Evitando di fare polemiche, vorrei dire la mia dall' ottica in cui posso vedere Alitalia se mi metto l' abito di lavoro e non quello del tifoso o dell' appassionato di aviazione.
Se mi viene consentita una sola risposta alla domanda: "Qual' è il problema di Alitalia?" non ho dubbi sulla risposta.
Il problema di Alitalia è la governance. Tutti gli altri ne sono solo la conseguenza.
In un' azienda normale il proprietario cerca innanzitutto di guadagnare, il management è istruito in tal senso e ha ampie deleghe per ottenere i risultati richiesti, i sindacati sono coscienti che se si perdono soldi alla fine si fallisce e si perdono i posti di lavoro.
Ad Alitalia tutto è sempre andato alla rovescia: lo Stato era sempre ben felice di ripianare le perdite di un carrozzone clientelare acchiappavoti, i manager si barcamenavano e si facevano gli affari propri, i sindacati e buona parte dei lavoratori si drogavano con l' idea che tanto alla fine arrivano i soldi statali e quindi si può fare quel che si vuole. I risultati li conosciamo tutti e li conoscono anche i passseggeri, che volano più o meno con qualunque altro vettore si presenti.
Ciò detto e ricordato che almeno formalmente AZ non è più un' azienda pubblica e che bisogna badare agli interessi legittimi dei privati che hanno recentemente versato €600.000.000 (dicesi seicentomilioni di euro), nonché dei contribuenti italiani che hanno versato €400.000.000 (dicesi quattrocentomilioni di euro) e hanno interesse ad avere una linea aerea funzionante appunto per le esigenze del Paese e non solo di chi ci lavora, si arriva al mitico quesito di Vladimir Ilic Ulianov detto Lenin: "Che fare?"
A mio parere first things first e si deve innanzitutto instaurare ad Alitalia una corretta governance, cioè farla diventare un' azienda normale. In un' azienda normale NON ESISTE che l' Amministratore Delegato venga cacciato su richiesta dei dipendenti, con la scusa dei conti vanno meno bene del previsto (ma infinitamente meglio che sotto i predecessori). Tanto sappiamo che l' obiettivo di breve periodo è impedire la separazione da AZ Service, ma quello reale è far capire chi comanda: chi sciopera quando vuole infischiandosi delle apposite leggi. In un' azienda normale NON ESISTE che il proprietario acconsenta ad una richiesta simile, soprattutto se già si cedette alle sommosse dopo il piano di Mengozzi, se ha preso pubblicamente impegni, due mesi fa, con i soci privati in cambio dei loro soldi. In un Paese civile NON ESISTE che con ipocrisia qualche Ministro manovri per danneggiare la compagnia di bandiera per manifesta idiozia (Franti style) o per interesse personale verso la concorrenza.
Cimoli non è una cima del trasporto aereo, ma questo lo si sa dal momento in cui lo si è raccolto dalle rotaie. Non è capace a gestire l' azienda, ma allora va sostituito nell' interesse dell' azienda e dei proprietari e dell' Italia. E bisogna far capire chiaramente chi comanda. E chi comanda deve mantenere gli impegni che ha preso.
Se si trova un manager migliore che lo si metta a capo di AZ, ma dopo aver spiegato come e perché l' "incapace" Cimoli era arrivato e rimasto in quella posizione e garantendo che chi lo sostituisce non farà peggio. Contemporaneamente, visto che con Cimoli si rigettano gli accordi che ha firmato, si riveda la soluzione già prevista per AZ Service. Visto che si deve far capire DEFINITIVAMENTE chi comanda si dia a Fintecna il 100% di AZ Service, intervenendo manu militari con i fatti e non solo con le chiacchiere alla radio.
Non pigliamoci per il culo. La preoccupazione di chi ha scioperato nei confronti dell' azienda è falsa, mirano solo a proseguire i propri porci comodi e mantenere privilegi. La preoccupazione del Governo nei confronti di Alitalia è falsa, per un pugno di voti venderebbero la propria madre (purtroppo però Alitalia non la venderebbero). Quanto all' opposizione, è stata compatta dietro a chi ha scioperato illegalmente, complimenti.
Non pigliamoci per il culo, Cimoli verrà cacciato perché così fa comodo sotto elezioni a chi comanda, nei palazzi o davanti agli hangar. Si stanno solo cercando delle belle scuse ai propri interessi. Peccato che quegli interessi siano gli interessi degli irresponsabili e non siano invece gli interessi dell' Italia né dell' Alitalia.
P.S. Tutto il mondo ci considera il Paese di Pulcinella. Farsi dare seicentomilioni di euro girando tutto il globo con grandi programmi e sessanta giorni dopo infinocchiare chi ha scucito gli euro conferma in tutto il mondo che appunto siamo un Paese poco serio. I danni non si limitano ad Alitalia, ma ricadono su tutte le aziende italiane, un po' come capita se viene arrestato tuo fratello per stupro e rapina, non c' è da vantarsi.
