Penso che, aldilà della tradizionale divisione fra economy e business, si vada verso la divisione fra rotte "tradizionali" dove ha senso un certo tipo di servizio, di frequenza e di costi e altre rotte in cui la domanda cerca soprattutto basse tariffe, in modo estremo come a Ryanair o meno, come a easyJet.
Il mercato Milano - Italia meridionale e insulare mi sembra prevalentemente del secondo tipo e finirà inesorabilmente in mano alle low cost o a qualche ibrido tipo la Song di Delta che è una low cost cui ora sono state aggiunte alcune file di biz davanti. Da Roma alle isole mi sembra la stessa cosa, così come tutti i collegamenti da TRN, VCE e BLQ per BRI, NAP, CTA, PMO e CAG. Del resto quante volte hai volato da Milano a Bari con Alitalia? Poche, perché costava di più. E non sei uno studente squattrinato. Insomma, ci vuole la seconda classe delle Ferrovie sulle tratte lunghe su cui il treno non ha senso.
Quindi fa benissimo Alitalia a cercare di essere low cost, non nel senso di low fare o quasi-zero fare come Ryanair, ma di provare di fornire voli ai costi più bassi possibili sulle rotte popolari. Che ci possa riuscire magari dubitiamo, ma il mercato va lì e chi non lo soddisfa lo perde. Farlo con un vettore basato lontano dai dipendenti AZ di Roma e dalle loro abitudini sindacali mi sembra che consenta qualche chance in più.
Se va avanti Wind Jet può farlo anche Volare, che come marcia in più avrà il codeshare Alitalia.