Il sole 24 ore
Aerei, Iata contraria al posto vuoto in mezzo: non elimina rischi contagio, danneggia le compagnie
L’associazione delle compagnie suggerisce altre misure: obbligo di mascherine, evitare di muoversi troppo a bordo. I bilanci sarebbero in rosso
L’associazione mondiale delle compagnie aeree afferma che l’obbligo di tenere vuoto il sedile in mezzo nelle file da tre posti in aereo è una misura «inutile e dannosa». Per il direttore generale della Iata, Alexandre de Juniac, «il sedile vuoto in mezzo non elimina i rischi di contagio da coronavirus fra i passeggeri, mentre crea un danno enorme ai conti delle compagnie».
Il medico dei vettori: «Non riduce i rischi»
L’associazione delle compagnie ha presentato un’analisi sull’impatto del coronavirus e delle misure di protezione in aereo che sono allo studio di governi e autorità dell’aviazione, in videoconferenza da Ginevra. «Nessuno ha dimostrato che il sedile vuoto in mezzo riduce i rischi di contagio fra i passeggeri», ha detto il consulente medico della Iata, David Powell. «Si possono prendere misure aggiuntive di protezione che sono efficaci, come indossare la mascherina, evitare troppi spostamenti a bordo, evitare i contatti, servire i pasti in maniera alternata», dice l’organizzazione che raggruppa più di 290 compagnie d
Al massimo si riempirebbero il 62% dei posti
La preoccupazione delle compagnie e quindi della loro lobby è che vengano adottate su scala generale misure come l’obbligo di lasciare almeno un terzo dei posti liberi in aereo (già applicato da alcuni paesi, tra cui l’Italia dal 4 maggio) che creerebbero una perdita di ricavi se il traffico si riprende. «In astratto un posto vuoto in ogni fila da tre obbligherebbe ad avere almeno il 33% dei posti vuoti. Possiamo stimare che se questa regola venisse applicata in media il coefficiente di posti disponibili per la vendita sarebbe il 62% del totale», ha detto il capo economista della Iata, Brian Pearce.
Solo 4 compagnie in attivo
«Se guardiamo i risultati dell’anno scorso, solo 4 compagnie sarebbero state in grado di fare utili con un load factor del 62 %», ha aggiunto Pearce. Una conseguenza dell’obbligo di tenere vuoto il posto in mezzo sarebbe un aumento del prezzo dei biglietti. «Ci sono dei costi fissi elevati in questa industria che devono essere sostenuti. Pertanto le compagnie cercherebbero di recuperare i ricavi perduti alzando le tariffe. Una volta che ci sia stata una ripresa della domanda di passeggeri, stimiamo che i prezzi dei biglietti potrebbero aumentare tra il 43% e il 54% per coprire i costi, secondo le aree geografiche».
Regole internazionali
Secondo de Juniac «le misure per proteggere la salute dei passeggeri sono la prima preoccupazione delle compagnie, ma vanno ben analizzate prima di essere applicate. Abbiamo avviato una discussione a livello mondiale con l’Icao, i governi, le autorità di regolazione, la Who. Sono stati presentati degli studi. Anche i costruttori di aerei _ ha aggiunto de Juniac _ hanno portato delle indicazioni. Per esempio i sistemi di condizionamento sono migliorati. Se l’Icao approverà nuove disposizioni devono essere applicate in modo uniforme a livello internazionale. Non siamo a questo punto, forse ci si arriverà in giugno».
Anche il 2021 sarà difficile
Per il momento la Iata dice che «sono appropriate» le stime già diffuse nelle scorse settimane, che prevedono un calo dei ricavi di tutte le compagnie di 314 miliardi di dollari quest’anno rispetto al 2019 (-55%) e «circa la metà della domanda di passeggeri», ha spiegato Pearce. Anche l’anno prossimo sarà difficile per i conti. «Ci aspettiamo una ripresa, ma non sarà un ritorno ai livelli precedenti al Coronavirus. Molte compagnie dovranno lottare per avere almeno un equilibrio economico («break-even») a livello di risultato operativo», ha detto il capo economista della Iata.
Con la ripresa del traffico prezzi bassi
Quando ci sarà una ripresa del traffico passeggeri la Iata prevede che «le tariffe inizialmente saranno basse, per diversi fattori: ci sarà una grande capacità di posti offerti e i passeggeri all’inizio saranno pochi, il petrolio costerà poco, siamo sui 20 dollari al barile». Nel lungo periodo, invece, «se persisteranno le restrizioni ai viaggi _ dice Pearce _ il costo per volare sarà significativamente più alto di prima». Si vedrà. Al momento però i prezzi sono alti. Come dimostra il caso, clamoroso, dei voli per New York da Roma: dopo che Alitalia ha cancellato il collegamento diretto un volo via Parigi con Air France ha un costo di almeno 1.806 euro solo per l’andata.