Alitalia è la compagnia di bandiera dell' Italia, ma la bandiera cade sempre e tutte le volte nel fango. Davanti a questo spettacolo mi vergogno di essere Italiano.
Se mi viene consentita una sola risposta alla domanda: "Qual' è il problema di Alitalia?" non ho dubbi sulla risposta.
Il problema di Alitalia è la governance. Tutti gli altri ne sono solo la conseguenza.
In un' azienda normale il proprietario cerca innanzitutto di guadagnare, il management è istruito in tal senso e ha ampie deleghe per ottenere i risultati richiesti, i sindacati sono coscienti che se si perdono soldi alla fine si fallisce e si perdono i posti di lavoro.
Ad Alitalia tutto è sempre andato alla rovescia: lo Stato era sempre ben felice di ripianare le perdite di un carrozzone clientelare acchiappavoti, i manager si barcamenavano e si facevano gli affari propri, i sindacati e buona parte dei lavoratori si drogavano con l' idea che tanto alla fine arrivano i soldi statali e quindi si può fare quel che si vuole. I risultati li conosciamo tutti e li conoscono anche i passseggeri, che volano più o meno con qualunque altro vettore si presenti.
Ciò detto e ricordato che almeno formalmente AZ non è più un' azienda pubblica e che bisogna badare agli interessi legittimi dei privati che hanno recentemente versato €600.000.000 (dicesi seicentomilioni di euro), nonché dei contribuenti italiani che hanno versato €400.000.000 (dicesi quattrocentomilioni di euro) e hanno interesse ad avere una linea aerea funzionante appunto per le esigenze del Paese e non solo di chi ci lavora, si arriva al mitico quesito di Vladimir Ilic Ulianov detto Lenin: "Che fare?"
A mio parere first things first e si deve innanzitutto instaurare ad Alitalia una corretta governance, cioè farla diventare un' azienda normale. In un' azienda normale NON ESISTE che l' Amministratore Delegato venga cacciato su richiesta dei dipendenti, con la scusa dei conti vanno meno bene del previsto (ma infinitamente meglio che sotto i predecessori). Tanto sappiamo che l' obiettivo di breve periodo è impedire la separazione da AZ Service, ma quello reale è far capire chi comanda: chi sciopera quando vuole infischiandosi delle apposite leggi. In un' azienda normale NON ESISTE che il proprietario acconsenta ad una richiesta simile, soprattutto se già si cedette alle sommosse dopo il piano di Mengozzi, se ha preso pubblicamente impegni, due mesi fa, con i soci privati in cambio dei loro soldi. In un Paese civile NON ESISTE che con ipocrisia qualche Ministro manovri per danneggiare la compagnia di bandiera per manifesta idiozia (Franti style) o per interesse personale verso la concorrenza.
Cimoli non è una cima del trasporto aereo, ma questo lo si sa dal momento in cui lo si è raccolto dalle rotaie. Non è capace a gestire l' azienda, ma allora va sostituito nell' interesse dell' azienda e dei proprietari e dell' Italia. E bisogna far capire chiaramente chi comanda. E chi comanda deve mantenere gli impegni che ha preso.
Se si trova un manager migliore che lo si metta a capo di AZ, ma dopo aver spiegato come e perché l' "incapace" Cimoli era arrivato e rimasto in quella posizione e garantendo che chi lo sostituisce non farà peggio. Contemporaneamente, visto che con Cimoli si rigettano gli accordi che ha firmato, si riveda la soluzione già prevista per AZ Service. Visto che si deve far capire DEFINITIVAMENTE chi comanda si dia a Fintecna il 100% di AZ Service, intervenendo manu militari con i fatti e non solo con le chiacchiere alla radio.
Non pigliamoci per il culo. La preoccupazione di chi ha scioperato nei confronti dell' azienda è falsa, mirano solo a proseguire i propri porci comodi e mantenere privilegi. La preoccupazione del Governo nei confronti di Alitalia è falsa, per un pugno di voti venderebbero la propria madre (purtroppo però Alitalia non la venderebbero). Quanto all' opposizione, è stata compatta dietro a chi ha scioperato illegalmente, complimenti.
Non pigliamoci per il culo, Cimoli verrà cacciato perché così fa comodo sotto elezioni a chi comanda, nei palazzi o davanti agli hangar. Si stanno solo cercando delle belle scuse ai propri interessi. Peccato che quegli interessi siano gli interessi degli irresponsabili e non siano invece gli interessi dell' Italia né dell' Alitalia.
P.S. Tutto il mondo ci considera il Paese di Pulcinella. Farsi dare seicentomilioni di euro girando tutto il globo con grandi programmi e sessanta giorni dopo infinocchiare chi ha scucito gli euro conferma in tutto il mondo che appunto siamo un Paese poco serio. I danni non si limitano ad Alitalia, ma ricadono su tutte le aziende italiane, un po' come capita se viene arrestato tuo fratello per stupro e rapina, non c' è da vantarsi.
Alitalia è la compagnia di bandiera dell' Italia, ma la bandiera cade sempre e tutte le volte nel fango. Davanti a questo spettacolo mi vergogno di essere Italiano.