C'è stato un problema con le impostazioni di moderazione di tapatalk , stiamo cercando di recuperare il threadSi può sapere di chi è la colpa? Un minimo di linciaggio mediatico suvvia...
Se fosse vero sarebbero dei completi sprovveduti, cosa che dubito. Qualunque investitore di una certa dimensione abituato ad operare in tutto il mondo sa bene che in Italia questi rischi ci sono (e quindi spesso se ne sta giustamente alla larga) e se non lo sa si informa su come funziona. Quindi penso che abbiamo messo in conto anche questo, indipendentemente dal fatto che poi la potrebbero comunque usare come scusa per le eventuali mosse future.ma la prima è una grana che probabilmente mai EY si sarebbe attesa
Tutto sto papello per dire che il sito e l'app non eccellono? Madò che voglia de chiacchierà...
Comunque resta il solito punto: provate a immaginare con quale gioia un investitore straniero che stava valutando una potenziale acquisizione in Italia accoglie una simile notizia.
E poi ci domandiamo perché questo paese non cresce.
Che l'operazione sia stata fatta senza sapere il rischio non ci credo neppure morto. Quindi i giochini sono svariati ad altri livelli.Se fosse vero sarebbero dei completi sprovveduti, cosa che dubito. Qualunque investitore di una certa dimensione abituato ad operare in tutto il mondo sa bene che in Italia questi rischi ci sono (e quindi spesso se ne sta giustamente alla larga) e se non lo sa si informa su come funziona. Quindi penso che abbiamo messo in conto anche questo, indipendentemente dal fatto che poi la potrebbero comunque usare come scusa per le eventuali mosse future.
Sti expat logorroici..Tutto sto papello per dire che il sito e l'app non eccellono? Madò che voglia de chiacchierà...
E' che per una volta che hanno l'occasione di parlare la lingua madre si fanno prendere la mano. Li capisco!Sti expat logorroici..
Mi pareva di aver a suo tempo letto che CAI aveva a suo tempo accanato un fondo rischi di oltre 100 mln per fronteggiare tutti i possibili contenziosi scaturenti dal passaggio (o meglio dal non passaggio) delle attività a SAIChe l'operazione sia stata fatta senza sapere il rischio non ci credo neppure morto. Quindi i giochini sono svariati ad altri livelli.
AZ EY, se hanno consultato i loro legali prima di procedere con licenziamenti e cessioni, non potevano non aspettarsi una causa: 2112 cc (.)
Il passaggio chiave è il seguente: «Gli esuberi sono stati decisi nell’ambito sì di una situazione di grave difficoltà economica di Alitalia Cai. Essi costituivano la premessa e la condizione della cessione aziendale; se non fosse stato licenziato un certo numero di lavoratori, Etihad Airways non avrebbe accettato la partnership, Alitalia Sai non sarebbe stata costituita e la cessione non sarebbe avvenuta.». L'impostazione dell'operazione (peraltro avallata dal governo con tanto di incentivi ai lavoratori 'tagliati', cosa che dovrebbe aver in qualche modo rassicurato EY, oltre al fondo rischi che ricordava l'utente berioz) era che la riduzione del personale in CAI era basata sulla crisi aziendale di AZ (oggettivamente esistente) e non di per sè sulla prevista cessione / conferimento dell'azienda a SAI, nel qual caso ovviamente ai sensi dell'art. 2112 c.c. tutti i dipendenti avrebbero avuto il diritto di passare in capo alla nuova entità (ed infatti i dipendenti restati in CAI sono passati a SAI). Il giudice ha invece ritenuto che in realtà la riduzione del personale era strettamente collegata all'operazione AZ/EY (senza la quale neppure ci sarebbe stata SAI) e quindi è stata di fatto motivata dalla cessione / trasferimento dell'azienda, cosa non consentita: di qui l'obbligo di reintegro, o per meglio dire di trasferimento dei lavoratori 'tagliati' alla nuova entità SAI. Comunque in effetti, a ripensarci, la due diligence è durata talmente tanto che EY sarà stata avvertita dai suoi legali dei rischi 'italici' in tema di cessazione dei rapporti di lavoro, per quanto (almeno apparentemente) debitamente motivata. A quanto pare peraltro oggi il problema riguarderebbe pochissimi ex-dipendenti CAI.Che l'operazione sia stata fatta senza sapere il rischio non ci credo neppure morto. Quindi i giochini sono svariati ad altri livelli.
AZ EY, se hanno consultato i loro legali prima di procedere con licenziamenti e cessioni, non potevano non aspettarsi una causa: 2112 cc (.)
Il giudice ha invece ritenuto che in realtà la riduzione del personale era strettamente collegata all'operazione AZ/EY (senza la quale neppure ci sarebbe stata SAI) e quindi è stata di fatto motivata dalla cessione / trasferimento dell'azienda, cosa non consentita: di qui l'obbligo di reintegro, o per meglio dire di trasferimento dei lavoratori 'tagliati' alla nuova entità SAI.
Non serviva certo a EY la due diligence per scoprire il diritto del lavoro in Italia e le sue applicazioni. Bastava un avvocaticchio con un minimo di esperienza nella materia. Ergo lo sapevano e lo hanno accettato.Il passaggio chiave è il seguente: «Gli esuberi sono stati decisi nell’ambito sì di una situazione di grave difficoltà economica di Alitalia Cai. Essi costituivano la premessa e la condizione della cessione aziendale; se non fosse stato licenziato un certo numero di lavoratori, Etihad Airways non avrebbe accettato la partnership, Alitalia Sai non sarebbe stata costituita e la cessione non sarebbe avvenuta.». L'impostazione dell'operazione (peraltro avallata dal governo con tanto di incentivi ai lavoratori 'tagliati', cosa che dovrebbe aver in qualche modo rassicurato EY, oltre al fondo rischi che ricordava l'utente berioz) era che la riduzione del personale in CAI era basata sulla crisi aziendale di AZ (oggettivamente esistente) e non di per sè sulla prevista cessione / conferimento dell'azienda a SAI, nel qual caso ovviamente ai sensi dell'art. 2112 c.c. tutti i dipendenti avrebbero avuto il diritto di passare in capo alla nuova entità (ed infatti i dipendenti restati in CAI sono passati a SAI). Il giudice ha invece ritenuto che in realtà la riduzione del personale era strettamente collegata all'operazione AZ/EY (senza la quale neppure ci sarebbe stata SAI) e quindi è stata di fatto motivata dalla cessione / trasferimento dell'azienda, cosa non consentita: di qui l'obbligo di reintegro, o per meglio dire di trasferimento dei lavoratori 'tagliati' alla nuova entità SAI. Comunque in effetti, a ripensarci, la due diligence è durata talmente tanto che EY sarà stata avvertita dai suoi legali dei rischi 'italici' in tema di cessazione dei rapporti di lavoro, per quanto (almeno apparentemente) debitamente motivata. A quanto pare peraltro oggi il problema riguarderebbe pochissimi ex-dipendenti CAI.