Thread Alitalia - Luglio 2018


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ripps

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Michele Geraci è stato per qualche ora un potenziale candidato a Palazzo Chigi, su indicazione di Matteo Salvini. Erano i concitati giorni di trattativa, sollecitata dal Quirinale, per definire tra Lega e M5S l’assetto del nuovo esecutivo. L’ipotesi di Geraci in veste di premier è tramontata, ma il 18 giugno è stato comunque nominato sottosegretario allo Sviluppo Economico nel governo di Giuseppe Conte. Una laurea in ingegneria elettronica, origine palermitana, una militanza in banca d’affari a Londra e New York e, infine, nel 2007 la decisione di andare a insegnare finanza in Cina e a guidare la filiale del Global Policy Institute a Shangai, sono i connotati che hanno convinto Salvini a indicare Geraci per l’incarico al ministero di Via Veneto. Anche Beppe Grillo talvolta ne ospita gli interventi su economia cinese, reddito di cittadinanza e flat tax nel suo Blog.


«Il mio contributo è quello di rafforzare la convinzione delle opportunità garantite dallo sviluppo dei rapporti con la Cina», racconta Geraci. Un’ottica che potrebbe trovare immediata applicazione per uno dei dossier «caldi» ereditati dal governo: il destino dell’Alitalia commissariata. «L’ingresso di una compagnia cinese è una strada praticabile, non posso anticipare i dettagli ma c’è un forte interesse per la nostra ex compagnia di bandiera». Il disegno industriale è riassumibile in un progetto «che veda le principali rotte provenienti dall’Asia arrivare a Roma e non a Francoforte. L’idea che Lufthansa possa acquistare Alitalia non mi pare compatibile con la salvaguardia del nostro patrimonio industriale e turistico».








Non una chiusura tombale, ma poco ci manca, rispetto alla determinazione dell’ex ministro Carlo Calenda, che non ha fatto mistero di ritenere l’offerta dei tedeschi la più plausibile e solida per garantire la sopravvivenza di Alitalia. Tanto che Geraci suggerisce:«Mi piacerebbe chiarire anche a Calenda che rispetto a tutte le altre ipotesi è preferibile un partner cinese, che realizzi qui da noi il suo hub europeo per il lungo raggio».


All’obiezione che il modello evoca quello, fallimentare, di Etihad, che attraverso la partecipazione in Alitalia avrebbe dovuto fare di Roma Fiumicino l’hub per le rotte verso Medio Oriente, Golfo Persico e Nord Africa, Geraci ha pronta la replica. «Gli emiratini di Etihad non erano i partner ideali e l’area geografica non era quella preferibile». Il passo successivo è, dunque, attivare nei prossimi giorni i contatti con i commissari, che si occupano della gestione straordinaria di Alitalia per studiare «una soluzione che può e deve essere aggiuntiva, rispetto al bando di gara e che non mette in discussione il lavoro finora svolto dai commissari».


All’orizzonte si prefigura una soluzione diversa da quella della vendita a una delle tre cordate (Lufthansa,l’alleanza di Easyjet con Cerberus, Air France-Klm e Delta, e infine, l’ungherese Wizz Air)che hanno presentato un’offerta. «Potrebbe essere una compagnia cinese che non compri la maggioranza, mentre il pacchetto di controllo resterebbe in mano pubblica e a capitale privato, tutte le opzioni sono possibili si tratta di definirle».


Corriere della Sera
 

I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Re: Thread Alitalia - Giugno 2018

Michele Geraci è stato per qualche ora un potenziale candidato a Palazzo Chigi, su indicazione di Matteo Salvini. Erano i concitati giorni di trattativa, sollecitata dal Quirinale, per definire tra Lega e M5S l’assetto del nuovo esecutivo. L’ipotesi di Geraci in veste di premier è tramontata, ma il 18 giugno è stato comunque nominato sottosegretario allo Sviluppo Economico nel governo di Giuseppe Conte. Una laurea in ingegneria elettronica, origine palermitana, una militanza in banca d’affari a Londra e New York e, infine, nel 2007 la decisione di andare a insegnare finanza in Cina e a guidare la filiale del Global Policy Institute a Shangai, sono i connotati che hanno convinto Salvini a indicare Geraci per l’incarico al ministero di Via Veneto. Anche Beppe Grillo talvolta ne ospita gli interventi su economia cinese, reddito di cittadinanza e flat tax nel suo Blog.
Ci mancava proprio un entusiasta della PRC e delle sue progressivissime poliche economiche che sono in pratica la versione XXI secolo dell'imperialismo. Chiedere a tutti i paesi che si sono fatti infinocchiare da quella solenne cazzata che è la One Belt One Road, e che si trovano col dovere cedere fette di sovranità nazionale per ripagare i debiti contratti per far lavorare aziende cinesi, in un progetto al servizio della Cina, sul loro paese.

