Io non capisco perchè non sia concepibile una concezione diversa da quella attuale.L'ideologia attuale in cui tanti credono permette al datore di lavoro che pensa al profitto immediato di abbassare il costo del lavoro aumentando la produttività e il salario offrendo in cambio una crescente precarietà.Sembra quasi delittuoso invocare uno stato di cose differente.Addirittura chi difende uno status giudicato dignitoso viene additato come facente parte di una corporazione e un "privilegiato".Oggi un imprenditore può decidere di investire i capitali dove gli pare,anche in paesi in via di sviluppo dove la manodopera costa poco e le garanzie sindacali (o più semplicemente i diritti)nulle.Al fine di massimizzare i profitti.Come dice Sabelli:"migliori professionalità al minor costo".Gli è consentito di delocalizzare in qualsiasi momento un'impresa ,scaricando il costo sulla collettività in termini sociali ed economici(attraverso la cassaintegrazione,l'impoverimento del territorio).Il rischio di impresa viene quindi sostanzialmente scaricato sul lavoratore e sulla collettività accentuando quindi quel senso di precarietà tipico dell'epoca moderna.Il lavoratore generalmente reagisce trasformandosi nel minor offerente sociale ovvero offrendo sempre di più per guadagnar di meno nella speranza che ciò renda l'azienda competitiva garanzia irrinunciabile per conservare il posto di lavoro e frenare l'ansia da precarietà.Facendo finta di non vedere che in quest'ottica non fa che perpetuare questo tipo di sistema perchè il datore di lavoro(salvo rare eccezioni ormai)può decidere di cambiare attività o dirottare i propri soldi altrove anche quando l'azienda va bene ma avuto semplicemente un calo dei profitti.E' un pò il sistema che ha portato al collasso il sistema finanziario mondiale.Si richiedeva a giovani rampanti di vendere prodotti che facessero schizzare i profitti verso l'alto in modo da creare soldi da dividere con i pochi azionisti e ottenere commissioni da favola.Una strategia di corto respiro perchè i prodotti venduti puntavano a guadagni immediati e non di medio o lungo periodo.Si ripropone oggi anche nella grande industria.Primum i profitti immediati e le strategie di lungo periodo vanno a farsi benedire.Salvo rare eccezioni.Alcune grandi aziende o tutta la selva di piccole imprese italiane legate al territorio o quelle che invece di delocalizzare decidono di investire in innovazione.
Ma tornando al nostro lavoratore.Sicuramente il vecchio sistema che inevitabilmente creava delle corporazioni rendeva inaccessibile o quasi l'ingresso per i novizi nel mondo del lavoro.Per entrare in Alitalia ci voleva il bazuka!Ora un pilota può dire:ti costo due lire,mi sto zitto prendimi e non ti creo problemi(salvo poi la formazione ecc...)che in alcune aziende compresa AirOne è a carico dell'azienda stessa(vedi passaggi macchina pagati dall'azienda).
Pagare per lavorare è aberrante.Non ha alcun senso.
Allo stesso tempo oggi è difficile entrare nel mondo del lavoro (soprattutto in tempi di crisi) perchè i costi tendono a farsi poco sostenibili per chi non dispone di risorse.E quando anche si riesca le garanzie sono comunque poche.
Forse si rende necessario un ripensamento di questo sistema come molti ormai sostengono da diverso tempo.
Attraverso la creazione di un protocollo internazionale del lavoro:"determinazione di uno standard universale delle condizioni di lavoro,nel trattamento salariale,durata dell'orario,delle condizioni ambientali in ogni stato".Attraverso anche l'opera dei sindacati,così sbiaditi dai tempi che corrono.Una soglia di qualità sotto la quale nessuno può scendere pena provvedimenti da parte del wto o dell'fmi ecc...
In Italia ad esempio,anche per andare incontro alle imprese,si potrebbe sperimentare il contratto proposto da Ichino ovvero un contratto unico con tutele crescenti nel tempo per evitare la brutale discriminazione dei lavoratori stagionali senza tutele.Regolarizzazione degli immigrati che non hanno commesso reati,diritto di voto ecc...
Il lavoro inteso non più come merce ma come mezzo per un vero sviluppo.
Così il nostro caro pilota forse non si troverà nell'imbarazzante posizione di piangersi addosso chiedendo al proprio datore di lavoro di calpestarlo seppure con una bella scarpa firmata pur di lavorare invece di quegli smidollati rivoluzionari dell'alitalia!
Ma tornando al nostro lavoratore.Sicuramente il vecchio sistema che inevitabilmente creava delle corporazioni rendeva inaccessibile o quasi l'ingresso per i novizi nel mondo del lavoro.Per entrare in Alitalia ci voleva il bazuka!Ora un pilota può dire:ti costo due lire,mi sto zitto prendimi e non ti creo problemi(salvo poi la formazione ecc...)che in alcune aziende compresa AirOne è a carico dell'azienda stessa(vedi passaggi macchina pagati dall'azienda).
Pagare per lavorare è aberrante.Non ha alcun senso.
Allo stesso tempo oggi è difficile entrare nel mondo del lavoro (soprattutto in tempi di crisi) perchè i costi tendono a farsi poco sostenibili per chi non dispone di risorse.E quando anche si riesca le garanzie sono comunque poche.
Forse si rende necessario un ripensamento di questo sistema come molti ormai sostengono da diverso tempo.
Attraverso la creazione di un protocollo internazionale del lavoro:"determinazione di uno standard universale delle condizioni di lavoro,nel trattamento salariale,durata dell'orario,delle condizioni ambientali in ogni stato".Attraverso anche l'opera dei sindacati,così sbiaditi dai tempi che corrono.Una soglia di qualità sotto la quale nessuno può scendere pena provvedimenti da parte del wto o dell'fmi ecc...
In Italia ad esempio,anche per andare incontro alle imprese,si potrebbe sperimentare il contratto proposto da Ichino ovvero un contratto unico con tutele crescenti nel tempo per evitare la brutale discriminazione dei lavoratori stagionali senza tutele.Regolarizzazione degli immigrati che non hanno commesso reati,diritto di voto ecc...
Il lavoro inteso non più come merce ma come mezzo per un vero sviluppo.
Così il nostro caro pilota forse non si troverà nell'imbarazzante posizione di piangersi addosso chiedendo al proprio datore di lavoro di calpestarlo seppure con una bella scarpa firmata pur di lavorare invece di quegli smidollati rivoluzionari dell'alitalia!