Io c' ero.....
dopo dieci anni vorrei raccontarvi quel giorno vissuto da me in prima persona.
Scusate se vi potrei annoiare, ma mi sento di raccontarvi cosa ho provato, cosa ho vissuto.
Come tutte le mattine andavo all'ATA, mi ero alzato e dal mio ottavo piano non vedevo il suolo per la nebbia.
Arrivato ai tre ponti del Forlanini mi chiama mia mamma dicendomi " la radio sta dicendo che a Linate ce stato un incidente, sembra un aereo in rullaggio abbia urtato un palo della luce", la prendo alla leggera ridacchio, stavo sentendo anche io la notizia e pensavo al classico scoop mediatico.
Arrivo, parcheggio e vado verso l'ufficio, mi ferma un amica - concorrente, mi da le prime notizie fumose.
Avevo un aereo in partenza, corro anche io sul piazzale a cercarlo, eravamo in tre di società concorrenti ma si sa l' ATA è un paese e per solidarietà chi trovava un aereo dell'altro avrebbe avvisato. Io cerco il mio a un certo punto comincio a urlare il nome del comandante sperando mi risponda. Finalmente mi risponde. Era vivo era li.
persona eccezzionale che purtroppo ci ha lasciati in un altro incidente sempre li...
Vado in ufficio e il telefono inizia a suonare, io non vedevo il piazzale c'era ancora troppa nebbia, ma le sirene il via vai di quei carri neri lasciava presagire tutto.
Il silenzio era surreale, mai provata una sensazione simile.
Il telefono suona tutti giornalisti in cerca di news o scoop. " Mi spiace non posso dire niente non so niente".
Mamma ad ogni aggiornamento di notizie al tg radio mi chiamava per sapere se tutto andava bene e sentiva piano piano la mia voce crollare.
Arriva una telefonata da CPH.... era una persona da cui un mio collega doveva andare. La prima volta che ho dovuto dire cosa era successo... stavo crollando psicologicamente.
Poi dopo altre telefonate di giornalisti ne arriva una. " Ciao sono la moglie di XXX...mio marito era su quell'aereo...! Era un mio collega aspettato da signore di CPH.
Gia sapevo che la sorte era la stessa per tutti. Codardamente, non so non ce l'ho fatta a dire a quella donna la fine del marito.
Ho chiamato il mio titolare, ho detto che aveva chiamato la Sig. e che pensavo fosse giusto fosse lui a spiegare l'accaduto.
Non saprò mai se ho fatto bene o no. L'ho fatto.
Lui la chiama e spiega.
Io non riuscivo piu a stare in ufficio, scendo in aerostazione non so perche sapevo fosse peggio, ma non sentivo piu il telefono.
Appena arrivo solo perche ho un tesserino SEA vengo aggredito dai giornalisti, scappo dentro l'aerostazione per evitarli. Mi chiama la mamma ancora. Capisce e mi lascia stare. Mi chiama il mio ex capo, persona eccezionale e stimata. A quel punto crollo e mi sfogo con lui. Avevo il magone non riuscivo a fermarmi.
Arrivano i ragazzi dal main apron, reduci che avevano visto e vissuto in diretta. Non descrivo cosa ho visto.
La giornata va avanti, la nebbia si dirada e cerchiamo dall'ufficio di capire e vedere.
Non si capiva niente. Lampeggianti blu, carri neri, in un ordine che a noi sembrava un marasma.
Nel pomeriggio entra in ufficio un ragazzo, perso, bianco, sguardo perso nel vuoto, non parlava. Era al controllo.
Sono le 18 torno a casa.
Il mio piu caro amico mi chiede se usciamo a prendere una birra se volevo tentare di svagarmi. Impossibile ma accetto.
Prima della birra chiedo se mi porta davanti al Forlanini. Lo fa, duro un minuto e scoppio. Decine di televisioni, giornalisti, cronisti ...e tanti amici, famigliari....
Decido di andarmene non ce la facevo piu, capisce la situazione e tenta di distrarmi, ma è dura....
Notte in bianco, ma la mattina sono in ufficio.
Per tre giorni il silenzio rendeva l'aeroporto indescrivibile, rendeva il dramma vissuto. Ma siamo andati avanti. Era nostro dovere.
Quello che so è che ancora molti particolari dopo 10 anni e che ho omesso per lunghezza li ricordo e non li dimenticherò mai......