«Il mio contributo è quello di rafforzare la convinzione delle opportunità garantite dallo sviluppo dei rapporti con la Cina», racconta Geraci. Un’ottica che potrebbe trovare immediata applicazione per uno dei dossier «caldi» ereditati dal governo: il destino dell’Alitalia commissariata. «L’ingresso di una compagnia cinese è una strada praticabile, non posso anticipare i dettagli ma c’è un forte interesse per la nostra ex compagnia di bandiera».
Ci manca proprio quello.

Il disegno industriale è riassumibile in un progetto «che veda le principali rotte provenienti dall’Asia arrivare a Roma e non a Francoforte. [...] Mi piacerebbe chiarire anche a Calenda che rispetto a tutte le altre ipotesi è preferibile un partner cinese, che realizzi qui da noi il suo hub europeo per il lungo raggio».
Delirio puro, e potenziale conflitto di interessi grande come la muraglia.

DaV
 

13900

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Re: Thread Alitalia - Giugno 2018

N'artro che è stato in Cina e c'è rimasto là con la testa.
 

ripps

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Re: Thread Alitalia - Giugno 2018

Alitalia “è un tavolo che sarà aperto da qui ai prossimi giorni, dovremo convocare i commissari al Mit, insieme ai colleghi del Mise, per ascoltare quali sono le loro idee e proposte e a che punto è la situazione. Valuteremo tutte le condizioni”. Così il sottosegretario ai Trasporti Armando Siri a SkyTg24 Economia rispondendo a chi gli chiede dell’ipotesi, lanciata in una intervista al Corriere della Sera online dal collega Michele Geraci, che ci possa essere un interesse cinese per la ex compagnia di bandiera.

Alitalia, aggiunge, “deve rimanere strategica per il Paese, che è a vocazione turistica e non può perdere questo asset. Valuteremo tutte le proposte – ribadisce – e valuteremo quale sia la migliore per salvaguardare i posti di lavoro e garantire la continuità che non deve rimanere però un buco perenne”.

http://www.travelnostop.com/news/compagnie-aeree/alitalia-siri-ai-cinesi_427003
 

TapiroVolante

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Re: Thread Alitalia - Giugno 2018

Alitalia “è un tavolo che sarà aperto da qui ai prossimi giorni, dovremo convocare i commissari al Mit, insieme ai colleghi del Mise, per ascoltare quali sono le loro idee e proposte e a che punto è la situazione. Valuteremo tutte le condizioni”. Così il sottosegretario ai Trasporti Armando Siri a SkyTg24 Economia rispondendo a chi gli chiede dell’ipotesi, lanciata in una intervista al Corriere della Sera online dal collega Michele Geraci, che ci possa essere un interesse cinese per la ex compagnia di bandiera.

Alitalia, aggiunge, “deve rimanere strategica per il Paese, che è a vocazione turistica e non può perdere questo asset. Valuteremo tutte le proposte – ribadisce – e valuteremo quale sia la migliore per salvaguardare i posti di lavoro e garantire la continuità che non deve rimanere però un buco perenne”.

http://www.travelnostop.com/news/compagnie-aeree/alitalia-siri-ai-cinesi_427003
Mi torna la feral domanda: Alitalia è un tavolo che sarà aperto, o piuttosto una tavola che sarà... apparecchiata?
(chiedo umilmente perdono per il gioco di parole da Terza Elementare...)
 

EI-MAW

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Quelli di Ulisse hanno evidenti problemi con la geografia...


 

Amsicora

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I-EJGB sta volando su Casablanca oggi. Strano un 332 su quella linea, ho visto sempre 320. Scelta di oggi per qualche motivo particolare?
 

ripps

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Anche EasyJet come recentemente Lufthansa conferma il suo interesse per Alitalia. Lo ha detto Johan Lundgren, dallo scorso dicembre nuovo ad della low-cost britannica.

"Con Alitalia il processo non è ancora concluso. Noi abbiamo manifestato il nostro interesse per i collegamenti sul corto raggio. Vorremmo riuscire a fare in Italia quello che già abbiamo fatto in Germania, dove la nostra offerta è stata la preferita dai sindacati", ha spiegato il manager in un'intervista ad Affari&Finanza di Repubblica. "Noi rispettiamo le regole e le convenzioni sociali del Paese nel quale siamo presenti e non abbiamo problemi a reclutare piloti, contrariamente ad altre compagnie aeree". In pratica, "stiamo cercando di ripetere l'operazione virtuosa che abbiamo fatto con Air Berlin, e siamo gli unici disponibili ad assumere nuovi piloti", ha continuato.

