[TR] Gli elicotteri del 5° regg. Rigel (20 foto)


Dino_G

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Firenze, Toscana.
Alcuni giorni fa ho avuto l'opportunità di visitare, insieme agli amici dell'Aec, un paio di basi in Friuli. Aviano sarà l'argomento del prossimo TR, adesso invece andiamo a Casarsa per il 5° reggimento Aves "Rigel".

Il 5° Rigel forma, insieme al 7° "Vega" di stanza a Rimini, la componente aerea della Brigata Aeromobile "Friuli": è stato fondato nel 1976 e ha tre tipi di elicottero. Nella sua storia ha partecipato a numerose missioni, a cominciare dalle operazioni di soccorso e supporto in occasione del terremoto in Friuli nel 1976: negli anni seguenti ha operato in Africa, nei Balcani, in Medio oriente e Irak. Attualmente alcuni suoi Mangusta sono rischierati in Afghanistan.

Il multiruolo AB205 è il più anziano, ma ha un fascino che decenni di storia gli hanno appiccicato addosso.



Parlando con i suoi meccanici ci siamo trovati d'accordo nel definirlo "l'elicottero" per antonomasia, icona stilizzata anche in tanti film. Robusto e affidabile viene mantenuto in perfetta efficienza anche dopo tanti anni di onorato servizio.



Una delle sue caratteristiche è la versatilità: bastano pochi minuti per configurare la spaziosa cabina per carico, trasporto, lancio o armarlo con mitragliatrici brandeggiabili o usarlo per carichi esterni attaccati al gancio baricentrico.



Il rotore è un classicissimo bipala mosso da un motore a turbina da 1400shp.



Il pannello strumenti: tradizionalmente il pilota siede a destra, in generale dalla parte opposta all'elica anticoppia.



Particolare curioso: l'olio si misura come sull'auto, se è tra MAX e MIN va bene...



Ci trasferiamo all'hangar accanto dove stanno gli A109, è in corso il lavaggio...



L'A109 viene usato prevalentemente per trasporto persone e ricognizione. Il suo cockpit.



Ci viene fatta notare una particolarità: quando non è disponibile la GP per la messa in moto, questa può essere effettuata utilizzando la batteria al nickel-cadmio. Si fa partire una turbina, a questo punto la batteria è quasi scarica e sarebbe insufficiente per la seconda turbina, ma con il generatore si riesce a ricaricare la batteria in meno di un minuto e così si fa partire anche seconda turbina.



Uscendo noto il cardano dell'anticoppia, con il T che trasferisce il moto all'elichetta.



Un rumore ci fa alzare la testa e ci ricorda che è tempo di trasferirci dall'altra parte della base per andare a conoscere da vicino l'A129 Mangusta, l'elicottero da attacco orgoglio della Aviazione dell'Esercito.



Eccoci qua, è anche uscito un po' di sole. Linea filante e stretta, ha un'impronta molto inferiore al suo omologo Usa, l'Apache. Il rotore pentapala è adesso standard su tutti i mezzi, sia quelli del primo lotto rinnovati che quelli più recenti: la versione corrente è la -13, ma è in preparazione già la -17, con ulteriori migliorie.



Dal lato destro sinistro si nota come i 500 colpi del cannoncino rotante a 3 canne da 20mm siano nastrati in un alloggiamento lungo la fusoliera. Quello che si vede sporgere dalla parte frontale è uno dei sensori per il rilevamento dei dati, in particolare per vento e pressione dell'aria del rotore sui lanci di missili e razzi. La verniciatura è particolare, poliuretanica, per per ridurre la visibilità e l'impronta infrarossa.



Il fuoco del cannoncino è spesso a saturazione d'area, con più o meno precisione a seconda di distanza e stabilità dell'elicottero, ma a 2000mt può variare in termini di pochi metri.



Altro armamento può essere installato ai 4 attacchi sub-alari: missili TOW, razziere e bombe sono il carico bellico tipico.



Il cervello del Mangusta è un sistema integrato di acquisizione ed elaborazione dati che controlla propulsione, navigazione, sistemi d'arma. Il pod sul muso consente la visione notturna ed a infrarossi che con il telemetro laser permettono di acquisire i bersagli con precisione. Sul muso ecco il FLIR che alimenta l'HIRNS.



Il casco del pilota o copilota contiene alcuni sensori in modo che ne possa essere rilevato il movimento. In questo modo è sufficiente guardare verso l'obiettivo per permettere al sistema di seguire e acquisire il bersaglio. Le informazioni di navigazione e tiro possono essere visualizzata dall'SDU sull'oculare destro del pilota, che in questo modo ha sempre i dati disponibili senza dover distogliere lo sguardo verso l'interno.
Questi sono due dei rilevatori di movimento del casco, piazzati alle spalle dei piloti.



Il copilota, che in genere è anche il comandante/responsabile missione siede in genere davanti ed è colui al quale fanno riferimento primario i sistemi d'arma. Si vedono chiaramente la "maschera" e il tubo del visore notturno.



Nella posizione rialzata sta il pilota: quando il bersaglio è stato acquisito il suo compito principale è quello di manovrare o stabilizzare l'elicottero per mantenerlo entro il rettangolo di tiro del display. Tutti i sistemi sono comandati attraverso pulsanti e nottolini sul joystick della cloche.



La visita si è protratta a lungo, ma le cose da vedere e le domande non finirebbero mai... La gentilezza e la disponibilità di tutto il personale ha reso questa visita istruttiva e piacevole. Prima di lasciare la base del Rigel un'ultima immagine sembra volerci salutare con un po' di effettistica... a unire la natura e la macchina frutto dell'ingegno dell'uomo.



Questo è tutto, tra pochi giorni un TR dalla base di Aviano.

Saluti, Dino


Un ringraziamento va a tutti i sottufficiali e ufficiali che ci hanno seguito, in particolare il Ten. Col. Marco Baccarin.
 
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Dino_G

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Bravo Dino! Ma questi thread, pur essendo argomento "mil" devono andare su SpotIT..tento di spostartelo.

RIc
Capo, mi confondi le idee...
Allo stesso modo in cui nella sezione Civile ci sono i TR, secondo me questo stava in Militare: è un report, non una spottata o fotografie che hanno la predominanza. Questo è un "articolo" con testo ecc.

Comunque, come si dice: non capisco ma mi adeguo. Vorrà dire che il prossimo lo metto qui e faccio un link dal Militare per segnalarlo a chi fosse interessato, ok?

saluti, Dino

ps. Grazie a tutti