Io, giovane pilota senza futuro


omartr

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26 Settembre 2008
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Io non capisco perchè non sia concepibile una concezione diversa da quella attuale.L'ideologia attuale in cui tanti credono permette al datore di lavoro che pensa al profitto immediato di abbassare il costo del lavoro aumentando la produttività e il salario offrendo in cambio una crescente precarietà.Sembra quasi delittuoso invocare uno stato di cose differente.Addirittura chi difende uno status giudicato dignitoso viene additato come facente parte di una corporazione e un "privilegiato".Oggi un imprenditore può decidere di investire i capitali dove gli pare,anche in paesi in via di sviluppo dove la manodopera costa poco e le garanzie sindacali (o più semplicemente i diritti)nulle.Al fine di massimizzare i profitti.Come dice Sabelli:"migliori professionalità al minor costo".Gli è consentito di delocalizzare in qualsiasi momento un'impresa ,scaricando il costo sulla collettività in termini sociali ed economici(attraverso la cassaintegrazione,l'impoverimento del territorio).Il rischio di impresa viene quindi sostanzialmente scaricato sul lavoratore e sulla collettività accentuando quindi quel senso di precarietà tipico dell'epoca moderna.Il lavoratore generalmente reagisce trasformandosi nel minor offerente sociale ovvero offrendo sempre di più per guadagnar di meno nella speranza che ciò renda l'azienda competitiva garanzia irrinunciabile per conservare il posto di lavoro e frenare l'ansia da precarietà.Facendo finta di non vedere che in quest'ottica non fa che perpetuare questo tipo di sistema perchè il datore di lavoro(salvo rare eccezioni ormai)può decidere di cambiare attività o dirottare i propri soldi altrove anche quando l'azienda va bene ma avuto semplicemente un calo dei profitti.E' un pò il sistema che ha portato al collasso il sistema finanziario mondiale.Si richiedeva a giovani rampanti di vendere prodotti che facessero schizzare i profitti verso l'alto in modo da creare soldi da dividere con i pochi azionisti e ottenere commissioni da favola.Una strategia di corto respiro perchè i prodotti venduti puntavano a guadagni immediati e non di medio o lungo periodo.Si ripropone oggi anche nella grande industria.Primum i profitti immediati e le strategie di lungo periodo vanno a farsi benedire.Salvo rare eccezioni.Alcune grandi aziende o tutta la selva di piccole imprese italiane legate al territorio o quelle che invece di delocalizzare decidono di investire in innovazione.
Ma tornando al nostro lavoratore.Sicuramente il vecchio sistema che inevitabilmente creava delle corporazioni rendeva inaccessibile o quasi l'ingresso per i novizi nel mondo del lavoro.Per entrare in Alitalia ci voleva il bazuka!Ora un pilota può dire:ti costo due lire,mi sto zitto prendimi e non ti creo problemi(salvo poi la formazione ecc...)che in alcune aziende compresa AirOne è a carico dell'azienda stessa(vedi passaggi macchina pagati dall'azienda).
Pagare per lavorare è aberrante.Non ha alcun senso.
Allo stesso tempo oggi è difficile entrare nel mondo del lavoro (soprattutto in tempi di crisi) perchè i costi tendono a farsi poco sostenibili per chi non dispone di risorse.E quando anche si riesca le garanzie sono comunque poche.
Forse si rende necessario un ripensamento di questo sistema come molti ormai sostengono da diverso tempo.
Attraverso la creazione di un protocollo internazionale del lavoro:"determinazione di uno standard universale delle condizioni di lavoro,nel trattamento salariale,durata dell'orario,delle condizioni ambientali in ogni stato".Attraverso anche l'opera dei sindacati,così sbiaditi dai tempi che corrono.Una soglia di qualità sotto la quale nessuno può scendere pena provvedimenti da parte del wto o dell'fmi ecc...
In Italia ad esempio,anche per andare incontro alle imprese,si potrebbe sperimentare il contratto proposto da Ichino ovvero un contratto unico con tutele crescenti nel tempo per evitare la brutale discriminazione dei lavoratori stagionali senza tutele.Regolarizzazione degli immigrati che non hanno commesso reati,diritto di voto ecc...
Il lavoro inteso non più come merce ma come mezzo per un vero sviluppo.
Così il nostro caro pilota forse non si troverà nell'imbarazzante posizione di piangersi addosso chiedendo al proprio datore di lavoro di calpestarlo seppure con una bella scarpa firmata pur di lavorare invece di quegli smidollati rivoluzionari dell'alitalia!
 