Parlando del consolidamento del mercato dei voli in Europa il numero uno di EasyJet ha spiegato che "il quadro è in evoluzione. Tra qualche anno ci saranno meno operatori, è sicuro. Negli Stati Uniti, il 70% del mercato locale e' in mano a sole quattro compagnie. Nel 2017, che peraltro è stato un anno abbastanza buono, abbiamo visto fallire Monarch e Air Berlin e noi abbiamo rilevato una parte delle attività di quest'ultima. Stiamo seguendo anche le difficoltà di Alitalia. Che cosa accadra' quando il kerosene aumenterà di prezzo? Le pressioni si faranno sentire sempre più forti su una compagnia aerea che ha un modello economico assai fragile. Con Air Berlin, EasyJet ha dimostrato di essere capace di prendere parte al consolidamento del mercato. Con Alitalia il processo non è ancora concluso".

Lundgren spiega poi che "il lungo raggio low-cost ha un modello economico diverso dal nostro. Sul corto e medio raggio ciò che conta è saper usare bene gli apparecchi, quantificare i collegamenti effettuati ogni giorno, conoscere in quanto tempo possono coprire una tratta in modo da abbassare i nostri costi unitari. questo che fa risparmiare soldi ai clienti con tariffe più basse. Tuttavia, sul lungo raggio questo stesso sistema non può funzionare: il vantaggio non è lo stesso ed è meno interessante


http://www.finanzareport.it/Detail_...a/alitalia-anche-easyjet-conferma-l-interesse
 

AZ209

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Londra.
Alitalia: Di Maio, vediamo conti, poi chi l'ha distrutta

ROMA, 04 LUG - Di Alitalia, "nell'incontro di ieri con il commissario Laghi non ne abbiamo parlato, è un altro dossier sulla mia scrivania lo stiamo affrontando già, soltanto che - come vedete - nel cronoprogramma c'è prima l'Ilva". Così il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, a margine dell'assemblea dell'Ania aggiungendo: "si deve prima mettere fuori tutto quello che riguarda i conti economici, dopo vediamo anche chi l'ha distrutta quell'azienda".(ANSA).

 

Farfallina

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Alitalia: Di Maio, vediamo conti, poi chi l'ha distrutta

ROMA, 04 LUG - Di Alitalia, "nell'incontro di ieri con il commissario Laghi non ne abbiamo parlato, è un altro dossier sulla mia scrivania lo stiamo affrontando già, soltanto che - come vedete - nel cronoprogramma c'è prima l'Ilva". Così il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, a margine dell'assemblea dell'Ania aggiungendo: "si deve prima mettere fuori tutto quello che riguarda i conti economici, dopo vediamo anche chi l'ha distrutta quell'azienda".(ANSA).

Abbiamo capito, non è multitasking...
 

13900

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Un finissimo statista. Mi fa quasi rimpiangere Lamberto Dini a cui, alla fine di un vertice internazionale, chiesero qualcosa di nemmeno troppo difficile e lui rispose "eh ma fatemi almeno tornare a Roma!", dove probabilmente aveva il prontuario.

Immagino che alla mail di Lufthansa sia ritornata la risposta automatica "Ci scusiamo, stiamo guardando l'ILVA".
 

Luca Paglia

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Ma vi rendete conto o no per chi cazzo avete votato?
Non vi vergognate nemmeno un pochino?
Io avrei dovuto votare quest'anno per la prima volta (ho 23 anni). Entrato nella cabina mi sono messo a ridere leggendo i nomi. Avevo più fiducia nel macellaio che in una di quelle liste. E ho detto tutto

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Farfallina

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Io avrei dovuto votare quest'anno per la prima volta (ho 23 anni). Entrato nella cabina mi sono messo a ridere leggendo i nomi. Avevo più fiducia nel macellaio che in una di quelle liste. E ho detto tutto

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Quindi hai fatto decidere gli altri per te... suvvia non nascondiamoco dietro al tutti fanno schifo
 

bebix

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Io avrei dovuto votare quest'anno per la prima volta (ho 23 anni).
Mi hai fatto ricordare che la prima volta che ho votato è stato per il referendum sul divorzio.
Perché sembra impossibile, ma fino al 1974 in Italia non si poteva divorziare: pensa che se nessuno si fosse presentato a votare magari anche adesso sarebbe negata una delle cose più normali che possa esistere, cioè interrompere legalmente un unione che non funziona più.
Farfallina ha ragione, a mio modesto avviso.
 

Luca Paglia

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No no, ho votato. È ipocrita criticare gli altri se gli hai dato la responsabilità e te ne sei lavato le mani. Il mio commento non era tanto sul votare o meno, ma sui nomi nella lista. Comunque direi di chiudere qui l OT politico.

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