto:
A poca distanza dal Lago Ferguson è presente un altro laghetto dove nel 1968, a causa del cattivo tempo, cadde un Lockheed T-33 della Air Force statunitense. I resti sono ancora lì. Personalmente non sono andato in quanto mancava il tempo per farlo, ma questa è una foto di archivio:
Torniamo in hotel pronti per i giorno dopo, il viaggio verso Ilulissat.
(continua ...)
Oggi vi racconto il mio viaggio di questa primavera, da/per il vecchio aeroporto di SFJ (Kangerlussuaq).
Il viaggio parte da Copenhagen (CPH), unico aeroporto collegato con volo internazionale per la Groenlandia al tempo in cui ho viaggiato. Il volo da/per la capitale Danese è operato da una vera e propria chicca, l'A330-800neo di Air Greenland, il flag carrier della Groenlandia. Che bell'aereo l'A330-800neo, un fallimento a livello commerciale in quanto solo 7 esemplari sono in servizio commerciale (1 è quello che ho usato io, gli altri sono con Uganda Airlines e Kuwait Airways), ma estremamente confortevole anche in economy class.
Ho trovato particolarmente confortevole il sedile, con un recline notevole rispetto ad altri modelli di aereo. All in all, un ottimo volo.
e anche il cibo non era affatto male. Buoni i crostini alle erbe della Groenlandia.
Lo schermo ha anche il video per l'approccio, eccoci in atterraggio al vecchio aeroporto internazionale di Kangerlussuaq che, come sappiamo, ha quasi del tutto chiuso ora in favore del nuovo aeroporto di Nuuk, a causa di problemi alla pista causati dal permafrost.
Kangerlussuaq si trova davvero in mezzo al nulla, difatti è raggiungibile pressochè solo in aereo. E' destinazione turistica a causa della vicinanza al blocco di ghiaccio perenne, e permette molte escursioni. E' anche sede di una base della Air Force Americana. Rimango subito sorpreso dalla temperatura e mi sento un po' come "Totò e Peppino a Milano". Munito di cappotto, guanti, sciarpa e cuffia trovo 15 gradi, ad inizio Aprile!
Abbiamo previsto uno scalo "lungo" a SFJ, non intenzionale in realtà. Il nostro prossimo volo è per la ben più turistica destinazione di Ilulissat ma il primo volo disponibile è il giorno successivo. Ci dirigiamo quindi in hotel, o per meglio dire, al "campo base".
Ci vengono a prendere con lo shuttle. A seconda della stagione sono disponibili due shuttle diversi, eccoli fotografati uno a fianco all'altro.
Il "campo base" invece è questo:
L'unico ristorante del paese (per modo di dire) aperto per cena è il Rokklubben, una baracca a circa 20 minuti di distanza sulle sponde del Lago Ferguson. E' raggiungibile o con la propria motoslitta oppure tramite il solito servizio shuttle dell'hotel. Il ristorante è di proprietà di un danese che, in cerca di tranquillità, si è trasferito a Kangerlussuaq e offre unicamente prodotti tipici con una bella vista sul lago. E' ovviamente molto caro per i nostri standard (40/45 euro per un piatto principale), ma ne vale la pena. Scelgo il piccione dell'artico e un gelato locale.
La vista:
Il pasto:
A poca distanza dal Lago Ferguson è presente un altro laghetto dove nel 1968, a causa del cattivo tempo, cadde un Lockheed T-33 della Air Force statunitense. I resti sono ancora lì. Personalmente non sono andato in quanto mancava il tempo per farlo, ma questa è una foto di archivio:
Torniamo in hotel pronti per i giorno dopo, il viaggio verso Ilulissat.
(continua ...)
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