Varese
Indagine su Livingston, perquisizioni in mezza Italia
La Guardia di Finanza ha controllato abitazioni e uffici di numerose persone al vertice della compagnia. Avrebbero preso da Livingston i soldi per salvare altre aziende da loro controllate, nei più svariati settori tra cui il cinema
Sono ad una svolta le indagini sul crack finanziario di Livingston, la compagnia aerea ferma da quasi un anno: nella mattinata di giovedì il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Varese ha eseguito undici perquisizioni su disposizione della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, nell’ambito delle indagini sulle cause che hanno portato allo stato di insolvenza della compagnia.
I provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria sono stati eseguiti a Cardano al Campo, Gallarate, Roma e Milano: sono stati perquisiti i domicili di diverse persone che, nel biennio 2009-2010, hanno rivestito incarichi di vertice all’interno dell’azienda e presso società legate da rapporti di partecipazione o di finanziamento con Livingston S.p.a. Sarebbe coinvolto direttamente il presidente Massimo Ferrero, nonché il vicepresidente, l'amministratore delegato e alcuni consiglieri di Livingston.
Le ipotesi di reato su cui indaga la Procura della Repubblica di Busto Arsizio, alla luce degli accertamenti sino ad ora svolti dal Nucleo di Polizia Tributaria di Varese, sono relative alla commissione di diversi episodi di bancarotta patrimoniale fraudolenta per distrazione: i vertici avrebbero operato per trasferire ingenti somme di denaro dalla compagnia per risollevare le sorti precarie di altre aziende, per lo più operanti in settori senza nessuna attinenza operativa con quello aeronautico e turistico. Si parla, ad esempio, di attività nel settore cinematografico, proprio quello da cui ha avuto origine l'avventura imprenditoriale di Ferrero (che è titolare di una casa di produzione e undici sale cinematografiche a Roma, che hanno attraversato vari momenti di difficoltà). Sono stati acquisiti diversi documenti cartacei e vario materiale informatico ritrovato nelle abitazioni e negli uffici perquisiti.
L'indagine della procura di Busto Arsizio, coordinata dal sostituto procuratore Pasquale Addesso, è partita anche a seguito delle segnalazioni del commissario straordinario della compagnia, Daniele Discepolo, che segnalò comportamenti anomali di Ferrero e del collegio sindacale e che fece partire anche una causa di responsabilità civile. «Ferrero si è comprato la compagnia senza pagarla», spiegava allora Discepolo. «Avrebbe dovuto dare 41 milioni di euro che invece non ha mai versato». Una delle operazioni che potrebbe spiegare come la compagnia (che dal punto di vista "operativo" era sana) si sia ritrovata in grande difficoltà finanziaria, al punto da lasciare talvolta i dipendenti senza soldi in giro per il mondo.
22/09/2011
Roberto Morandiroberto. morandi@varesenews.it
Indagine su Livingston, perquisizioni in mezza Italia
La Guardia di Finanza ha controllato abitazioni e uffici di numerose persone al vertice della compagnia. Avrebbero preso da Livingston i soldi per salvare altre aziende da loro controllate, nei più svariati settori tra cui il cinema
Sono ad una svolta le indagini sul crack finanziario di Livingston, la compagnia aerea ferma da quasi un anno: nella mattinata di giovedì il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Varese ha eseguito undici perquisizioni su disposizione della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, nell’ambito delle indagini sulle cause che hanno portato allo stato di insolvenza della compagnia.
I provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria sono stati eseguiti a Cardano al Campo, Gallarate, Roma e Milano: sono stati perquisiti i domicili di diverse persone che, nel biennio 2009-2010, hanno rivestito incarichi di vertice all’interno dell’azienda e presso società legate da rapporti di partecipazione o di finanziamento con Livingston S.p.a. Sarebbe coinvolto direttamente il presidente Massimo Ferrero, nonché il vicepresidente, l'amministratore delegato e alcuni consiglieri di Livingston.
Le ipotesi di reato su cui indaga la Procura della Repubblica di Busto Arsizio, alla luce degli accertamenti sino ad ora svolti dal Nucleo di Polizia Tributaria di Varese, sono relative alla commissione di diversi episodi di bancarotta patrimoniale fraudolenta per distrazione: i vertici avrebbero operato per trasferire ingenti somme di denaro dalla compagnia per risollevare le sorti precarie di altre aziende, per lo più operanti in settori senza nessuna attinenza operativa con quello aeronautico e turistico. Si parla, ad esempio, di attività nel settore cinematografico, proprio quello da cui ha avuto origine l'avventura imprenditoriale di Ferrero (che è titolare di una casa di produzione e undici sale cinematografiche a Roma, che hanno attraversato vari momenti di difficoltà). Sono stati acquisiti diversi documenti cartacei e vario materiale informatico ritrovato nelle abitazioni e negli uffici perquisiti.
L'indagine della procura di Busto Arsizio, coordinata dal sostituto procuratore Pasquale Addesso, è partita anche a seguito delle segnalazioni del commissario straordinario della compagnia, Daniele Discepolo, che segnalò comportamenti anomali di Ferrero e del collegio sindacale e che fece partire anche una causa di responsabilità civile. «Ferrero si è comprato la compagnia senza pagarla», spiegava allora Discepolo. «Avrebbe dovuto dare 41 milioni di euro che invece non ha mai versato». Una delle operazioni che potrebbe spiegare come la compagnia (che dal punto di vista "operativo" era sana) si sia ritrovata in grande difficoltà finanziaria, al punto da lasciare talvolta i dipendenti senza soldi in giro per il mondo.
22/09/2011
Roberto Morandiroberto. morandi@varesenews.it