Er Polemica

Bannato
21 Gennaio 2008
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Lo Fiumicino
Io non capisco perchè non sia concepibile una concezione diversa da quella attuale.L'ideologia attuale in cui tanti credono permette al datore di lavoro che pensa al profitto immediato di abbassare il costo del lavoro aumentando la produttività e il salario offrendo in cambio una crescente precarietà.Sembra quasi delittuoso invocare uno stato di cose differente.Addirittura chi difende uno status giudicato dignitoso viene additato come facente parte di una corporazione e un "privilegiato".Oggi un imprenditore può decidere di investire i capitali dove gli pare,anche in paesi in via di sviluppo dove la manodopera costa poco e le garanzie sindacali (o più semplicemente i diritti)nulle.Al fine di massimizzare i profitti.Come dice Sabelli:"migliori professionalità al minor costo".Gli è consentito di delocalizzare in qualsiasi momento un'impresa ,scaricando il costo sulla collettività in termini sociali ed economici(attraverso la cassaintegrazione,l'impoverimento del territorio).Il rischio di impresa viene quindi sostanzialmente scaricato sul lavoratore e sulla collettività accentuando quindi quel senso di precarietà tipico dell'epoca moderna.Il lavoratore generalmente reagisce trasformandosi nel minor offerente sociale ovvero offrendo sempre di più per guadagnar di meno nella speranza che ciò renda l'azienda competitiva garanzia irrinunciabile per conservare il posto di lavoro e frenare l'ansia da precarietà.Facendo finta di non vedere che in quest'ottica non fa che perpetuare questo tipo di sistema perchè il datore di lavoro(salvo rare eccezioni ormai)può decidere di cambiare attività o dirottare i propri soldi altrove anche quando l'azienda va bene ma avuto semplicemente un calo dei profitti.E' un pò il sistema che ha portato al collasso il sistema finanziario mondiale.Si richiedeva a giovani rampanti di vendere prodotti che facessero schizzare i profitti verso l'alto in modo da creare soldi da dividere con i pochi azionisti e ottenere commissioni da favola.Una strategia di corto respiro perchè i prodotti venduti puntavano a guadagni immediati e non di medio o lungo periodo.Si ripropone oggi anche nella grande industria.Primum i profitti immediati e le strategie di lungo periodo vanno a farsi benedire.Salvo rare eccezioni.Alcune grandi aziende o tutta la selva di piccole imprese italiane legate al territorio o quelle che invece di delocalizzare decidono di investire in innovazione.
Ma tornando al nostro lavoratore.Sicuramente il vecchio sistema che inevitabilmente creava delle corporazioni rendeva inaccessibile o quasi l'ingresso per i novizi nel mondo del lavoro.Per entrare in Alitalia ci voleva il bazuka!Ora un pilota può dire:ti costo due lire,mi sto zitto prendimi e non ti creo problemi(salvo poi la formazione ecc...)che in alcune aziende compresa AirOne è a carico dell'azienda stessa(vedi passaggi macchina pagati dall'azienda).
Pagare per lavorare è aberrante.Non ha alcun senso.
Allo stesso tempo oggi è difficile entrare nel mondo del lavoro (soprattutto in tempi di crisi) perchè i costi tendono a farsi poco sostenibili per chi non dispone di risorse.E quando anche si riesca le garanzie sono comunque poche.
Forse si rende necessario un ripensamento di questo sistema come molti ormai sostengono da diverso tempo.
Attraverso la creazione di un protocollo internazionale del lavoro:"determinazione di uno standard universale delle condizioni di lavoro,nel trattamento salariale,durata dell'orario,delle condizioni ambientali in ogni stato".Attraverso anche l'opera dei sindacati,così sbiaditi dai tempi che corrono.Una soglia di qualità sotto la quale nessuno può scendere pena provvedimenti da parte del wto o dell'fmi ecc...
In Italia ad esempio,anche per andare incontro alle imprese,si potrebbe sperimentare il contratto proposto da Ichino ovvero un contratto unico con tutele crescenti nel tempo per evitare la brutale discriminazione dei lavoratori stagionali senza tutele.Regolarizzazione degli immigrati che non hanno commesso reati,diritto di voto ecc...
Il lavoro inteso non più come merce ma come mezzo per un vero sviluppo.
Così il nostro caro pilota forse non si troverà nell'imbarazzante posizione di piangersi addosso chiedendo al proprio datore di lavoro di calpestarlo seppure con una bella scarpa firmata pur di lavorare invece di quegli smidollati rivoluzionari dell'alitalia!
ti ammiro molto,discorso molto esteso su tutti i fronti e con un senso...non becere affermazioni da popolino lettore di giornali,adoratore di nani e amico dei potenti e debole con loro,nemico dei deboli e loro tiranno
 

nicolap

Amministratore AC
Staff Forum
10 Novembre 2005
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Roma
si le ha,ha il mio disprezzo

se tu sei uno che si riconosce in quelle caratteristiche (avendo risposto in modo piccato,dovresti,poi non so) mi dispiace per te,non è certo ammirevole...
dispensi saggezza ad ampio raggio e piene mani, dal volo al sindacalismo, dal bene al male.
 

