Azafan, tua figlia è creditrice di una società che è stata dichiarata insolvente da un tribunale ed è soggetta ad una procedura concorsulae.
Nella stessa posizione si trovano migliaia di altri creditori, e spesso per importi ben più consistenti.
Una azienda è dichiarata insolvente quando non è in grado di far fronte ai propri debiti: in questi casi, posto che comunque i creditori sono destinati a rimanere insoddisfatti, l'obiettivo è garantire la parità di trattamento tra i diversi creditori (salve le cause legittime di prelazione).
Per questa ragione una impresa dichiarata insolventte NON può rimborsare un singolo creditore e, al contempo, il creditore non può agire individualmente per recuperare il proprio credito.
Al termine della procedura si tireranno le somme e l'attivo sarà diviso equamente tra tutti i creditori in base alle rispettive classi. Un creditore chirografario (privo di privilegi) per un importo irrisorio come questo può tranquillamente mettersi l'anima in pace.
Il discorso è completamente diverso per tutti i crediti che sorgono durante la procedura, che vengono soddisfatti immediatamente (in alcuni casi) o comunque in prededuzione rispetto a quelli della massa.
In alcuni casi l'attività di impresa può proseguire anche dopo la dichiarazione di insolvenza, sul presupposto che la continuità aziendale possa essere di beneficio ai creditori (perchè, ad esempio, la cessione di una azienda attiva porterebbe un maggiore attivo rispetto alla liquidazione) o comunque di interesse pubblico (es. posti di lavoro).
Se questi crediti ricevessero lo stesso trattamento di quelli anteriori, nessuna persona sana di mente intratterrebbe rapporti con una società già dichiarata insolvente (quindi con la consapevolezza di gettare al vento dei soldi), rendendo di fatto impossibile la prosecuzione dell'attività.
Lo stesso vale per i crediti della procedura stessa (compensi del curatore/commissario e degli altri professionisti che assistono la prcedura: posto che nessuno accetterebbe l'incarico sapendo di dover lavorare per la gloria, anche questi vengono soddisfatti in prededuzione.
Nel caso di Alitalia, se le cose non funzionassero in questa maniera, gli aerei sarebbero rimasti a terra dal giorno dell'apertura della procedura.
Ecco spiegato il differente trattamento.
Per chi rimane col cerino in mano non è certo divertente (mi sono appena insinuato al passivo del fallimento di una cliente per diverse decine di migliaia di euro, se andrà bene recupererò il 30%) ma questa è la legge e non si può nemmeno dire che sia ingiusta...