henry72

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22 Luglio 2008
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il miglior investimento di Busatto e' stata la lettera scrittaal quotidiano piu' letto in Italia (dopo la gazzetta dello sport). A costo zero pubblicita' e probabile (molto) assunzione da parte di Cai.
 

henry72

Utente Registrato
22 Luglio 2008
78
0
Fra qualche anno, quando saranno stati riassorbiti tutti gli esuberi, potrà, come tutti gli altri, partecipare alle selezioni.
In AZ per fortuna (e spero bene anche in CAI) non basta pagarsi il Type Rating per essere assunto.

AZ e' fallita..quello che fara' Cai non si sa'. Ma visto che il presidente e forse maggiore azionista si e' detto pronto anche ad assumere piloti da altre compagnie..non la vedo cosi difficile.
Internet e' fantastico..digitando il nome del povero giovane pilota..si arriva a facebook..agli amici in stellette..tra cui il figlio di un ex pilota pan..poi amministratore di un gruppo aereo portato al fallimento..poi creatore di altro gruppo.. - Vabbeh..mi sembra una lettera ciofeca..arrivata ad arte nel momento di scontro tra CAI e piloti. il solito schifo.
 

i-givo

Utente Registrato
15 Aprile 2008
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LIMF
Io non capisco perchè non sia concepibile una concezione diversa da quella attuale.........................Così il nostro caro pilota forse non si troverà nell'imbarazzante posizione di piangersi addosso chiedendo al proprio datore di lavoro di calpestarlo seppure con una bella scarpa firmata pur di lavorare invece di quegli smidollati rivoluzionari dell'alitalia!
All'inizio ho pensato che la lettera di Busatto forsse utile a far riflettere una categoria. Evidentemente mi ero sbagliato o devo aver dato un'interpretazione errata alla lettera.
Così sia.Amen.
Ora leggo la lunga riflessione di omartr, che è di ampio respiro, molto ampio e sicuramente ricca di spunti di indubbio valore. Non si deve mai finire di sperare che le cose si evolgano verso il bene comune. Un pizzico di utopia (ma questo giudizio non vuole sminuire affatto l'intervento di omartr).

Ma riuscirà mai il mondo ad uscire da questo impasse. Qualcuno (governanti e, sic!, economisti di rilievo) hanno recentemente dichiarato che forse è il caso di rivedere certi parametri e che i percorsi intrapresi (la logica di un profitto realizzato in modo troppo subitaneo, senza un background solido e reale) "forse" sono stati sbagliati.
Alla faccia! Ora ci pensano.... Ci insegnano ora ciò che avevamo sospettato prima. No good!
 

Veolia

Utente Registrato
10 Settembre 2006
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AZ e' fallita..quello che fara' Cai non si sa'. Ma visto che il presidente e forse maggiore azionista si e' detto pronto anche ad assumere piloti da altre compagnie..non la vedo cosi difficile.
Internet e' fantastico..digitando il nome del povero giovane pilota..si arriva a facebook..agli amici in stellette..tra cui il figlio di un ex pilota pan..poi amministratore di un gruppo aereo portato al fallimento..poi creatore di altro gruppo.. - Vabbeh..mi sembra una lettera ciofeca..arrivata ad arte nel momento di scontro tra CAI e piloti. il solito schifo.
per forza lavora per myair...
...sto qua oltretutto avrà regalato soldi a vincenzo pur di entrare in una perla di societa come myair...spettacolare.
 

vipero

Utente Registrato
8 Ottobre 2007
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La mia modesta e personale impressione è che il sig. Busatto abbia fatto questo ragionamento: " Siccome ho speso 150.000 euro per diventare pilota, è moralmente ingiusto che non ci sia alcuna azienda pronta a riconoscermi ( e a rifondermi i $ ) le mie capacità ".
è il discorso che fanno praticamente tutti (vabbè esclusi presenti, ok?).
a prescindere dalle loro effettive capacità professionali.